L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Dialoghi in canto

di Vincenza Caserta

Il duo Barutti Favero, violoncello e pianoforte, propone un viaggio fra Vivaldi, Grieg e Debussy.

CAVASO (TV) 4 febbraio 2023 - Freddo e quiete a Cavaso il 4 febbraio; per le strade del paesino del trevigiano si incontrano pochi volti, la Sala consiliare del Municipio è invece gremita dal pubblico in attesa del duo violoncello e pianoforte composto da Giuseppe Barutti e Valter Favero. Il programma è accattivante, propone un excursus dal Barocco di Vivaldi agli albori del Secolo breve di Debussy. Si comincia proprio con il Vivaldi della Sonata in la minore Op 14 n. 3 RV 43, che non delude le aspettative; Barutti è perfettamente a suo agio nella scrittura del "prete rosso" riuscendo a sottolinearne tutti gli aspetti più contrastanti fin da subito: la nostalgia che ondeggia nel Largo espressivo ha quasi l'aspetto di una premonizione ed il senso magico di "oracolo" si dipana con semplicità nel cantabile spontaneo che il duo Barutti-Favero evidenzia come segno distintivo. La capacità di trasformare il senso malinconico e lo "spleen" in nuove prospettive musicali trova nell'Allegro una certezza: dialoghi serrati ed incisività nei ricami di tipica matrice barocca rendono vivi i fugati privandoli della severità contrappuntistica in favore di una più distesa partecipazione emotiva. I colori sono ricercatissimi nella dialettica di Barutti-Favero, in una sorta di dialogo, mentre i contrasti sia di spirito sia di dinamica rendono un Vivaldi dal piglio moderno e sorprendente.

La Sonata n. 1 in re minore L144 di Debussy è vertice massimo testimoniato da quell'attimo di esitazione che prelude all'applauso finale, talmente forte risulta l'immersione del pubblico in questa interpretazione. Sin dal Prologo la ricercatezza elegante del suono permette ad ogni pianissimo di sprigionare bellezza. Contrasti vissuti attraverso l'incontro di tempestosità e meditazione riescono a trovare il loro punto d'incontro nel canto spiegato, ed è il ripiegarsi nell'idillio poetico del violoncello il momento in cui nasce un inedito senso di sospensione, è ancora una volta il canto della nostalgia, questa volta in veste differente rispetto a Vivaldi, misteriosa e raffinata al tempo stesso. Serenade è viva nell'attento svelare particolari, ogni dettaglio viene proposto con un canto gentile, suggestivo nel caratteristico "pizzicato"; nel momento in cui l'autore manifesta apertamente la danza si apre un mondo fatto di melodie lontane, brevi scorci dal carattere tzigano che ammiccano all'ideale cosmopolita della musica di Debussy, raccontando paesaggi e cartoline di mondi in bilico tra realtà e fantasia. Proprio nel passaggio dal mistero appena accennato alla festosità spagnoleggiante, l'autore richiama l'attenzione verso un linguaggio nuovo, fatto di miniature accostate tra loro e coincidenti come i pezzi di un puzzle. Nel canto spiegato di Barutti, in perfetta sintonia con il brillante pianismo di Favero, elasticità e prontezza interpretativa riescono a creare un'aurea particolare che unisce i diversi spiriti e culture evocati quasi magicamente da Debussy facendo brillare di luce propria e con disinvoltura ogni distinta sezione.

Impeto e tempesta aprono le porte del Romanticismo nella Sonata in la minore Op. 36 di Grieg: sin da subito nell'Allegro agitato si resta avvolti dall'incisività della narrazione del duo Barutti- Favero, fatta di sonorità piene, pensate forse per orchestra, tanta è la forza avvincente di questo linguaggio. Un concentrato di emozioni vengono proposte nella carrellata dei temi presentati, la natura struggente di ogni frase racchiude una umanità vera: talvolta persino la musica, in questa scrittura così fitta e densa, sembra faticare a contenere un messaggio così forte. Il violoncello di Barutti racconta in Grieg la paura, lo stupore e la gioia attraverso un'abile ricercatezza nel canto, e il crescendo assieme al pianoforte di Favero non teme la narrazione sempre più avvincente. Coraggiosi, narrano il dolore sublimandolo in una poetica in bilico tra sottili sfumature e grandiosità delle linee sonore. Sussurra timidamente nell'Andante molto tranquillo il pianoforte di Favero, ricercando una profondità di suono che anticipa il violoncello per ribadire l'umanità rivestita di forza e fermezza che si manifesta nell'ampiezza delle frasi. Si alternano sfumature delicate a blocchi dal sapore beethoveniano e il carattere sinfonico con cui Grieg pensa queste pagine è evidente anche nella somiglianza di alcuni passaggi con il celeberrimo Concerto in la minore per pianoforte ed orchestra. È una narrazione vigorosa, pronta però a trasformarsi con morbidezza dal sinfonismo pieno alla musicalità più gentile. Il duo sottolinea quegli aspetti della partitura che appartengono alla musica popolare norvegese, ravvivandoli con sapiente uso dei colori.

Bis ipnotico con il secondo movimento della Sonata n 1 di Bach per viola da gamba e cembalo: in queste pagine sembra contenersi l'essenza della musica e la cantabilità diventa soffusa ed intima.

Vincenza Caserta


 

 

 
 
 

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