TOSCA
Melodramma in tre atti
Libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa
dal dramma La Tosca di Victorien Sardou
Musica di Giacomo Puccini
Personaggi Interpreti
Floria Tosca, celebre cantante soprano Adrianne Pieczonka
Mario Cavaradossi, pittore tenore Marco Berti
Il barone Vitellio Scarpia,
capo della polizia baritono Marco Vratogna
Cesare Angelotti, console
della Repubblica Romana basso Gabriele Sagona
Il sagrestano baritono Marco Camastra
Spoletta, agente di polizia tenore Luca Casalin
Sciarrone, gendarme baritono Ryan Milstead
Un carceriere basso Marco Sportelli
Un pastorello voce bianca Esther Zaglia
Direttore d’orchestra Renato Palumbo
Regia Jean-Louis Grinda
Scene Isabelle Partiot-Pieri
Costumi Christian Gasc
Luci Andrea Anfossi
Maestro dei cori Claudio Fenoglio
ORCHESTRA E CORO DEL TEATRO REGIO
Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio “G. Verdi”
Allestimento in coproduzione con Palau de les Arts Reina Sofía (Valencia),
Opéra de Monte-Carlo e Fondazione Festival Pucciniano (Torre del Lago Puccini)
CON IL SOSTEGNO DI
BANCA FIDEURAM
ITALGAS
Teatro Regio
Giovedì 13 Marzo 2014 ore 20
Domenica 16 Marzo 2014 ore 15 Turno Regione 1
Martedì 18 Marzo 2014 ore 15 Turno Pomeridiano 2
TOSCA
di Giacomo Puccini
Puccini pensava già a Tosca nel 1895, quando La bohème non era ancora terminata. Con quest’opera, il compositore affronta una drammaturgia lontana da quella che aveva caratterizzato Manon Lescaut e La bohème, opere dallo sviluppo frammentario, dove l’approfondimento psicologico prevale sull’intreccio. Il confronto di personaggi nell’ambito di un’azione serrata e lineare, in cui si esaltano passioni elementari e si esaspera la tensione emotiva, su uno sfondo storico che legittima letture in chiave etico-politica, avvicinano Tosca a una drammaturgia analoga a quella della tradizione incarnata da Verdi e proseguita dagli autori veristi. Non a caso Verdi stesso aveva manifestato interesse per il dramma, e sintomaticamente in Tosca, la più verdiana delle opere di Puccini, giganteggia un personaggio affidato al registro di baritono. Nel libretto, il personaggio di Scarpia è portato in primo piano, diventando un eroe negativo dalla complessità psicologica affascinante. Nel sadismo di Scarpia – efferato e devoto, sensuale e aristocraticamente distaccato – Mosco Carner riconosce un tratto tipico dell’arte fin de siècle: la rappresentazione dell’emozione erotica nella sua dimensione patologica.
Tosca fu eseguita al Teatro Costanzi di Roma il 14 gennaio 1900, alla presenza della regina Margherita, e fu accolta con disorientamento da pubblico e critica. Sull’opera è sempre pesato l’equivoco di un presunto sbandamento di Puccini in direzione verista. Ma la scelta di una drammaturgia più lineare e la ricerca di un’elevatezza tragica che si traduce in una maggiore tensione della vocalità, non dovrebbero far passare in secondo piano gli elementi di continuità con i precedenti successi di Puccini (il personale ricorso a Leitmotive nell’uso di “reminiscenze logiche”, la costruzione melodica “a mosaico”, la correlazione tra i nuclei motivici, l’uso simbolico dei piani tonali), rispetto ai quali i materiali musicali si presentano se mai ulteriormente affinati per caratterizzare psicologie ambigue e complesse.
ATTO I
A Roma, nel 1800, il prigioniero politico Cesare Angelotti, evaso dalla prigione, cerca rifugio in Sant’Andrea della Valle. Il pittore Mario Cavaradossi, che vi sta dipingendo, lo soccorre e lo aiuta a nascondersi quando sopraggiunge la sua amante Floria Tosca. La celebre cantante è insospettita dall’atteggiamento di Cavaradossi. Quando riesce a congedarla, Cavaradossi si allontana con Angelotti. Intanto si prepara la celebrazione del Te Deum per festeggiare la (presunta) sconfitta di Napoleone a Marengo. Il clima gioioso è spento dall’ingresso del barone Scarpia, il sinistro capo della polizia, sopraggiunto sulle tracce di Angelotti. Ritorna anche Tosca la cui gelosia, risvegliata dall’assenza del pittore, è alimentata da Scarpia, che conta di manovrarla a proprio vantaggio. Tosca si allontana furente, pedinata dai poliziotti. Durante il Te Deum Scarpia, in preda a una morbosa eccitazione, pregusta la cattura di Cavaradossi e la conquista di Tosca.
ATTO II
Scarpia sta cenando a palazzo Farnese. Da un salone attiguo giunge la voce di Tosca, che esegue una cantata per la vittoria. Cavaradossi, catturato dai poliziotti, è condotto al cospetto di Scarpia e interrogato perché riveli il nascondiglio di Angelotti. La sua resistenza non è fiaccata neppure dalla tortura ma Tosca, intanto sopraggiunta, è sconvolta dalle grida dell’amante e rivela il nascondiglio di Angelotti. Rimasto solo con lei, Scarpia la ricatta: se gli si concederà, lei e Cavaradossi saranno liberi. Tosca acconsente e Scarpia finge di ordinare per Cavaradossi una fucilazione simulata. Ma mentre compila il salvacondotto, Tosca si impadronisce di un coltello e quando l’uomo le si accosta per abbracciarla, lo uccide.
ATTO III
All’alba, sulla piattaforma di Castel Sant’Angelo, Cavaradossi si prepara ad affrontare la fucilazione. Tosca lo raggiunge, e mostrandogli il salvacondotto gli spiega che dovrà fingere di cadere sotto la scarica a salve del plotone di esecuzione. Ma quando i soldati si allontanano, Tosca si trova ad abbracciare il cadavere dell’amante. Intanto i poliziotti hanno scoperto l’uccisione di Scarpia e si precipitano per arrestarla: ma Tosca preferisce gettarsi nel Tevere, invocando la giustizia divina.
TOSCA
Prezzi dei biglietti
Settore A Settore B Settore C Ridotta visibilità
€ 90 € 70 € 55 € 29
Recite esaurite
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Last minute
Un’ora prima di ogni spettacolo è garantita la disponibilità di almeno 30 posti, in vendita (massimo 2 a persona) con una riduzione del 20% circa sul prezzo del biglietto (per la recita del 22 febbraio non è prevista la riduzione)
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