L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Masaniello e Camilleri

DOMENICA 16/07/2023

Passato e presente – Masaniello e la rivolta di Napoli (anniversario nascita Masaniello)

Si chiamava Tommaso Aniello D'Amalfi, ma è passato alla storia come Masaniello, reso famoso nel 1647 dalla rivolta del popolo di Napoli contro il sistema fiscale, introdotto dalla monarchia spagnola degli Asburgo. Un sistema di tasse iniquo che scaricava su gran parte del popolo il peso di guerre sempre più lunghe e costose. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Vittoria Fiorelli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 16 luglio alle 9 e alle 14.20 su Rai Storia. Nei dieci giorni di luglio che vedono la città di Napoli messa a ferro e a fuoco dai rivoltosi e dal "popolo civile", il giovane e scaltro pescivendolo Masaniello assurge a ruolo di capo militare per il coordinamento delle azioni in città. Ma presto il capopopolo entra in conflitto con la corrente borghese e moderata della rivolta, capeggiata dal giurista Giulio Genoino. Masaniello cade vittima di un attentato il 16 luglio 1647. Anche a causa della tragica fine il mito di Masaniello, pescatore e Re di Napoli, si diffonde subito in Europa e anche nei secoli successivi incarna l'archetipo delle rivolte popolari.

Italiani – Sandro Ciotti (18.07.2003 DECIMO ANNIVERSARIO MORTE)

“Quella che ho faticosamente cercato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca. Un grazie a tutti gli ascoltatori, mi mancheranno”. Così, il 12 maggio 1996, Sandro Ciotti chiudeva la sua ultima radiocronaca. Un addio sobrio e gentile, che arrivava dopo oltre 2400 radiocronache di partite di calcio, 40 Festival di San Remo, 14 Olimpiadi, 15 Giri d’Italia, 9 Tour de France.

Rai Cultura celebra la figura di Sandro Ciotti, un personaggio che ha fatto la storia della radio italiana, ben oltre il suo ruolo “storico” giornalista sportivo riproponendo, in occasione del decimo anniversario della scomparsa, il 18 luglio 2003, la puntata a lui dedicata di “Italiani”, con la consueta introduzione di Paolo Mieli, di Alessandro Chiappetta, in onda domenica 16 luglio alle 9.45 e in replica martedì 18 luglio alle 17 su Rai Storia. Musicista, paroliere, radiocronista, Ciotti è stato per anni una delle voci più celebri dello sport italiano, ma è stata la musica il suo primo amore, cominciando con Lello Bersani in “Ciak”, una delle prime rubriche radiofoniche della Rai, e continuando con incontri d’autore e commenti alle novità musicali e agli eventi cinematografici, come nelle interviste a Domenico Modugno, Federico Fellini, Mina, Gino Paoli, o Luigi Tenco. Del cantante genovese, Ciotti era buon amico, e fu tra testimoni della notte in cui Tenco morì. Ciotti fu tra i primi a mettere in dubbio la tesi del suicidio.

Ma il nome di Ciotti è indissolubilmente legato a “Tutto il calcio minuto per minuto”, il programma che ha cambiato volto al racconto del calcio in Italia, facendo del campionato un romanzo popolare, e riscrivendo la sacralità delle domeniche degli italiani. “Tutto il calcio” attraversa mezzo secolo di storia italiana e alimenta la mitologia legata alla radio, lanciando quella generazione di cronisti formatasi con la gavetta dei Giochi Olimpici di Roma del 1960, e finendo per essere teatro di aneddoti e leggende. Da “Clamoroso al Cibali” ai battibecchi di Ciotti col collega e “rivale” Enrico Ameri. Ciotti vive la sua professione da testimone privilegiato, raccontando lo sport e la musica con uno stile mai banale, asciutto, talvolta barocco ma sempre pungente, ironico e sagace. Un linguaggio diventato lessico sportivo, una prosa da scrittore più che da giornalista, che il “romanissimo” Ciotti, figlioccio di Trilussa, ha saputo prestare anche alla musica del più milanese dei cantautori, Enzo Jannacci. Per lui, Ciotti ha scritto “Veronica”, un testo provocatorio e irriverente sulle cui note i due hanno duettato, insieme anche a Dario Fo, in un programma di Gianni Minà del 1987, “Domani si gioca”. A raccontare Sandro Ciotti, ci sono i colleghi di un tempo, come Ezio Luzzi e Claudio Ferretti (scomparso il 21 maggio 2020), i radiocronisti di oggi divenuti nel tempo suoi eredi, come Riccardo Cucchi e Bruno Gentili, e Guglielmo Moretti (scomparso il 18 maggio 2017), l’ideatore di “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Andrea Camilleri. Vigàta nel cuore (ANNIVERSARIO SCOMPARSA CAMILLERI)

Dai ricordi di Gino Cervi in “Le inchieste del commissario Maigret” alla corrispondenza con Thomas Beckett, per strappargli il sì alla versione televisiva di “Finale di partita”; dal suo paragonarsi a una trapezista al successo di Montalbano e della sua Sicilia, reale e immaginata insieme. Ci sono le sue parole di regista, di curatore di sceneggiati storici, di “scopritore” di Eduardo De Filippo per la tv, di scrittore de “Il commissario Montalbano” nello Speciale “Andrea Camilleri. Vigàta nel cuore” per la regia di Flavia Ruggeri, che Rai Cultura propone domenica 16 luglio alle 12.15 e in replica lunedì 17 luglio alle 19.45 su Rai Storia in occasione dell’anniversario della morte di Camilleri (17 luglio 2019).
Un viaggio nella produzione teatrale, televisiva e letteraria del maestro con interviste anche inedite e brani tratti dalle Teche Rai. Nato a Porto Empedocle il 6 settembre 1925, Camilleri già negli anni Cinquanta è regista teatrale e inizia a lavorare anche per la Rai, in radiofonia, e nel decennio successivo è il primo a mettere in scena in Italia il “teatro dell’assurdo” di Beckett, Ionesco, Adamov che porta poi in tv. Cura anche sceneggiati di successo come “Le avventure di Laura Storm” con Lauretta Masiero, la serie del Tenente Sheridan con Ubaldo Lay, ma soprattutto “Le inchieste del commissario Maigret” con Gino Cervi e ha il merito di far conoscere al grande pubblico televisivo la drammaturgia di Edoardo De Filippo.
Dagli anni Ottanta, Camilleri affianca all’attività di regista quella di scrittore con romanzi di ambientazione siciliana. E unica rimarrà la Sicilia che inventa e indaga, terra di misteri e ricchezze, popolata da una moltitudine di caratteri, di facce, una Sicilia diventata ormai luogo mitico di esplorazione per i suoi lettori. Come l'immaginaria cittadina di Vigàta.
Nel 1992 pubblica “La stagione della caccia” e inizia a diventare un autore cult: scrivere, d’ora in poi, diventa la sua unica attività. Nel 1994, “La forma dell'acqua” è il suo primo poliziesco dove compare il commissario Salvo Montalbano, ma solo con “Il Cane di terracotta” del 1995 definisce meglio i caratteri del protagonista che gli procura un successo strepitoso. Il “fenomeno Camilleri” si espande: se nel 1996 sono state vendute 18 mila copie, l'anno successivo si arriva a 170 mila. E nel 1998 a 900 mila copie, fino ai 15 milioni di oggi e alle traduzioni in ventidue lingue. Il successo dei libri con protagonista Montalbano è tale da convincere la Rai a produrre un vero e proprio serial con lo scorbutico e ironico commissario interpretato da Luca Zingaretti.

Passato e presente – Fuga mundi, i primi monaci e Benedetto

Tra i primi cristiani c’è chi vive in maniera radicale i precetti evangelici di povertà e umiltà e dà vita a quelle forme di ascetismo che sono alla base delle future comunità monastiche. Tra questi asceti alcuni scelgono la solitudine estrema: sono gli eremiti, i padri del deserto, animati dalla “fuga mundi”, il rifiuto della società. Paolo Mieli e la professoressa Maria Chiara Giorda raccontano la nascita del monachesimo a “Passato e Presente”, in onda domenica 16 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Alcuni eremiti si uniscono negli stessi eremi per condividere la pratica della preghiera e altri aspetti della vita quotidiana: la cella, i pasti, il lavoro. Si formano così i primi monasteri e le prime comunità cenobìtiche, dal greco koinobìtes, colui che vive in comune. È questa la forma di monachesimo che si diffonde in occidente e che trova, nel VI secolo d.C., il suo pieno compimento nell’opera di San Benedetto e nella sua regola.

Binario cinema – La verità negata

Rachel Weisz è la protagonista del film, diretto da Mick Jackson, La verità negata” in onda su Rai Storia domenica 16 luglio alle 21.10 per il ciclo “Binario cinema”.
La pellicola racconta della battaglia legale intrapresa da Deborah E. Lipstadt, per il riconoscimento di eventi storici, contro David Irving, che l’aveva citata in giudizio per diffamazione dopo che lo aveva accusato di negazionismo dell’Olocausto. Dopo la pubblicazione nel Regno Unito del proprio libro “Denying the Holocaust: The Growing Assault on Truth and Memory”, la professoressa americana Deborah Lipstadt apprende che lo scrittore britannico David Irving (Timothy Spall), prolifico autore di testi sulla Seconda guerra mondiale, ha deciso di citarla in giudizio per diffamazione. La Lipstadt si trova così a doversi difendere e, con il suo gruppo di avvocati guidato da Richard Rampton (Tom Wilkinson) provare una verità fondamentale, ovvero che l’Olocausto era un evento storico reale e non un’invenzione.

LUNEDI’ 17/07/2023

Passato e presente – La guerra di Crimea

La guerra di Crimea, che vede contrapposta la Russia dello zar Nicola I e gli eserciti alleati di Turchia, Francia e Inghilterra, è il più grande conflitto internazionale dopo le guerre napoleoniche ed è considerata la prima guerra moderna: è la prima che viene documentata da un inviato e da un fotografo; la prima che impiega armi da fuoco efficaci, a canna rigata; la prima che usufruisce di un corpo di infermiere per assistere i feriti. Un conflitto ricostruito dal professor Adriano Roccucci e da Paolo Mieli a “Passato e Presente” in onda lunedì 17 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. In risposta a un tentativo di espansione russa a spese dell’Impero ottomano, gli alleati accerchiano l’esercito dello zar a Sebastopoli, sul Mar Nero, dove è ormeggiata la flotta russa. Decimati dal colera, iniziano un assedio logorante che durerà più di un anno. Anche il piccolo Piemonte entra in guerra, alla fine dell’inverno, per assicurare forze fresche agli eserciti alleati stremati. Cavour potrà così sedere al tavolo della pace e perorare la causa dell’indipendenza italiana in un consesso internazionale, stringendo un’importante alleanza con la Francia. Il prezzo della sconfitta russa sarà di quasi un milione di morti e darà all’Europa un assaggio di ciò che l’attende con la Prima Guerra Mondiale.

Cronache dall’Antichità. Dal mito alla storia. Roma: la fondazione - Gli ultimi Etruschi pt.2

La cronaca della giornata che ha visto la nascita di Roma, il 21 aprile del 753 avanti Cristo. La racconta Cristoforo Gorno in “Cronache dall’antichità. Dal mito alla storia” in onda lunedì 17 luglio alle 21.10 su Rai Storia. La ricostruzione di quel giorno è accompagnata da un'indagine sulle realtà storiche nascoste nella leggenda di Romolo e Remo, i principi gemelli allattati dalla lupa. Obiettivo, inoltre, sulla fine di due città etrusche Vulci e Volsinii, l’attuale Orvieto, che sono le ultime sacche di resistenza all’avanzata di Roma. Dopo la loro caduta il mondo etrusco perde definitivamente la propria autonomia. Oltre alla cronaca pura dei fatti, la puntata esamina la lunga rivalità tra etruschi e romani, i legami tra le due culture, rappresentati nei cicli di affreschi della tomba Francois a Vulci.

Storia delle nostre città. Ravenna

Una città dal destino legato al suo territorio lagunare: è Ravenna la protagonista di “Storia delle nostre città”, in onda lunedì 17 luglio alle 22.10 su Rai Storia. Anche se l'origine di Ravenna è antichissima, fu con Giulio Cesare che si ebbe l'ingresso trionfale della città nella storia. A Ravenna Cesare era solito passare l'inverno e proprio da Ravenna sarebbe partito per la conquista di Roma, dopo aver attraversato il Rubicone nel 49 a.C.
Dopo i fasti romani, inizia per Ravenna un periodo di decadenza, ma nel 402, verrà scelta come capitale dell'Impero d'Occidente da Onorio, al quale succederà Valentiniano III, che regna sotto la tutela della madre Galla Placidia, figlia di Teodosio.
Dopo la caduta dell'Impero, nel 476, l'Italia passa sotto il dominio di Odoacre, il quale sceglie ancora Ravenna come capitale, come del resto faranno anche Teoderico e, dopo la fine della dominazione gota, gli esarchi di Bisanzio.
Dopo l'invasione dei Longobardi si apre per la città la dominazione degli arcivescovi prima di quella veneziana che si concluderà nel 1509, quando comincia un travagliato periodo di decadenza iniziato con la battaglia di Ravenna del 12 aprile 1512, la prima grande battaglia dell'era moderna nella quale venne utilizzata per la prima volta l'artiglieria mobile.
Durante la dominazione napoleonica Ravenna è sotto la Francia e farà parte prima della Repubblica Cispadana quindi della Cisalpina; per poi tornare sotto la dominazione pontificia.
Il periodo risorgimentale trova in Ravenna un terreno fertile e in questi anni, grazie anche all'operato del poeta George Byron, si diffonde la Carboneria. Ravenna, inoltre, è determinante nella vicenda che consentì a Giuseppe Garibaldi di sfuggire agli austriaci. Coi plebisciti del 1860 Ravenna non fa più parte del governo pontificio, ma viene annessa al Regno di Sardegna che poi diventerà Regno d'Italia.
Dopo un periodo di crisi durante il quale la città si dibatte in gravi problemi sia politici che economici, Ravenna inizia la sua ascesa che passerà attraverso la bonifica e il lavoro agricolo, ma soprattutto attraverso il mare.

MARTEDI’ 18/07/2023

Passato e presente – Le scrittrici della Resistenza

Dal 1943 al 1945, nel pieno della guerra civile, la Resistenza dà alle donne italiane l’occasione di scoprirsi capaci, forti e autonome come mai prima. Come staffette o come partigiane, molte donne sono uscite dalle loro case per combattere a fianco degli uomini, con un coraggio che non sapevano di avere, mentre le più colte hanno incitato alla lotta attraverso la stampa e le radio clandestine. Alle scrittrici della Resistenza è dedicato l’appuntamento con “Passato e Presente” in onda martedì 18 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Questa partecipazione alla resistenza per le donne ha coinciso con la convinzione di lottare per un mondo nuovo, aperto e democratico, che avrebbe riconosciuto loro nuovi diritti. Nell’immediato dopoguerra, le scrittrici antifasciste di quella generazione danno voce a tutte queste aspirazioni femminili, molte delle quali, purtroppo, resteranno deluse. Alba De Cespedes, Natalia Ginzburg, Fausta Cialente, Anna Garofalo, Maria Bellonci, Teresa Viganò sono tra le voci femminili più puntuali di questo periodo. Le legge l’attrice Carlotta Natoli.

5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità. Josephine, Napoleone amore mio

Joséphine de Beauharnais, prima moglie di Napoleone, fu incoronata imperatrice all'età di 41 anni e poi ripudiata perché non gli diede un erede. E’ lei a chiudere la prima stagione di “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità”, con Giorgio Zanchini, in onda martedì 18 luglio alle 21.10 su Rai Storia.
Nata nel 1763 da una ricca famiglia di coloni martinicani, Marie-Josèphe-Rose de Tascher de La Pagerie sposò all'età di 16 anni il visconte Alexandre de Beauharnais. Da questa infelice unione nascono due figli, Eugène e Hortense. Nel 1794 la coppia fu imprigionata nelle carceri rivoluzionarie. Mentre Alexandre fu ghigliottinato a luglio, Rose fu salvata dalla caduta di Robespierre. La sua grande bellezza e i suoi abiti aprirono presto alla vedova le porte dei salotti dell'alta società e, nel 1796, "la Belle Créole" sposò in seconde nozze Napoleone Bonaparte, che cedette al suo fascino, alla sua intelligenza e alla sua fantasia.

I ragazzi del ’36. Nove americani in barca alle Olimpiadi del Führer

Il racconto dell’eccezionale impresa sportiva compiuta dalla squadra americana di “8 con” alle Olimpiadi di Berlino del 1936, arricchito dalla voce di Daniel James Brown, l’autore del libro “The Boys in the Boat”: è “I ragazzi del ‘36. Nove americani in barca alle Olimpiadi del Führer”, in onda martedì 18 luglio alle 22.10 su Rai Storia. I nove protagonisti della storia sono ragazzi della West Coast appassionati di canottaggio, nati in famiglie di umili origini (taglialegna, pescatori, operai e agricoltori) che inseguono con ostinazione il loro sogno e la loro passione, in un contesto ancora segnato dalle conseguenze della Grande Depressione.
Gara dopo gara, difficoltà dopo difficoltà, il gruppo diventa sempre più coeso e affiatato fino a ottenere la partecipazione alle Olimpiadi del ’36, quelle che volevano celebrare la grandezza del Terzo Reich nei confronti del mondo intero. La squadra americana non è la favorita contro la strapotenza tedesca, i rampolli di Cambridge della squadra inglese e gli italiani, il team più esperto tra tutti.
Il giorno della competizione, al cospetto del Führer, la nazionale tedesca vince tutte le gare di canottaggio. Manca l’8 con, la classe regina dello sport, e i tedeschi vogliono fare l’en plein. Gli Usa hanno uno dei rematori febbricitante e la corsia più sfavorevole per via del vento. Ma il team impone il suo ritmo e, con una progressione straordinaria, vince contro ogni pronostico una gara entusiasmante. Arricchito da rare immagini di repertorio, il documentario racconta una pagina di storia sportiva a chi è appassionato di sport, ma non solo.

MERCOLEDI’ 19/07/2023 (ANNIVERSARIO STRAGE VIA D’AMELIO)

Il giorno e la storia (Ore 00.10, 8.30, 11.30, 14, 20.10)

Il 19 luglio 1992, a 57 giorni dall’attentato di Capaci, un’autobomba imbottita di tritolo esplode in via d’Amelio uccidendo il giudice del pool antimafia Paolo Borsellino e cinque uomini della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traìna.

Diario civile. All’altezza degli occhi. Le donne di scorta

Il racconto di Alessandro Chiappetta e con la regia di Agostino Pozzi della vita delle donne in Polizia, di scorta a uomini delle istituzioni e magistrati impegnati contro la criminalità, è un viaggio attraverso le vicende di sei donne normali, che con dedizione e passione, vivono il loro impegno civile, giorno per giorno. "E' un incarico come un altro", ripetono le agenti che hanno scelto di fare questo mestiere, fatto di lunghe giornate vissute come ombre fedeli, al fianco della personalità scortata, occhi discreti che scrutano possibili pericoli e accompagnano il soggetto sotto protezione. Un impegno che incide sulla vita personale di ognuna di loro, costrette a lunghi turni e a settimane scandite da viaggi, impegni, reperibilità. Lo speciale, in onda mercoledì 19 luglio alle 15 su Rai Storia, è anche un omaggio ad Emanuela Loi, la prima donna della polizia a restare uccisa in servizio, proprio nella strage di via DAmelio. La sua storia è quella di una ragazza come tante, in Polizia già da giovanissima, che faceva il suo lavoro con impegno e passione, fino al giorno in cui morì, in una domenica di luglio in cui era di turno per accumulare giorni di ferie ed andare presto in vacanza. Emanuela Loi è rimasta uccisa nell’adempimento del suo lavoro, ma sono tante le donne che tra le forze dell’ordine ancora oggi si occupano di proteggere chi è a rischio per le minacce della criminalità organizzata. Il documentario racconta la vicenda delle sue compagne di corso, della prima donna che prestò servizio a Palermo, di tre donne impegnate oggi nei servizi scorta, e delle allieve dell’Accademia di Abbasanta, centro di eccellenza della Polizia nella formazione degli agenti di scorta.

Una giornata particolare. Il giorno di San Lorenzo (ANNIVERSARIO BOMBARDAMENTO 19.07.1943)

I ricordi degli abitanti del quartiere San Lorenzo di Roma, bombardato il 19 luglio 1943 sono al centro de “Una giornata particolare. Il giorno di San Lorenzo” riproposto da Rai Cultura mercoledì 19 luglio alle 17 su Rai Storia nel giorno dell’anniversario. Numerose le testimonianze, tra cui quella del linguista Tullio De Mauro (rifugiato con la famiglia a Roma da Napoli), quella dello storico della letteratura Asor Rosa (sfollato in campagna verso i Monti Lepini). Nello speciale anche il commento degli storici Umberto Gentiloni Silveri e di Alessandro Portelli.

Paolo Borsellino, parole e silenzi

In occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio, in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino con i cinque uomini di scorta (Emanuela Loi, Walter Cosina, Agostino Catalano, Claudio Traina e Vincenzo Li Muli), Rai Cultura ripropone “Paolo Borsellino, parole e silenzi”, in onda mercoledì 19 luglio alle 19.45 su Rai Storia,un racconto attraverso le parole del magistrato, nelle sue interviste rilasciate alla Rai. Un percorso di vita che è anche una riflessione sulla giustizia, sulla legalità, sulla lotta alla criminalità, che attraversa la stagione del pool antimafia di Palermo, gli anni in cui ha prestato servizio a Marsala, fino ai giorni drammatici successivi alla morte dell’amico Giovanni Falcone, a Capaci. La voce di Borsellino cambia nel tempo, prima racconta con giovanile entusiasmo i suoi successi professionali, poi diventa via via più polemica, quando denuncia mancanze e veleni all’interno delle procure, fino a farsi rotta di commozione e rassegnazione nei giorni prima della morte, quando il magistrato alterna le parole a lunghi silenzi. Paolo Borsellino aveva coscienza di essere nel mirino e non ha fatto nulla per nasconderlo, nelle ultime interviste, riuscendo però a tutelare le indagini su cui stava lavorando e a proteggere i suoi cari da un destino segnato. Di Alessandro Chiappetta, regia di Valentina Grassi.

Passato e presente. Le stragi di mafia del ’92 (con il prof. Salvatore Lupo)

Il 20 gennaio 1992 la Cassazione conferma in via definitiva le condanne del maxiprocesso di Palermo, che nel 1987 aveva smantellato il vertice di Cosa nostra. Totò Riina, capo indiscusso della mafia, decide di vendicarsi dei referenti politici che non sono stati in grado di “aggiustare” la sentenza. Il 12 marzo, a Mondello, viene ucciso Salvo Lima, democristiano, uomo di punta della corrente andreottiana in Sicilia. Riina decide di cercare nuovi referenti politici e contemporaneamente dà il via alla cosiddetta “stagione stragista” di Cosa nostra. Arrivano le bombe per Falcone e Borsellino. E poi, nel 1993, arriveranno quelle di Firenze, Milano e Roma. Tutte rivendicate da una fantomatica “falange armata”, sigla che ricorda gli anni della “strategia della tensione”. L’uccisione di Falcone non è solo una vendetta per gli esiti del maxiprocesso. È anche la volontà di bloccare preventivamente l’uomo che sta per diventare Procuratore nazionale antimafia, e dunque un pericoloso nemico. La morte di Borsellino è avvolta da misteri ancora maggiori. Il magistrato era venuto a conoscenza della “trattativa” appena avviata da alcuni uomini del Ros dei Carabinieri con i vertici della mafia. Una delle ipotesi ventilate in questi anni è che il magistrato abbia cercato di ostacolare la trattativa e che proprio questo gli sia costato la vita. L’appuntamento con Passato e presente e con Paolo Mieli, e il prof. Salvatore Lupo in studio, è per mercoledì 19 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Paolo Borsellino. Essendo Stato

Le parole pronunciate da Paolo Borsellino davanti al C.S.M. sono al centro dello speciale “Paolo Borsellino. Essendo Stato”, scritto, diretto e interpretato da Ruggero Cappuccio, riproposto da Rai Cultura in occasione del 31° anniversario della strage di Via d’Amelio mercoledì 19 luglio alle 21.10 su Rai Storia. Il 31 luglio del 1988 il giudice viene convocato davanti al C.S.M. a causa delle interviste rilasciate ai quotidiani “La Repubblica” e “L’Unità”, nelle quali denunciava il preoccupante stato di smobilitazione del pool antimafia di Palermo. Borsellino, minacciato dall’ombra di imminenti provvedimenti disciplinari, parla per oltre quattro ore, dalle dieci alle quattordici, davanti al Consiglio Superiore, con straordinaria lucidità, condannando con forza l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Il pomeriggio dello stesso giorno verrà ascoltato il giudice Falcone. Davanti al C.S.M. i due magistrati affrontano con chiarezza i delicatissimi temi inerenti l’assegnazione delle indagini, l’inserimento nel pool di nuovi giudici senza l’adozione di criteri di sicurezza, l’affidamento di procedimenti sulla criminalità mafiosa a magistrati estranei al pool. Dalle loro parole appassionate emergono i complessi scenari che fanno da sfondo alle indagini sul fenomeno mafioso, ma anche lo spirito di sacrificio di chi, pur accerchiato e consapevole delle occulte relazioni tra criminalità organizzata e Stato deviato, ha deciso di non arretrare. Giovanni Falcone sarà ucciso quattro anni dopo quel 31 luglio, il 23 maggio 1992, nell’attentato di Capaci. Paolo Borsellino 57 giorni dopo di lui, in via D’Amelio, a Palermo. Proprio su via D’Amelio, sull’ultimo secondo di vita di Paolo Borsellino, il 19 luglio del 1992, e sulle dichiarazioni al C.S.M., si concentra il lavoro di Cappuccio, che dilata questo singolare residuo di tempo in un intenso film documentario, attraverso anche il contributo di alcuni filmati della Rai. "Paolo Borsellino Essendo Stato" offre ai telespettatori anche uno spaccato della vita del giudice palermitano sospeso tra la realtà urbana e l’armonia perduta della Sicilia. Il tritolo e l’infanzia, il palazzo di giustizia e la spiaggia, il campo di calcio dove giocava da ragazzo con Giovanni Falcone, costituiscono la narrazione visiva di Paolo Borsellino che ricostruisce la propria vita di uomo e di magistrato sul confine tra la vita e la morte.

1939-1945. La Seconda guerra mondiale. Africa Orientale: fine dell'avventura coloniale (pt. 7)

La storia della guerra italiana in Africa orientale dall’avanzata nel Sudan e nella Somalia britannica (luglio-agosto 1940) alla controffensiva inglese. La caduta di Cheren (marzo 1941) dopo un lungo assedio e una strenua resistenza italiana, la resa con onore delle armi delle truppe comandante dal Duca Amedeo d’Aosta sul massiccio dell’Amba Alagi, la caduta di Gondar ultimo baluardo di resistenza italiana. Alla fine del 1941 si conclude l’avventura coloniale italiana.

Questi gli eventi al centro del settimo appuntamento con la serie “1939 - 1945 – La seconda guerra mondiale” in onda su Rai Storia mercoledì 19 luglio alle 22.10. La serie presentata da Paolo Mieli, con l’avvincente narrazione di Carlo Lucarelli, e l’analisi e l’approfondimento di illustri storici scelti a seconda del tema trattato e alla luce delle nuove interpretazioni storiografiche, è arricchita da un racconto per immagini con materiali di repertorio “restaurati” in alta definizione ed edizioni di grandi documentari provenienti dalle Teche Rai con rare interviste a protagonisti e testimoni ormai scomparsi. Tra i consulenti della serie, gli storici Giovanni Sabbatucci, Nicola Labanca, Lutz Klinkhammer.

GIOVEDI’ 20/07/2023

Passato e presente – Viaggio verso la Luna (Anniversario allunaggio)

Siamo nel luglio 1969 quando Neil Armstrong e Buzz Aldrin fanno la prima storica passeggiata sulla Luna. La corsa che porta a quel traguardo comincia 12 anni prima, quando i Russi, in piena guerra fredda, mandano nello spazio lo Sputnik, il primo satellite artificiale. A “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda giovedì 20 luglio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e il professor Mauro Canali parlano della sfida tra URSS e USA, le due superpotenze che si sono contese il primato nella conquista dello spazio. In questa competizione, sono i sovietici ad aggiudicarsi i primi importanti risultati con l’invio nello spazio del primo essere vivente, la cagnetta Laika, e del primo uomo, il maggiore Yuri Gagarin. Ma saranno gli americani ad avere la meglio: nel 1968, infatti, grazie a ingenti investimenti, gli USA fanno compiere, per la prima volta, il giro della Luna a tre astronauti con la missione Apollo 8, per arrivare l'anno successivo sul suolo lunare con l’Apollo11.

a.C.d.C. – I Soldati di Dio. L’assedio di Malta

Nel 1565, i cavalieri dell’ultimo ordine militare crociato resistono sull’isola di Malta ad una schiacciante spedizione militare ottomana. Il conflitto nel Mediterraneo tra l’Europa cristiana e l’impero ottomano visto attraverso gli occhi di due giovani protagonisti, due nemici addestrati a combattere per la fede. “a.C.d.C.” - in onda giovedì 20 luglio alle 21.10 su Rai Storia con l’introduzione del professor Alessandro Barbero – propone un racconto in due episodi. Nella prima puntata, la storia parallela del durissimo addestramento militare di un giovane soldato cristiano e di uno musulmano nel Mediterraneo del Sedicesimo secolo. A seguire, alle 22.10, nella seconda puntata, in nome di Allah e del Dio cristiano, le truppe d’élite dell’impero ottomano e i cavalieri dell’Ordine di San Giovanni si battono per il futuro dell’Europa.

VENERDÌ 21/07/2023

Passato e presente – Mussolini e i Balilla

La “Giovinezza” è stata una delle idee cardine del pensiero fascista, funzionale al programma mussoliniano della creazione dell’Uomo Nuovo. Ne parlano la professoressa Paola Salvatori e Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda venerdì 21 luglio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Il Duce reclama per sé tutti i figli degli italiani, giovani menti da plasmare e da rendere obbedienti alla causa rivoluzionaria delle camicie nere. Per loro, Benito Mussolini istituisce molte organizzazioni: l’Opera Nazionale Balilla, l’Opera Nazionale Maternità Infanzia, i Giovani Universitari Fascisti e la la Gioventù Italiana del Littorio. L’era del fedelissimo Achille Starace segna il cambio di passo per le organizzazioni giovanili fasciste e per la società civile. L’Italia è militarizzata. Bambini e bambine, adolescenti, ragazzi e ragazze sono letteralmente presi dalla culla e accompagnati per mano fino alla trincea.

e-Archeo. Parchi archeologici. Nora

Prosegue il viaggio alla scoperta dei parchi archeologici del nostro Paese. Lo percorre “e-Archeo. Parchi Archeologici”, la serie Rai Cultura realizzata in collaborazione con il Ministero della Cultura e in onda venerdì 21 luglio alle 21.10 su Rai Storia. In questo appuntamento, da un singolare intreccio di culture nel sud della Sardegna nasce una città unica, Nora. Un luogo destinato a un importante primato: restituirci il più antico testo scritto del Mediterraneo occidentale.

Storie della TV - Fabrizio Frizzi, conduttore gentile – 1^TX

Volto sorridente della tv, garbata e cordiale, Fabrizio Frizzi ha lasciato una traccia profonda nella storia della televisione e della Rai. A lui è dedicata la puntata di “Storie della TV”, di Roberto Fagiolo, con la collaborazione di Ario Giorgino, in onda venerdì 21 luglio in prima visione alle 21.20 su Rai Storia. La morte che lo coglie a soli 60 anni nel 2018, mentre è all’apice del successo, suscita una commozione ampia e diffusa nel pubblico, così come tra colleghi e maestranze. Aveva cominciato giovanissimo nella tv dei ragazzi (“Il Barattolo”, 1980, poi “Tandem” e “Pane e marmellata”), prima di passare allo scintillante palcoscenico del sabato sera, con “Europa Europa” e poi con “Scommettiamo che…?” che ne decreta un ruolo significativo tra i conduttori della Rai. La proverbiale risata e la simpatia non possono bastare a spiegare il successo che lo accompagna anche in altri generi dello spettacolo: dalla fiction all’operetta, addirittura. Ma il suo nome resta legato in particolare alla manifestazione Miss Italia, che guida per 17 edizioni e alla sua grande sensibilità nei confronti di chi soffre, dimostrate nella conduzione di tanti appuntamenti di Telethon.

Con le testimonianze di Milly Carlucci, del regista e autore Michele Guardì, di Carlo Conti, dell’attrice Debora Caprioglio, e dell’autore e conduttore Marco Danè.

1942 Italia in guerra. Nord Africa: la resa dei conti

A un anno e mezzo dall’inizio della guerra per il Regio Esercito viene a galla lo scarto tra la propaganda e i responsi dai teatri di battaglia: alle soglie del 1942 continuano le estenuanti offensive e controffensive delle truppe impegnate in Nordafrica assieme all’alleato tedesco proseguono senza risultati soddisfacenti. Il fronte nordafricano è al centro del primo appuntamento con “1942: Italia in guerra”, in onda venerdì 21 luglio alle 22.20 su Rai Storia.
Il generale tedesco Rommel si mostra spavaldo e punta a strappare l’Egitto alle forze britanniche dopo la riconquista di Bengasi e della Cirenaica tra gennaio e febbraio. Le rapide avanzate delle truppe dell’asse ottengono alcune vittorie schiaccianti, e tra il 12 e il 13 giugno infliggono alle forze corazzate britanniche la più pesante sconfitta della loro storia e riconquistano Tobruk.
I paracadutisti italiani, destinati all’operazione C3 per la presa di Malta, vengono dirottati a El Alamein, dove Rommel sta progettando una grande offensiva, quella che passa agli annali come prima battaglia di El-Alamein. Dopo la fallimentare battaglia di Halam Alfa, o seconda battaglia di El Alamein, combattuta all’inizio di settembre, l’Asse tenta di riorganizzarsi; ma nella notte del 23 ottobre l’Ottava armata britannica inizia la massiccia offensiva a El Alamein. La battaglia che si combatte a El Alamein assume il carattere dello scontro decisivo per il possesso del Nordafrica, una sconfitta che tuttavia mette in luce il grande eroismo dei soldati italiani: il Regio Esercito si distingue per il suo valore ma la superiorità britannica questa volta è davvero schiacciante. In Italia, intanto, si stanno iniziando a sentire sul serio le ripercussioni economiche della guerra, il consenso al Duce sul fronte interno mostra evidenti cedimenti. All’alba dell’8 novembre 1942 gli anglo-americani sbarcano sulle coste del Marocco e dell’Algeria e le truppe dell’Asse, dopo una lunga ritirata e un susseguirsi di altri scontri con l’esercito alleato, si fermano in Tunisia, occupata in gennaio. La questione nordafricana è destinata a vivere una lenta agonia ancora per qualche mese. La resa definitiva sarà nel maggio del 1943 a seguito della campagna di Tunisia.
I professori Umberto Gentiloni e Andrea Santangelo, il Generale di Brigata Fulvio Poli e il Capitano di Fregata Marco Sciarretta ripercorrono le fasi dell’impegno nordafricano nel 1942, mentre Nicola Maranesi legge pagine del diario di un artigliere impegnato nelle battaglie di El Alamein. Federica Onelli, dall’Archivio del Ministero degli Esteri, infine, mostra alcuni documenti originali delle diplomazie dell’Asse.

SABATO 22/07/23

Passato e presente – Pastrone e l’alba del cinema

A cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 in Italia si assiste alla nascita e all’affermazione dell’industria cinematografica. Tra i pionieri del settore c’è Giovanni Pastrone, un personaggio eclettico e precursore dei tempi: artista, contabile, produttore, inventore, poi, addirittura, medico. Pastrone, oltre a essere stato regista e autore occulto di “Cabiria”, kolossal prodotto in Italia nel 1914 e intestato a Gabriele D’Annunzio per motivi “promozionali”, può essere considerato il fautore di una nobilitazione del cinema, da strumento di intrattenimento per le masse a nuova forma d’arte. A “Passato e Presente”, in onda sabato 22 luglio alle 20.30 su Rai Storia, il professor Luciano Curreri e Paolo Mieli ripercorrono le gesta di Pastrone agli albori del cinema italiano. Torino, che negli stessi anni vede sorgere colossi dell’industria nazionale come la Fiat, è la culla dei progetti di Pastrone, che con Cabiria riesce a racchiudere arte e tecnologia in un unico contenitore, il cinema appunto, capace per questo di assumere i tratti dell’opera d’arte “totale” e più completa. Il successo internazionale del film non avrà però ricadute durature: nonostante la realizzazione di altre pregevoli pellicole nel periodo della Prima Guerra Mondiale, il cinema di Pastrone sarà pesantemente ridimensionato dalla crisi postbellica che investirà l’Italia e il mondo intero. Uscito di scena il padre di Cabiria, bisognerà attendere molti anni e l’attenzione del fascismo verso i mezzi di propaganda, per tornare ad assistere a investimenti significativi nel settore cinematografico.

Cinema Italia – Scusi, facciamo l’amore?

Il giovane napoletano Lallo di San Marciano, figlio di un playboy impenitente, decide di seguire le orme del padre facendosi largo nell'alta borghesia milanese degli anni Sessanta. Nel cast Pierre Clémenti, Beba Loncar, Massimo Girotti, Franca Valeri e nel ruolo della madre del ragazzo Valentina Cortese. Valentina Cortese, assieme ad Alida Valli ed Anna Magnani, fu una delle attrici di punta del cinema italiano degli anni Quaranta, molto amata e nota anche negli Usa. Nel 1948 aveva, infatti, firmato un contratto con la 20th Century Fox e lavorato accanto a celebri attori come James Stewart, Spencer Tracy, Orson Welles e Richard Conte. Regia di Vittorio Caprioli, sceneggiatura di Vittorio Caprioli scritta con Franca Valeri ed Enrico Medioli, musiche sono di Ennio Morricone, “Scusi, facciamo l’amore?”, andrà in onda sabato 22 luglio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”.

Documentari d’autore – Franco Cerri, l’uomo in bemolle

Il ritratto di un grande chitarrista jazz, tratteggiato ripercorrendone la vita e la carriera, dagli anni Trenta sino ai giorni nostri, e incrociando il suo percorso di Cerri con gli eventi della storia sociale e culturale d'Italia. È il film documentario di Nanni Zedda “Franco Cerri, l’uomo in bemolle”, in onda sabato 22 luglio alle 22.40 su Rai Storia, che celebra. Il racconto è affidato Alessandro Haber che, vestendo i panni di un giornalista, ricostruisce la storia del jazzista, scandita dalle interviste a personalità straordinarie, da Ennio Morricone a Stefano Bollani, da Gino Paoli a Dario Fo, da Paolo Fresu a Dado Moroni.


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