L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Don Corleone alias Pasquale

di Giuseppe Guggino

Ultimo spettacolo d’opera della stagione del Luglio Musicale Trapanese il Don Pasquale, in un fantasioso allestimento di Pier Francesco Maestrini, convince e conquista la platea en plein air della Villa Margherita.

Trapani, 25 agosto 2021 - Ultimo spettacolo operistico del Luglio Musicale Trapanese – prima di un’appendice settembrina dedicata alla danza e ad un Piero e il Lupo (sic) di Prokof'ev, affidato ai coniugi Gianna Fratta e Piero Pelù – il Don Pasquale donizettiano approda fra i ficus di Villa Margherita in un simpatico e riuscito allestimento coprodotto con Parma, dove è già andato in scena nello scorso giugno (leggi la recensione). L’idea di fondo di Pier Francesco Maestrini scaturisce dalla trasposizione del plot nella New York degli anni ’30, in cui Don Pasquale diventa una vero e proprio gangster italo-americano. E non poco gagliardo dev’essere Alessio Arduini quale Malatesta – che difatti canta e soprattutto agisce con sfacciata sicurezza – per concepire uno scherzo di tal fatta a colui che vive in casa con un maggiordomo dalla pistola facile. D’altro canto Federico Longhi nel ruolo eponimo è un boss fin troppo bonario che si districa con buona versatilità fra canto legato e sillabati, pur con qualche lieve sfocatura nel registro grave.

Più esili, ma sempre ben udibili in un vasto spazio aperto in assenza di amplificazione, le vocalità dei due giovani amorosi. Francesca Benitez quale Norina, dotata di timbro non particolarmente accattivante, risolve comunque il personaggio con brio e buona verve scenica, sicura di una figura di indubitabile bella presenza. Più convincete nel cast, completato dal Notaio di Christian Barone, risulta Patrick Kabongo che, quale Ernesto trasformato in un bamboccione dedito al golf, manda a segno tutte le sue palle, forte di uno strumento duttile, esteso, e dall’agilità facile di inequivocabile ascendenza rossiniana.

Se la perfettibile precisione dell’Orchestra del Luglio Musicale ha prestato talvolta il fianco a qualche défaillance, il Coro istruito da Fabio Modica si è disimpegnato con la consueta professionalità. Su tutti il gesto saldo di Giovanni Di Stefano dal podio ha perseguito una concertazione pragmatica, impedendo il propagarsi oltremisura di qualche occasionale sfasatura.

Successo complessivamente collettivo, trascinato da una parte visiva di sicuro effetto, dovuta ai bei costumi di Luca Dall'Alpi e all’impianto scenico a tre girevoli di Juan Guillermo Nova che consente fluidi e continui cambi di scena fra grattacieli, interni anni ’30 e strisce di lampadine Broadway style, grazie al quale la mano di Maestrini, coadiuvato per la ripresa da Teresa Gargano, ha gioco più che facile.

Per chi fosse a Trapani il 27 agosto si replica una sola volta, come di consueto al Luglio, anche se non è difficile pronosticare una certa fortuna dell’allestimento in termini di futura circuitazione.


 

 

 
 
 

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