L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Dalle Marche ad Einstein in Italia

Rai3 e Rai Storia, #maestri dal 10 al 14 maggio

"Viaggio in Italia".

Alle 12:00 su Rai Storia un nuovo ciclo: Marche da scoprire.

"Passato e Presente". La rosa bianca: la storia di Sophie Scholl

Tra il giugno del 1942 e il febbraio 1943, a Monaco di Baviera, opera un piccolo gruppo clandestino formato da giovani studenti universitari e da un professore dell’ateneo di Monaco. Diffondono volantini antinazisti e invitano la popolazione a resistere e a boicottare in modo non violento il regime nazista. Una storia ricostruita dal professor Alberto Melloni e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda venerdì 14 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Convinti che, dopo la rovinosa sconfitta di Stalingrado, la guerra sia ormai perduta e che la parabola del nazismo sia giunta al termine, gli studenti escono allo scoperto con un volantinaggio nel cortile dell’Università. Arrestati dalla Gestapo, vengono giustiziati dopo un processo farsa durato poche ore. La più giovane del gruppo è Sophie Scholl di appena 22 anni. Quella della Rosa Bianca non è una storia di un piccolo gruppo di illusi, ma la testimonianza di alcuni giovani che hanno trovato il coraggio e la lucidità di fare ciò che milioni di tedeschi avrebbero voluto e potuto fare.

"Passato e Presente". L'ultima sentenza di morte: la strage di Villarbasse

L’Italia del Secondo dopoguerra è un Paese segnato dalla miseria e dai rancori, in cui la popolazione è assuefatta alla violenza e agli spettacoli di morte. Mentre viene avviato il processo di costruzione della democrazia, le nuove forze politiche si adoperano per raggiungere una pacificazione sociale: un tentativo che culmina con l’amnistia Togliatti del giugno 1946. Proprio in quei mesi un caso di cronaca nera diventa l’emblema dei molti problemi irrisolti della penisola. A Villarbasse, in provincia di Torino, quattro criminali comuni, emigrati dalla Sicilia, uccidono 10 persone a bastonate in una cascina di campagna per un misero bottino e ne occultano i cadaveri. Una storia ricostruita da Paolo Mieli e dal professor David Bidussa a “Passato e Presente”, in onda venerdì 14 maggio alle 14:25 su Rai Storia. Per mesi gli ex partigiani di zona vengono additati come colpevoli, finché i veri criminali non vengono arrestati. La strage provoca un’ondata di indignazione che la stampa cavalca: a gran voce è richiesta la pena di morte, sebbene la Costituente, che nel frattempo lavora alla stesura della Carta fondamentale, ne abbia già stabilito la soppressione. Un processo lampo, ai limiti della regolarità, consentirà di mandare a morte gli assassini prima del 15 aprile 1947, data prevista per la cessazione delle esecuzioni capitali. Il 4 marzo 1947 a Torino viene eseguita l’ultima sentenza di morte della storia processuale italiana.

"Einstein parla italiano" Il genio tra Pavia, Padova e Bologna

I rapporti che Albert Einstein ebbe con l’Italia, sia negli anni giovanili che nella maturità: pagine di storia poco conosciute e rilette dal docufilm “Einstein parla italiano”, ideato da Raffaella Simili e Sandra Linguerri, con la regia di Alessandro Scillitani, che Rai Cultura propone in prima tv venerdì 14 maggio alle 21.10 su Rai Storia. Non molti sanno che Albert Einstein trascorse alcuni anni della sua gioventù tra Pavia, Casteggio e Milano, al seguito del padre Hermann che con lo zio Jacob aveva fondato una fabbrica di illuminotecnica in Lombardia. Poi, esattamente 100 anni fa, nel 1921, Einstein tornò in Italia. Accettò l’invito del matematico Federigo Enriques, proprio in virtù dei bei ricordi che lo legavano alla nostra penisola. Tenne tre lezioni all’Archiginnasio di Bologna, tutte in italiano e si recò poi all’Università di Padova per rendere omaggio al matematico Ricci-Curbastro. Quello stesso anno, Einstein avrebbe ricevuto il Premio Nobel. Il documentario, oltre ad essere stato realizzato con interviste ad esperti e a storici della scienza, è impreziosito da ricostruzioni in costume di alcuni momenti salienti della presenza di Einstein in Italia. Il ruolo di Einstein è interpretato da Francesco Petruzzelli, mentre Bernardino Bonzani, Lucia Donadio e Benedetta Pigoni danno voce e volto rispettivamente a Federigo Enriques, Ernestina Marangoni e Adriana Enriques. Al racconto biografico si alternano le sequenze di alcuni momenti significativi della gioventù di Einstein, tra Pavia e Casteggio, oltre che nella maturità. Un racconto alternato alle testimonianze di prima mano di coloro che condivisero con l’illustre fisico momenti familiari e scientifici. Il docufilm, inoltre, rievoca il forte legame emotivo con l’Italia; e si sofferma sui rapporti scientifici tra Einstein e i colleghi italiani; sul suo impegno nel sostenere la libertà e la dignità degli scienziati al di qua delle Alpi a seguito del giuramento al Fascismo del 1931; e sul suo radicato pacifismo e impegno politico. Il progetto nasce dall’esperienza e dagli studi approfonditi di un gruppo di storici della scienza tra Bologna, Pavia, Roma e Milano; oltre che da un contesto istituzionale che ha visto coinvolti, tra gli altri, l’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, l’Ateneo Bolognese, il Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma, la Società Italiana di Fisica, insieme ai Comuni di Bologna, Pavia, Casteggio, Canneto sull’Oglio.

1968. No intenso agora

Cina 1966. E il periodo della prima fase, quella più radicale, della Rivoluzione Culturale. Lo racconta “1968. No Intenso Agora”, in onda venerdì 14 maggio alle 22.10 su Rai Storia. Il documentario, realizzato grazie al ritrovamento di film amatoriali girati all’epoca, si interroga su quanto rimane nella memoria dei singoli dei momenti storici di grande intensità. Alle scene girate in Cina vengono contrapposte immagini di repertorio degli eventi che hanno avuto luogo nel 1968 in Francia, Cecoslovacchia e, in misura ridotta, in Brasile. Sul solco della tradizione del film-saggio, tramite questi materiali il regista analizza le modalità con cui i protagonisti di questi avvenimenti sono andati avanti nelle loro vite dopo la conclusione di un impegno politico ricco di passione e coinvolgimento. Non solo si rivelano i loro pensieri – gioia, stupore, paura, sgomento, delusione – ma si indaga la relazione che intercorre tra un determinato documentario e il suo contesto politico.


 

 

 
 
 

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