L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Sanremo, gli etruschi e le Foibe

DOMENICA 04/02/2024

I “Grandi della tv”
Sanremo

Un nuovo appuntamento, la domenica pomeriggio dalle 17:30 e il lunedì alle 21.10, dal 4 febbraio, su Rai Storia, per festeggiare il 70° anniversario della TV della Rai. “Grandi della TV” è un omaggio ai volti, ai nomi, ai personaggi più significativi della storia del piccolo schermo italiano, ed è lo spazio dove si rivedranno le trasmissioni impresse nella memoria dei telespettatori italiani. La domenica pomeriggio, dalle 17.30 alle 20.00, il racconto delle loro carriere televisive si sofferma sulle caratteristiche uniche che li hanno resi “grandi”. E il lunedì, in prima serata, rivedremo questi “Grandi della TV” tornano protagonisti in una loro memorabile trasmissione.

Domenica 4 e lunedì 5 febbraio, “Grandi della TV” comincia il suo percorso (che durerà per 20 doppi appuntamenti fino al 23 giugno) non da un personaggio, ma dal Festival della Canzone italiana di Sanremo, alla vigilia della 74° edizione (7-11 febbraio). Una straordinaria storia d’Italia attraverso le canzoni, i cantanti, i momenti che hanno caratterizzato i 74 anni del Festival di Sanremo. La domenica dalle 17.30 alle 20.00, la storia e le storie del Festival, con alcuni contributi estrapolati dalle Teche Rai e dalle produzioni di Rai Cultura. Il lunedì in prima serata, alle 21.10, la serata finale del Festival di Sanremo 1964, 60 anni dopo quel 1° febbraio, che vide la vittoria di Gigliola Cinquetti con “Non ho l’età” destinata ad essere il primo brano italiano a vincere l’Eurovision Song Contest e a lanciare nell’empireo della musica italiana la sua interprete, appena 16enne.

LUNEDI’ 05/02/2024

Passato e presente
Etruschi, signori dei due mari

Il rapporto tra il popolo etrusco e il mare accende l’attenzione sui temi attualissimi dell’incontro culturale e della integrazione Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Laura Michetti a Passato e presente in onda lunedì 5 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Quel mondo arcaico, seppur non estraneo agli scontri e alla violenza della guerra ci restituisce un complesso di valori sociali, di tolleranza e rispetto verso le altre culture. Basti pensare alla presenza nel porto di Pyrgi di un santuario dedicato a Uni, la Giunone etrusca che incrociava l’immagine religiosa di Astarte, dea dei Fenici. Grazie ai ritrovamenti archeologici dei porti etruschi di Pyrgi e Spina ci viene restituito un clima di grande multiculturalità che appare oggi ei grande interesse per chi è impegnato a su risolvere le sfide della globalizzazione, dovrebbe riflettere. 

Grandi della Tv”
Sanremo 1964 (serata finale)
Storia delle nostre città
Bergamo

Sospesa tra cielo e terra, domina la Pianura Padana e - avvolta da mura – nasconde secoli di arte e di bellezza. È Bergamo la protagonista dell’appuntamento con “Storie delle nostre città”, in onda lunedì 5 febbraio alle 22.10 su Rai Storia. Non vi sono notizie certe sulla sua fondazione, ma in epoca romana Bergamo diviene un fiorente municipio. Della città romana non rimangono grandi tracce, se non un’eredità in termini urbanistici nel tracciamento delle vie principali.

Dopo la fine dell’Impero, Bergamo passa nel 568 sotto il dominio dei Longobardi per poi trasformarsi, dopo la sconfitta dei Longobardi nel 774, in Contea franca, retta per anni da una serie di vescovi-conti, che determineranno le sorti della città sino al 1098, anno di nascita del Comune di Bergamo. Divenuto libero comune, la città conquista l’autonomia sancita dalla vittoriosa battaglia di Legnano del 1176 contro l’imperatore Federico Barbarossa. Questi sono anche gli anni in cui a Bergamo si costruiscono il palazzo del Comune e la grande chiesa di S. Maria Maggiore, che diedero alla città bergamasca l’aspetto medievale che la caratterizza ancora oggi. Il periodo dell’autonomia comunale nella città di Bergamo si protrae sino alla fine del Duecento, quando la città bergamasca cade sotto l’influenza del Ducato di Milano. In questo periodo si costruirono in particolare la Cittadella e la Rocca, simboli del potere visconteo su Bergamo. Dopo periodi di cruenti e sanguinose guerre interne, Bergamo viene annessa alla Repubblica di Venezia nel 1428, il cui dominio porta finalmente al territorio bergamasco pace e prosperità. La città conosce un nuovo periodo di splendore culturale e artistico, divenendo teatro di una crescente presenza di attività economiche e incrementi insediativi. Il governo della Serenissima ricostruisce la città vecchia, edificando una nuova cinta muraria, il Palazzo Comunale e Piazza Vecchia. Da ricordare, inoltre, la costruzione delle famose mura bastionate, un’opera gigantesca che stringe ancora oggi la città alta. Con la caduta nel 1797 della Repubblica di Venezia, Bergamo passa sotto il dominio di Napoleone e della Repubblica Cisalpina. Dopo la breve dominazione francese il territorio di Bergamo è annesso al dominio austriaco, entrando a far parte del Regno Lombardo-Veneto. La città di Bergamo ha anche un ruolo determinante durante il Risorgimento. Infatti, forse a causa della mal sopportata dominazione austriaca, è la città che diede il più numeroso contributo di volontari alla Spedizione di mille, organizzata da Garibaldi nel 1860. 

MARTEDI’ 06/02/2024

Passato e presente
L’attentato di Sarajevo

La storia dell’attentato di Sarajevo del 1914 è il racconto sconvolgente e allo stesso tempo illuminante di come, nella Storia, un evento isolato possa scatenare conseguenze inimmaginabili. La Grande Guerra: 28 nazioni coinvolte, milioni di morti, il primo conflitto considerato mondiale dalla storiografia, tutto questo messo in moto dall’omicidio di un unico uomo: l’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero d’Austria-Ungheria.
Se il Novecento resta il secolo più tragico che abbiamo conosciuto, quel disastro è cominciato il 28 giugno 1914 a Sarajevo. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Alessandro Barbero a “Passato e Presente”, in onda martedì 6 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità
Gli assi del volo: 1917 - 1918

La Grande Guerra vista dall’alto, con gli occhi dei grandi assi dell’aviazione. “Gli assi del volo” serie in due episodi in onda in prima visione martedì 6 febbraio alle 21.10 su Rai Storia per “5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità”, con Giorgio Zanchini, accende i riflettori su questi uomini, le cui azioni resero delle vere e proprie star in un periodo cruciale per l’aviazione come quello che va dal 1914 al 1918. Nel secondo e ultimo episodio, introdotto e contestualizzato dal prof. Mauro Canali, il biennio 1917-1918. La Prima Guerra Mondiale è stata segnata da un'importante innovazione bellica: aerei in grado di effettuare raid ad alta velocità, bombardare e sparare dall'alto, spiare e supportare le truppe di terra. Ma gli aerei di quell'epoca erano pilotati con poca strumentazione. Uomini coraggiosi e audaci li pilotavano, spesso fino alla temerarietà. Questo episodio ci presenta i grandi assi del volo della Prima Guerra Mondiale.

Gli esploratori
Roald Amundsen

Roald Amundsen, un grande esploratore norvegese e il primo uomo a raggiungere il Polo Sud: è lui il protagonista della serie “Gli esploratori”, in onda martedì 6 febbrio alle 21.10 su Rai Storia, con l’introduzione e la contestualizzazione dello storico Mauro Canali. In Antartide soffiò il successo - e la conseguente celebrità mondiale - al suo rivale Robert Scott, ma il suo destino si compì al Polo Nord, dove morì nel generoso tentativo di soccorrere un altro collega esploratore, l’italiano Umberto Nobile. Dove si sia inabissato il suo aereo è rimasto un mistero. Ma ora una spedizione norvegese salpa per cercare di trovarlo, con l’ausilio delle più moderne tecnologie. Riuscirà nell’impresa? 

MERCOLEDI’ 07/02/2024

Passato e Presente
Wounded Knee 1973. Il ritorno dei Pellerossa 

Al principio degli anni ‘60 gli indiani d’America sembrano sul punto di scomparire come minoranza etnica e culturale. Le leggi del dopoguerra li hanno spinti a spostarsi dalle riserve alle città industriali e hanno cancellato una parte dei loro diritti sovrani.  Ovunque risiedano, occupano l’ultimo gradino della scala sociale statunitense. Ne parlano il professor. Massimo De Giuseppe e Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 7 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Vent’anni più tardi, le loro condizioni materiali di vita non sono cambiate di molto ma la loro voce è ascoltata e rispettata negli Stati Uniti e nel mondo.  Un decennio di lotte ha restituito loro l’orgoglio e la consapevolezza.   Nel corso degli anni 70 i nativi americani hanno imparato a battersi per i propri diritti e si sono scoperti portatori di valori e modi di vivere di cui il mondo occidentale, a partire dalle istanze ecologiste, sembra avere disperatamente bisogno.

John Steinbeck e il Vietnam in guerra

Tra il dicembre del 1966 e l’aprile del 1967 lo scrittore John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura nel 1962, seguì da vicino il conflitto al fianco dei militari americani in Vietnam, come inviato di guerra. Il suo reportage, 58 dispacci dal fronte, fu pubblicato sul quotidiano Newsday, sotto forma di lettere indirizzate ad Alicia, moglie di Harry Frank Guggenheim, proprietario ed editore del giornale. Anni dopo, le lettere di Steinbeck furono raccolte e pubblicate in un libro: “Vietnam in Guerra. Dispacci dal fronte”. “Steinbeck e il Vietnam in guerra”, in onda mercoledì 7 febbraio alle 21.10 su Rai Storia, ruota intorno al reportage dello scrittore sulla guerra in Vietnam “vista da vicino”, alla sua volontà di raccontarla “in maniera oggettiva”.

Steinbeck era convinto come molti americani, che l’intervento militare in Vietnam servisse a “difendere la libertà di una piccola nazione coraggiosa dall’invasione comunista”. Quella guerra avrebbe inoltre fatto emergere il meglio dell’America, e il Paese, affrontando quella sfida, si sarebbe rigenerato. Fino alla fine della sua permanenza al fronte e al suo ritorno a casa quando il grande scrittore cambiò il suo giudizio su quella guerra, crebbe la sua perplessità sulla necessità di quel conflitto e nacque una nuova consapevolezza sulla sua illegittimità, sulla sua complessità, stupidità e ambiguità per l’orrore che aveva prodotto. Lo speciale ideato e diretto da Francesco Conversano e Nene Grignaffini, realizzato da Movie Movie per Rai Cultura, raccoglie le testimonianze di tre protagonisti italiani di quella stagione: il giornalista Furio Colombo che per anni, come corrispondente della Rai dagli Stati Uniti, raccontò la guerra in Vietnam attraverso una serie di reportage; Francesco Guccini che, ispirato da Bob Dylan, diventò presto in Italia “la voce della protesta”, dell’antimilitarismo e del pacifismo, della cultura libertaria e punto di riferimento di una intera generazione; e, infine, la scrittrice Lidia Ravera che, ancora giovanissima diventò partecipe, insieme a migliaia di giovani donne, delle lotte e delle manifestazioni di protesta che portarono nell’Italia di quegli anni grandi cambiamenti sociali, civili e culturali, alla nascita del femminismo e alla rivoluzione sessuale.

Io ricordo – La terra dei miei padri

In occasione del “Giorno del ricordo”, istituito il 10 febbraio in memoria delle vittime delle foibe e della tragedia dell’esodo giuliano dalmata, Rai Documentari ripropone mercoledì 7 febbraio alle 22.10 su Rai Storia “Io Ricordo – La terra dei miei padri”, un docufilm per non dimenticare la tragedia dell’esodo istriano e far conoscere le origini, le tradizioni e gli avvenimenti dei territori, un tempo italiani, di Istria, Fiume e Dalmazia.

Prodotto da Clelia Iemma e Beatrice Palladini Iemma per la D4 srl in collaborazione con Rai Documentari, ideato e diretto da Michelangelo Gratton, “Io Ricordo – La terra dei miei padri” sarà poi trasmesso il 10 febbraio in una prima serata, alle 21.25, firmata Rai Documentari su Rai 3. Attraverso gli intrecci di numerose testimonianze, tra cui in particolare quella dell’Ammiraglio Romano Sauro, nipote diretto dell’eroe istriano e nazionale Nazario Sauro, il docufilm ripercorre in una crociera in barca a vela la storia millenaria dei territori dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia, dalle origini romane fino alla tragedia delle foibe e dell’esodo. Un viaggio che fa tappa nelle città di Fiume, Pola, Parenzo, Rovigno e Lussinpiccolo per poi proseguire nei luoghi simbolo del dramma delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, come il Magazzino 26 di Trieste, il villaggio Santa Domenica, il campo profughi di Padriciano e il villaggio giuliano-dalmata di Roma.La narrazione, arricchita dal contributo di storici come Giordano Bruno Guerri, Gianni Oliva e Marino Micich, si basa sulle testimonianze di molti esuli e delle loro famiglie ma anche su quelle degli italiani che scelsero di non abbandonare le terre dei padri e che oggi continuano a mantenere vive le tradizioni e la cultura italiane delle terre del confine orientale attraverso le attività delle loro Comunità. Nel simbolico passaggio di testimone, nel finale, dall’Ammiraglio Sauro al piccolo Dario, il docufilm, che restituisce un racconto intenso e a tratti drammatico, intende volgere uno sguardo sereno verso un futuro che si vuole immaginare senza confini e contrapposizioni.

GIOVEDI’ 08/02/2024

Repubblica Romana 1849, un romanzo d'avventura”
Un esperimento di democrazia

Roma, primavera del 1849. Un esperimento politico unico, senza precedenti in Italia: un’assemblea costituente, eletta a suffragio universale maschile, sta elaborando gli ordinamenti di una repubblica democratica. Il papa, costretto alla fuga a Gaeta, ha invocato l'intervento armato delle potenze europee, e la Francia di Luigi Napoleone non tarda a rispondere. Il 30 aprile ha inizio la battaglia per Roma. Un capitolo della nostra storia ripercorso dalla serie in due puntate “Repubblica Romana 1849. Un romanzo d’avventura”, di Cristoforo Gorno e Sergio Leszczynski, con la regia di Luigi Montebello e Graziano Conversano, in onda giovedì 8 febbraio e venerdì 9 febbraio alle 17 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della proclamazione della Repubblica Romana. L’entusiasmo per l’avventura romana ha già attirato da tutta Italia patrioti, pensatori politici, combattenti: accorsero Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi con la moglie Anita, Cristina di Belgioioso, Luciano Manara, Goffredo Mameli e migliaia di studenti e volontari giovanissimi. Indagando sui loro destini, Cristoforo Gorno mette a confronto le fonti italiane e francesi, muovendosi tra i luoghi della battaglia e i luoghi del potere, dal Gianicolo al Campidoglio, da Trastevere al Quirinale, per raccontare il travolgente romanzo d'avventura della Repubblica romana. I fatti storici sono ricostruiti nei luoghi dove si svolsero, rispettando i dettami della cronaca; dunque, rispondendo esattamente alle domande per cui ci si interroga sul chi, sul cosa, sul dove, sul perché e sul quando determinati fatti hanno segnato la storia dell'uomo e della sua civiltà. Come un inviato, Cristoforo Gorno - cronista e conduttore - guida il telespettatore ora dopo ora nei luoghi dell'azione, raccontando anche il contesto in cui quell'avvenimento si è determinato. Un racconto sviluppato attraverso un esame accurato delle fonti letterarie e iconografiche, scandito da dichiarazioni dei protagonisti, estratti dai resoconti dei loro contemporanei, e arricchito da tableau vivant che raccontano da vicino i personaggi della storia: Giuseppe e Anita Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Cristina di Belgioioso, Luigi Napoleone.

Passato e Presente
Argentina, la transizione democratica

Il 10 dicembre 2023 l’Argentina ha celebrato i suoi primi 40 anni senza dittature. Nella stessa data del 1983, infatti, con l’insediamento di Raul Alfonsin alla presidenza, iniziava nel paese la transizione democratica, dopo quasi otto anni di governo militare. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Benedetta Calandra a “Passato e Presente”, in onda giovedì 8 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Sarà un percorso lungo, che non solo passa attraverso il ripristino della democrazia e del rispetto dei diritti umani, ma avanza di pari passo al cammino della giustizia e alla ricerca della verità sulle migliaia di vittime e desaparecidos lasciati dalle giunte militari, presiedute dai generali Videla, Viola e Galtieri. Un cammino che, secondo alcuni storici, tra interruzioni e ripartenze, non sarebbe ancora concluso.

a.C.d.C
I Soldati di Dio. L'assedio di Malta

Nel 1565, i cavalieri dell’ultimo ordine militare crociato resistono sull’isola di Malta ad una schiacciante spedizione militare ottomana. Il conflitto nel Mediterraneo tra l’Europa cristiana e l’impero ottomano visto attraverso gli occhi di due giovani protagonisti, due nemici addestrati a combattere per la fede. “a.C.d.C.” - in onda giovedì 8 febbraio alle 21.10 su Rai Storia con l’introduzione del professor Alessandro Barbero – propone un racconto in due episodi. Nella prima puntata, la storia parallela del durissimo addestramento militare di un giovane soldato cristiano e di uno musulmano nel Mediterraneo del Sedicesimo secolo. Nel secondo episodio, a seguire alle 22.10, in nome di Allah e del Dio cristiano, le truppe d’élite dell’impero ottomano e i cavalieri dell’Ordine di San Giovanni si battono per il futuro dell’Europa.

VENERDÌ 09/02/2024

Passato e Presente
La questione adriatica dalle foibe all’esodo

Il 10 febbraio in Italia si celebra il “giorno del ricordo”, rivolto alle vittime delle foibe e alle decine di migliaia di esuli costretti a lasciare l’Istria e la Dalmazia alla fine della II guerra mondiale. Una drammatica realtà analizzata da Paolo Mieli e dal professor Guido Rumici a “Passato e Presente”, in onda venerdì 9 febbraio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Orrore, paura, scontri ideologici e delicati equilibri geopolitici sono alla base della cosiddetta questione adriatica e delle tensioni tra slavi e italiani che iniziano alla fine del XIX secolo. Uno stillicidio di attentati e ritorsioni che esploderanno nel modo più atroce nel corso del conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra. Ne parlano

Cinema Italia
Domani accadrà”

Quando i moti del 1848 sono ormai alle porte, Lupo ed Edo, due butteri maremmani, rapinano il fattore della tenuta in cui lavorano. Scoperti, si danno alla fuga. È l’inizio di una rocambolesca avventura piena di colpi di scena che Daniele Luchetti racconta in “Domani accadrà” con Paolo Hendel, Giovanni Guidelli, Margherita Buy, Claudio Bigagli, Quinto Parmeggiani, Ciccio Ingrassia, in onda eccezionalmente venerdì 9 febbraio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”.

Cesare Battisti, l'ultima fotografia”
Un simbolo discusso

10 luglio 1916 – 12 luglio 1916: quarantotto ore per raccontare la vita di uomo, il tramonto di un impero e la fine di un mondo. La vita è quella del socialista trentino Cesare Battisti, ripercorsa come un viaggio in una terra di confine geografico, linguistico e culturale, da “Cesare Battisti – L’ultima fotografia”, di Clemente Volpini per la regia di Graziano Conversano, in onda venerdì 9 febbraio alle 22.35 su Rai Storia. È la tragedia della Grande Guerra ad inghiottire l’esistenza di Cesare Battisti, un uomo e un simbolo in vita ma soprattutto dopo la sua morte; un martire per l’Italia, un traditore per l’Austria. Su di lui si è discusso e si continua a discutere ancora oggi, perché i simboli uniscono e dividono. Per questo, a distanza di un secolo, con un’Europa ancora in costruzione, è importante riscoprire la figura di un uomo che sognava l’Europa dei popoli e la fratellanza come forma di convivenza ma che poi viene travolto dall’immane catastrofe; quando nel 1914 gli Stati scelgono di risolvere con le armi i conflitti nazionali, trascinato dagli eventi, anch’egli partecipa alla guerra come milioni di altri uomini.  Ma la sua storia va ben oltre la sua persona.
Il viaggio nella vita di Battisti contribuisce anche a comprendere e a riscoprire, non solo un personaggio dimenticato, bensì un intero territorio, ora italiano un tempo austriaco, dove convivono culture e lingue diverse. Guida del viaggio è Alessandro De Bertolini, giornalista del Museo Storico del Trentino, la Fondazione che conserva l’opera di Cesare Battisti; che riflette sul concetto del qui ed ora partendo da Battisti e dai sui luoghi: Monte Corno, Trento, Ala, Bolzano, Verano, Innsbruck, sono le tappe salienti di un percorso che alla fine conducono a un altro viaggio, quello dell’uomo che va incontro alla morte. Dal Monte Corno al Castello del Buonconsiglio di Trento è un calvario che dura due giorni: Cesare Battisti viene catturato il 10 luglio e giustiziato due giorni dopo. Quello stesso giorno il boia Josef Lang – che si trovava a Vienna – riceve l’ordine di recarsi a Trento. Parte con il primo treno viaggiando tutta la notte. È il viaggio della giustizia austroungarica, del boia chiamato a giustiziare l’“alto traditore”.

SABATO 10/02/23 GIORNO DEL RICORDO

Il giorno e la Storia

Il 10 febbraio è stato scelto a partire dal 2005 dal Parlamento italiano come “il Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe e degli esuli istriano-dalmati, costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, a seguito della sconfitta dell’Italia nella seconda guerra mondiale. Le foibe sono grotte carsiche, con un ingresso a strapiombo, dove i partigiani comunisti titini gettarono, tra il 1943 e il 1945, più di 3000 italiani. Il totale complessivo delle vittime “infoibate” è di 80,000, per lo più croati e sloveni, considerati nemici del progetto perseguito da Tito di una federazione comunista jugoslava sotto la leadership di gruppi dirigenti di origine serba.

Passato e Presente”
Foibe, una violenza senza confini

Il 10 febbraio in Italia si celebra il "Giorno del Ricordo", dedicato alle vittime delle foibe e alle decine di migliaia di esuli costretti a lasciare l'Istria e la Dalmazia alla fine della Seconda Guerra Mondiale. A "Passato e Presente", in onda sabato 10 febbraio alle 10.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Raoul Pupo. Conflitti nazionalistici, economici e ideologici sono alla base di un lungo elenco di stragi e violenze che coinvolgono il territorio dell'alto Adriatico e la Venezia Giulia, fino a trasformarlo in un vero e proprio laboratorio della violenza politica dell'età contemporanea. Nemmeno la fine della Seconda Guerra Mondiale pone fine allo stillicidio di violenze e intimidazioni, che avranno un ulteriore drammatico esito nell'esodo Giuliano-Dalmata, quando centinaia di migliaia di italiani saranno costretti a lasciare la propria terra e le proprie case. Le foibe e l'esodo giuliano-dalmata rappresentano un capitolo tragico della nostra storia, riemerso dall'oblio a partire dagli anni '90 e tuttora oggetto di studi e ricerche.

Passato e Presente
La questione adriatica dalle foibe all’esodo (REPLICA DEL 9/2)

Il 10 febbraio in Italia si celebra il “giorno del ricordo”, rivolto alle vittime delle foibe e alle decine di migliaia di esuli costretti a lasciare l’Istria e la Dalmazia alla fine della II guerra mondiale. Orrore, paura, scontri ideologici e delicati equilibri geopolitici sono alla base della cosiddetta questione adriatica e delle tensioni tra slavi e italiani che iniziano alla fine del XIX secolo. Uno stillicidio di attentati e ritorsioni che esploderanno nel modo più atroce nel corso del conflitto mondiale e nell’immediato dopoguerra. Ne parlano Paolo Mieli e il prof. Guido Rumici a Passato e presente sabato 10 febbraio alle 11.15 su Rai Storia.

Passato e Presente
Voci dall'abisso, il dramma giuliano dalmata

A partire dalle voci dei testimoni, Paolo Mieli e la professoressa Gloria Nemec ricostruiscono l’esilio degli italiani da Istria e Dalmazia dopo la Seconda guerra mondiale a “Passato e Presente”, in onda venerdì 10 febbraio alle ore 14.15 su Rai Storia. Alla tragedia delle foibe farà seguito un altro dramma, quello dell’esodo: circa 250 mila italiani sono costretti a lasciare la propria terra e le proprie case. Per loro inizia un doloroso viaggio che sembra non avere fine. Anche il rientro in Italia, infatti, avviene spesso nel segno del dramma, alimentato da diffidenze e pregiudizi. Le foibe e l’esodo giuliano-dalmata rappresentano una pagina della nostra storia che solo negli ultimi decenni si sta gradualmente ricostruendo. 

Il giorno del ricordo (Ore 16.45)
L’Italia della Repubblica
Il confine conteso

La linea che divide Italia e Jugoslavia, nel dopoguerra, diviene una profonda ferita nella storia repubblicana. Se ne parla a “L’Italia della Repubblica”, la serie di Rai Cultura, con l’introduzione di Paolo Mieli e la consulenza storica di Giovanni Sabbatucci in onda sabato 10 febbraio alle 16.50 su Rai Storia. Ospite in studio, la scrittrice istriana Anna Maria Mori, intervistata da Michele Astori, racconta come le vicende del “confine conteso” hanno segnato la vita di chi ha dovuto lasciare per sempre la propria casa. Dopo il trattato di pace, la Jugoslavia controlla la penisola istriana, mentre il Territorio libero di Trieste viene diviso in due zone, una affidata agli Alleati e una controllata dagli jugoslavi. Il capoluogo friulano dovrà aspettare molti anni prima di tornare italiano e in questo tempo, dalla fine del conflitto al memorandum di Londra del 1954, gli italiani che vivono in quella terra pagano il prezzo della sconfitta. Sono anche tributi di sangue, come quello versato nella tragedia delle foibe che hanno inghiottito migliaia di persone, scrivendo una delle pagine più nere della storia italiana. C’è, infine, il triste esodo cui sono stati costretti gli italiani residenti nelle terre di confine passate agli jugoslavi. La puntata, che dà voce ai protagonisti e ai testimoni dell’epoca attraverso le interviste di repertorio delle teche Rai, si avvale del contributo degli storici Raoul Pupo e Patrick Karlsen.

Passato e Presente
Foibe, l’eterno abbandono

Circa 250 mila italiani costretti a lasciare la propria terra, le proprie case, e ad incamminarsi in lungo doloroso viaggio senza riorno. E’ il dramma dell’esodo da Istria e Dalmazia. Una pagina di storia ripercorsa in un appuntamento speciale dedicato al Giorno del Ricordo, in onda venerdì 10 febbraio alle 17.45 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli, la professoressa Orietta Moscarda e il professor Egidio Ivetic. Perfino il rientro in Italia avviene spesso nel segno del dramma, alimentato da diffidenze e pregiudizi. Le foibe e l’esodo giuliano-dalmata rappresentano un capitolo tragico della nostra storia, riemerso dall’oblio solo a partire dagli anni ‘90 e tuttora oggetto di studi e ricerche.

Febbraio 1947: vincitori e vinti

“10 febbraio 1947. L’Italia firma il trattato di pace. Sono passati 25 anni e molti di noi hanno il malinconico privilegio di poter rievocare quel tempo: i grandi avvenimenti e i piccoli fatti della cronaca”. Enzo Biagi apriva così, nel 1972, la trasmissione “Febbraio 1947: vincitori e vinti”, inchiesta sugli avvenimenti che portarono al trattato di pace di Parigi tra gli Alleati e l'Italia riproposta sabato 10 febbraio alle 18.45 su Rai Storia. Si ripercorrono i principali fatti ed eventi del 1947: dalle difficoltà economiche e sociali all’instabilità politica, dalle discussioni e le proteste sui risultati dei Trattati di pace firmati a Parigi, il 10 Febbraio 1947, alle imposizioni territoriali, militari, economiche verso l'Italia. Si analizzano lo sport, il cinema, la politica, le iniziative culturali e folkloristiche, la cronaca nera dell’epoca, fino alla nascita della guerra fredda in Italia e nel mondo e alla fine del fronte unitario.

Passato e Presente
Le Foibe e l’esodo

L’esodo di migliaia di cittadini italiani dai territori dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia è un passaggio drammatico e complesso che affonda le sue radici storiche nei contrasti fra italiani e slavi che si sviluppano in quell’area di confine a cavallo fra il XIX e il XX secolo. Un passaggio ricostruito da Paolo Mieli e dal professor Enrico Miletto, in occasione del Giorno del Ricordo, sabato 10 febbraio alle 20:30 su Rai Storia. Tensioni che hanno il loro culmine negli eccidi delle foibe del 1943 e del 1945 in cui vengono uccise migliaia di persone. A partire dal 1946 la comunità italiana dell’Istria, della Dalmazia e di Trieste che non accetta di vivere sotto il regime jugoslavo inizia ad emigrare in massa verso l’Italia. Fra le regioni che più si distinguono nell’accoglienza agli esuli c’è il Piemonte e in particolare il capoluogo Torino, dove l’amministrazione comunale si attiva subito per dare aiuto ai profughi, fornire alloggio, sussidi, possibilità di lavoro e assistenza scolastica ai bambini rifugiati.

L'odissea giuliano-dalmata. Dalle foibe all'esodo

Il 10 febbraio in Italia si celebra il “giorno del ricordo”, rivolto alle vittime delle foibe e alle decine di migliaia di esuli italiani costretti a lasciare l’Istria e la Dalmazia durante e dopo la fine della II guerra mondiale. Una pagina di storia al centro del nuovo speciale “L'odissea giuliano-dalmata. Dalle foibe all'esodo” in onda sabato 10 febbraio in prima visione su Rai Storia. Il capitolo più tragico ha inizio nel 1943, in pieno conflitto. Dopo l’8 settembre, sulle tensioni già esistenti tra slavi e italiani, acutizzate dalla politica fascista - il cosiddetto fascismo di confine - impatta la guerra con il suo carico di ferocia e brutalità, che coinvolge anche migliaia di civili. Nell’ottobre 1943, dalla profondità delle foibe istriane, emerge una prima terribile prova dei massacri: dalla cavità di Vines, vengono estratti decine di corpi, in grande maggioranza italiani, uccisi nel modo più orrendo. È la prima ondata di foibe in contesto di violente intimidazioni e persecuzioni. Ne seguiranno altre, che spingeranno gli italiani a lasciare la terra e le case dove sono nati e vissuti. Ma come si giunge a tutto questo? Quali sono le tappe fondamentali di un’odissea che si concluderà solo alla metà degli anni 50? A ripercorrerle, con l’aiuto di tre esperti della materia, e la consulenza dello storico Raoul Pupo, sarà una giovane storica, direttamente dai luoghi più rappresentativi del dramma giuliano-dalmata: da Trieste, snodo cruciale della vicenda, alle foibe di Vines e Basovizza, ai campi di accoglienza dove vengono sistemati, in condizioni spesso di estremo disagio, decine di migliaia di esuli. L’epilogo del racconto si svolge a Trieste, che torna italiana nel 1954.

Il Tempo del ricordo. Le Foibe e l'esodo istriano giuliano dalmata

In occasione della giornata del Ricordo, celebrata il 10 febbraio di ogni anno ed istituita con la legge 30 marzo 2004 per celebrare «la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, Rai Storia racconta nello speciale “Il Tempo del ricordo. Le Foibe e l'esodo istriano giuliano dalmata” in onda sabato 10 febbraio alle 22.10 su Rai Storia, le vicende di un esodo doloroso, lungo, a volte silenzioso degli italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia costretti a lasciare le proprie terre e le proprie case senza alcuna certezza, incalzati e in alcuni casi trucidati dall'esercito Titino. Località come Basovizza, Vines, Pisino, Tarnova diventano i luoghi dove avvengono fucilazioni e sparizioni di migliaia di italiani. Inizia così quel viaggio, quell'esodo che ha nei campi profughi istituiti nella penisola italiana una prima tragica fase a cui si aggiungerà nel primo dopoguerra l'istituzione di più quaranta "quartieri" nelle maggiori città italiane dove inizierà una faticosa ricostruzione del tessuto sociale e del futuro di intere famiglie. Il quartiere " giuliano -dalmata" di Roma diventa dunque un luogo in cui la memoria di ciò che è avvenuto costruisce, attraverso la presenza del museo "la Casa del Ricordo", un nuovo ponte di dialogo e di riconnessione con le famiglie e i parenti rimasti in Istria. 

Documentari d’autore
Cento anni

Cento anni di storia italiana ripercorsi soffermandosi su alcune delle tante disfatte vissute dal nostro Paese, da quella militare di Caporetto nel 1917 a quella demografica dei nostri giorni. E' “Cento anni”, di Davide Ferrario, in onda sabato 10 febbraio alle 23.10 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.


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