L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Netrebko, Eyvazov, Salsi, Chailly e Martone

U. Giordano, Andrea Chénier
È lo spettacolo che ha inaugurato la stagione della Scala il 7 dicembre 2017 "Andrea Chénier" di Umberto Giordano, che Rai Cultura ripropone in prima serata giovedì 25 gennaio alle 21.15 su Rai 5. Sul podio è impegnato il Direttore Musicale del teatro Riccardo Chailly, che ha sempre creduto nel valore di quest’opera, da lui incisa nel 1982 e già diretta alla Scala nella stagione 1982/1983 e nel 1985. La regia è affidata a Mario Martone, che mantiene l’ambientazione rivoluzionaria dell’opera, puntando sull’identificazione psicologica dei personaggi e sottolineando la scansione temporale dei diversi quadri. Le scene sono firmate da Margherita Palli, i costumi da Ursula Patzak e le luci da Pasquale Mari, mentre Daniela Schiavone cura la coreografia. Il cast schiera Yusif Eyvazov come protagonista, Anna Netrebko come Maddalena di Coigny, Luca Salsi come Gérard, Annalisa Stroppa come Mulatta Bersi e Mariana Pentcheva come Contessa di Coigny.
La prima rappresentazione assoluta di Andrea Chénier, quarta opera del ventinovenne Umberto Giordano, avviene proprio alla Scala il 28 marzo 1896 per la direzione di Rodolfo Ferrari, ed è un grande successo con immediati echi anche all’Estero: appena un anno dopo la prima, il 5 febbraio 1897, è rappresentato in lingua tedesca per otto serate allo Stadt-Theater di Amburgo, direttore Gustav Mahler. Mahler rimase impressionato dal lavoro, che definì “una delle nuove opere di maggior effetto”, e tentò di farlo rappresentare a Vienna una volta divenuto direttore della Hofoper, scontrandosi con difficoltà economiche e organizzative che lo indussero a programmare invece Fedora. D’altra parte, erano stati gli stessi esperti dell’Editore Sonzogno a giudicare in un primo momento il lavoro “irrappresentabile”.
Per l’opera della consacrazione scaligera Giordano aveva collaborato con Luigi Illica, il librettista di Puccini che conosceva gli ardori libertari per aver fatto parte in gioventù di una brigata garibaldina, creando un capolavoro di efficacia drammatica e slancio musicale. Per restare a contatto con il suo librettista, Giordano si cercò un alloggio nell’edificio in cui abitava, in via Bramante 39, e dovette accontentarsi di dormire in una specie di deposito di lapidi e monumenti funerari. Il risultato di tante fatiche fu il melodramma eroico per eccellenza, spesso in verità spinto in palcoscenico verso atletismi vocali che finirono per alimentare gli immancabili equivoci in sede critica.
Regia tv a cura di Patrizia Carmine e Barbara Pozzoni


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