L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Da Annibale alle leggi razziali

DOMENICA 15/01/2023

Un’ora con Cassius Clay

Il 17 gennaio 1942 a Louisville, in Kentucky, nasceva Cassius Clay, il futuro Muhammad Ali. Un campionissimo del pugilato e un compleanno che Rai Cultura ricorda con “Un’ora con Cassius Clay”, l’intervista firmata da Gianni Minà nel 1975, in onda domenica 15 gennaio alle 19.15 su Rai Storia. Nell’intervista, Clay ripercorre tutta la sua carriera e parla anche delle sue scelte di vita e del suo no alla Guerra del Vietnam: “La gente – dice - potrà meravigliarsi a sentire queste cose, ma sappiate una cosa: io non sono solo un grande pugile, sono innanzitutto un uomo nero. Noi musulmani neri non siamo andati in guerra non solo perché la nostra religione ce lo ha impedito, ma anche per rispettare la religione di coloro con i quali avremmo dovuto far guerra. Non puoi difendere la tua libertà se non difendi quella degli altri”.

Passato e presente. Annibale, il nemico di Roma

La seconda guerra punica rappresenta per il mondo antico un evento pari a un conflitto mondiale novecentesco, per la durata e le forze coinvolte. Una guerra ricostruita da Paolo Mieli e dal professor Giovanni Brizzi a “Passato e Presente” in onda domenica 15 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. Il generale punico Annibale Barca, erede dell’odio verso la città che aveva messo in ginocchio la sua patria, Cartagine, quando era in vita il padre Amilcare, nel 219 a. C. provoca i Romani assediando Sagunto in Spagna, una città amica di Roma. Di lì col suo esercito attraversa l’Europa, valicando i Pirenei con i suoi elefanti, fino alle Alpi. Infligge una serie di clamorose sconfitte ai Romani nelle battaglie del Ticino, della Trebbia, del Trasimeno, e infine a Canne in Puglia, non arrivando mai a marciare su Roma. Dopo aver adottato una tattica temporeggiatrice, Roma sceglie una linea aggressiva affidandosi a Publio Cornelio Scipione. A Zama, in Africa, nel 202 a.C. Annibale viene sconfitto dall’esercito di Scipione: una battaglia che vale la guerra. Dopo il trionfo, Scipione resterà per sempre L’Africano e Annibale finirà la sua vita in esilio, avvelenandosi per non cadere prigioniero dei Romani nel 183 a.C.

Binario Cinema. Vice - L’uomo nell’ombra”

La vita di Dick Cheney e della sua ascesa al potere come vicepresidente degli Stati Uniti: la racconta Adam McKay nel film “Vice - L'uomo nell'ombra”, con Christian Bale, Amy Adams, Steve Carell e Sam Rockwell, in onda domenica 15 gennaio all 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario Cinema”.

Cheney è un uomo discreto e riservato che dopo un passato segnato dall'alcolismo, inizia a lavorare come stagista alla Casa Bianca durante la presidenza di Richard Nixon, ricoprendo ruoli sempre più importanti nelle amministrazioni Usa degli ultimi cinquant'anni, fino ad approdare alla vicepresidenza del paese con George W. Bush, dove di fatto esercitò un potere decisionale quasi totale.

LUNEDI’ 16/01/2023

Passato e Presente. Re Artù, storia di una leggenda

Artù e Merlino, Lancillotto e Ginevra, la spada nella roccia ed Excalibur, la ricerca del Graal e la tavola rotonda, Camelot e Avalon: sono tutti nomi che suonano familiari. Non vi è infatti racconto del medioevo europeo che sia riuscito a imprimere nell’immaginario collettivo tracce profonde e durature quanto quelle lasciate dalla saga di Re Artù e dei suoi leggendari cavalieri. A “Passato e Presente”, in onda lunedì 16 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, ne parlano Paolo Mieli e il professor Franco Cardini. Ma quel re bretone del VI secolo è realmente esistito? La sua prima menzione risale a circa trecento anni dopo, nella Historia Brittònum, del monaco gallese Nénnio. Poi cominciano le molte rielaborazioni, che si susseguono fino ai giorni nostri, in vari paesi e con varie colorazioni: sentimentali, politiche, cristiane, letterarie, filmiche (tra cui la celebre trasposizione animata della Disney).

Storia delle nostre città. Ravenna

È Ravenna, città dal destino legato al suo territorio lagunare, la protagonista di “Storia delle nostre città”, in onda lunedì 16 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Anche se l'origine di Ravenna è antichissima, fu con Giulio Cesare che si ebbe l'ingresso trionfale della città nella storia. A Ravenna Cesare era solito passare l'inverno e proprio da Ravenna sarebbe partito per la conquista di Roma, dopo aver attraversato il Rubicone nel 49 a.C.

Dopo i fasti romani, inizia per Ravenna un periodo di decadenza, ma nel 402, Ravenna verrà scelta come capitale dell'Impero d'Occidente da Onorio, al quale succederà Valentiniano III, che regna a Ravenna sotto la tutela della madre Galla Placidia, figlia di Teodosio.

Dopo la caduta dell'Impero, nel 476, l'Italia passa sotto il dominio di Odoacre, il quale sceglie ancora Ravenna come capitale, come del resto faranno anche Teoderico e, dopo la fine della dominazione gota, gli esarchi di Bisanzio.
Dopo l'invasione dei Longobardi si apre per Ravenna la dominazione degli arcivescovi prima di quella veneziana che si concluderà nel 1509, quando comincia un travagliato periodo di decadenza inizito con la battaglia di Ravenna del 12 aprile 1512, la prima grande battaglia dell'era moderna nella quale venne utilizzata per la prima volta l'artiglieria mobile.
Durante la dominazione napoleonica Ravenna è sotto la Francia e farà parte prima della Repubblica Cispadana quindi della Cisalpina; per poi tornare sotto la dominazione pontificia.
Il periodo risorgimentale trova in Ravenna un terreno fertile e in questi anni, grazie anche all'operato del poeta George Byron, si diffonde la Carboneria. Ravenna, inoltre, è determinante nella vicenda che consentì a Giuseppe Garibaldi di sfuggire agli austriaci. Coi plebisciti del 1860 Ravenna non fa più parte del governo pontificio, ma viene annessa al Regno di Sardegna che poi diventerà Regno d'Italia.
Dopo un periodo di crisi durante il quale la città si dibatte in gravi problemi sia politici che economici, Ravenna inizia la sua ascesa che passerà attraverso la bonifica e il lavoro agricolo, ma soprattutto attraverso il mare.

Oceano Canada. Andrea Andermann torna in viaggio con Ennio Flaiano

Quando Ennio Flaiano “incontrò” il Canada e lo fece conoscere al pubblico italiano. Accadde cinquant’anni fa: era il 16 gennaio 1973 e la Rai trasmise la prima delle cinque puntate di “Oceano Canada”, un viaggio alla scoperta di un Paese allora quasi sconosciuto, firmato dal grande scrittore, sceneggiatore e giornalista insieme ad Andrea Andermann. Ma Flaiano, scomparso nel novembre del 1972, non avrebbe mai visto in onda quella serie, una delle sue pochissime incursioni nella tv. Oggi, a cinquant’anni esatti da quella data, Andrea Andermann si rimette idealmente in viaggio con lui riprendendo in mano quel “taccuino di viaggio, casuale e nemmeno ordinato” – come lo aveva definito Flaiano – nel nuovo lungometraggio “Oceano Canada”, che Rai Cultura propone lunedì 16 gennaio alle 22.10 su Rai Storia. Non si tratta solo di una “sintesi” delle cinque puntate di quella serie, ma di un racconto rinnovato, di un “director’s cut” affettuoso in cui l’accento è posto sulla scoperta del rapporto uomo – natura tanto caro a Flaiano. Una scoperta scandita da quattro storie che, nella nuova edizione, si intrecciano e danno vita all’“anima” del Canada: il cowboy mormone Wallace, l’“indiano” Rufus, il vecchio cacciatore Inuit Jimmy Walkie e la piccola Laverna, allora undicenne, anche lei Inuit. Storie in cui passato e presente di una nazione si fondono sotto gli occhi curiosi di Flaiano e nella regia di Andermann che indugia su volti, luoghi, paesaggi di un Paese “dove, fuori dalle grandi città – sono parole di Flaiano - la solitudine può essere la condizione normale, la chiave dell'esistenza”, perché – e sono ancora parole di Flaiano – “L'immensità di questa terra dà le vertigini. Appunto, perciò abbiamo chiamato il nostro viaggio Oceano Canada; il Canada ci è subito apparso un grande oceano dove approderemo a qualche isola, alla ricerca di vecchi amici e di nuove persone, di grandi città e di terre sperdute”. A impreziosire la narrazione, infine, la colonna sonora realizzata con la collaborazione di un grande nome: da Leonard Cohen.

MARTEDI’ 17/01/2023

Passato e presente. Ferdinand Marcos, presidente delle Filippine

Dopo secoli di dominio coloniale, alla fine della Seconda guerra mondiale le Filippine dichiarano la propria indipendenza di fatto, pur rimanendo nella sfera d’influenza degli Stati Uniti. Si apre così la pagina più recente della storia contemporanea delle Filippine, segnata in modo indelebile dalla parabola di Ferdinand Marcos, il presidente che in molti non esitano a definire dittatore, che ha governato e imperversato per oltre vent’anni trasformando il Paese in uno dei regimi autoritari più noti del Ventesimo secolo. A“Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda martedì 17 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, il professor Giuseppe Gabusi, insieme a Paolo Mieli, ripercorre le tappe cruciali della parabola politica di Marcos, a partire dall’introduzione della legge marziale nel 1972 che provocherà un’ondata di arresti, torture e sparizioni tra gli oppositori del regime. Una stagione di terrore che culminerà con l’assassinio di Benigno Aquino, candidato a sostituire Marcos nel 1983, e con la rivolta del popolo filippino che porterà alla cacciata del tiranno tre anni dopo.

1942: Italia in guerra. Russia: la tragedia dell’Armir

Nell’estate del 1942 le armate del Terzo Reich lanciano una nuova grande offensiva sul fronte orientale. L’obiettivo principale è il Caucaso, per strappare all’Unione Sovietica le sue ricche risorse petrolifere e arrestarne quindi lo sforzo militare. Lo scopo secondario è invece una rapida avanzata verso i bacini dei fiumi Don e Volga e la conquista di Stalingrado. Prende le mosse da qui “1942: Italia in guerra”, in onda martedì 17 gennaio alle 21.10 su Rai Storia.

Mussolini chiede a Hitler di poter incrementare il contingente italiano. Il 9 luglio viene costituita l’8ª Armata, detta anche ARMIR, Armata italiana in Russia, comandata dal generale Italo Gariboldi. È composta da 10 divisioni: le tre del CSIR (“Pasubio”, “Torino” e “3ª Celere”), quattro di fanteria (“Cosseria”, “Ravenna”, “Sforzesca” e “Vicenza”) e tre alpine (“Cuneense”, “Julia” e “Tridentina”). La partecipazione italiana alla campagna di Russia sale così da 62.000 a 229.000 uomini. Ad agosto i soldati italiani, schierati sulle rive del fiume Don, si devono difendere dall’offensiva sovietica.

Le truppe corazzate tedesche, intanto, a metà settembre hanno raggiunto la periferia di Stalingrado, stringendo d’assedio la città. La Wehrmacht sembra a un passo dalla vittoria. Ma i russi resistono disperatamente. Poi, a novembre, passano all’offensiva con l’Operazione Urano: la sesta armata tedesca, comandata dal generale Paulus, viene accerchiata in una gigantesca sacca. Nonostante l’ostinazione di Hitler, sarà costretta alla resa. Dopo Stalingrado le sorti del conflitto sul fronte orientale e, più in generale, quelle dell’intera Seconda guerra mondiale, subiranno una svolta decisiva.

A dicembre, un’altra grande offensiva dell’Armata Rossa provoca la sconfitta dell’Asse nel settore meridionale del fronte russo. È una drammatica disfatta che coinvolge anche le truppe dell’Armir. Per evitare di essere definitivamente accerchiati, inizia allora per i soldati italiani una tragica ritirata dal fronte del Don. Falcidiati dalla fame e dal freddo, con le temperature che scendono anche a trenta gradi sottozero, saranno costretti a marciare nella steppa gelata per centinaia di chilometri. Molti di loro non faranno mai più ritorno a casa.

Grazie agli interventi degli storici Umberto Gentiloni e Maria Teresa Giusti il programma ripercorre la ripresa delle operazioni militari sul fronte orientale nella primavera del 1942, le vicende drammatiche dell’Armir, la decisiva battaglia di Stalingrado e i bombardamenti, sempre più intensi, condotti dagli anglo-americani sulle città italiane.

Fulvio Poli, Generale di Brigata dell’Esercito Italiano, racconta i combattimenti nei quali vengono coinvolti i soldati italiani. Il Generale Basilio Di Martino, Capo del Corpo del Genio dell’Aeronautica Militare, parla invece della componente aerea italiana sul fronte orientale. Mentre Federica Onelli, dall’Archivio del Ministero degli Esteri, ci mostra alcuni documenti originali. Attraverso le pagine dei diari, Nicola Maranesi ci riporta le testimonianze dei soldati che hanno partecipato alla guerra contro l’Unione Sovietica. Infine, la straordinaria testimonianza di Ugo Balzari, uno degli ultimi reduci della tragica campagna di Russia.

La guerra segreta. La spia di Churchill

Celebre stilista del dopoguerra e icona della moda, Hardy Amies è stato uno degli agenti segreti più improbabili della Seconda Guerra Mondiale. Un personaggio raccontato da “La guerra segreta”, in onda martedì 17 gennaio alle 22.10 su Rai Storia. Nato nel 1909, all’inizio della guerra Amies è un sarto sia pure già di successo, ma tutto cambia quando entra nei servizi segreti dello Special Operations Executive e – tra Inghilterra e Belgio – si mette alla caccia di agenti doppiogiochisti e spie tedesche. E lo fa partecipando a quella che passa alla storia come “Operazione Ratweek”, la settimana del ratto, una campagna di omicidi sistematici, al di fuori di ogni legge. Nonostante l’operazione sia sempre stata negata, ci sono ora le prove che ne attestano la sua effettiva realizzazione.

Luca Comerio. L’uomo con la macchina da presa

Luca Comerio, cineasta ufficiale della Grande Guerra e prima ancora della guerra in Libia, ha ripreso alcune tra le immagini più suggestive del primo conflitto mondiale. Un personaggio al centro del documentario “Luca Comerio - L’uomo con la macchina da presa” andrà in onda martedì 17 gennaio alle 23 su Rai Storia Raccontare la singolare storia di questo pioniere del reportage cinematografico significa raccontare la storia dell’unico civile, in Italia, ad ottenere il privilegio di assistere con un terzo occhio alla guerra. Ma significa anche ripercorrere la storia di un’arte, quella del cinema, assoggettata ben presto al regime di Stato. Dopo la disfatta di Caporetto, infatti, nel 1917, venne costituita la Sezione Cinematografica del Regio Esercito che assunse il monopolio delle riprese.

Via Appia Regina Viarum 

MERCOLEDI’ 18/01/2023

Passato e Presente. Guerra Iran-Iraq, alla radice del male

Il 22 settembre 1980, l’esercito iracheno invade l’Iran. È l’inizio di un conflitto destinato a durare 8 anni. Una pagina di storia approfondita da Paolo Mieli e dal prof. Gastone Breccia a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 18 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Dietro la guerra che vede fronteggiarsi il regime baathista iracheno guidato Saddam Hussein e lo stato teocratico iraniano guidato dall’ayatollah Khomeini ci sono ragioni politiche, ideologiche e dispute territoriali. Ma soprattutto in gioco c’è l’egemonia nella regione del Golfo. Un conflitto sanguinoso fatto di attacchi e contrattacchi, da una parte e dall’altra, da una trincea all’altra e combattuto a colpi di missili balistici, di armi chimiche, e di attacchi in massa che provocherà centinaia di migliaia di vittime e di profughi.

Giovanni Minoli torna con “Mixer – Vent’anni di televisione”. La storia del rotocalco d’attualità che ha segnato un’epoca

Lunedì 21 aprile 1980: su Rai2 debutta MixerIl piacere di saperne di più, programma ideato e condotto da Giovanni Minoli – 100 minuti di televisione che per due decenni segneranno un’epoca e rivoluzioneranno il linguaggio, la conduzione, la grafica della tv e dell’informazione televisiva.

Un rotocalco d’attualità senza precedenti che con i serrati “Faccia a faccia” di Giovanni Minoli, le inchieste, i reportage, i sondaggi, le pagine sul costume, gli esteri, l’economia, lo spettacolo e lo sport, ha raccontato fino alla fine degli anni Novanta i 20 anni che hanno cambiato la storia del nostro Paese.

Con “Mixer – Vent’anni di televisione”, a partire da giovedì 12 gennaio 2023 su Rai3 in seconda serata - e dal 18 gennaio anche il mercoledì alle 21.15 su Rai Storia - Giovanni Minoli torna a ripercorrere quell’avventura televisiva, puntata dopo puntata, anno dopo anno, rilegando frammenti di memoria collettiva in un album del nostro tempo.

Storie della tv. 90° minuto

Una sigla indimenticabile, con quelle immagini dello stadio che si riempiva di tifosi in pochi secondi, e poi una galleria di volti entrati nella storia del piccolo schermo. Si apre con “90° minuto” – di Roberto Fagiolo, con la regia di Agostino Pozzi – la nuova stagione di “Storie della Tv”, la serie di Rai Cultura realizzata con la consulenza e la partecipazione di Aldo Grasso, in onda mercoledì 18 gennaio alle 22.10 su Rai Storia. Appuntamento cardine della domenica pomeriggio, “90° minuto” nasce nel ’70 dalla mente di due grandi giornalisti sportivi come Paolo Valenti e Maurizio Barendson per essere la sintesi della giornata di campionato e dal 1976 assume una nuova formula con i collegamenti dagli stadi coordinati da Paolo Valenti, dove gli inviati dalle sedi locali diventano, con gli anni, dei volti riconoscibili dai tifosi e dai non tifosi.

GIOVEDI’ 19/01/2023

Passato e Presente. Giovanni XXIII, uomo del dialogo

Doveva essere un papa di transizione, un uomo che a causa dell’età avanzata, conducesse la Chiesa in maniera prudente, quasi immobile, attraverso i turbolenti anni ‘60. E invece, in poco più di quattro anni di pontificato, Giovanni XXIII riuscirà a spiazzare tutti e a rivoluzionare il corso della storia della Chiesa Cattolica. Un personaggio al centro del nuovo appuntamento con Passato e presente in onda giovedì 19 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio Paolo Mieli e il prof. Alberto Melloni.

Con il suo stile improntato al dialogo e alla comprensione, seppe farsi apprezzare come diplomatico prima e come pastore poi. Angelo Giuseppe Roncalli, papa Giovanni XXIII, con il Concilio Vaticano II ha introdotto la chiesa nella modernità e con l’enciclica “Pacem in Terris”, ha innovato definitivamente la dottrina della Chiesa sulla pace, riuscendo a scongiurare una possibile guerra nucleare.

a.C.d.C. Il grande viaggio dei Vichinghi

I Vichinghi trascorrono periodi sempre più lunghi nelle zone di razzia ed i sovrani carolingi si trovano più volte costretti a pagare dei riscatti per evitare i saccheggi. Progressivamente i Vichinghi si integrano nella società carolingia adottando i costumi locali. Convertendosi al Cristianesimo le élites vichinghe hanno l’opportunità di migliorare i rapporti commerciali e diplomatici sia con i carolingi sia con i re anglosassoni in Inghilterra. Nel 911 il carismatico capo vichingo Rollone assume il titolo di duca di Normandia. L’integrazione è un fatto compiuto, ed è al centro dell’appuntamento con “Il grande viaggio dei Vichinghi”, in onda per “a.C.d.C.”, il ciclo introdotto come di consueto da Alessandro Barbero, e in onda giovedì 19 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. A seguire, alle 22.10, un epico finale di stagione: dopo la morte del re Edoardo il Confessore nel 1066 si apre in Inghilterra la lotta per la successione. Il duca di Normandia, Guglielmo, discendente di Rollone, può vantare dei diritti sul trono. L’arazzo di Bayeux è una straordinaria testimonianza delle operazioni militari – la preparazione, il viaggio, la battaglia – attraverso le quali i Normanni di Guglielmo sconfiggono ad Hastings i Sassoni di Aroldo ed assumono il controllo sull’Inghilterra.

VENERDÌ 20/01/2023

Passato e Presente. La terza via di Clinton

Il 20 gennaio 1993 Bill Clinton, 42° presidente degli Stati Uniti, si insedia alla Casa Bianca. Un democratico torna al governo del paese dopo 12 anni, durante i quali i principi che erano stati alla base del New Deal e della Great Society di Roosevelt e Johnson sono stati completamente accantonati. A “Passato e Presente”, in onda venerdì 20 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Ferdinando Fasce. In nome del liberismo, le amministrazioni di Reagan e Bush hanno tagliato le tasse ai ricchi, ridimensionato i programmi di welfare e abolito una buona parte della regolamentazione pubblica dell’economia. I costi sociali sono stati altissimi e una porzione sempre più grande della ricchezza nazionale si è concentrata nelle fasce di reddito più alte. Convinto che molti dei cambiamenti introdotti dalla rivoluzione reaganiana siano irreversibili, Clinton vuole percorrere una terza via tra il liberismo repubblicano e il dirigismo democratico e propone una nuova sintesi tra i principi di giustizia sociale e protezione delle minoranze, da sempre difesi dalla sinistra, e i più tradizionali valori della famiglia e della responsabilità individuale custoditi dalla destra.

La bussola e la clessidra. La via del guerriero: Khunbish, guerriero mongolo

In questo episodio scopriamo la vita del giovane Khunbish, cavaliere mongolo che, dopo un’infanzia difficile, entrerà a far parte di uno degli eserciti più temuti della storia. Si conclude così questa edizione de “La bussola e la clessidra”, in onda venerdì 20 gennaio alle ore 21.10 in prima visione su Rai Storia.

Nel bunker di Hitler

Il 30 aprile 1945, all'interno del bunker di Hitler, mentre l'esercito sovietico avanza, un deluso e sempre più paranoico Adolf Hitler si suicida. Lo stesso giorno, i sovietici issano la loro bandiera rossa in cima al Reichstag e una settimana dopo viene firmato l'armistizio. La Seconda guerra mondiale è ufficialmente finita. Quasi 75 anni dopo, sono emerse nuove prove che rivelano cosa sia realmente accaduto all'interno del bunker durante le ultime ore del Terzo Reich. Attraverso rievocazioni storiche con attori, “Cronache di Hitler”, in onda venerdì 20 gennaio alle 22.10 su Rai Storia, segue le tracce di cinque soldati che sono stati in grado di entrare nel bunker dopo la guerra e rivela i documenti segreti che sono stati ritrovati.

SABATO 21/01/22

Passato e presente. Matilde di Canossa, regina senza corona

Il mito di Matilde di Canossa - tramandato sino a oggi dal suo primo biografo, Donizone, poi da Dante, da Tasso e da molti altri - non rende giustizia alla sua storia. La ripercorreranno Paolo Mieli e la professoressa Tiziana Lazzari a “Passato e Presente”, in onda sabato 21 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. Matilde non è la donna devota, quasi santa, o l’eroina di mille battaglie che in tanti hanno descritto. Né la misteriosa figura femminile che si offre al papa, o quella volubile e capricciosa tratteggiata dai suoi detrattori, come Voltaire. Quella di Matilde di Canossa è una storia perfettamente incastonata nel suo tempo, il secolo XI, che vede Papato e Impero impegnati in una lotta senza quartiere per la supremazia della cristianità e l’ordinamento feudale sempre più compromesso dall’affermarsi delle autonomie cittadine. E Matilde, in questi avvenimenti così decisivi, svolge un ruolo politico determinante. Discendente della dinastia dei Canossa, è una donna consapevole del potere che esercita e la sua vita è intensa e ricca di successi: collabora alla vittoria della Riforma gregoriana e riesce a difendere i suoi territori resistendo e poi sconfiggendo l’imperatore Enrico IV.

Cinema Italia. Cadaveri eccellenti

In un paese immaginario dell’Italia meridionale dove vengono assassinati alcuni magistrati. Il commissario Rogas, interpretato da Lino Ventura, indaga sui possibili collegamenti tra gli omicidi. E’ il film “Cadaveri eccellenti” di Francesco Rosi, tratto dal celebre romanzo "Il contesto", in onda sabato 21 gennaio alle 21,10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Il film sancisce la collaborazione di due grandi intellettuali, Sciascia e Rosi, che hanno saputo raccontare, ciascuno nel proprio ambito, la complessità del nostro Paese. Il cast è di altissimo livello: Lino Ventura, Renato Salvatori, Max Von Sydow, Alain Cuny, Fernando Rey, Charles Vanel, Francesco Callari, Paolo Bonacelli, Tino Carraro.

Le indagini del commissario Rogas rivelano un complotto in cui convengono interessi politici e finanziari, ma la verità che ne esce fuori è talmente scomoda, che le si preferirà una versione ufficiale non veritiera, evitando così scontri di piazza e il pretesto per un colpo di Stato.

La fotografia è di Pasqualino De Santis, il montaggio di Ruggero Mastroianni, le musiche di Piero Piccioni e Astor Piazzolla. La sceneggiatura è di Tonino Guerra, Lino Iannuzzi e lo stesso Francesco Rosi. La scenografia è firmata da Andrea Crisanti, Aurelio Crugnola, Mario Ceroli, Renato Guttuso e Mario Schifano.

Documentari d’autore 1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani

Il 5 settembre 1938 vengono pubblicate, in Italia, le cosiddette “Leggi razziali”, la legislazione antisemita: una pagina tragica e vergognosa che Rai Cultura rilegge in “1938. Quando scoprimmo di non essere più italiani”, in onda sabato 21 gennaio alle 23 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”. In primo piano, le vicende degli italiani, ebrei e non ebrei, durante il periodo che va dalla pubblicazione delle leggi alla deportazione degli ebrei dall'Italia tra il 1943 e il 1945. Il documentario propone punti di vista a volte contrapposti, per spiegare cosa significarono concretamente, nella vita di tutti i giorni, le leggi razziali. A parlare, non sono solo i perseguitati, ma anche i persecutori e gli altri testimoni, quella stragrande maggioranza di italiani che non aderirono all'applicazione delle leggi razziali, ma neanche si opposero. Le vicende degli anni 1938-1945, in particolare, vengono raccontate attraverso le storie esemplari di cinque personaggi e delle loro famiglie.


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