L’Ape musicale

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Debutta Billy Budd a Buenos Aires

di Gustavo Gabriel Otero

Il debutto a Buenos Aires di Billy Budd offre un livello qualitativo finalmente all'altezza del Teatro Colón.

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BUENOS AIRES, 3 luglio 2025 - La tanto attesa prima argentina di Billy Budd di Benjamin Britten è finalmente arrivata al Teatro Colón di Buenos Aires con il livello visivo, musicale e vocale che il teatro di via Libertad dovrebbe sempre avere.

Con sole voci maschili il compositore inglese - secondo alcuni l'ultimo grande compositore d'opera insieme a Gian Carlo Menotti - costruisce un universo opprimente e doloroso, esaltando allo stesso tempo, attraverso la figura del protagonista, l'amore e la libertà, il mare, elemento ricorrente nell'opera di Britten, e una parabola sul bene e sul male.

Marcelo Lombardero e il suo team (Diego Siliano, scenografia, Luciana Gutman, costumi e José Luis Fiorruccio, luci) producono una visione quasi cinematografica di profonda bellezza. Durante il prologo, l'epilogo e gli intermezzi, sulla bocca del palcoscenico vengono proiettati dei riflessi nell'acqua, che nella scena in cui si vede il corpo morto di Billy potrebbero essere il riflesso della luce del sole nel mare. Lombardero colloca perfettamente l'azione nel periodo e sottolinea la gestione del potere e le diverse classi sociali che si trovano all'interno della nave con funzioni e diritti diversi rispetto all'implicito omoerotismo del testo. Il prologo e l'epilogo sono cantati in platea dal capitano Vere vestito con una certa vaga contemporaneità, sottolineando così l'universalità e l'atemporalità della storia.

Il lavoro del maestro Erik Nielsen alla guida dell'Orquesta Estable, astraendo dagli occasionali errori, è stato fondamentale per il successo della rappresentazione, ottenendo una lettura musicale di altissimo livello che denota un'accurata preparazione.

Con quasi ventuno ruoli (tra protagonisti e co-protagonisti) è difficile ottenere un cast omogeneo e di alto livello, ma il Colón in questa occasione ci è riuscito, e se Toby Spence (il Capitano Vere), John Chest (Billy Budd) e Hernán Iturralde (John Claggart) si sono distinti per la sostanza dei loro ruoli, non sono stati da meno il primo all'ultimo dei solisti e persino i quattro bambini che compongono il gruppo dei guardiamarina.

Il tenore londinese Toby Spence ha dato al suo Capitano Vere le sfumature perfette che il personaggio richiede in un'opera che conosce bene. Nondimeno, il baritono americano John Chest è stato un ottimo Billy Budd, con un bel colore vocale, una proiezione adeguata e una totale credibilità drammatica. Il basso-baritono argentino Hernán Iturralde ha dimostrato ancora una volta, con il suo John Claggart, il suo valore, la sua presenza vocale e l'eccellente costruzione dei personaggi.

Le sezioni maschili del Coro Estable, preparate da Miguel Martínez, sono state la colonna portante dello spettacolo, con una performance davvero memorabile. Non da meno sono stati i membri del Coro dei bambini, diretti da Helena Cánepa.

Abbiamo già espresso l'ottimo livello generale dei personaggi minori: Alejandro Spies (Mr. Redburn), Fernando Radó (Mr. Flint), Homero Pérez Miranda (Lt. Flint), Homero Pérez Miranda (Tenente Ratcliffe), Pablo Urban (Baffo Rosso), Sebastián Angulegui (Donald), Luciano Garay; (amico della recluta); Gustavo Gibert (sottufficiale), Mario De Salvo (primo ufficiale), Mauricio Meren (secondo ufficiale), Andrés Cofré (vedetta) e Cristian De Marco (Arthur Jones), ma è giusto evidenziare Santiago Martínez (una recluta), Leonardo Estévez (Dansker) e Gonzalo Ayala (Squeak).


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