L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Contro la violenza di genere

DOMENICA 24/11/2024

Passato e Presente
Hoover e l'Fbi

Per quasi cinquant'anni è stato al comando incontrastato dell'FBI, il servizio di sicurezza del più importante paese del mondo: gli Stati Uniti d’America. Uomo spregiudicato, dai metodi a cavallo tra il lecito e l'illecito, John Edgard Hoover, è il potentissimo ed eterno capo dell'FBI, dal 1926 al 1974. Un personaggio che Paolo Mieli racconta con il professor Mauro Canali a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 24 novembre alle 20.30 su Rai Storia. Hoover ha lavorato con otto presidenti, ha vissuto il proibizionismo e l’era dei grandi gangster, la grande depressione del '29, la Seconda Guerra Mondiale, la Guerra Fredda, il Maccartismo, le contestazioni giovanili degli anni '60. Qualcuno l'ha definito "la peggior canaglia d'America" eppure Hoover rimane una delle figure più controverse, ambigue e affascinanti della storia del XX secolo.

Binario cinema
Il giovane Karl Marx

La vita privata e la passione politica del “padre” del comunismo: la ricostruisce il regista Raoul Peck nel film “Il giovane Karl Marx”, in onda domenica 24 novembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, August Diehl, Stefan Konarske, Vicky Krieps, Olivier Gourmet, Hannah Steele. Il film ripercorre, in particolare gli anni in cui nacque l’amicizia di Marx con Friedrich Engels fino al 1848, quando i due pubblicarono Il Manifesto del Partito Comunista.

LUNEDI’ 25/11/2024 Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne

Passato e Presente
Gli stupri di guerra del XX secolo

Nel Ventesimo secolo le violenze sessuali sulle donne sono diventate parte integrante delle strategie offensive e propagandistiche degli eserciti in guerra. Solo di recente però, dopo le atrocità commesse nei conflitti in Bosnia e in Ruanda, la comunità internazionale ha saputo riconoscere le peculiarità dello stupro di guerra da un punto di vista giuridico, dichiarandolo crimine contro l'umanità. In questa puntata di "Passato e Presente”, in onda lunedì 25 novembre alle 9.00 su Rai Storia in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la professoressa Silvia Salvatici e Paolo Mieli ripercorrono la lunga cronologia delle violenze inflitte alle donne nei contesti bellici dall'inizio del Novecento fino ai giorni nostri. Allo scoppio della Prima guerra mondiale l'avanzata dell'esercito austroungarico in Serbia e di quello tedesco in Belgio sono accompagnati da stupri di massa. Dopo la rotta di Caporetto, anche le donne italiane subiscono i soprusi del nemico, con centinaia di casi accertati tra il Friuli e il Veneto. Ma è forse con la Seconda guerra mondiale che le violenze raggiungono l'apice. Ancora una volta anche le donne italiane pagano a caro prezzo la guerra, con le violenze inflitte prima dai nazisti, poi dalle truppe alleate in transito sulla penisola. I crimini però restano per lo più impuntiti: bisognerà attendere il nuovo millennio, e i casi di "stupro etnico" in Bosnia e Ruanda, perché i tribunali internazionali emettano le prime sentenze specifiche su questo odioso e diffusissimo reato.

Italiani
Tina Lagostena Bassi

"Le donne mi hanno aiutato a capire una cosa molto importante per un avvocato: che la legge non è sufficiente. Può contribuire a modificare un atteggiamento culturale, ma è necessario che fuori dalle aule dei tribunali, nella società, nella mentalità di uomini e donne si modifichino comportamenti e pensiero.” Parole dell’avvocatessa Tina Lagostena Bassi, protagonista dello speciale di Silvia Cossu, con la regia Nicoletta Nesler, con l’introduzione di Paolo Mieli, per “Italiani” in onda lunedì 25 novembre alle ore 12.00 su Rai Storia in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Intervengono la regista Loredana Rotondo, la scrittrice Lidia Ravera, il magistrato Paola Di Nicola, la scrittrice Dacia Maraini.

Tina Lagostena Bassi ha segnato con la sua attività la storia civile e giudiziaria di questo paese lasciando un’impronta indelebile nella difesa dei diritti delle donne, culminata con l’approvazione della legge sulla violenza sessuale nel 1996.  Divenne famosa per essere stata la prima avvocatessa a pronunciare in un’aula di tribunale la parola ‘stupro’ - durante il processo sul massacro del Circeo dove difese Donatella Colasanti. Poi nel 1979 le riprese effettuate nel corso di un nuovo processo confluirono in un documentario che divenne un caso mediatico: “Processo per stupro”, seguito sulla Rai da oltre 13 milioni di telespettatori (Festival di Berlino, Prix Italia, conservato al MOMA di New York). I suoi racconti, asciutti e dettagliati, di quello che molte ragazze subivano rivoluzionarono non solo la visione della donna e della sua dignità, ma anche il linguaggio usato fino ad allora in tribunale.
Erano gli anni ’70, quelli in cui lo stupro era ancora un reato contro la morale non contro la persona, anni delle prime rivendicazioni di genere, dei cortei e referendum su aborto e divorzio, dei collettivi, l’inizio del percorso di emancipazione. La Lagostena Bassi diventa un’icona delle donne per il suo impegno non solo nelle aule dei tribunali, al Ministero di Giustizia si occupa della riforma del diritto di famiglia; da parlamentare si batte per l’introduzione delle Quote Rosa, e nel 1996 - dopo 20 anni e sei legislature - riesce a far approvare la legge contro la violenza sessuale, grazie a una mobilitazione trasversale delle parlamentari di ogni credo politico. 

Insieme
Storie di donne

“In quartiere non è cambiato molto, forse c’è qualche servizio in più e qualche buca in meno e mia madre è quella che si vede nel filmato, una donna coraggiosa che non si è mai persa d’animo e non si è mai pianta addosso, anche nei momenti più duri”. Parole e ricordi di Enrico, il figlio maggiore di Marisa Canavesi, la protagonista del documentario di Maricla Boggio, “Marisa della Magliana”, andato in onda nel 1976. Lo ha incontrato, a quarant’anni di distanza, “Insieme”, il programma di Rai Cultura con Serena Scorzoni, in una puntata dedicata alle donne e al loro cammino per i diritti riproposta lunedì 25 novembre alle 13.00 su Rai Storia in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Enrico ricorda con emozione quel giorno in cui la macchina da presa era entrata nell’appartamento della Magliana - in cui lui ha continuato a vivere fino ad oggi – per seguire Marisa, per una giornata intera. Lei era una ragazza madre che veniva dalla provincia, due figli, molti lavori ogni giorno, dall’alba, ma trovando anche il tempo di imparare a leggere e a scrivere, e di aiutare altre donne del quartiere, attraverso l’attività del Centro di cultura proletaria della Magliana. Una storia di solidarietà e di impegno civile per i diritti delle donne che hanno fatto definire “Marisa della Magliana” – di cui parla anche la regista Maricla Boggio - “il primo documentario femminista” perché i racconti della protagonista spaziano tra la scelta o meno di affrontare una gravidanza, il lavoro femminile, il diritto allo studio, i figli nati fuori dal matrimonio. Tutti temi che hanno animato il dibattito sulla parità delle donne negli anni ’70.

Tra le altre storie, quella di un gruppo di gelsominaie calabresi intervistate nel 1971 sulle loro condizioni di lavoro, e quella di una casalinga che negli anni ’70 descrive il suo matrimonio infelice.

Passato e Presente
La violenza contro le donne

Nel dopoguerra le donne iniziano il percorso per la conquista della parità dei diritti fondamentali, così come sanciti dalla Costituzione italiana. Ma né l’impianto patriarcale della famiglia né la tradizionale violenza lecita nelle relazioni familiari vengono intaccati. In grande ritardo rispetto ai mutamenti della società, la soggezione giuridica delle donne in famiglia viene smantellata e abolite leggi discriminati nei loro confronti, come lo ius corrigendi e il delitto d’onore. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, se ne parla a “Passato e Presente”, in onda lunedì 25 novembre alle 14.15 su Rai Storia. In studio, la professoressa Silvia Salvatici e Paolo Mieli approfondiscono la storia della violenza domestica contro la donna e del percorso giuridico per perseguirla, dal dopoguerra a oggi.

Negli anni Settanta il movimento femminista mette al centro delle rivendicazioni l’autodeterminazione del proprio corpo: la nascita dei centri antiviolenza svela che la violenza domestica è molto diffusa e non è solo sessuale, ma anche psicologica ed economica. Un fenomeno trasversale, che riguarda tutte le classi sociali. Nel 2006 la prima indagine Istat sulla violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia rivela che il 31 per cento delle donne italiane tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica o sessuale e che i partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza rilevate. Nel Terzo Millennio la brutalità e la varietà con cui si manifesta la violenza contro le donne assume una dimensione allarmante. Uccisioni violente di fidanzate, mogli ed ex compagne riempiono le cronache. La nozione di “violenza domestica” riceve quindi un riconoscimento giuridico nel 2013 con il decreto-legge n.93 che contiene anche l’aggravamento della pena nel caso dello stupro coniugale. La sfera domestica rimane l’ambito privilegiato di espressione e di azione della violenza maschile contro le donne.

Una giornata particolare
Dacia Maraini. La violenza

Dacia Maraini va alla scoperta di documenti sulla condizione della donna, soggetto vessato per antonomasia, che aiutano a capire le diverse declinazioni della violenza: da quelle più subdole a quelle più esplicite. È la puntata Dacia Maraini. La violenza del programma “Una giornata particolare” riproposta da Rai Cultura lunedì 25 novembre alle 15.00 su Rai Storia in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.

Documenti sulle mutilazioni dei genitali femminili, sui femminicidi, sui matrimoni precoci e riparatori, ma anche storie di donne coraggio, ribellatesi alla mafia o alla propria condizione di subordinazione e poi barbaramente uccise.

Una violenza che però non risparmia nessuno e che non colpisce solo le donne, ma riguarda anche uomini, grandi e piccoli, potenti, gente comune e volti noti. Una carrellata di storie e di violenza: dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini, ai bambini thailandesi che vivono in situazioni di estrema povertà e costretti a prostituirsi, così come le centinaia di migranti ridotti in schiavitù e a cui sono negati i più basilari diritti umani.

Passato e Presente
La nascita dei centri antiviolenza

Dopo secoli di oblio, a partire dalla fine degli anni Settanta la violenza contro le donne diventa un tema di interesse pubblico. Di pari passo con l’irruzione sulla scena dei movimenti femministi e delle battaglie a favore dei diritti delle donne, nascono i primi centri antiviolenza, luoghi preposti all’ascolto e al sostegno psicologico e legale delle donne vittime di soprusi. Della nascita dei centri antiviolenza, che dal 1988 si arricchiscono anche dell’esperienza di “Telefono rosa”, parlerà la prof.ssa Beatrice Pisa, insieme a Paolo Mieli, in questa puntata di Passato e Presente realizzata in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e in onda lunedì 25 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Italia. Viaggio nella bellezza
L’atleta conteso

Via alle nuove puntate di “Italia. Viaggio nella bellezza”, il programma Rai Cultura dedicato allo straordinario patrimonio storico ed artistico italiano, la sua tutela e conservazione, in onda da lunedì 25 novembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Al centro del primo appuntamento il tema del patrimonio conteso, utilizzando la vicenda della statua dell’Atleta vittorioso come caso simbolo. Nel 1964 un bronzo greco è rimasto impigliato nelle reti di un peschereccio a largo della costa marchigiana. Sbarcato a Fano è stato, successivamente, esportato illegalmente all’estero. Oggi la statua dell’Atleta vittorioso, che in passato alcuni studiosi hanno attributo al grande scultore greco Lisippo, è esposta nelle sale del Getty Villa Museum di Malibu, in California. La città di Fano ne attende il ritorno. Nonostante, infatti, la statua sia assente dalla cittadina marchigiana da quasi sessant’anni, è entrata a far parte dell’immaginario culturale della comunità fanese. La battaglia legale per il suo rientro in Italia è stata lunga e complessa, ma sembra essere giunta ormai alle battute finali.

a.C.d.C.
Medioevo da non credere

Il Medioevo. Un periodo su cui grava una serie di pregiudizi e falsità che il professor Alessandro Barbero sfata nello speciale “Medioevo da non credere”, ideato e scritto dallo stesso Barbero con Davide Savelli per la regia di Monica Taburchi, in onda lunedì 25 novembre alle 22.10 su Rai Storia per “a.C.d.C.”. In primo piano, le storie di signori feudali e servi della gleba: come vivevano davvero, al di là dei luoghi comuni ai quali siamo abituali? Quali erano il ruolo e la funzione dei cavalieri? Come erano i castelli? Come funzionava l’università? Esisteva lo ius primae noctis? A queste e ad altre domande risponde “Medioevo da non credere” che si propone di superare i vecchi clichés del “periodo buio” e cercare di capire meglio cosa sia veramente successo in un millennio decisivo per la storia dell’Europa in cui viviamo oggi. “Il Medioevo – dice il professor Barbero, docente all’Università del Piemonte Orientale – è completamente diverso da quello che pensiamo. Anzi, è stato addirittura un po’ ‘calunniato’ come un periodo buio. E invece, è da lì che è partita la nostra modernità”. Il documentario è stato girato con l’aiuto di alcuni gruppi storici di rievocatori in alcuni luoghi medievali tra i meglio conservati in Italia, come il Ricetto Comunitario di Candelo e il Castello di Fènis e, inoltre, all’Armeria del Museo Reale di Torino e al Borgo Medioevale di Torino. Un luogo simbolo, quest’ultimo, di tutto il nostro “bizzarro” immaginario medioevale.

MARTEDI’ 26/11/2024

Italiani
Don Luigi Sturzo

Il 18 gennaio del 1919, un sacerdote siciliano, don Luigi Sturzo, con il suo “Appello ai liberi e forti” e la fondazione del Partito Popolare, dà vita al cattolicesimo politico italiano del Novecento. Allo Stato dell’epoca, centralista e autoritario, don Sturzo oppone una nuova idea di istituzione, basata sulle autonomie locali e sulla centralità della persona. Nell’Italia appena uscita dalla Prima Guerra Mondiale, l’Appello ai liberi e forti è un manifesto rivoluzionario che segna l’impegno civile dei cattolici in una nuova chiave, laica e autonoma rispetto alle gerarchie ecclesiali. Lo racconta lo speciale del ciclo “Italiani” con Paolo Mieli, riproposto da Rai Cultura nel giorno dell’anniversario della nascita martedì 26 novembre alle 12.00 su Rai Storia Il racconto di quella esperienza fa rivivere l’epopea del Paese uscito vincitore dalla Grande Guerra, ma piegato dagli altissimi prezzi umani e sociali pagati al lungo conflitto bellico. Il Partito popolare a sua volta si trova a combattere ben presto un’altra dura battaglia interna, quella col fascismo ei Mussolini. Per Sturzo si apre la via di un lungo esilio durato 22 anni, che non piega il temperamento e la capacità di presenza di uno dei nostri maggiori intellettuali e difensori della democrazia del secolo scorso.

Passato e presente
Donne e potere nell'età antonina

Nell’antichità le donne hanno dovuto combattere una lunga battaglia contro l’invisibilità. Tuttavia, l’età degli Antonini è un’epoca ricca di immagini femminili: le Augustae, le donne della domus imperiale, vengono ritratte in statue, bassorilievi, monete. A loro, dopo la morte, vengono dedicati culti e templi, come per le Faustinae. Ma queste azioni avevano soltanto uno scopo propagandistico e in nessun modo era riconosciuto un potere politico al femminile. Il loro compito - da vive e da divae - era quello di propagandare la sicurezza, la prosperità e la continuità dell’impero, e non senza sofferenza. A loro è dedicato “Passato e Presente”, in onda martedì 26 novembre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. In studio con Paolo Mieli la professoressa Francesca Cenerini.

Nel secolo breve
Enrico Fermi, una vita atomica

A 70 anni dalla morte di Enrico Fermi, un ritratto di quello che viene definito - dopo Galileo - il più grande scienziato italiano: è il nuovo appuntamento con “Nel secolo breve”, di Rosanna Lo Santo, con il commento di Paolo Mieli e la conduzione di Charlotte Marincola, in onda martedì 26 novembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Considerato non solo dagli italiani ma anche dagli americani il padre della fisica nucleare nei rispettivi paesi, incarna un rarissimo esempio di fisico sia teorico che sperimentale, ma soprattutto il sogno del docente-modello. Seguire le tappe della sua rivoluzione scientifica, da leader dei “ragazzi di via Panisperna” all’università di Chicago, significa anche incrociare eventi che hanno fatto la storia del ’900: il regime di Mussolini, le leggi razziali, la fuga di cervelli negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni nazi-fasciste, la pericolosissima gara tra tedeschi e americani per la costruzione della bomba atomica, fino all’utopia dell’“atomo pacifico”. Ne parlano fisici come Carlo Rovelli, il premio Nobel Giorgio Parisi, Ugo Amaldi e il biografo americano David Schwartz.

Il racconto della TV
Il 1954, l’anno uno del piccolo schermo

Via a “Il racconto della TV”, una serie in quattro puntate in cui i telespettatori ripercorrono i principali eventi, italiani e internazionali, di due anni cruciali, visti attraverso la lente delle trasmissioni televisive della Rai. Il racconto dell’anno è arricchito con l’ausilio di storici e testimoni e dalle annotazioni della giornalista Simona Vanni sulle hit canore dell’anno. Si parte martedì 26 novembre alle 22.40 in prima visione su Rai Storia con “Il racconto della TV – 1954” e dunque con l’intera annata del 1954 e con una scelta di trasmissioni che animavano la nascente televisione, nei mesi in cui si va formando il rapporto tra i cittadini italiani e quella “scatola magica”. Dai 15mila televisori accesi il 3 gennaio, primo giorno del servizio ufficiale della Televisione, si arriva agli 88mila abbonati a fine anno.

Attraverso rari filmati di repertorio -talvolta non più rivisti da allora- assisteremo all’ultimo Festival di Sanremo radiofonico - ma già ripreso da una cinepresa del Telegiornale- alla prima trasmissione in Eurovisione, alla conquista italiana del K2, e alle fasi di un evento di grande rilevanza politica come i festeggiamenti per la liberazione di Trieste, ritornata a far parte dell’Italia.

MERCOLEDI’ 27/11/2024

Athanasius Kircher, l'uomo che sapeva tutto
Un sapere enciclopedico

Astronomo, letterato, matematico, egittologo, geologo, ottico, poliglotta, Athanasius Kircher incarna in un’unica persona il sapere enciclopedico, caratteristica che fa di lui l’uomo più colto del suo tempo. Un personaggio raccontato nello speciale (2016) di Ilari Dassi, regia di Graziano Conversano, riproposto da Rai Cultura nel giorno dell’anniversario della sua scomparsa mercoledì 27 novembre alle 12.15 su Rai Storia. Nato a Geisa, non lontano da Francoforte, in Germania, nel 1602, entra nel Collegio Gesuita di Fulda all’età di 14 anni. Dopo aver insegnato in patria matematica, filosofia e lingue orientali, a causa della Guerra dei Trent’anni (1618 – 1648), nel 1631 è costretto a trasferirsi ad Avignone, in Francia. Nello stesso anno pubblica il suo primo libro Ars magnesia, uno studio sul magnetismo. Pochi anni più tardi, nel 1635, viene chiamato da Papa Urbano VIII a Roma (dove vivrà fino alla sua morte, avvenuta nel 1680) per insegnare scienze matematiche al Collegio Romano. Collezionista e appassionato di Oriente, proprio qui, fonda nel 1651 il Museo Kircheriano (Wunderkammer) che diventerà un polo di attrazione per gli studiosi provenienti da tutto il mondo.

L’enciclopedismo di Kircher fa da sfondo al suo progetto di scienza universale, che inquadra l’eclettismo erudito scientifico-filosofico del Seicento e rimanda alla struttura e alla sistemazione del sapere dei nostri giorni, dunque all’epoca della globalizzazione della conoscenza. Quella di Kircher non appare come una erudizione fine a se stessa, ma come la manifestazione di una fede nella profonda unità del reale, che lega fenomeni e cose attraverso invisibili corrispondenze.

Il gesuita di Geisa non si configura, dunque, come uno “scienziato puro”, ma piuttosto è affascinato dall’applicazione delle scienze alla vita quotidiana e a ciò che esse possono rivelare dei segreti del mondo e di Dio. La sua profonda religiosità lo spinge a ricercare ovunque un messaggio divino, nella natura e nell’uomo. Nonostante il misticismo del suo sapere le sue intuizioni sono sopravvissute per oltre cinque secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri. Nello speciale intervengono: Massimo Bucciantini, docente di Storia della Scienza all’Università di Siena; Giuliano Mori, ricercatore presso l’Institute Advanced Study di Princeton; Paul Oberholzer, docente di Storia Medievale alla Pontificia Università Gregoriana; Irene Pedretti, archivio storico della Pontificia Università Gregoriana; Clara Rech, dirigente scolastico del Liceo E.Q. Visconti (ex Collegio Romano) e Ingrid D. Rowland, docente di Storia Romana Rinascimentale e Barocca alla University of Notre Dame di Roma.

La guerra al tavolo della pace
La conferenza di Teheran

Nel giorno dell’anniversario dell’inizio della conferenza di Teheran, Rai Cultura ripropone la seconda puntata - di I.A. Chiusano, M. Sani, regia di M. Sani, P. Gazzarra - della produzione Rai del 1975 dedicata alle conferenze di pace durante la Seconda guerra mondiale con l'utilizzo di repertorio alternato a ricostruzione sceneggiata dei fatti. È “La guerra al tavolo della pace – La conferenza di Teheran” in ondamercoledì 28 novembre alle 18.15 su Rai Storia

Durante la conferenza di Teheran, Iran, che si tenne da 28 novembre al 1 dicembre 1943, i tre capi degli stati alleati nella guerra contro il nazismo, Josef Stalin, per l'Unione Sovietica, Franklin Roosevelt, per gli Stati Uniti d'America, Winston Churchill per la Gran Bretagna pianificarono dal punto di vista militare lo sbarco in Normandia, previsto per il 1° maggio 1944, con l'apertura di un fronte in occidente, aiuti per i partigiani organizzati da Josip Broz Tito in Jugoslavia, l'entrata in guerra dell'Unione Sovietica contro il Giappone dopo la sconfitta della Germania e sul piano politico si affrontò la futura sistemazione territoriale della Polonia e della Germania, con il consenso allo slittamento dei confini orientali e occidentali sovietici e si discussero le proposte americane sulla struttura da dare alla futura organizzazione delle Nazioni Unite.

Passato e Presente
I 7 fratelli Cervi

La drammatica vicenda dei sette fratelli Cervi, fucilati dai fascisti a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943 insieme a Quarto Camurri, rappresenta uno dei miti più potenti dell’Italia contemporanea. Ma chi sono stati davvero i fratelli Cervi e cosa ha rappresentato la famiglia prima e dopo il martirologio? Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Toni Rovatti a Passato e presente in onda mercoledì 27 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Dall’opposizione al fascismo al rifiuto della guerra, dalla scelta partigiana fino all’arresto e alla fucilazione, e ancora agli anni successivi nei quali ha preso forma la narrazione del loro sacrificio e si è strutturato il loro mito. In questa puntata speciale di Passato e Presente, a contribuire al racconto di questa pagina di storia l’inviata Emanuela Lucchetti dai luoghi simbolo della vicenda, disseminati nella provincia di Reggio Emilia: l’ex carcere di San Tommaso e il Poligono del capoluogo reggiano, le strade e il cimitero di Campegine, il podere “Campirossi” a Gattatico che oggi ospita il Museo Cervi.

Cari amici vicini e lontani
Da Sandra e Raimondo ai radiocronisti sportivi

Sono Sandra Mondaini e Raimondo Vianello ad aprire la nona puntata di “Cari Amici e lontani”, il programma Rai Cultura con Renzo Arbore in onda mercoledì 27 novembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. La celebre coppia dello spettacolo racconta il proprio rapporto con la radio. Vianello ironizza su un premio mai corrisposto da “Nonno Radio”, conduttore negli anni ’20 de “Il cantuccio dei fanciulli”, primo programma per bambini irradiato dall’Uri e dall’Eiar.

È poi il turno di Lelio Luttazzi, musicista e conduttore sia per la radio (Motivo in maschera 1954-56; Hit parade, 1967-76) che torna in TV dopo una incresciosa vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto nel 1970. Accolto da un’ovazione del pubblico, Luttazzi riprende in mano la bacchetta e dirige l’Orchestra Rai “Moonlight serenade” di Gershwin.

Dopo un ricordo di Oreste Del Buono del pioniere dei radiocronisti sportivi Nicolò Carosio, scomparso poche settimane prima, sono ospiti i radiocronisti di “Tutto il calcio minuto per minuto” (in onda dal 1960) Sandro Ciotti, Enrico Ameri, Roberto Bortoluzzi., Alfredo Provenzali e Claudio Ferretti, accompagnati dall’ex campione di calcio Gigi Riva. Come “penitenza”, Arbore chiede al gruppo di cantare “Dai dai gol” ma ripiegano su “Ma se ghe penso”, per celebrare la più antica delle squadre di calcio, il Genoa.

Dopo un omaggio dell’orchestra Rai diretta da Gianni Mazza a Natalino Otto, Arbore celebra “Alto Gradimento”, la seconda trasmissione che ha inventato con Gianni Boncompagni, che ha rivoluzionato il linguaggio della radio, in onda dal 1970 al 1976. Arbore e Boncompagni presentano i tecnici Luzi e Annichiarico, il produttore Ugo Porcelli, il dirigente Maurizio Riganti, l’annunciatore Luciano Alto, e infine Franco Bracardi (Pallottino), Mario Marenco (il lamento, la calcolatrice umana, colonnello Buttiglione, prof. Aristogitone, la Sgarambona), Giorgio Bracardi (Max Vinella, Catenacci, il funzionario Rai Marsala), che suona al pianoforte una brano jazz nel suo stile “rumoroso”. Un programma di Renzo Arbore, Ugo Porcelli ed Enrico Salvatori, con la collaborazione di Lucia Ciancaglini. Produttore esecutivo Alessandra Giorgi. Regia di Luca Nannini e Agostino Pozzi.

GIOVEDI’ 28/11/2024

Italiani
Alberto Moravia

Scrittore e intellettuale impegnato, Alberto Moravia è stato tra i più autorevoli testimoni degli eventi politici e sociali che hanno caratterizzato la nostra storia, e non solo, nel secolo scorso. Dall'avvento del fascismo, nei primi anni '20, fino alla creazione del Parlamento europeo, dove lo scrittore romano si è impegnato personalmente per sostenere le ragioni del disarmo e della pace, Moravia è stato un attento osservatore delle traversie del suo tempo. È il protagonista di questo speciale del ciclo “Italiani”, con Paolo Mieli, riproposto da Rai Cultura giovedì 28 novembre alle 12.15 su Rai Storia nel giorno dell’anniversario della nascita. Tra i viaggi che maggiormente l'hanno segnato, la visita in Unione Sovietica subito dopo la destalinizzazione, l'incontro in Cina con i giovani maoisti all'epoca della rivoluzione culturale e la scoperta del continente africano che descrive raccontando i mutamenti in atto in molte aree di quell'universo primitivo. "La bomba atomica - sosteneva - non è stato un incidente di percorso della nostra civiltà. In realtà ne è parte integrante. È giunto il momento che gli uomini prendano coscienza di quanto i conflitti possano essere inutili e distruttivi e della necessità di bandire la guerra dalle attività del genere umano. È necessario, per la salvaguardia della vita, creare il tabù della guerra. Come da sempre esistono altri tabù, che ci difendono dal caos e dall'autodistruzione, si potrebbe instaurare tra gli uomini questa nuova convenzione sociale." Partecipano alla trasmissione la scrittrice Dacia Maraini, per lungo tempo compagna di Moravia, lo storico Lucio Villari, lo scrittore Lorenzo Pavolini e il critico cinematografico Adriano Aprà che - insieme a Gianna Cimino, nipote dello stesso Moravia, e a Nour Meiehi della Fondazione dedicata allo scrittore romano - ci restituiscono un Moravia impegnato in senso sociale, civile e culturale, ma svincolato da ogni militanza politica.

Passato e Presente
Operazione Sunrise, la resa tedesca in Italia

Tra il febbraio e l’aprile del 1945, mentre in Europa si consumano le ultime drammatiche fasi della Seconda guerra mondiale, in Svizzera, al riparo dai combattimenti e dalla pubblicità, un pugno di ufficiali tedeschi delle SS e di agenti dei servizi segreti americani discutono la possibilità di arrivare a un accordo separato per la cessazione delle ostilità in Italia. Un’operazione raccontata da Paolo Mieli e dallo storico Ernesto Galli Della Loggia a Passato e presente in onda giovedì 28 novembre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Viziata fin dall’inizio dall’ambiguità di cui danno prova entrambe le parti della trattativa, la vicenda si trascina troppo a lungo per cambiare davvero il corso degli eventi e serve soltanto ad acuire i sospetti e le tensioni già presenti tra i membri dell’alleanza anti-nazista, anticipando quelli che sarebbero stati gli schieramenti del mondo bipolare successivo alla fine della guerra.

5000 anni e +. La lunga storia dell'umanità
1191: l’assedio di Acri

L’assedio di San Giovanni d’Acri: uno degli episodi principali della terza Crociata. Ne parlano a “5000 anni e più. La lunga storia dell’umanità” in onda giovedì 28 novembre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia, Giorgio Zanchini in studio il professor Antonio Musarra, docente di storia medievale alla Sapienza di Roma, per ricostruire una vicenda che vede tra i suoi protagonisti il re Riccardo Cuor di Leone, un personaggio entrato nella leggenda, descritto come impavido e valoroso cavaliere in difesa della fede cristiana. Eppure, il lungo assedio, iniziato nell’agosto del 1189, si concluderà con la sconfitta dei crociati e la caduta di Gerusalemme. E alcune pagine della lunga battaglia contro i musulmani di Saladino rimangono ancora controverse.

Ad a.C.d.C. “L'epoca d'oro dei pirati dei Caraibi”
La repubblica dei pirati

L’epopea dei pirati con “a.C.d.C” ed il professor Alessandro Barbero riparte giovedì 28 novembre alle 22.10 su Rai Storia Nassau che, grazie ai proventi del tesoro sottratto agli spagnoli, diventa una città in piena espansione. È governata dal pirata Benjamin Hornigold e dalla sua banda, e diventa presto la casa dell’aspirante pirata Anne Bonny. Il rivale Henry Jennings terrorizza il mare con il temibile Charles Vane. Ma dopo essere stato tradito dal governatore della Giamaica, anche Jennings deve rifugiarsi a Nassau. Hornigold approfitta dell'arrivo di Jennings per dichiarare Nassau una repubblica democratica dei pirati basata sulla libertà, l'uguaglianza e l'arricchimento. Il rifugio dei pirati nelle Bahamas cresce fino a diventare una repubblica indipendente ed egalitaria, aperta alle nuove leve della pirateria e del saccheggio.

VENERDÌ 29/11/2024

Mario Missiroli. Elogio dell'incoerenza
Il ricordo a 50 anni dalla scomparsa

Giornalista, saggista, intellettuale, Mario Missiroli, classe 1886, si avvicina al mondo del giornalismo fin da giovanissimo, tanto da meritarsi negli ambienti bolognesi, la sua città di origine, il soprannome di enfant prodige. È lui il protagonista di “Passato e Presente”, in onda venerdì 29 novembre alle 14.15 su Rai Storia, puntata riproposta da Rai Cultura a 50 anni dalla scomparsa. In studio con Paolo Mieli il professor Francesco Perfetti. A soli 33 anni, nel 1919, Missiroli diventa direttore del Resto del Carlino; è il primo dei quattro quotidiani che dirigerà nel corso della sua lunga carriera. Negli anni Venti, attraverso i suoi articoli, si oppone all’ascesa del movimento fascista arrivando nel 1922 persino a ingaggiare un duello a spada col futuro duce Benito Mussolini. Nel 1925, però, con sorprendente trasformismo cambia rotta e inizia a strizzare l’occhio al regime con il quale collabora fino all’armistizio del 1943. Nel dopoguerra Missiroli diventa prima direttore del Messaggero e poi, a partire dal 1952, assume la direzione del Corriere della Sera, di cui rimane direttore fino al 1961.

Passato e Presente
Giacomo Puccini, il sogno della musica

Seduttore perfetto, uomo taciturno, amante della caccia, dello sport e delle macchine lussuose, Giacomo Puccini è stato, insieme a Giuseppe Verdi, il maggiore interprete del melodramma italiano e fra i più grandi compositori del nostro paese. Dal Giappone della rivoluzione Meiji della Madama Butterfly, alla Parigi scapigliata della Bohème, fino al microcosmo fiabesco della Turandot: Puccini ci ha trasportato in epoche e continenti distanti, facendoci assaporare melodie straordinarie. Anticipatore di nuovi linguaggi musicali, le sue partiture toccano l’apice della vocalità nell’opera di tradizione italiana e segnano, con nuove forme drammaturgiche, l’allontanamento dal modello ottocentesco della grande opera. Con Charlotte Marincola percorreremo i luoghi della sua ispirazione in questo appuntamento speciale con Passato e presente proposto da Rai Cultura, nel giorno del centenario della morte di Puccini, venerdì 29 novembre alle ore 13.15 su Rai3 e alle ore 20.30 su Rai Storia. In studio, insieme a Paolo Mieli, lo storico Lucio Villari. In ogni angolo, chiesa, vicolo, bar, teatro della natia Lucca e dell’adorata Torre del Lago echeggia, dopo un secolo, l’anima di Giacomo Puccini, le sue pagine sinfoniche, le sue passioni, il suo genio. I luoghi sono parte integrante della musica pucciniana, fervore delle arie più celebri in cui nascono e muoiono le sue eroine. Opere eterne, dunque, che conquistano ancora oggi le platee dei più importanti teatri nazionali e internazionali.

Le ragazze
Dall’ostetrica dei record ad Anna Fendi

È Maria Pollacci, nata nel 1924 in provincia di Modena e divenuta famosa come l’ostetrica dei record, la prima protagonista della nuova puntata di “Le Ragazze”, in onda venerdì 29 novembre alle 21.10 su Rai Storia. Rimasta nubile e senza figli, ha aiutato a venire al mondo 7668 bambini, il primo nel 1945, l’ultimo nel 2020, sostenendo le loro mamme con professionalità e amore. Dopo di lei si intrecceranno i racconti di due grandi Ragazze degli anni ‘50: la stilista e imprenditrice Anna Fendi e la pianista e compositrice Teresa Procaccini. Secondogenita delle cinque sorelle più famose della moda, Anna racconta una storia tutta italiana di passione e dedizione al lavoro: dalla piccola bottega dei genitori nel centro di Roma al sodalizio con Karl Lagerfeld fino al successo in tutto il mondo, il nome Fendi è stato tra i protagonisti assoluti della grande stagione del Made in Italy. Teresa Procaccini, nata a Cerignola, ha invece dedicato tutta la sua vita alla musica: è stata direttrice del Conservatorio di Foggia, insegnante all’Accademia Santa Cecilia di Roma e soprattutto compositrice, riuscendo ad affermarsi in un ambito artistico e culturale dominato dalla presenza maschile. Seguono le storie di due Ragazze degli anni ‘70: l’evoluzione umana e politica di Rosy Bindi, dall’attentato nel 1980 a Vittorio Bachelet che ha segnato profondamente il suo impegno politico, agli incarichi che ha ricoperto per il centrosinistra in 24 anni di storia parlamentare fino al 2018 (ministra, deputata, vicepresidente della Camera, presidente del PD, presidente della Commissione Antimafia), e la storia di Maura Tirillò, giovane ribelle nella Roma infuocata degli anni ‘70 e tassista a partire dalla metà degli anni ’90, quando a guidare i taxi nella Capitale c’erano soltanto 5 donne per quasi 5000 vetture. Sarà la giovanissima Giada Arena a chiudere la puntata: ex bambina prodigio e attrice, per dieci anni nel cast della fiction televisiva Don Matteo, Giada ci racconta quanto sia stato difficile vivere l’adolescenza sotto i riflettori e di come abbia maturato a poco a poco la consapevolezza di voler fare altro nella vita.

SABATO 30/11/24

Italiani
Maria Bellonci

Un omaggio alla scrittrice, traduttrice e ideatrice del prestigioso premio letterario "Strega": lo propone lo speciale del ciclo “Italiani” riproposto da Rai Cultura nel giorno dell’anniversario della nascita sabato 30 novembre alle 12.00 su Rai Storia. Maria Bellonci, con il marito Goffredo, ha dato vita ad un salotto letterario attivo e partecipe della vita sociale e culturale del paese, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e degli anni della ricostruzione italiana. Una grande passione per la letteratura e per la scrittura, con uno sguardo sempre attento al mondo femminile e al ruolo delle donne.

il premio Strega, da lei ideato nel 1947, continua ad accompagnare i percorsi narrativi di tanti scrittori, e a far conoscere nuovi autori. Attraverso interviste a protagonisti della scena culturale e letteraria contemporanea, e testimonianze di epoca si delinea il ritratto di Maria Bellonci con le sue passioni: la storia, la letteratura, la scrittura, il Rinascimento italiano.

Come si diventa Winston Churchill”
Il ricordo di “Passato e Presente” a 150 anni dalla nascita

“Non ho nulla da offrire se non sangue, fatica, lacrime e sudore". Con queste parole, il 13 maggio 1940 Winston Churchill chiede la fiducia per il suo governo alla Camera dei Comuni di Londra. Tre giorni prima, il re Giorgio VI gli ha infatti conferito l’incarico di Primo ministro. Churchill, che ha già 65 anni, può offrire al popolo britannico anche le conoscenze e la preparazione che ha maturato nel corso della sua esistenza. Ha vissuto, infatti, una straordinaria varietà di esperienze: è stato militare, giornalista, scrittore e uomo politico; ha girato mezzo mondo, combattuto in guerra e ricoperto importanti cariche in diversi governi. Ne parlano Paolo Mieli e la professoressa Valentina Villa nell’appuntamento con “Passato e Presente” riproposto sabato 30 novembre alle 14.15 su Rai Storia a 150 anni dalla nascita. È anche grazie a tutte le sue esperienze che Churchill avrà le capacità di guidare il Regno Unito alla vittoria della Seconda guerra mondiale. 

Passato e presente
La conferenza di Teheran

La prima occasione di confronto tra i tre Grandi della Seconda guerra mondiale - Franklin Delano Roosevelt, Winston Churchill e Joseph Stalin - è la Conferenza di Teheran che prende il via 28 Novembre 1943. Un evento raccontato a Passato e presente sabato 30 novembre alle 20.30 su Rai Storia dal professor Mario del Pero con Paolo Mieli. Il Presidente degli Stati Uniti d'America, il Primo Ministro di Gran Bretagna e il Premier dell'Unione Sovietica discutono del futuro assetto del continente europeo dopo che i nazisti saranno stati sconfitti, gettando le basi per la spartizione della Germania in zone di influenza. Nella capitale persiana, i tre grandi leader alleati definiscono anche la strategia da adottare nella fase finale della guerra, pianificando, tra l'altro, l'operazione Overland: il grande sbarco in Normandia che cambierà il corso della Seconda guerra mondiale.

Cinema Italia
Il Commissario Pepe

In una tranquilla cittadina della provincia veneta, devota e operosa, il commissario Pepe viene incaricato dai suoi superiori di indagare su alcuni giri di prostituzione e altri comportamenti contrari alla morale. Tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1965 da Ugo Facco De Lagarda, e sceneggiato da Ettore Scola (che firma anche la regia) con Ruggero Maccari, il film “Il commissario Pepe” - in onda sabato 30 novembre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia” - fece vincere a Tognazzi il premio come miglior attore protagonista al Film Festival di Mar del Plata nel 1970. Nel cast anche Giuseppe Maffioli, Silvia Dionisio, Marianne Comtell, Elsa Vazzoler.

Documentari d’autore
Il caso Braibanti

Il caso giudiziario riguardante Aldo Braibanti, ex partigiano, poeta e drammaturgo che verso la fine degli anni '60 fu accusato dalla famiglia del suo compagno, il ventunenne Giovanni Sanfratello, di averlo plagiato non avendo questa mai accettato l'omosessualità del figlio. Il processo si aprì nell'estate del 1968, e in difesa di Braibanti si schierarono diversi personaggi di spicco, tra i quali Pier Paolo Pasolini, Elsa Morante, Alberto Moravia, Umberto Eco e Marco Pannella. È “Il caso Braibanti” in onda sabato 30 novembre alle 23.00 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.


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