L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Storie dalla Storia

DOMENICA 12/01/2025

Passato e Presente
Il rosso e il nero, la Francia della restaurazione

Scritto in parallelo con lo svolgersi degli eventi della Rivoluzione di Luglio del 1830, Il Rosso e il Nero di Stendhal, oltre a narrare l’universo del giovane popolano, Julien Sorel, descrive la Francia post-rivoluzionaria e post-napoleonica soggiogata da una Restaurazione che ridà spazio agli alti ceti nobiliari, burocratici e clericali. A “Passato e Presente”, in domenica 12 gennaio alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Alessandro Barbero, attraverso il capolavoro di Stendhal, ripercorrono la storia della Francia della Restaurazione dove, tra speranze tradite e nuovi equilibri, l’eredità di Napoleone è ancora viva e complessa.

Binario cinema
Sognare è vivere”

Al debutto da regista, Natalie Portman narra la storia dello scrittore Amos Oz nel film “Sognare è vivere”, in onda domenica 12 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Interpretato da Natalie Portman, Gilad Kahana, Amir Tessler, Makram Khoury, Shira Haas, il film - in onda senza interruzioni pubblicitarie e anche in lingua originale - è stato candidato alla Golden Camera di Cannes 2015. Sullo sfondo degli anni di fine mandato britannico della Palestina e la nascita dello Stato d'Israele, Amos Oz cresce a Gerusalemme con il padre accademico Arieh e la madre Fania, scrittrice e giornalista. Gli Oz sono una delle tante famiglie ebraiche trasferitesi in Palestina dall'Europa durante gli anni Trenta e Quaranta per sfuggire alle persecuzioni razziali. Arieh è cautamente fiducioso per il futuro; Fania, invece, vuole molto di più. Ben presto, infatti, la noia della vita quotidiana inizia a pesare drammaticamente sullo spirito della donna, imprigionata in un matrimonio infelice e intellettualmente soffocata. Per distrarre se stessa e far divertire il piccolo Amos, Fania inizia così a inventare storie avventurose e a introdurre il figlio al mondo della poesia e della parola. Il film è tratto dall'autobiografia "Una storia di amore e di tenebra" di Amos Oz.

LUNEDI’ 13/01/2025

Omaggio a Sibilla Aleramo
Il ricordo di Rai Cultura a sessantacinque anni dalla scomparsa

Nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Sibilla Aleramo, Rai Cultura ripropone la puntata a lei dedicata de “Il Segno delle donne” in onda lunedì 13 gennaio alle 17.30 su Rai Storia. Le dà voce e volto Rosa Palasciano nel faccia a faccia con Angela Rafanelli.

Giornalista, scrittrice, femminista. Sibilla Aleramo, pseudonimo di Marta Felicina Faccio, è la prima in Italia a denunciare per iscritto, attraverso il suo romanzo “Una donna”, il ruolo delle donne nella società all’inizio del Novecento, dando un importante contributo al dibattito sulla questione femminile. Nata ad Alessandria il 14 agosto 1876, a 12 anni si trasferisce a Civitanova Marche insieme alla sua famiglia. Ancora adolescente, inizia a lavorare nella fabbrica di vetro diretta da suo padre e subisce uno stupro da parte del contabile dell’azienda, che è costretta a sposare. Prigioniera di un matrimonio con un marito violento, cerca una via di fuga nella maternità, ma nemmeno la nascita di suo figlio Walter riesce a migliorare.

In quel periodo, inizia a scrivere per alcuni giornali e a collaborare con riviste femministe. Si trasferisce di nuovo a Milano per seguire suo marito ma, nel 1902, decide di lasciare il tetto coniugale, soffrendo molto per la separazione da suo figlio. Si trasferisce a Roma dove ha una lunga relazione con lo scrittore Giovanni Cena. Nel 1906, pubblica il suo primo libro, “Una donna”, fortemente autobiografico, che ha un grande successo e che firma con il nome di Sibilla Aleramo. Nel 1910 frequenta Vincenzo Cardarelli ma la storia dura poco.

Un’altra relazione appassionata, ma breve, la vive con Umberto Boccioni, uno dei massimi esponenti del Futurismo. Nel 1913, a Parigi, conosce Gabriele D’Annunzio, con cui nasce un’amicizia. Durante la Prima guerra mondiale s’innamora del poeta toscano Dino Campana. Il rapporto, però, è molto tormentato, soprattutto, a causa dei disturbi psichici di cui soffre Campana e Sibilla decide di lasciarlo. Dopo aver pubblicato il suo secondo romanzo “Il passaggio” e aver scritto l’opera teatrale “Endimione”, la sua vita si complica con l’avvento del Fascismo: nel 1925, infatti, Sibilla firma il “Manifesto degli intellettuali antifascisti” ma viene arrestata perché tacciata di complicità con l’attentatore del Duce. In quegli anni, l’autrice affronta una difficile situazione economica e chiede aiuto a Mussolini in cambio del suo sostegno al regime. Nel 1933 riesce a rivedere suo figlio Walter, ma l’incontro è deludente per entrambi. Affascinante, colta e amante dei salotti mondani, nel 1935 Sibilla frequenta anche il futuro Premio Nobel, Salvatore Quasimodo, ma la loro relazione dura solo un anno. Nel 1936, s’innamora di nuovo di Franco Matacotta, uno studente di quarant'anni più giovane di lei, a cui resta legata per dieci anni. Nel 1946, al termine della Seconda guerra mondiale, si iscrive al Pci, impegnandosi intensamente in campo politico e sociale, collaborando con l'Unità e intrattenendo un’amicizia significativa con Palmiro Togliatti.

Passato e Presente
Eccidio alle Fonderie. Modena 1950

Quello avvenuto il mattino del 9 gennaio 1950 nei pressi delle Fonderie Riunite di Modena è stato l’eccidio operaio più grave dell’intera storia dell’Italia repubblicana. Sei lavoratori uccisi a sangue freddo dalla polizia mentre manifestavano in strada. A Passato e Presente, in onda lunedì 13 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con lo storico Lorenzo Bertucelli. Una vicenda ormai pressoché dimenticata, eppure importante, anche per capire cosa fu l’alba della nostra Repubblica, tra aspri conflitti sindacali, condizionamenti della Guerra fredda e tentazioni reazionarie. La puntata è arricchita da un'intervista esclusiva a Marisa Malagoli, la sorella di uno dei lavoratori uccisi, che proprio a seguito di quell'eccidio fu adottata dal segretario del Partito Comunista Palmiro Togliatti e dall'onorevole Nilde Iotti.

Italia. Viaggio nella bellezza
Oltre il confine: Nova Gorica/Gorizia 2025

Due città. Una jugoslava prima, slovena poi. L’altra diventata formalmente italiana alla fine della Prima guerra mondiale. Sono una accanto all’altra ma appartengono a due nazioni diverse. Hanno quasi lo stesso nome, ma non hanno la stessa età. Più che millenaria Gorizia, giovane invece Nova Gorica, nata solo dopo il 1947, quando viene tracciato il confine tra Italia e Jugoslavia che divide il goriziano. Non è la sola cicatrice che la Seconda guerra mondiale lascia in questo territorio già martoriato dalla Grande guerra. La memoria del Carso, delle battaglie in trincea avvolge questi luoghi, custodita nei versi imperituri del poeta soldato Giuseppe Ungaretti, che Gorizia celebra quest’anno con una mostra. “Oltre il confine. Nova Gorica/Gorizia 2025” di Keti Riccardi, con la regia di Antonio Carbone, in onda per “Italia. Viaggio nella bellezza” lunedì 13 gennaio alle21.10 in prima visione su Rai Storia, racconta due città e di un territorio a lungo conteso, un territorio di frontiera, dove l’Isonzo scorre veloce, dove la storia si mescola alla vita e il passato al presente. Due città troppo a lungo divise che, insieme, hanno conquistato il titolo di Capitale europea della cultura 2025. Per la prima volta una capitale transfrontaliera, dove la cultura gioca un ruolo di punta e rappresenta un’occasione importante per guardare al futuro. Un nuovo vocabolario da condividere che non contiene la parola confine.

La bussola e la clessidra
La via del guerriero: Geoffroi De Champagne. Da cavaliere a templare

Le gesta di un cavaliere francese, Geoffroi de Champagne, che sceglie di entrare nell’ordine dei Cavalieri templari. Le segue il professor Alessandro Barbero in “La bussola e la clessidra”, in onda lunedì 13 gennaio alle 22.10 su Rai Storia. Attraverso Geoffroi rivivono l’addestramento dei cavalieri e la loro formazione spirituale, fino alle battaglie che li renderanno famosi.

MARTEDI’ 14/01/2025

Belice, il sisma dei poveri cristi
Il ricordo di Rai Cultura a cinquantasette anni dal terremoto

È la notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968: un violento terremoto colpisce la Valle del Belice, area compresa tra le province siciliane di Palermo, Trapani e Agrigento. A cinquantasette anni dal tragico evento, Rai Cultura ripropone lo speciale “Belice, il sisma dei poveri cristi” in onda martedì 14 gennaio alle 15.00 su Rai Storia. Si ricostruiscono quei momenti grazie alle testimonianze dei sopravvissuti, a cui si aggiungono i commenti in merito alle condizioni di povertà e di abbandono di quelle zone, cause principali della distruzione di interi paesi, i cui edifici erano stati, evidentemente, costruiti con materiali scadenti. Si prosegue poi con l’analisi delle inadempienze e dell'inefficacia dello Stato di fronte all'evento ed alle sue conseguenze. Al conseguente fenomeno migratorio dalle zone colpite dal terremoto verso il nord Italia, seguirà l'approvazione del decreto-legge per la ricostruzione e per la ripresa economica dei comuni della Sicilia colpiti dal sisma da parte del Parlamento.

Omaggio a Albert Schweitzer
Il ricordo di Rai Cultura a centocinquanta anni dalla nascita

Nella puntata di “Diario di un cronista”, riproposta da Rai Cultura martedì 14 gennaio alle 19.45 su Rai Storia, a centocinquanta anni dalla nascita di Albert Schweitzer, Sergio Zavoli intervista il grande filantropo franco-tedesco che all'età di trent'anni, con una laurea in filosofia, decise di diventare un medico con specializzazione in malattie tropicali al fine di aiutare gli ultimi della Terra. In conclusione, la testimonianza del missionario e giornalista italiano padre Giulio Albanese sulle responsabilità del mondo occidentale nel contribuire ad accrescere la povertà dell'Africa.

Passato e Presente
La regina Vittoria, icona di un’era

Nel 1837, a soli 18 anni, la giovane principessa Vittoria diventa regina d’Inghilterra. Ha vissuto fino a quel momento prigioniera di un sistema di regole rigidissime impostole dalla madre. La principessa diventerà la sovrana del più grande impero del pianeta, governerà sui quattro continenti e darà il suo nome a quegli anni: l’età Vittoriana. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dalla professoressa Valentina Villa a “Passato e Presente”, in onda martedì 14 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Sposa il cugino Alberto, trasformando un matrimonio politico in un grande amore e, nei suoi 63 anni di regno, sarà testimone e protagonista di cambiamenti epocali come la Seconda Rivoluzione Industriale e la trasformazione del Regno Unito in una solida monarchia parlamentare.

Che magnifica impresa
Le inarrestabili

Le inarrestabili, ovvero le donne che hanno fatto e fanno impresa, dirigenti d’azienda e imprenditrici che nonostante difficoltà, ostacoli e barriere sono riuscite ad affermarsi con le loro iniziative, spesso notevolmente innovative. Sono loro le protagoniste del nuovo appuntamento con Mario Sechi e con il programma Rai Cultura “Che magnifica impresa” in onda ogni martedì dal 14 gennaio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. In questa puntata, il racconto delle vicende delle imprenditrici italiane, dalla pioniera Luisa Spagnoli alle top manager degli anni ‘80 agli scenari più attuali che mettono insieme tradizione ed innovazione come dimostra l’esperienza di economia circolare realizzata in Abruzzo dall’imprenditrice della lana Benedetta Morucci. Ad accompagnare Mario Sechi nel racconto di questa vera e propria epopea dell’imprenditoria femminile che mostra la forza e la creatività delle donne nell'economia italiana, l’imprenditrice Emma Marcegaglia, la Vice Direttrice Generale della Banca d’Italia Alessandra Perrazzelli e la storica Adriana Castagnoli. 

1939 – 1945: La Seconda guerra mondiale
L’Italia in guerra

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale la preparazione dell’Italia era inadeguata. Delle tre armi soltanto la Marina aveva completato i propri piani di ammodernamento. Nell’esercito i mezzi corrazzati erano scarsissimi. Anche l’equipaggiamento e l’addestramento degli uomini, così come l’organizzazione degli stessi comandi, presentavano gravi deficienze. Nonostante questo, i travolgenti successi nazisti spinsero Mussolini a dichiarare guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. È il 10 giugno 1940. Le prime battaglie italo-francesi (Chaberton, Forte del Traverset), mentre contemporaneamente le truppe hitleriane invadono Parigi e si giunge all’Armistizio franco-tedesco. Ma non è vera pace: è solo la conclusione della prima battaglia di una guerra che si rivelerà lunga e tragica. Questi gli eventi al centro del terzo appuntamento con la serie “1939 - 1945 – La seconda guerra mondiale” in onda martedì 14 gennaio alle 22.00 su Rai Storia. La serie presentata da Paolo Mieli, con l’avvincente narrazione di Carlo Lucarelli, e l’analisi e l’approfondimento di illustri storici scelti a seconda del tema trattato e alla luce delle nuove interpretazioni storiografiche, è arricchita da un racconto per immagini con materiali di repertorio “restaurati” in alta definizione ed edizioni di grandi documentari provenienti dalle Teche Rai con rare interviste a protagonisti e testimoni ormai scomparsi. Tra i consulenti della serie, gli storici Giovanni Sabbatucci, Nicola Labanca, Lutz Klinkhammer.

Omaggio a Oliviero Beha
Il ricordo di Rai Cultura nell’anniversario della nascita

Il 14 gennaio 1949 nasce Oliviero Beha, giornalista, poeta, scrittore, conduttore televisivo. Nel giorno dell’anniversario della nascita Rai Cultura ripropone, martedì 14 gennaio alle 23.45 su Rai Storia, la puntata a lui dedicata di “Visioni private” il programma condotto da Cinzia Tani.

Nell’intervista ripercorre i suoi esordi professionali, racconta aneddoti della sua vita privata e della sua infanzia, sottolinea la sua passione per lo sport poi commenta alcune trasmissioni televisive che hanno caratterizzato la sua vita quali e legge poesie da lui scritte.

MERCOLEDI’ 15/01/2025

Omaggio a Delia Scala
Il ricordo di Rai Cultura a ventuno anni dalla scomparsa

Delia Scala è, insieme a Stefania Rotolo, una delle protagoniste di “Storie della TV” la serie di Alessandro Chiappetta ed Enrico Salvatori scritta con Stefano Di Gioacchino e con la consulenza e la partecipazione di Aldo Grasso, riproposta mercoledì 15 gennaio alle 13.00 su Rai Storia nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa, il 15 gennaio 2004. Delia Scala trasferisce negli studi della Rai il suo modo personalissimo di essere soubrette e diventa la rappresentante di un genere femminile moderno per l'epoca: dinamica, spiritosa, divertente. Diversa dal canone classico della soubrette paillettes e lustrini. Con la riforma della Rai e l'avvento del colore c'è un'altra “antisoubrette” che si propone al pubblico televisivo: Stefania Rotolo, l'immagine nuova della giovane donna libera e determinata, una ragazza degli anni Settanta. Ne parlano Bruno Voglino, Vito Molinari, Enza Sampò, Lidia Ravera, Pippo Baudo e Renzo Arbore.

Omaggio a Martin Luther King
Il ricordo di Rai Cultura a novantasei anni dalla nascita

Nel giorno dell’anniversario della nascita – 15 gennaio 1929 - di Martin Luther King Rai Cultura ripropone, mercoledì 15 gennaio alle 8.45 e in replica alle 14.15 su Rai Storia, l’appuntamento con Passato e presente nel quale Paolo Mieli e il professor Umberto Gentiloni ripercorrono le tappe della sua vita.

Tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, Martin Luther King diventa il capo del Congresso dei leader cristiani degli Stati del Sud, e leader indiscusso del movimento per i diritti civili. Un impegno che lo porta ad appoggiare pubblicamente il partito democratico e - il 2 luglio 1964 - a vedere la firma del presidente Johnson sul Civil Right Act: la segregazione nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche, viene dichiarata illegale. E il 10 dicembre 1964, a Oslo, Martin Luther King riceve il Premio Nobel. Quattro anni dopo, il 4 aprile 1968, il reverendo esce sul balcone del Lorraine Hotel di Memphis dove alloggia e un proiettile sparato da un fucile di precisione lo colpisce alla testa. Il delitto di Martin Luther King suscita l'indignazione di tutte le coscienze civili del mondo. Particolarmente toccanti le parole di Bob Kennedy, che annuncia la morte di King davanti a una folla sgomenta. Così come quelle di Paolo VI proferite il 7 aprile 1968 durante la celebrazione della "Domenica in Palmis", tre giorni dopo la morte del reverendo. Le sue idee però non muoiono con lui, ma proseguono grazie all'attività per i diritti civili promossa dalla moglie Coretta Scott King. Tutti e quattro i figli seguirono le orme dei genitori come attivisti per la lotta per i diritti civili. In particolar modo la figlia Bernice King, intervistata da "Passato e Presente" in occasione del ritiro del "Premio Internazionale per la pace e la non violenza" a Monteleone di Puglia, il 10 marzo 2018.

Omaggio a Carlo Fruttero
Il ricordo di Rai Cultura a tredici anni dalla scomparsa

Traduttore, giornalista e scrittore, la carriera di Carlo Fruttero è legata indissolubilmente al sodalizio artistico, ma ancor prima umano, con Franco Lucentini, amico, collega, alter ego letterario ed emotivo di tutta una vita. Torinese di nascita, a ventun anni, nel 1947, si trasferisce a Parigi dove frequenta l’università. Pochi anni dopo, tornato a Torino, inizia la sua carriera nell’editoria come traduttore per Einaudi, dove lo raggiungerà anche Franco Lucentini. Lo racconta questo appuntamento con “Italiani”, dedicato a Carlo Fruttero, e riproposto da Rai Cultura mercoledì 15 gennaio alle 15.00 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della scomparsa.

Appassionati lettori e traduttori curiosi nel 1961 curano per Einaudi Il secondo libro della fantascienza. Le meraviglie del possibile, un’antologia di racconti di diversi autori. Sono anni in cui la fantascienza viene considerata letteratura di serie B, ma Fruttero e Lucentini ci credono fortemente. E, nello stesso anno, Carlo Fruttero riceve la proposta da un editore “commerciale” come Mondadori di dirigere la collana di fantascienza “Urania”, nata nel 1952. Accetta e nel 1964 lo raggiungerà anche Lucentini, con il quale cureranno Urania fino al 1986, trasformando la fantascienza in un genere di intrattenimento “alto”. Nel 1972, intanto, la “ditta F&L” pubblica con Mondadori il primo romanzo inedito: “La donna della domenica”. Ambientato nella Torino di Fruttero, il romanzo rimane il capostipite del giallo italiano e nel 1975 Luigi Comencini lo trasforma in un film con Marcello Mastroianni, Jacqueline Bisset, Jean-Loius Tritignant. Seguono altri successi: “Il significato dell’esistenza” del 1975, “A che punto è la notte” del 1979, La prevalenza del cretino del 1985, “Enigma in luogo di mare” del 1991. Nel 1994 la “ditta F&L” approda alla Rai con L’arte di non leggere, in cui i due trasferiscono nel mezzo televisivo la leggerezza e l’ironia che hanno caratterizzato la loro opera. Il 5 agosto del 2002, dopo anni passati a combattere contro una gravissima malattia, Franco Lucentini si toglie la vita. Orfano della sua metà creativa e di un amico insostituibile, Carlo Fruttero per anni smette di scrivere. Grazie alla spinta di sua figlia Carlotta nel 2006 esce con “Donne informate sui fatti”, edito da Mondadori. Provato dalla vita, dai problemi cardiaci e dalla stanchezza di vivere Carlo Fruttero muore nella sua casa di Castiglion della Pescaia il 15 Gennaio 2012 dopo aver scritto “La linea di minor resistenza”, una riflessione sull’esistenza, una sorta di testamento letterario.

Passato e Presente
Pellegrino Artusi, l’Italia unita in cucina

Pellegrino Artusi è considerato il padre della cucina italiana, se non il suo inventore. Ma il libro-ricettario “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, uscito nel 1891 e seguito da numerose edizioni, è ben più di un manuale di cucina. A “Passato e Presente”, in onda mercoledì 15 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e il professor Gilles Pécout. Artusi cerca ricette in tutta Italia e al contempo raccoglie le parole e le espressioni per nominarle. Al lavoro antropologico di raccogliere elementi di diverse culture regionali, aggiunge il tentativo di unificare e rendere omogenea la lingua italiana intorno al popolare tema della cucina. Un lavoro di grande importanza, in un’Italia da poco unità, con un tessuto sociale sfilacciato, frammentata in decine di dialetti diversi e perlopiù analfabeta. Un lavoro reso ancora più efficace dalla fitta rete di relazioni che, attraverso il servizio postale, Artusi intrattiene con i suoi lettori, che diventano così veri e propri coautori del libro.

Storie della TV
Il successo (1964 - 1973)

Tra il 1964 e il 1973 si assiste all’affermazione della Televisione, il numero degli abbonati supera i dieci milioni e la Tv costituisce un orologio “sociale” che scandisce la vita quotidiana degli italiani. È la Rai guidata da Ettore Bernabei, a vocazione culturale e dai ‘grandi mezzi’, al centro dell’appuntamento con Aldo Grasso e con “Storie della TV”, la serie di Rai Cultura in onda mercoledì 15 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Testimoni della puntata sono Bruno Gambarotta, che ricorda la sua esperienza come cameraman nel viaggio pontificio in Terra Santa del 1964; Valeria Fabrizi, che ricorda ‘Biblioteca di Studio Uno’, con il Quartetto Cetra e la regia di Antonello Falqui; Paola Pitagora, la ‘Lucia Mondella’ scelta da Sandro Bolchi per ‘I promessi sposi’ del 1967, uno degli apici del progetto culturale Rai, commentato dal linguista Giuseppe Antonelli; Fabiano Fabiani, direttore del Telegiornale dal 1966 al ’69. E ancora, Vito Molinari, regista dei varietà festivi con Paolo Villaggio, che dal 1968 rivoluzionano lo spettacolo Tv; Paolo Mieli, che commenta l’importanza di ‘Nascita di una dittatura’ (1972) di Sergio Zavoli sul modo di raccontare la storia in Tv; Giuseppe ‘Peppo’ Sacchi, fondatore della Tv via cavo Telebiella, che lancia il ‘guanto di sfida’ al monopolio aiI nel 1973. La puntata è firmata da Caterina Intelisano. Un programma di Enrico Salvatori e di Fabrizio Marini, con la consulenza di Aldo Grasso. Produttore esecutivo Emanuela Capo. Regia di Eva Frerè e Matteo Bardelli.

GIOVEDI’ 16/01/2025

Omaggio a Gina Lollobrigida
Il ricordo di Rai Cultura a due anni dalla scomparsa

Gina Lollobrigida (1927-2023) è una delle due protagoniste, insieme a Monica Vitti (1931-2022) di “Storie della Tv”, la serie che racconta il piccolo schermo attraverso i personaggi e i programmi che l’hanno caratterizzato, con la partecipazione di Aldo Grasso, riproposto da Rai Cultura a due anni dalla sua scomparsa, il 16 gennaio 2023. Due attrici, dive diverse della stessa epoca, che hanno saputo raccontare con intensità e ironia, l’Italia di quegli anni, diventando così icone di modelli femminili differenti e complementari allo stesso tempo. Due donne carismatiche, divertenti, profonde che con la loro unicità hanno lasciato una traccia indelebile nella Storia della nostra cultura e anche della nostra televisione. A raccontarle, nella puntata firmata da Ilaria Dassi, ci sono le testimonianze della giornalista e scrittrice Patrizia Carrano, dell’autore e regista Vito Molinari, del critico cinematografico Maurizio Porro, dell’attore Blas Roca Rey e di Tullio Solenghi.

Cassino, ieri e oggi
Il ricordo di Rai Cultura a ottantuno anni dall’inizio della battaglia di Montecassino

Dove prima c'erano le trincee ora c'è una distesa di croci bianche. Sono quelle dei cimiteri militari dove sono sepolti i soldati morti combattendo nella battaglia di Cassino. Li sovrasta l’abbazia di Montecassino, ricostruita dopo la devastazione della guerra. Rai Cultura ricorda una delle battaglie più feroci della Seconda guerra mondiale con lo Speciale “Cassino ieri e oggi” di Paolo Ameli, riproposto da Rai Cultura giovedì 16 gennaio alle 15.00 e in replica venerdì 17 gennaio alle 23.10 su Rai Storia in occasione dell’anniversario dell’inizio della battaglia. Rivivono così le voci di sei persone morte in quella serie di assalti militari sferrati dagli Alleati tra il 18 gennaio e il 18 maggio 1944 per sfondare la linea Gustav e proseguire verso Roma. Un capitano statunitense, una rifugiata italiana, un tenente tedesco, un tenente neozelandese, un cappellano militare francese e un sergente polacco. Racconti corredati dalle immagini e dai video dal fronte del 1944 e da immagini di quegli stessi luoghi oggi. Il fiume Rapido, l’abbazia di Montecassino, la città di Cassino, l’Albaneta, la strada per Roma, Esperia e Quota 593 – il Monte Calvario, su cui poggia l’abbazia e punto chiave della battaglia.

Questi i luoghi che cadenzano la “strage inutile” della Campagna d’Italia, dove muoiono 135 mila persone. Nella piccola città del centro Italia, la resistenza tedesca, la morfologia italiana e il maltempo rendono difficile agli Alleati proseguire verso Roma. I margini del fiume sono alti, le sue acque gelate e la corrente violenta. Nella storia militare, il tentativo di attraversare un fiume nella linea difensiva nemica non è mai andato a buon fine. Qui, il 22 gennaio, muore il capitano John L. Chapin insieme a 184 dei suoi uomini. Ne rimangono 16. A febbraio viene bombardata l’abbazia. In una giornata gli Alleati lanciano 576 tonnellate di esplosivo, una quantità inedita nella storia. Dentro, non ci sono tedeschi, ma rifugiati e pochi monaci rimasti. Un tragico errore. Rimane in piedi solo il muro occidentale del monastero e muoiono 300 rifugiati di Cassino. A marzo, la città è irriconoscibile. Per ogni soldato tedesco, vengono lanciate 5 tonnellate di bombe. Ma, sempre a marzo, nell’attacco dell’Albaneta gli alleati vengono fermati dall’artiglieria e dei “diavoli verdi”, i paracadutisti tedeschi. Non basterà. A maggio, a Esperia c’è un ammasso di rottami, simbolo disfatta tedesca. Migliaia di soldati ci passano. Li vede anche il cappellano Emilien Baudoin, poco prima di essere ucciso. E poi, l’ultimo assalto a Quota 593, sulle macerie dell’abbazia. Quando tutto finisce, il 18 maggio, c’è un silenzio irreale. Sotto alle macerie, solo le spoglie di San Benedetto sono rimaste intatte.

Passato e Presente
Levi oltre Eboli. La riscoperta del Mezzogiorno

Dopo la caduta del fascismo e la fine del secondo conflitto mondiale, in Italia si torna a parlare di questione meridionale. La ripercorrono Paolo Mieli con il professor Ernesto Galli Della Loggia a “Passato e Presente”, in onda giovedì 16 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. I problemi del Mezzogiorno riaffiorano in tutta la loro gravità, esacerbati da venti anni di regime e dalla guerra. Il divario tra Nord e Sud e l’arretratezza del Meridione, emersi sin dall’unità d’Italia, torna alla ribalta dopo che il fascismo l’aveva dissimulato nel mito di un Sud come arcadia e luogo di valori genuini e tradizione. Un contributo fondamentale alla riscoperta del Sud è dato anche dalla letteratura, dal cinema e dalle arti figurative. Centrale in questa prospettiva è il romanzo di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli”, frutto dell’esperienza del confino e pubblicato nel 1945, grazie al quale il Paese, attraverso gli occhi dell’intellettuale torinese, scopre il mondo contadino.

5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”
Elisabetta I. Ritratto di una regina

Elisabetta salì al trono di una nazione profondamente divisa dopo la morte dei suoi fratelli Edoardo e Maria e - nonostante fosse una regina protestante - permise ai cattolici di continuare con la loro fede purché fossero discreti e rimanessero leali. Seguirono pace e prosperità e la cultura inglese fiorì. Sotto Elisabetta i semi dell'Impero furono gettati con Francis Drake e Walter Raleigh, ma nonostante i successi la Regina Vergine dovette stare in guardia contro numerosi complotti, tra cui quello del re spagnolo Filippo II e della sua Armada. In occasione dell’anniversario della sua incoronazione, il 15 gennaio 1559, Rai Cultura ripropone il ritratto tratteggiato nell’appuntamento con Giorgio Zanchini e con “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, in onda giovedì 16 gennaio alle 21.10 su Rai Storia.

a.C.d.C.
Salvate il Titanic

Il viaggio e l'affondamento del Titanic, avvenuto nell'Oceano Atlantico, nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912: “a.C.d.C.”, in onda giovedì 16 gennaio alle 22.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero, propone la storia non raccontata dell’impegno e del sacrificio dei meccanici, dei fuochisti e dei pompieri della nave di fronte alla morte imminente. Il coraggio, il senso del dovere e la dedizione degli uomini dell’equipaggio, che hanno combattuto per trattenere la potenza del mare e mantenere la nave e i suoi sistemi elettrici in funzione, anche quando sapevano che tutto era perduto. La maggior parte di questi uomini è scomparsa con il Titanic, ma le loro azioni hanno salvato molte vite.

VENERDÌ 17/01/2025

La Giornata internazionale della pizza

“Osserva, ascolta, annusa. Non aver paura di perderti nei vicoli della vecchia città. È solo così che potrai entrare in contatto una sapienza secolare, tramandata di generazione in generazione: gesti e ingredienti semplici rimasti invariati nel tempo che esprimono il valore sociale della vita quotidiana”. Con queste suggestioni si apre “L’arte del pizzaiolo” della serie realizzata da Rai Cultura in collaborazione con il Ministero della Cultura “Elementi del patrimonio culturale immateriale Unesco”, pillola riproposta venerdì 17 gennaio alle 8.40 circa e in replica alle 20.00 su Rai Storia per la “Giornata internazionale della pizza”.

Omaggio a Gino Landi
La sua partecipazione a "Ieri e oggi"

In ricordo di Gino Landi (nome d’arte di Luigi Gregori), scomparso il 17 gennaio 2023 all’età di 89 anni, Rai Cultura ripropone – venerdì 17 gennaio alle 13.15 su Rai Storia - la puntata di “Ieri e oggi” andata in onda il 10 settembre 1978 dove il regista e coreografo è stato ospite di Enrico Maria Salerno con l’attrice Virna Lisi. Salerno ripercorre la carriera di Gino Landi, intervistandolo sulla sua scelta di fare il coreografo e non il ballerino in scena, sulla sua esperienza nel mondo dell'avanspettacolo, su come si costruisce un balletto e sull’importanza dei solisti nella realizzazione e nello svolgimento di una coreografia. La puntata è arricchita da brani scelti dai varietà “Studio Uno" del 9 dicembre 1961 con Don Lurio, “Johnny 7” del 1965, “Dove sta Zazà” del 1973, “Milleluci” del 1974, “Fatti e Fattacci” del 1975, quasi tutti diretti da Antonello Falqui con cui Landi ha lavorato come coreografo per due decenni, prima di intraprendere egli stesso la carriera di regista. Da ricordare il suo lungo sodalizio con Pippo Baudo da “Fantastico 7” (1986) fino ai programmi celebrativi “Buon compleanno TV” (2004) e “150” (2011).

Passato e Presente
Varsavia tra Hitler e Stalin 1939-1945

Capitale dello stato polacco, risorto nel 1919, Varsavia sarà al centro dell’immane catastrofe che comincia con l’invasione della Polonia ad opera della Germana nazista, il primo settembre del 1939. Pagine di storia riplette da Paolo Mieli e dalla professoressa Kristina Yaworska a “Passato e Presente”, in onda venerdì 17 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Conquistata il 27 settembre, dopo due settimane di accanita resistenza, la città, devastata dai bombardamenti e dagli incendi, diventa parte del Governatorato Generale, ossia di quella porzione del territorio polacco affidato al governo delle SS. Sarà qui che la Germania Nazista sperimenterà le sue più spietate tecniche di occupazione, volte all’eliminazione della popolazione ebraica, alla decimazione di quella slava, alla distruzione dell’identità e della cultura polacca e alla riduzione in schiavitù della restante popolazione. Questo regno del terrore provocherà un primo eroico e disperato tentativo di rivolta, nell’aprile del 1943, quando il ghetto di Varsavia resisterà alla distruzione, combattendo per quasi un mese. Il primo agosto del 1944 sarà invece l’intera città ad insorgere contro l’occupazione nazista, quando le armate sovietiche sembrano ormai alle porte. Ma, come era accaduto nel 1939, anche questo tentativo di rivendicare la propria indipendenza, viene schiacciato senza pietà. Quando l’esercito sovietico entra a Varsavia, il 17 gennaio del 1945, l’antica capitale polacca è ormai una distesa, deserta, di macerie.

Le ragazze” con Francesca Fialdini
Da Filomena Iemma, mamma di Elisa Claps, a Oriella Dorella

Proseguono i ritratti di donne di generazioni diverse nel programma "Le ragazze" condotto da Francesca Fialdini e in onda venerdì 17 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Ad aprire la puntata sarà come di consuetudine la decana, una Ragazza degli anni ‘50: Filomena Iemma, la mamma di Elisa Claps. Nata in provincia di Matera nel 1937, Filomena inizia a lavorare subito dopo aver conseguito il diploma e a 27 anni, con l’aiuto del padre, riesce a comprare un appartamento in un condominio in centro a Potenza dove dopo qualche anno viene ad abitare il suo futuro marito Antonio Claps. Una vita fatta di cose semplici sconvolta domenica 12 settembre 1993 dalla scomparsa di Elisa, la sua terza figlia.

Sarà poi la volta di due Ragazze degli anni ‘70. Tra le più grandi ballerine di danza classica italiane, Oriella Dorella sin da piccolissima mostra una chiara passione per la danza. Calca le scene dei più grandi palcoscenici del mondo, lavorando anche con il grande Rudolf Nureyev. Nel 1980 arriva una svolta nella sua vita: conosce Gianni Boncompagni che la vuole in televisione per il suo programma "Drim". Questo evento la lancia nel mondo televisivo e l'anno successivo la porta a "Fantastico", in coppia con Heather Parisi.

A intrecciarsi al suo racconto la storia di Elisabetta Canitano, una ginecologa che ha dedicato tutta la sua vita lavorativa al servizio pubblico nel contesto della legge 194 sull'aborto.

Seguono due Ragazze degli anni ‘80. Marina Gamberini è una sopravvissuta alla strage avvenuta alla stazione ferroviaria di Bologna dove lavorava per l'azienda che ne gestiva la ristorazione. A salvarla dal trauma sarà la psicoterapia e l’incontro con Peppe, l’uomo che poi sposerà e con cui avrà un figlio, Gianluca. Oggi Marina, scampata a quell'attentato di matrice fascista, fa parte dell'Associazione Familiari Vittime del 2 agosto 1980.

La sua storia è intrecciata con quella di Paola Manfrin, ex valletta televisiva, oggi direttore creativo e pubblicitario. Paola ha ben poco della valletta tradizionale: sfrontata e impertinente, spesso sbadiglia, si guarda intorno con l’aria seccata, fa boccacce alle telecamere durante la trasmissione. Ma l’enorme popolarità le sta subito stretta. Decide così di non rinnovare il contrattocon la tv e di riappropriarsi della sua vita che di lì a poco la catapulta nel mondo della pubblicità, non più come modella ma come grafica e creativa.

"Le Ragazze" è un programma di Cristiana Mastropietro, Riccardo Mastropietro e Giulio Testa scritto da Cristiana Mastropietro con Francesco Calella, Gianluca De Martino, Diego Di Gianvito, Giulia Rossi e Claudia Panero e prodotto da Pesci Combattenti per Rai Cultura. La regia dello studio è di Riccardo Mastropietro, la regia delle storie è di Antonio Miorin. Delegato Rai: Giulia Lanza. Produttore esecutivo Pesci Combattenti: Riccardo Mastropietro.

SABATO 18/01/2025

Italiani
Luigi Sturzo

Era il 18 gennaio del 1919 quando un sacerdote siciliano, don Luigi Sturzo, con il suo “Appello ai liberi e forti” e la fondazione del Partito popolare, dà vita al cattolicesimo politico italiano del Novecento. Allo Stato dell’epoca, centralista e autoritario, don Sturzo oppone una nuova idea di istituzione, basata sulle autonomie locali e sulla centralità della persona. Nell’Italia appena uscita dalla Prima guerra mondiale, l’appello ai liberi e forti è un manifesto rivoluzionario che segna l’impegno civile dei cattolici in una nuova chiave, laica e autonoma rispetto alle gerarchie ecclesiali. Lo racconta lo speciale riproposto da Rai Cultura nel giorno dello storico evento sabato 18 gennaio alle 17.00 su Rai Storia per il ciclo “Italiani”. Il racconto di quella esperienza, che fa rivivere l’epopea del Paese uscito vincitore dalla Grande Guerra, ma piegato dagli altissimi prezzi umani e sociali pagati al lungo conflitto bellico. Il Partito popolare a sua volta si trova a combattere ben presto un’altra dura battaglia interna, quella col fascismo ei Mussolini. Per Sturzo si apre la via di un lungo esilio durato 22 anni, che non piega il temperamento e la capacità di presenza di uno dei nostri maggiori intellettuali e difensori della democrazia del secolo scorso.

Passato e Presente
La nascita del Partito Popolare Italiano

18 gennaio 1919: in un albergo romano, alcune persone riunite attorno a don Luigi Sturzo danno vita al Partito Popolare. Per la prima volta i cattolici italiani hanno un loro partito di riferimento. Nel giorno dell’anniversario, a “Passato e Presente” in onda sabato 18 gennaio alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli con il professor Nicola Antonetti ricostruiscono l’evento destinato a rivoluzionare il quadro politico italiano. Spaventata dall’avanzata del partito socialista, la gerarchia ecclesiastica ha rimosso il “non expedit”, la disposizione di Pio IX affinché i cattolici non partecipassero alla vita politica, una protesta contro lo Stato Italiano per la perdita del potere temporale e la mancata indipendenza della Santa Sede. Il nuovo partito otterrà ottimi risultati alle elezioni, ma avrà vita breve. Nel 1926 il fascismo lo metterà fuori legge e il suo fondatore, don Luigi Sturzo, sarà costretto prima alle dimissioni e poi all’esilio.

Cinema Italia
Io sono un autarchico

Il lungometraggio d’esordio di Nanni Moretti: è “Io sono un autarchico”, girato nel 1976, in onda sabato 18 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast, Nanni Moretti, Simona Frosi, Fabio Traversa, Beniamino Placido, Paolo Zaccagnini. Il film racconta la storia di Michele, lasciato dalla moglie Silvia, che si sente oppressa nel ruolo di moglie e madre. Michele, antipatico e asociale, resta con il figlio Andrea. l’uomo indipendente e fuori dagli schemi – ma con l’assegno mensile del padre – partecipando allo spettacolo di teatro sperimentale dell’amico Fabio.

Documentari d' autore
Suole di vento. Storie di Goffredo Fofi”

A tu per tu con Goffredo Fofi: è “Suole di vento. Storie di Goffredo Fofi”, documentario di Felice Pesoli in onda sabato 18 gennaio alle 22.45 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”. L’intellettuale ripercorre la sua storia attraverso le attività sociali e politiche che ha svolto, le città in cui ha abitato, i libri e le riviste che ha pubblicato, gli artisti e gli intellettuali che ha incontrato.


 

 

 
 
 

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