Estetica e poetica
di Michele Olivieri
L’emergenza sanitaria ancora in atto ci ha imposto un nuovo comportamento. Non si può andare a teatro ma questo non significa sospendere ogni attività e non coltivare più gli interessi, bisogna solo fruirne in maniera differente. Grazie al web e alla televisione importanti proposte arrivano direttamente a casa dando una mano alla cultura. Sulle pagine ufficiali della “Delattre Dance Company” dalla città di Mainz in Germania è visibile in streaming fino al 21 marzo (a pagamento in favore dei ballerini fermi professionalmente da un anno) la prima assoluta mondiale di Shelter con le coreografie di Stéphen Delattre e Filipe Portugal.
Streaming da MAINZ dal 7 al 21 marzo 2021 – Le coreografie firmate da Stéphen Delattre (recentemente nominato Chevalier de l’ordre des Arts et des Lettres in Francia) e Filipe Portugal concorrono ad un’unica creazione, senza disomogeneità di genere, dimostrando lo spessore dei due artisti e della Compagnia tedesca. I coreografi, entrambi supportati da un valido bagaglio esperienziale, conoscono bene la danza, e per esprimere il momento che tutti noi stiamo vivendo in quest’ultimo anno fanno danzare i plastici interpreti parlandoci di senso di protezione. Lo fanno con un movimento capace di mostrare la difesa di situazioni e persone da ciò che potrebbe recare loro danno nel far fronte in maniera attiva a eventi traumatici ed inaspettati come il Covid. Portano in scena Shelter con un contemporaneo d’avanguardia, dove nel gesto teatrale e danzato è marcatamente evidente lo sforzo della ricerca coreografica, lasciandosi trasportare dalle suggestioni dell’istinto, dalla musica o dalle parole, permettendo la fuoriuscita di una consapevolezza fisica a servizio di un significato più complesso. Il movimento diventa così segno, frase, parola, immagine e si ricompone assieme ai costumi, alla scenografia e ai suoni restituendo uno o più significati. Le dinamiche si distinguono spesso configurandosi come momenti di rottura e spinte di trasformazione: uno sguardo, un respiro, un sussurro! Delattre-Portugal producono espressività dinamiche tra generi e materiali eterogenei, ponendo in risalto il gesto dell’esecutore e la componente teatrale dell’esecuzione, giungendo anche al minimalismo colto nell’analizzare i timbri fondanti alla base dell’opera. Il corpo scenico da loro visualizzato è un corpo che osserva, che stupisce e si stupisce, che confonde (e si intreccia) con altri corpi, in grado anche di prenderne le distanze laddove è utile, rappresentando la tensione muscolare come tramite dei sentimenti, delle paure, dei quesiti e delle percezioni. L’idea di uno stato felice perduto e non ancora ritrovato ci offre a livello coreutico una sperimentazione ed uno sviluppo sul presente e sul futuro mediante la pratica delle arti performative, attingendo ai luoghi in cui sogno e realtà si intersecano nella rappresentazione emotiva interiore. Shelter riorganizza la quotidianità di fronte agli impedimenti, ricostruisce una fiducia che parte da sé stessi per abbracciare gli altri, rimanendo tuttavia sensibili a ciò che di buono ci viene offerto anche nell’oscurità, senza sfigurare la propria identità. Da questo concetto basilare i due coreografi sviluppano un lavoro introspettivo traslitterato in grafia di movenze che esprimono nel finale un messaggio di comunione e il concetto di "riparo" del titolo. In scena troviamo un luogo situato profondamente nelle cose, lontano dal loro aspetto esterno: le linee che disegnano spazi ed estetiche geometriche nell’aria raffigurano l’uomo nella sua interezza e nella sua fragilità. Spirito e corpo sono connessi, il movimento particolarmente felino diventa espressione, in grado di riconsegnare mediante la danza un qualcosa di sinuoso, elegante e flessibilmente adattabile. La coordinazione pratica voluta da Delattre-Portugal è un flusso continuo, regolato da pulsazione energetica che si modella sul respiro, abbandonando disposizioni puramente decorative, privilegiando opposizioni, linee spezzate, squilibri corporei... qui è la danza che detta i ritmi fornendo allo spettatore il materiale drammaturgico-coreografico come se si trovasse all’interno di un aggregato dal quale si staglia una massa dormiente prossima alla ritrovata normalità. Il gioco sapiente della luce annuncia il progredire o il regredire umano a seconda dei differenti stati d’animo. Certamente uno spettacolo che va guardato per il lavoro di ricerca coreografica e per la bravura degli interpreti, a rappresentare l’essere smarrito (ed alienato) come fosse un manichino fragile la cui figura atteggia le membra in eleganti pose le quali richiamano immagini sospese. Citando Oscar Wilde: “Soltanto attraverso l’arte siamo al riparo dai sordidi pericoli dell’esistenza reale”.
L’intero balletto sarà disponibile solo online fino al 21 marzo 2021 al seguente link: https://vimeo.com/ondemand/shelterddc
Link:
www.instagram.com/delattredancecompany/
www.facebook.com/delattre.dancecompany
www.vimeo.com/delattredance
www.delattredance.com
Artistic Director: Stéphen Delattre
Choreography: Stéphen Delattre e Filipe Portugal
Ballet Master and Choreographic Assistant: Angel Blanco
Costume Designer: Jula Reindell
Music Composition and Arrangement: Davidson Jaconello
Light Design: Stéphen Delattre
Stage Design: Martin Opelt
Danzatori:
Jade Albrieux
Mélanie André
Carlotta Avidano
Marco Biscaro
Paul Cartier
Erika Cucumazzo
Francesco Cuoccio
Pearl Hubert
Valerie Pelletier
Igor Prandi
Antoine Salle
Valerio Testoni
Video: Adrian Zaiser
Technical Management: Philip Rentschler, Bernhard Bamler
Produced by: Plattform zur Entwicklung von neo-klassischem und modernem Ballett e.V.
Foto: © Delattre Dance Company / Foto di Klaus Wegele