L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

In diretta l'inaugurazione dell'Opera

È firmato dal grande regista inglese Richard Jones il Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi che mercoledì 27 novembre inaugura la Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma e che Rai Cultura propone in prima serata su Rai 5 alle 21:15 in diretta-differita e in diretta dalle 18:00 su Radio3. La nuova produzione, che segna il ritorno al Costanzi del regista dopo i successi della Dama di picche e Káťa Kabanová, vede impegnato sul podio il direttore musicale della Fondazione Capitolina Michele Mariotti. A introdurre l'opera, raccontandone la trama, è l'attore Matteo Martari, mentre la regia Tv è di Barbara Napolitano. «Nel Simon Boccanegra di Verdi - dice Mariotti - amore e potere si trovano crudelmente schierati l’uno contro l’altro. Da una parte la musica esprime un'atmosfera liquida, scura e inafferrabile proprio come gli intrighi del potere, dall’altra, per mezzo del canto isolato di un fagotto o delle oscillazioni cromatiche degli archi, ci commuove. Nel finale del primo atto, ad esempio, Verdi delinea un quadro di inaudita violenza: uno scontro tra patrizi e plebei che sarà interrotto solamente dal pianto del doge che va gridando ‘pace’ e ‘amore’. Ma in un mondo così bieco non c’è posto né per l’amore né per la pace, se non quella che Simon Boccanegra troverà nell’ultimo abbraccio con il mare, che diventerà così la sua tomba». 
Protagonisti sul palco Luca Salsi nel ruolo del titolo, Eleonora Buratto come Maria Boccanegra, Michele Pertusi nella parte del nobile Jacopo Fiesco, Stefan Pop nelle vesti di Gabriele Adorno, Gevorg Hakobyan come Paolo Albiani. A firmare scene e costumi è Antony McDonald, mentre le luci sono di Adam Silverman. Coreografa per i movimenti mimici è Sarah Kate Fahie e maestro d'armi è Renzo Musumeci Greco. Orchestra e Coro, diretto da Ciro Visco, sono del Teatro dell’Opera di Roma. 
Intrighi politici e scontri di classe, passioni irrisolte e bramosie di potere. La storia del primo doge di Genova, Simon Boccanegra, è per Verdi un dramma sulla crisi di un sistema politico, e sul tormento di un uomo diviso tra l’amore per la figlia e il compimento dei propri doveri istituzionali. Una tragedia in cui il mare, cornice onnipresente nell’opera, è sia sfondo di una Genova in tumulto sia riflesso dell’animo inquieto dei protagonisti. Verdi tornò sulla partitura più di vent’anni dopo l’insuccesso di una prima versione, rappresentata a La Fenice di Venezia nel 1857, in un momento di svolta delle proprie concezioni drammaturgiche.  

 

 


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