La Farfalla d'acciaio e la Divina alla Scala
In occasione della Serata Inaugurale del Teatro La Scala di Milano, Rai Cultura propone su Rai Storia l’omaggio a due donne che ne sono state protagoniste: Carla Fracci e Maria Callas. Si comincia alle 11.30 con “Una donna, un paese: Carla Fracci”, puntata del 1972 dedicata alla “farfalla d’acciaio” – soprannominata così per via della forza derivante dalle sue origini contadine – in cui si racconta, parlando degli esordi contratto con l'American Ballet Theatre e il lavoro negli Usa e dello stretto rapporto che la lega a Milano, città nella quale ritorna sempre. Parte dell’intervista viene dedicata anche ai suoi modelli nel mondo della danza come la francese Yvette Chauviré, la britannica Alicia Markova e la russa Galina Ulanova.
Alle 12.15 riflettori invece su Maria Callas, protagonista di questo appuntamento con “Illuminate” - docuserie prodotta da Anele in collaborazione con Rai Cultura – in cui viene raccontata da Silvia D’Amico. Preparandosi a mettere in scena un monologo teatrale ispirato alla Callas, la D’Amico esplora il suo animo, ripercorrendo il vissuto della grande artista e la continua lotta tra le sue due anime: la donna e la diva, il suo trasformarsi artisticamente e fisicamente, il costante lavoro che ha dovuto fare su sé stessa per far convivere il "corpo pubblico" dell’artista con il "corpo privato" della persona, rivoluzionando al tempo stesso il mondo della lirica.
Amata e odiata con la stessa intensità, paragonata a volte a una tigre, altre volte a una colomba, chi conosceva veramente Maria Callas riconosceva la sua consapevolezza artistica e il suo perfezionismo inarrestabile, che però non era sempre da tutti concepito positivamente. Nel corso del docufilm, l’attrice Silvia, la donna Maria e la diva Callas, si incontrano sul palco teatrale, dove si svolge una partita a scacchi e dove prende corpo una metaforica partita attraverso cui Silvia, mossa dopo mossa, conduce i telespettatori verso l’ascesa della Callas, che si trasforma da brutto anatroccolo in cigno. Parallelamente alle sequenze di fiction, il racconto si arricchisce anche di materiali di archivio e dei contributi di testimoni illustri, tra cui il biografo e collezionista di oggetti appartenuti alla cantante Michele Nocera, il soprano Selene Zanetti, la Responsabile archivio Fondazione Zeffirelli Caterina D’Amico, il Direttore d’Orchestra Massimiliano Stefanelli e, infine, Enrico Stinchelli e Michele Suozzo, autori e speaker radiofonici, per restituire un ritratto intimo e inedito della regina del melodramma mondiale e una delle stelle immortali dell’arte.