Storie d'Europa, di legalità ed educazione
DOMENICA 21/05/2023
Insieme. Storie dall’Europa
Cosa lega il trattato di Maastricht del 1992 o quelli di Roma del 1957, al concerto dei Rolling Stones a Varsavia nel 1967, o a quello di Bruce Springsteen a Berlino Est, nel 1988? Per quanto diversi, sono tutti eventi che hanno contribuito all’abbattimento dei confini politici e culturali nel vecchio continente, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, favorendo la nascita dell’Unione Europea. Nella puntata “Storie dall’Europa” di “Insieme”, il magazine di Rai Storia che racconta il Paese che ricomincia, e in onda su Rai Storia domenica 21 maggio alle 9:30 in occasione dell’anniversario della morte di Altiero Spinelli (23.05.1986), Serena Scorzoni con gli approfondimenti dei professori Francesco Gui e Guido Crainz, va alla scoperta di alcune tappe cruciali della storia culturale e sociale comunitaria, e di alcuni protagonisti inaspettati che hanno accompagnato il processo istituzionale di unificazione. Dalla comunità scientifica alle subculture giovanili, dal turismo ai mass media: sono molteplici i fattori che hanno surrogato e talvolta anticipato l’iniziativa politica, spianando la strada a un destino che dalla fine della Seconda guerra mondiale ai giorni nostri, nonostante le difficoltà e gli incidenti di percorso, sembra ineluttabile. Un destino che Altiero Spinelli e Ernesto Rossi avevano intuito e prefigurato in un documento di rara bellezza, che proprio quest’anno festeggia gli 80 anni di vita, passato alla storia come “Il Manifesto di Ventotene”.
Incontro con Charles Aznavour
In occasione dell’anniversario della nascita - il 22 maggio – Rai Cultura propone "Incontro con Charles Aznavour" in onda domenica 21 maggio alle 11.15 e in replica alle 19.45 su Rai Storia. Si tratta di un’intervista ad Aznavour sul suo rapporto con l'Italia, sulla sua carriera, sul suo rapporto con le donne, sulla sua vita privata e sui temi e le caratteristiche delle sue canzoni.
Passato e Presente Charles Lindberg, l’aviatore che trasvolò l’oceano
Charles Lindbergh entra nella leggenda nel 1927, quando, a 25 anni, a bordo di un piccolo monoplano, compie in solitaria un’impresa che non era mai riuscita a nessuno: la trasvolata dell’Atlantico, da New York a Parigi, senza scalo. Paolo Mieli e il professor Mauro Canali ripercorrono la sua vita a “Passato e Presente” in onda domenica 21 maggio alle 20.30 su Rai Storia. Dopo la trasvolata, la sua fama diventa planetaria, ispira racconti letterari e cinematografici. Lindbergh diventa una figura chiave nello sviluppo dell’aviazione commerciale americana e le principali linee aeree se ne contendono la consulenza e il nome. Un nome che, nella primavera del 1932, con il rapimento e l’uccisione di suo figlio - Charles junior, di 20 mesi - si trasforma in un incubo. Lindbergh si trasferisce allora in Europa, dove diventa ambasciatore onorario nel settore aeronautico. In questa veste, visita gli impianti della Luftwaffe, restando ammirato dall’efficienza e dal progresso tecnologico della Germania nazista. Al suo ritorno negli Stati Uniti, nel 1939, convinto della superiorità tecnica tedesca, si batte per il non intervento dell’America in guerra, entrando in polemica con l’amministrazione Roosevelt. La sua reputazione è ormai compromessa dal sospetto del tradimento e dalle accuse di filonazismo.
Binario cinema * La mafia uccide solo d’estate
Dalla strage di via Lazio del dicembre del 1969, in cui viene giustiziato il boss Michele Cavataio, soprannominato il Cobra, al giugno del 1992 della strage di via D'Amelio, in cui, a poche settimane da Capaci, trovano la morte il giudice Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta, la storia criminale di Cosa Nostra segna tutta intera l’esistenza di Arturo. Debutto di Pif sul grande schermo, il film “La mafia uccide solo d’estate”, in onda sabato 21 maggio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario Cinema”, ha fatto il pieno di riconoscimenti: 2 David di Donatello, 2 Nastri D'Argento, 1 Globo d'oro, 1 Ciak d'oro e 1 European Film Award 2014. Regia di Pif. Con Pif, Cristiana Capotondi, Teresa Mannino, Nino Frassica.
LUNEDI’ 22/05/2023
Passato e Presente. 94, la legge della discordia
Dopo anni di battaglie delle donne del movimento femminista e del partito radicale, e dopo un iter parlamentare lungo 5 anni che ha diviso il Paese, nel 1978 una norma sancisce la possibilità per le donne italiane di interrompere una gravidanza indesiderata gratuitamente, presso le strutture pubbliche, entro i 90 giorni dal concepimento. Paolo Mieli discute di questa conquista e delle sue conseguenze con il professor Emmanuel Betta a “Passato e Presente”, in onda sabato 22 maggio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Sostenuta dal servizio di informazione su contraccezione e maternità svolto dai consultori, l’applicazione della 194 ha permesso di ottenere significativi risultati, con la quasi totale scomparsa degli aborti clandestini. Ma il tema dell’aborto non ha mai smesso di essere controverso e gli attacchi alla legge non sono mancati. Dopo il fallito tentativo di abrogazione con il referendum del 1981, nell’ultimo decennio è stata altissima la percentuale di ginecologi che hanno scelto l’obiezione di coscienza, facendo riapparire la piaga degli aborti clandestini e i viaggi per abortire all’estero tra le donne più abbienti.
I predatori dell’arte perduta * Monuments Men
Durante la Seconda Guerra Mondiale i nazisti saccheggiarono alcune delle più grandi opere d'arte del mondo. Alcuni dei più grandi capolavori dell'arte sono scomparsi misteriosamente senza lasciare alcuna traccia. Ma gli Alleati sono riusciti in parte a recuperarle. Attraverso minuziose ricostruzioni e il contributo di storici ed esperti, lo speciale “I predatori dell’arte perduta – Monuments Men” in onda lunedì 22 maggio alle 21.10 in prima visione su Rai Storia va alla scoperta dei segreti di queste opere e spiega quali tesori mancano ancora all'appello. Lo speciale è introdotto dal professor Lutz Klinkhammer.
Roma. Eterno cambiamento * Scatti di inizio Novecento
Rai Storia dedica una puntata speciale alla scoperta di due collezioni di foto per lo più inedite che ritraggono Roma tra il 1902 e il 1914. Di Dario Pasquini, scritto con Marta La Licata, regia Federico Cataldi, “Roma. Eterno cambiamento” andrà in onda in prima visione lunedì 22 maggio alle 22.10 su Rai Storia.
I protagonisti sono due personaggi molto diversi fra loro: Maria Ponti Pasolini, una contessa di origine lombarda, colta e appassionata di arte e architettura, realizza una serie di fotografie di architettura minore, con l’intento di lasciare traccia dei beni artistici che rischiano la demolizione durante le trasformazioni urbanistiche in corso per l’espansione di Roma. Giulio Valli, figlio di Candido, un imprenditore di Narni che investe nell’edilizia, è un ufficiale di Marina affascinato dal progresso e dalla modernità che lascia una collezione di lastre fotografiche che raccontano uno straordinario volo da Roma a Mentana a bordo di un pallone aerostatico del Genio militare.
A raccontare le loro storie sono le generazioni successive: Enrica Pasolini dall’Onda e Giannetto Valli che mostrano le collezioni a Dario Pasquini, storico dell’età contemporanea appassionato di arte e fotografia, che porta così alla luce immagini di ville e giardini minori di cui si era persa memoria e contesti da tempo scomparsi.
Il contributo di esperti come lo storico dell’età contemporanea Vittorio Vidotto, la docente di restauro architettonico Elisabetta Pallottino, la storica della pedagogia Tiziana Pironi, la storica della fotografia dell’Accademia Americana Lindsay Harris e lo storico dell’architettura Fernando Bilancia.
MARTEDI’ 23/05/2023 (GIORNATA DELLA LEGALITA’)
Il giorno e la storia (Ore 00.10 e in replica 08:30, 11:30, 14, 20 ca.)
Il 23 maggio 1992 nel tragitto da Punta Raisi a Palermo, all'altezza dello svincolo autostradale di Capaci, un ordigno di potenza inaudita travolge la Fiat Croma blindata su cui viaggia il giudice Giovanni Falcone e le due auto della scorta. Falcone è, insieme a Borsellino, il simbolo della lotta dello Stato alla mafia, esemplificata dal maxiprocesso che mette alla sbarra i più importanti boss di Cosa Nostra e termina il 16 dicembre 1987 con la condanna per 360 dei 475 imputati. Nell’esplosione, perdono la vita Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti Rocco Di Cillo, Vito Schifani, Antonio Montinaro.
Passato e Presente
L'Italia scopre la mafia con il Prof. Giovanni De Luna (Ore 9 e in replica alle ore 14)
La presenza di Cosa Nostra nella vita istituzionale dell’Italia risale ai tempi della formazione dello Stato unitario. Eppure, per circa un secolo, della mafia in Italia non si è parlato, se non come di un fenomeno circoscritto alle tradizioni siciliane. Qualcosa comincia a cambiare agli inizi degli anni Sessanta grazie al coraggio di uomini e donne che decidono di combatterla apertamente, spesso a costo della vita. Tra questi Pio La Torre, promotore, insieme a Virginio Rognoni, della legge che ha introdotto il reato di associazione di tipo mafioso (416 bis) e assassinato nel 1982. Un ruolo decisivo nella costruzione di una narrazione pubblica intorno alla mafia lo ricopre anche la televisione: prima con le inchieste sulla malavita, poi con una produzione di impegno civile come La Piovra, in onda sul piccolo schermo a partire dal 1984. Lo sceneggiato fu capace di rappresentare al grande pubblico il fenomeno della mafia imprenditoriale, i cui tentacoli si allungano dai piccoli spacciatori fino al cuore del potere politico. Mentre La Piovra riscuote in Italia un successo di pubblico senza precedenti e viene distribuita in tutto il mondo, a Palermo si svolge il Maxiprocesso, che porta alla condanna dei maggiori boss dell’epoca, come Totò Riina e Bernardo Provenzano. Il Maxiprocesso segna la prima grande vittoria dello Stato sulla mafia, ma anche l’inizio del periodo stragista di Cosa Nostra, che culminerà negli omicidi dei giudici Falcone e Borsellino. Del processo storico di disvelamento della realtà mafiosa parlerà il prof. Giovanni De Luna insieme a Paolo Mieli.
Pietro Scaglione, la prima vittima (Ore 9:30)
La storia della morte del Procuratore Pietro Scaglione, assassinato a Palermo il 5 maggio 1971, è il baricentro del racconto dei primi anni della lotta alla mafia, quando gli strumenti in mano agli investigatori erano ancora pochi e di Cosa Nostra ancora non si sapevano struttura e organizzazione. La vita del Procuratore permette di riavvolgere il nastro fino al dopoguerra, alle lotte contadine, arrivando agli anni del Sacco di Palermo, ai rapporti tra mafia e politica, e alla prima guerra di mafia.
Diario civile - L'ora, storia di un giornale antimafia (Ore 10:30)
La storia del giornale L'Ora è intrecciata con quella della città di Palermo e con la carriera di tantissimi giornalisti diventati famosi. Nato all'epoca dei Florio, nel 1900, il giornale vive il suo periodo d'oro negli anni della direzione di Vittorio Nisticò, dal 1954 al 1975. E' in quest'epoca che nasce il giornalismo antimafia, che tre generazioni di cronisti, che diventeranno famosi e faranno grandi carriere, si formano nella redazione di Piazzetta Napoli. Il racconto delle battaglie del giornale si intreccia così con i casi di cronaca più significativi e con i drammi che hanno portato alla morte di tre cronisti de L'Ora, Cosimo Cristina, Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato. Un percorso che attraversa la storia della Sicilia, dalla prima inchiesta antimafia nel 1958 fino al terremoto del Belice, dal governo regionale di Silvio Milazzo alla guerra di mafia degli anni 80, impreziosito dalla collaborazione di intellettuali come Leonardo Sciascia. Fino alla chiusura del giornale, nel 1992, a pochi giorni dalla strage di Capaci. Andrea Camilleri ricorda i suoi primi passi da scrittore, parlando per la prima volta in televisione dei racconti che inviò nel 1949 al giornale e che L’Ora pubblicò.
Boris Giuliano, un commissario a Palermo (Ore 11:50)
Il ricordo del capo della squadra mobile di Palermo, ucciso il 21 luglio 1979. Giuliano fu tra i primi a capire le trasformazioni criminali di Palermo negli anni ‘70 e a cogliere i rapporti tra Cosa Nostra e la politica, il primo a indagare su Totò Riina, negli anni in cui prendeva il potere e preparava la mattanza che avrebbe insanguinato Palermo dal 1978 al 1983. Quando fu ucciso, da Leoluca Bagarella, Boris Giuliano stava indagando su un enorme evasione fiscale che sarebbe stata una tangentopoli ante litteram, ma aveva anche condotto inchieste sulle esattorie dei cugini Salvo e sul caso De Mauro. Il suo metodo investigativo, condiviso con una "squadra" di uomini a lui legatissimi, ha rivoluzionato il modo di fare indagini in Italia, come ha ammesso anche Giovanni Falcone. Il documentario racconta anche l'uomo Boris, un padre di famiglia e un amico che ha lasciato un ricordo vivo e indelebile in chi lo ha incontrato.
SeDici Storie. Cesare Terranova (Ore 12:50)
Cesare Terranova è stato unmagistrato antimafia di lungo corso, ha legato il suo nome ai primi processi contro Cosa Nostra, nei quali non fu possibile condannare gli imputati perché non esisteva ancora il reato di associazione mafiosa. Memore di queste esperienze si batté per modificare la legislazione contro la criminalità organizzata, facendo anche parte della Commissione Parlamentare antimafia nel 1976, in seguito ad una esperienza da parlamentare (eletto sia nel 1972 che nel 1976). Qui in una relazione di minoranza, Terranova metteva in guardia dai rapporti delle cosche siciliane con alcuni esponenti politici e sottolineò il grumo di malaffare che stava avvolgendo la Sicilia. Negli anni precedenti, era stato Procuratore di Marsala (come sarebbe toccato anni dopo a Paolo Borsellino) occupandosi del caso del “mostro di Marsala” di cui tanto furono piene le cronache nel 1971. Tornato a Palermo nel 1979, in qualità di Consigliere di Cassazione (in attesa di essere nominato con tutta probabilità a Capo dell’Ufficio Istruzione), fu ucciso in un agguato il 25 settembre 1979, con il suo autista, il Maresciallo Lenin Mancuso. Intervengono in puntata il professor Salvatore Lupo, il Dott. Carmine Mancuso (figlio dell’agente di scorta deceduto), Geraldina Piazza (nipote di Terranova), Salvatore Cusimano.
Viva la storia. Rocco Chinnici (Ore 13:30)
“Per me la mafia è tutto e non è niente, per me la mafia è solo ignoranza, è una specie di cancro, inaspettato, che colpisce molte cose e non sai come difenderti. La mafia è un fenomeno sociale, politico ed economico” così si esprime uno dei ragazzi del liceo Vittorio Emanuele II di Palermo, protagonisti della puntata di “Viva la storia” dedicata a Rocco Chinnici, il magistrato ucciso da Cosa Nostra il 29 luglio 1983, che Rai Cultura ripropone nella giornata della legalità per ricordare il giudice che ideò il pool antimafia. L’attentato al giudice – un’autobomba esplosa sotto la sua casa, in via Pipitone a Palermo – è la prima strage mafiosa di tipo terroristico e “Viva la storia”, con Linda Stroppa, racconta il giudice e l’uomo che ha sfidato la mafia e pagato il prezzo della sua grande onestà, un uomo dello Stato che ha combattuto per far trionfare la giustizia.
Piersanti Mattarella, 6 gennaio 1980(Ore 15)
Il 6 gennaio 1980, il presidente della Regione Sicilia, Piersanti Mattarella, viene ucciso in un agguato sotto casa, in via Libertà a Palermo. Un uomo che innova profondamente la politica siciliana, con provvedimenti coraggiosi, in particolare in materia economica, contro la mafia e il malaffare che domina la Sicilia in quell'epoca. Allievo e pupillo di Aldo Moro, Mattarella prova a riprodurre in Sicilia l'esperimento delle alleanze tra comunisti e democristiani, ma il sequestro e l'uccisione di Moro ne condizionano la strada politica. Nel periodo in cui Cosa Nostra alza il tiro verso gli uomini delle istituzioni, Piersanti Mattarella vede stringersi il cerchio attorno a sé, e comincia a temere per la sua vita, ma non abbandona i propositi di cambiamento e rinnovamento che lo portano ancora oggi ad essere un punto di riferimento nella storia politica italiana.
Lo speciale "Piersanti Mattarella, 6 gennaio 1980", scritto da Alessandro Chiappetta per la regia di Agostino Pozzi Rai Storia, ricostruisce il contesto in cui è maturato il delitto, le successive indagini e la storia processuale. Ma soprattutto racconta la figura umana e politica di Piersanti Mattarella, con le immagini delle Teche Rai, le interviste rilasciate da lui stesso e alcune fotografie inedite. A ricordarlo, tra gli altri, Giovanni Grasso, biografo di Piersanti Mattarella; i giornalisti Nino Rizzo Nervo, Giovanni Pepi e Bianca Cordaro; l'ex consigliere giuridico Leoluca Orlando; l'ex consigliere economico Salvatore Butera; l'ex Procuratore Capo di Palermo, Leonardo Agueci; l'ex giudice istruttore del Tribunale di Milano, Giuliano Turone; e Padre Bartolomeo Sorge.
Italiani. Carlo Alberto Dalla Chiesa (Ore 16)
Successi e riconoscimenti alternati a sconfitte e grandi amarezze segnano la vicenda umana e professionale del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, tra i principali protagonisti, per almeno due decenni, della lotta al terrorismo e alla criminalità mafiosa. Con l’introduzione di Paolo Mieli e le interviste ai figli Nando e Rita, allo storico Vladimiro Satta, a Giovanni Bianconi e al Gen. Giampaolo Sechi, a lui è dedicato lo speciale in onda su Rai Storia per il ciclo “Italiani”.
Piemontese, nato a Saluzzo nel 1920, Dalla Chiesa segue le orme del padre, generale dei Carabinieri che aveva prestato servizio in Sicilia con il prefetto Mori durante il fascismo. Entrato ventiduenne a far parte dell’Arma e subito destinato al comando della caserma di San Benedetto del Tronto, Carlo Alberto Dalla Chiesa, dopo l’8 settembre, comincia a collaborare con la resistenza marchigiana: un’esperienza a cui attribuirà sempre un valore fondamentale. Nel luglio del 1946, sposa Dora Fabbo, anche lei figlia di un ufficiale dei carabinieri. Tre anni dopo, promosso capitano, chiede di essere trasferito a Corleone ed entra a far parte delle “Forze di Repressione del Banditismo” del Generale Luca, che operano contro le bande di Salvatore Giuliano. Per i brillanti risultati ottenuti Dalla Chiesa è decorato di Medaglia d’Argento al Valor Militare. Negli anni ‘60 Dalla Chiesa ricopre diversi importanti incarichi, prima di tornare in Sicilia, nel 1966, col grado di colonnello, per dirigere la Legione Carabinieri di Palermo. Delicate e complesse sono le indagini che si trova a svolgere in questa fase: dalla scomparsa del giornalista Mauro de Mauro, alla strage di Viale Lazio all’omicidio del Procuratore capo di Palermo, Pietro Scaglione. È in questi anni che Dalla Chiesa, insieme ad una formidabile dedizione al lavoro mette in evidenza notevoli doti investigative. Promosso Generale di Brigata nel 1973, Dalla Chiesa assume il comando della Regione Nord-Ovest. Inizia il capitolo che lo vedrà per diversi anni impegnato nello scontro con le Brigate Rosse: prima alla guida del Nucleo Speciale Antiterrorismo, poi, nel 1978, dopo la drammatica conclusione del sequestro di Aldo Moro, come Coordinatore delle Forze di Polizia e degli Agenti Informativi per la lotta contro il terrorismo. Un incarico che lo porta a conseguire importanti successi: dal blitz nel covo brigatista di via Monte Nevoso all’arresto di Patrizio Peci, esponente di spicco delle BR il cui successivo pentimento costituisce una svolta cruciale nella lotta al terrorismo. Dal 1979 a capo della I Divisione Pastrengo, Carlo Alberto Dalla Chiesa nel 1981 viene nominato Vice Comandante Generale dei Carabinieri, lo stesso grado che aveva ricoperto suo padre. Grandi dolori e cocenti delusioni si sono nel frattempo affacciati nella vita di Dalla Chiesa: dalla morte della moglie Dora, alle sempre più frequenti polemiche in cui viene coinvolto, a partire dall’iscrizione alla Loggia P2, appartenenza che Dalla Chiesa smentirà sempre con decisione. Nel maggio del 1982, subito dopo l’assassinio del deputato comunista Pio La Torre, Dalla Chiesa è nominato dal Governo Spadolini, Prefetto di Palermo. Per la terza volta è in Sicilia con il difficilissimo compito di contrastare la mafia ora guidata dai Corleonesi Totò Riina e Bernardo Provenzano. Cento giorni dopo, il 3 settembre a Palermo, il generale Dalla Chiesa è vittima, insieme alla seconda moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo di un agguato mortale. Qui è morta la speranza dei palermitani onesti scrive qualcuno su un cartello, in via Isidoro Carini, poche ore dopo l’attentato.
Italiani. Don Puglisi (Ore 16:45)
Palermo, sera del 15 settembre 1993: don Giuseppe Puglisi - parroco del quartiere Brancaccio, dove è nato lo stesso giorno, cinquantasei anni prima - è appena sceso dall’auto e sta per rientrare a casa, in piazzale Anita Garibaldi. Ma qualcuno lo aspetta e gli spara alla nuca. Un’esecuzione mafiosa che diventa martirio per l’uomo che più volte, pubblicamente, ha sfidato Cosa Nostra e si è battuto per dare futuro e speranza ai giovani, togliendoli dalla strada. Lo speciale racconta la vita e l’impegno di don Puglisi attraverso le testimonianze di quanti lo hanno conosciuto.
Francesca Laura Morvillo (Ore 18:30)
In occasione dell’anniversario della strage di Capaci Rai Storia dedica una puntata speciale a Francesca Morvillo, magistrato e moglie del giudice Giovanni Falcone. Il 23 maggio del 1992 perdono la vita insieme a bordo della Fiat Croma che li sta portando a casa. Il tritolo non risparmierà tre degli agenti di scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani che accompagnavano i magistrati. Lo speciale racconta la storia, rimasta nell’ombra in questi anni, di una delle prime donne che scelgono la carriera in magistratura proprio dopo l’apertura della carriera alle donne del 1964. L’attività di Francesca Morvillo viene analizzata dalla storica Giovanna Fiume e dalla giurista Paola Maggio e arricchita dalle testimonianze dai magistrati Francesco Messineo e Toti Salvago, suoi compagni di studio e colleghi. A raccontare gli anni di attività alla Procura del Tribunale per i minori è una delle prime magistrate siciliane, Marisa Ambrosini, giudice e amica di Francesca Morvillo. Viene fuori il ritratto di una donna volitiva, instancabile lavoratrice, saggia e riservata che ha scelto di condividere con Falcone la vita blindata, la complicata quotidianità, ma anche le questioni giuridiche che erano alla base del lavoro incessante del pool antimafia. Di questo sono testimoni Giuseppe Ayala, Pietro Grasso e la sorella del giudice, Maria Falcone. In controluce si snoda la storia di una città vessata dalla mafia: Palermo, città in cui tutti hanno tratto profitti dal malaffare e in cui è stato difficile innescare un cambiamento, come raccontano il sindaco Leo Luca Orlando e la giornalista Bianca Stancanelli. Oggi Palermo sembra riscoprire Francesca Morvillo: al balcone del liceo Vittorio Emanuele, il liceo che lei ha frequentato, compare un lenzuolo col suo nome, le è stata intitolata una biblioteca universitaria e la sua tesi di laurea sta per essere pubblicata e potrà essere consultata dagli studenti che scelgono di dedicarsi alla legge e alla cultura della legalità.
Telemaco. Palermo, lenzuoli contro la mafia (Ore 19:30)
Carla Oppo racconta Palermo, che ha vissuto, agli inizi degli anni ’90, una della più terribili stagioni di mafia. Obiettivo, in particolare, su due esperienze simbolo della ribellione civile alla barbarie della mafia: il Comitato dei lenzuoli bianchi e le Donne del digiuno. Un percorso nei luoghi della memoria con i protagonisti delle battaglie dell'antimafia in Sicilia, di ieri e di oggi.
Passato e Presente. Falcone e Borsellino, l'impegno e il coraggio con il prof. Salvatore Lupo (Ore 20:30 replica delle 13:15 su Rai3)
Il 23 maggio 1992 la mafia uccide il giudice Giovanni Falcone: stava per diventare procuratore nazionale antimafia. 57 giorni dopo, il 19 giugno, perde la vita per mano di Cosa nostra anche Paolo Borsellino, il magistrato che, con Falcone, aveva fatto parte del pool antimafia e costruito l’impianto del maxiprocesso di Palermo aperto nel 1986. La mafia non solo non è stata sconfitta, ma sferra il suo colpo più eclatante. In occasione del 29esimo anniversario della strage di Capaci, il professor Salvatore Lupo e Paolo Mieli dedicano all’impegno e al coraggio di Falcone e Borsellino l’appuntamento con “Passato e Presente”. Scompaiono dalla scena i due magistrati simbolo della lotta alla mafia. Quella lotta che aveva attaccato frontalmente Cosa nostra, portato alla sbarra i vertici e condannato, il 20 gennaio del 1992, 360 imputati. Per il Paese, scosso nel profondo, è il momento della presa di coscienza. Nel 2000, Palermo adotta la Convenzione Delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata, un trattato transnazionale ratificato da 188 Stati. Con la Convenzione di Palermo, il pensiero di Giovanni Falcone e il lavoro da lui svolto con le cancellerie e le procure europee e internazionali, diventa il punto di partenza nella lotta alla criminalità organizzata.
5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità * Odissea. Giganti e amanti
La paleontologia, la botanica e l’attenzione di Omero al mondo femminile sono le chiavi per risalire all’origine dei grandi misteri dell’Odissea. La scienza ancora una volta si rivela la chiave per inoltrarsi al di là del mito e per scoprire le realtà nascoste nelle vicende narrate. La paleopatologia e la paleontologia rivelano quali malattie e quali fossili preistorici potrebbero essere all’origine dei miti sui giganti, la botanica e la chimica aiutano a comprendere le pozioni magiche di Circe. Ma c'è molto di più. L’attenzione di Omero ai personaggi femminili rende plausibile l'ipotesi che il grande poeta fosse in realtà una bellissima principessa. Ad introdurre il tema nel nuovo appuntamento con “Odissea” e con “5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità” in onda in prima visione martedì 23 maggio alle 21.10 su Rai Storia, in studio con Giorgio Zanchini, Silvia Romani, Professoressa di Mitologia, di Religioni classiche e di antropologia del mondo classico all'Università degli Studi di Milano.
Falcone e Borsellino. C’era una volta a Palermo(ore 22.10)
Pomeriggio del 23 maggio 1992, ore 17.58: il giudice Giovanni Falcone muore in un attentato a Capaci insieme alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della sua scorta. Dalla morte di Falcone iniziano i 57 giorni più difficili del magistrato che più di altri ha condiviso con lui i successi e le difficoltà della stagione di lotta contro la mafia: l’amico Paolo Borsellino. Lo Speciale “Diario civile – Falcone e Borsellino. C’era una volta a Palermo”, in onda su Rai Storia, racconta il rapporto tra i due magistrati, gli anni del pool di Palermo, i mesi dei veleni, l'anno di Falcone alla Direzione dell'Ufficio Affari Penali al Ministero di Grazia e Giustizia, a Roma.
Alla morte di Falcone, Borsellino vuole fare luce sulle cause e trovare i responsabili dell’attentato. Ma Paolo Borsellino il 19 luglio in via d’Amelio, dove abita la madre che va periodicamente a trovare, va incontro al suo destino segnato. Alle 16.58 un’autobomba piazzata sotto il condominio uccide il magistrato e i 5 agenti di scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
SeDici Storie. Libero Grassi (Ore 23:45)
Libero Grassi, imprenditore palermitano, fu ucciso il 29 agosto 1991, dopo aver “sfidato” i suoi estorsori con una lettera pubblica e alcune apparizioni televisive, in cui si mostrava non allineato ai commercianti e imprenditori che pagavano il pizzo a Cosa Nostra. Era una rivoluzione per la coscienza antimafia di quel tempo, un pericoloso esempio di legalità e impegno civile a cui la mafia rispose nell’unico modo che ha sempre conosciuto: l’omicidio. Il ricordo del figlio, Davide Grassi, la testimonianza di impegno della moglie, Pina Maisano, scomparsa nel 2016, ed anche le tante associazioni antiracket sorte negli ultimi anni in Sicilia hanno portato Libero Grassi ad essere un punto di riferimento ancora oggi. All’indomani della sua scomparsa, Giovanni Falcone pronunciò le sue parole più celebri, definendo la mafia “un fatto umano che avrà un inizio e una fine”, ed invitando a “mettere in campo le migliori forze delle istituzioni, senza pretendere l’eroismo da inermi cittadini”, proprio riferendosi a uomini come Libero Grassi. Intervengono in puntata Davide Grassi, il prof. Enzo Ciconte, scrittore, docente e politico italiano, già deputato della Repubblica Italiana.
MERCOLEDI’ 24/05/2023
La Grande Guerra *L’intervento dell’Italia (anniversario intervento dell’Italia in guerra)
Carlo Lucarelli ricostruisce la Prima guerra mondiale utilizzando immagini di repertorio tratte dalla serie di sette puntate su “La Grande Guerra”, realizzata nel 1965 da Hombert Bianchi in occasione del cinquantesimo anniversario del conflitto. In questa puntata, in onda in occasione dell’anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia (24 maggio 1915), Lucarelli parla di un personaggio legato alla nascita dell’aviazione militare, il generale Giulio Douhet, e presenta il racconto di Hombert Bianchi che entra nel vivo delle vicende belliche con il passaggio dalla Guerra di movimento alla Guerra di trincea che, sul fronte occidentale, avviene fin dall’autunno del 1914. L'Italia, corteggiata da entrambi gli schieramenti, si prepara ad intervenire a sua volta. All'interno della ricostruzione di Bianchi intervengono, in interviste separate, gli storici De Luna, Gentile, Villari e Isnenghi che approfondiscono vari aspetti della vicenda, da quello militare a quello diplomatico, da quello sociale a quello politico.
Passato e presente. Grande Guerra: Trento e Trieste
La rivendicazione territoriale su Trento e Trieste è uno dei motivi per cui l’Italia entra nel primo conflitto mondiale. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Antonio Gibelli a Passato e presente in onda mercoledì 24 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. I primi di novembre del 1918 avviene lo sfondamento delle linee austroungariche, con la decisiva vittoria di Vittorio Veneto, e il 3 novembre le due città vengono occupate dai soldati italiani: l’esercito del generale Diaz entra nelle strade accolto da una popolazione stremata ma festosa. Lo stesso giorno l’Italia firma l’armistizio con l’Austria Ungheria. Il 4 novembre sui tetti delle due città sventola il tricolore.
Molti irredentisti (gli italiani di nazionalità austroungarica che sognavano la liberazione) hanno perso la vita in guerra, come il trentino Cesare Battisti o il capodistriano Nazario Sauro, e non hanno visto realizzato il proprio sogno; per altri, quelli tornati a casa come il triestino Giani Stuparich, è il coronamento di una lunga battaglia.
Mixer. Vent’anni di televisione h.21.10
GIOVEDI’ 25/05/2023
Passato e presente L’imperatore Diocleziano
Gaio Aurelio Valerio Diocleziano si proclama imperatore, davanti alle truppe, il 20 novembre del 284 d.C., durante la crisi politica del III secolo, segnata da cinquant'anni di anarchia militare. A “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda giovedì 25 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Umberto Roberto, insieme a tre giovani storici. Per gestire l'enormità dell'impero, Diocleziano fonda prima la diarchia, con il suo fedele compagno di battaglie Massimiano, e poi la tetrarchia con due cesari e due augusti. L’obiettivo è creare un potere che possa difendere l’impero sia dai nemici esterni che premono su vari fronti, sia dai nemici interni, i cristiani e i manichei. Diocleziano avvia numerose riforme fiscali e amministrative, ma dopo 21 anni al potere, nel 305, nel pieno del successo, abdica e si ritira a Spalato. Un gesto che resta un enigma per i suoi contemporanei.
Nel secolo breve 1943, la Repubblica DI Salò
“Nel secolo breve” propone una puntata sulla Repubblica Sociale Italiana, in onda in prima visione giovedì 25 maggio alle ore 21.10 su Rai Storia: la cosiddetta “Repubblica di Salò” sorta il 23 settembre 1943 per volontà di Hitler dopo l’armistizio e la liberazione di Mussolini al Gran Sasso. Quello della Repubblica di Salò è stato uno dei momenti più tragici della nostra storia e del fascismo italiano, in un Paese divenuto teatro di guerra tra gli Alleati e la Resistenza antifascista da un lato, e l’esercito nazista e le milizie fasciste dall’altro. La storica Emanuela Lucchetti dipanerà il racconto direttamente dai luoghi che ne furono teatro. In apertura e chiusura gli interventi e commenti di Alessandro Barbero.
a.C.d.C. Angkor: nuove scoperte
A 152 anni dalla scoperta delle rovine della città di Angkor l'antica capitale dell'Impero Khmer, nell'odierna Cambogia, per la prima volta le tecnologie più avanzate ed il confronto con la documentazione già raccolta consentono di capire il significato e la funzione degli straordinari edifici e sul modo in cui la capitale dell'impero crebbe fino a diventare la più grande città del mondo. Scoperte al centro di “a.C.d.C.” in onda giovedì 25 maggio alle 21.10 su Rai Storia, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero.
VENERDÌ 26/05/2023
Passato e Presente Operazione Barbarossa
Dopo un anno di facili vittorie in tutta Europa, nel giugno del 1940, Adolf Hitler comunica ai suoi generali la decisione di invadere la Russia. Il Fuhrer è convinto che la sconfitta dell’Unione Sovietica servirà a costringere l’Inghilterra a uscire dalla guerra, scongiurando un possibile intervento degli Stati Uniti. Hitler e il suo stato maggiore scommettono tutto sull’efficacia di quella guerra lampo che tanti frutti ha portato nel 1939 e nel 1940. Il 22 giugno 1941, all’alba, 3 milioni di soldati tedeschi dilagano oltre il confine in direzione di Leningrado a nord, Mosca al centro e Kiev al sud. È cominciata l’Operazione Barbarossa, rievocata da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Barbero a “Passato e Presente” in onda martedì 16 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il successo dei primi giorni è travolgente. Ma già a poche settimane dall’inizio della campagna, la Wermacht comincia a risentire degli enormi problemi logistici causati dalle dimensioni del fronte russo. Dopo la sorpresa ed il disastro iniziale, i sovietici ritrovano gradualmente le loro capacità organizzative e dispiegano risorse umane e militari di cui i tedeschi ignoravano l’esistenza. La sconfitta tedesca alle porte di Mosca, al principio di dicembre, segna il fallimento del "blitzkrieg" e l’inizio della fine della Germania nazista.
Inferno nei mari Operazione Caesar
Febbraio 1945. Sotto le gelide acque norvegesi, il sommergibile britannico HMS Venturer intercetta la missione segreta dell'U-864 tedesco per fornire "armi prodigiose" all’alleato Giappone. I due sommergibili si combattono senza riferimenti visivi nelle profondità. Il risultato è il primo scontro sottomarino della Seconda guerra mondiale, ricostruito da “Inferno nei mari” in onda venerdì 26 maggio alle 22.10 su Rai Storia, con l’introduzione dello storico militare Ferdinando San Felice Di Monteforte.
SABATO 27/05/23
Passato e Presente * Kissinger, il mestiere del mediatore (compleanno Kissinger: compie 100 anni)
Henry Kissinger nasce in una famiglia ebrea nel 1923 in Germania. Riparato negli Stati Uniti nel 1938 a seguito delle persecuzioni razziali, torna nel suo paese di origine nel 1943, arruolato nell’esercito americano. Nel dopoguerra studia scienze politiche ad Harvard e si distingue negli studi e nella sua capacità di analizzare la Guerra Fredda e suggerire nuove strategie riguardanti l’approccio militare contro il nemico sovietico. Un protagonista della storia contemporanea analizzato da Paolo Mieli con il professor Marco del Pero a “Passato e Presente”, in onda sabato 27 maggio alle 20.30 su Rai Storia, nel giorno del centesimo compleanno di Kissinger.
Nel 1968 il nuovo presidente Richard Nixon lo chiama alla Casa Bianca per ricoprire il ruolo di Consigliere per la Sicurezza Nazionale. Nelle vesti di mediatore e negoziatore, Kissinger ridisegna l’azione diplomatica americana riuscendo ad ottenere importanti risultati come la pace in Vietnam, il disgelo con la Cina, la distensione con l’Urss e gli accordi per la limitazione degli armamenti.
La sua Realpolitik è macchiata da alcuni interventi sullo scacchiere mondiale considerati da molti brutali ed illegittimi, come il bombardamento e l’invasione della Cambogia, un tentato Colpo di Stato in Cile nel 1970 e il sostegno al colpo di Stato di Pinochet del 1973 che defenestrò Allende.
Cinema Italia. Nella mischia
In un quartiere della perifieria romana, un gruppo di adolescenti guidati da Lorenzo, Emiliano, Marco e Andrea fa le prime esperienze di vita cercando di sopravvivere all'impazienza e all'insoddisfazione. Le cose però non vanno quasi mai per il verso giusto. Una storia che Gianni Zanasi porta al cinema in “Nella mischia”, in onda sabato 27 maggio alle 21.10 su Rai Storia per “Cinema Italia”. Nel cast, Lorenzo Viaconzi, Andrea Proietti, Paolo Sassanelli, Cesare Bocci Il film è aperto e chiuso dalle immagini de "Le belle prove", il precedente corto scritto e diretto dal regista, che mostra gli stessi giovani attori con qualche anno di meno.
Documentari d’autore * Lettere da Barbiana
Nel 1954 Don Lorenzo Milani viene inviato come priore a Barbiana, microscopico agglomerato di case in mezzo ai boschi del Mugello. Venti case e trentanove abitanti in tutto, senza una strada né elettricità né telefono. Don Milani vi fonda per prima cosa una scuola, dando vita alla rivoluzione didattica che verrà pienamente espressa in “Lettera ad una professoressa”. Cosa ne è oggi di quel modello? Quali metodi e quali principi sono ancora validi e utili per la scuola? Domande che accompagnano il doc di Alessandra Viola e Rosalba Vitellaro, in onda sabato 27 maggio alle 22.50 su Rai Storia per “Documentari d’autore”, nel giorno del centenario della nascita di Don Lorenzo Milani.
Michele, Carlo e Agostino detto 'Gosto', tra i primi allievi di Don Milani, raccontano per la prima volta la loro esperienza a fianco del Maestro e gli anni passati a mantenere inalterata la sua eredità. La scuola di Barbiana è ancora aperta: oggi la frequentano gli adulti, insegnanti che vanno a formarsi sul metodo milaniano per apprenderlo da chi con quel metodo è stato educato. Per riscoprire il valore dell'I care che ancora troneggia nella piccola e intatta aula di Barbiana, che non solo riassumeva il motto della scuola, ma era l'ostentato contrario del fascista e quanto mai attuale "me ne frego".