La diva delle camelie
di Roberta Pedrotti
G.Verdi
La traviata
Fleming, Calleja, Hampson
direttore Antonio Pappano
regista Richard Eyre
Royal Opera House Covent Garden 27/30 giugno 2009
DVD Opus Arte OA 1040 D, 2011
Fa uno strano effetto riprendere in mano questo DVD registrato cinque anni fa come distillato di una dorata routine dello Star System officiato in un allestimento nato per Angela Gheorghiou nel '94, già immortalato nel celebre video con la concertazione di Georg Solti e riproposto qui con Renée Fleming e la bacchetta di Antonio Pappano.
Messa in scena tradizionale ad usum primaedonnae (non manca nell'albo d'oro delle varie riprese nemmeno Anna Netrebko) in linea con lo spirito di uno spettacolo dove la diva statunitense è indiscussa protagonista nei panni, invero, più di se stessa che di Violetta Valery. Benché amatissimo, d'altra parte, il ruolo della cortigiana verdiana non si può dire sia stato mai fra i più congeniali alla Fleming, che si trova in evidente disagio sia sotto il profilo strettamente vocale sia soprattutto per quel che concerne uno stile che le è fondamentalmente estraneo. Lo dimostrano i frequenti portamenti, la durezza nella coloratura, le cadute di gusto allorché, con il procedere del dramma, tenta la carta d'una lettura naturalistica. Ecco allora un'intonazione non sempre cristallina, suoni aperti che pregiudicano la bellezza naturale del timbro di miele del soprano. Per quanto un po' malfermo, il meglio della sua prestazione si trova nel trillo eseguito a mo' di firma nell'aria del primo atto, sorta di affermazione della propria personalità anche attraverso quella che è sempre stata l'arma migliore esibita dal soprano statunitense nel repertorio belcantista.
Anche sulla scena sembra più una bella dello Yukon durante la corsa all'oro o una delle più esperte amiche di Rhett Butler più che una sofisticata mondana parigina minata dal mal sottile. Il trionfo che ottiene è un'ulteriore conferma del fascino misterioso che l'artista esercita sul suo pubblico.
Il talento di Antonio Pappano sembra quasi sprecato in un contesto che sembra presupporre il fedele accompagnamento della Diva, ma la zampata del grande interprete ha modo di emergere, per esempio quando sottolinea il riemergere del tema del valzer nell'akmé delle due strofe dell'"Addio del passato". La sua bacchetta riesce a essere morbida e febbrile, dolorosa, sensibile e attenta, per quanto mai appariscente, protagonista fra le righe, non sopra le righe. Non sarà, forse, questa la registrazione memorabile da portare a esempio dell'arte di Sir Tony, bensì un eloquente documento del suo essere musicista devoto al canto e al teatro più che a se stesso, concertatore esperto, autentico lavoratore, concreto senza scadere nelal routine, perfino quando si tratta di quella dorata di primedonne che sfilano instancabili nei panni delle maggiori eroine per la gioia dei fan.
Joseph Calleja è un discreto Alfredo, che compie il suo dovere senza mettere in luce particolari doti di fraseggio o di fascino timbrico; meglio Thomas Hampson, lontano dall'ideale del canto all'italiana, più a suo agio nel secco declamato che nel legato, ma artista intelligente dotato di spiccata personalità. Non si distinguono i comprimari, sostanzialmente di livello medio (o medio-basso), se non per una dizione italiana che potrà passare inosservata oltre confine, ma risulta non meno che improbabile nel “bel paese ove il sì suona”.
Il video è arricchito da una lunga intervista dello stesso Pappano - sempre straordinario comunicatore - alla Fleming. Di buon livello tecnico e grafico l'intera realizzazione.