Testimone di carne e spirito
Sacro furore
musiche di A. Vivaldi
Carlo Vistoli, controtenore
Akademie für Alte Musik,
Georg Kallweit primo violino concertatore
registrato a Berlino nel luglio 2023
CD Harmonia Mundi 2024, HMM 902383
È fuor di dubbio che non siano più i tempi d'oro della discografia, quando le grandi case incidevano in studio opere su opere, recital, integrali sinfoniche. A rimescolare le carte del nostro rapporto con registrazioni e riproduzioni è arrivato, per di più, sconquasso della pandemia, con l'improvvisa sospensione della musica dal vivo, l'abbuffata e l'indigestione di streaming, il ritorno alla normalità con la riscoperta di ciò che davamo per scontato e che scontato non è.
Oggi prendere in mano un nuovo cd non è un gesto banale, ma ci pone la domanda sul senso e la necessità di un'incisione discografica, dell'atto di registrare e fissare il suono anche su supporto fisico. Di fronte a questa raccolta sacra vivaldiana non ci troviamo di fronte a riscoperte, a quella corsa all'inedito, alla prima incisione assoluta che in molti casi è senz'altro interessante, ma in altri può diventare – non nascondiamocelo – un pretesto. Sacro furore fissa, semmai, un riferimento interpretativo attuale, ci fa ascoltare quello che la nostra sensibilità attuale vede in Vivaldi tendendo al meglio possibile, senza dimenticare che i criteri stessi di autenticità e aderenza stilistica cambiano, nella percezione, nel tempo. Ora questo barocco ci pare più “giusto” di quello di cinquant'anni fa, che naturalmente allora appariva non meno appropriato. Si può scommettere che fra mezzo secolo si potrà fare un discorso identico, ma, come ancor oggi continuiamo ad ammirare - al di là del gusto transeunte – le qualità degli artisti del passato, è facile pensare che una registrazione come questa continuerà a essere apprezzata in futuro. Il motivo è semplice: Carlo Vistoli è bravo, bravissimo, e l'Akademie für Alte Musik di Berlino non è da meno.
In un momento di indubbia fioritura dei registri maschili di controtenore, contralto e soprano (lasciamo per il momento da parte le sottigliezze terminologiche), l'artista lughese rappresenta proprio quella naturalezza e pienezza d'emissione che sovente latitava nelle generazioni precedenti. La voce è omogenea in tutti i registri e unisce a una rotondità italiana il controllo del vibrato richiesto dal repertorio. L'espressione è sempre mordente, il canto ben articolato sulla parola, conscio dell'impegno retorico richiesto in origine ai castrati – non per nulla, oltre che fenomenali macchine vocali, musicisti formati fin dalla più tenera età – con una sensibilità rara al senso del testo latino. Al di là di questo, di Vistoli colpisce anche come non sia mai accentuata fuori misura l'ambiguità del registro contraltile maschile, facendo percepire come naturalissima la virilità angelica di un canto celeste e carnale, umano e spirituale. Davvero una prova superba, la sua, capace di accentare con vivida teatralità senza uscire dal rigore del sacro, in bell'equilibrio fra solennità concettuale, sentita partecipazione e spettacolarità tal quali vediamo nelle architetture e nelle opere scultoree e pittoriche delle chiese dell'epoca.
In perfetta sintonia con il cantante è l'ensemble strumentale che fra il Nisi Dominus, lo Stabat Mater e In furore iustissimae irae propone il Concerto in sol minore RV 157, la Sinfonia in Si minore Al Santo Sepolcro RV 169 e il Concerto Madrigalesco in re minore RV 129. Anche qui apprezziamo l'espressione di un'agogica che non si compiace di scarti estremi, di una sonorità che non sacrifica morbidezza e colori a nitore e consapevolezza stilistica, anzi ne valorizza sfumature e affetti.
Ben curate anche le note di copertina e la spazialità della registrazione.
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