L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Largo ai violoncelli

di Roberta Pedrotti

Kian Soltani coinvolge i violoncelli dell'Accademia di Santa Cecilia in un programma fra il classico e il pop, il sofisticato e l'ironico che gira il mondo in compagnia dello strumento e della voce sopranile di Giuliana Gianfaldoni.

BOLOGNA, 16 gennaio 2023 - Le comunità di musicisti sono pervase spesso da un pizzico di (sana, si spera) follia. Le orchestre potrebbero essere, se non lo sono già, un laboratorio ideale per studi atropologici, sociali, psicologici e a volte anche psichiatrici. Figuriamoci, poi, quando si radunano non sezioni diverse ma ensemble omogenei in cui tutti suonano un medesimo strumento. Non solo fiati, ma, per esempio, tutti tromboni o, in questo caso, non solo archi, ma esclusivamente violoncelli. Cosa mai potrà succedere radunando otto violoncellisti? Intanto, succede che si sente suonare molto bene, trattandosi dei professori dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia capitanati da un solista fuoriclasse come Kian Soltani. Lo avevamo ascoltato poco più di un anno fa nella stagione del Comunale con una splendida interpretazione del Concerto di Schumann [Bologna, concerto Soltani/McAdams, 08/11/2021], lo ritroviamo ora con un suo progetto che propone un viaggio musicale dall'Europa al Sud America in compagnia dei colleghi di strumento. Un po' una risposta implicita al suo ultimo lavoro discografico, che rispecchiava la reclusione pandemica con temi cinematografici (i viaggi attraverso lo schermo dal divano in lockdown) trascritti per un ensemble di violoncelli composto, grazie alla tecnologia, da lui solo che registrava tutte le parti separatamente (quale migliore descrizione dell'isolamento in quarantena?). Ora ci si trova in compagnia e ad attraversare il mondo.

Il programma comprende pezzi originali per quest'organico non proprio comune come Violoncelles, vibrez! di Sollima, la quinta Bachiana Brasileira di Villa-Lobos, Folk off! - Memories of Europe di James Barralet. Poi, ovviamente, ci devono essere le trascrizioni e le rielaborazioni: se il concerto per due violoncelli, archi e continuo in sol minore RV 531 di Vivaldi e la Serenata per due violoncelli, archi e continuo di Carlo Alfredo Piatti devono solo uniformare tutta una famiglia (e il continuo) in un solo strumento, lo stesso a cui è già affidata la parte solistica, altrove si spazia in campi ben più ampi quanto a orchestrazione e repertorio. Si va da un corale di Pavel Chesnokov ai Lieder di Strauss, da due delle Cuatro Estaciones Porteñas di Piazzolla (inverno e primavera), la celeberrima Por una Cabeza di Gardel, South America Getaway di Bacharach, dalla colonna sonora del film Butch Cassidy. Non solo pezzi originali o rielaborati, dunque, ma anche classici, sofisticati, o di varia estrazione, noti, notissimi, perfino pop. L'omogeneità timbrica va di pari passo con l'omogeneità qualitativa. Sicché l'ensemble uniforme negli strumenti, non lo è certo nella ricerca di colori , articolazioni, fraseggio. O, quantomeno, all'interno del colore del violoncello, nella ricerca delle sfumature; con la sua tecnica ed emissione nel lavoro sul suono, dalle arcate alle soluzioni percussive, agli interventi cantati. Cantati dagli strumentisti, ma anche dal soprano: Giuliana Gianfaldoni nella Bachiana Brasileira e in Nachtgang e Breit über mein Haupt dein shwarzes Haar di Strauss è l'ospite d'onore, l'unica voce diversa in una schiera d'archi dal calore baritonale (Diego Romano, anche secondo solista, Carlo Onori, Francesco Storino, Francesco Di Donna, Roberto Mansueto, Giacomo Menna, Sara Gentile)). Ma, puntando tutto sulla morbidezza, sulla tornitura timbrica e sul gioco dinamico dei filati (per non parlare della cadenza a bocca chiusa per Villa-Lobos), alla fine anche lei è parte dell'ensemble: violoncello ad honorem, dotata solo di parola e di un registro più acuto.

Soltani, che ha anche brevemente illustrato il programma in un inglese molto chiaro, non è solo un eccellente solista, è anche un musicista empatico con i colleghi e con il pubblico; di fronte ai copiosi applausi introduce due bis: il primo è chiaramente ironico, Violoncelli, siamo noi!, pot pourri dalla letteratura concertistica a cura di Francesco Storino, il secondo ci riporta nei ranghi del repertorio classico con un altro estratto dalle Bachianas Brasileiras.


 

 

 
 
 

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