L’Ape musicale

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Il Teatro Odeon – Giacinto Prandelli

Giacinto Prandelli: una stella luminosissima nel firmamento dell’opera lirica mondiale

Ormai da anni il Teatro Odeon di Lumezzane è un centro di cultura e intrattenimento fra i più importanti della Provincia. Lo dimostrano la continua attenzione della critica, il costante successo di pubblico e la generosità con cui i tanti sostenitori del nostro Teatro ogni anno rinnovano la propria fiducia e il proprio gradimento per gli spettacoli che ne animano la stagione artistica.

Come Assessore alla Cultura sono sempre più convinto che iniziative culturali di spessore, oltre a migliorare la qualità della vita di noi tutti, siano davvero il mezzo più efficace per valorizzare l’immagine di una Città come la nostra che, se anche ha la propria caratteristica precipua in altri settori del vivere comunitario, ciononostante ha sempre saputo riservare la giusta attenzione agli ambiti dell’arte e della cultura.

La locale, antica vocazione al canto e a una certa teatralità del linguaggio, verbale e non verbale, è testimoniata dai mille aneddoti che ancora oggi si raccontano per le vie del Paese. Diverse e ben strutturate sono, da decenni, le scuole di musica del territorio e le compagnie teatrali e di danza attive; ormai centenaria è la storia delle due bande musicali cittadine. Non stupisce che questo terreno fertile e particolarissimo abbia dato i natali a tutta una serie di artisti di ottimo livello distintisi, nel secolo scorso e nell’attuale, nei campi del teatro e soprattutto della musica.

Con grande orgoglio e con emozione sincera, l’Amministrazione comunale di Lumezzane si accinge ora a intitolare il proprio teatro a colui che, all’interno di questo nutrito gruppo di persone con un talento significativo in campo artistico, è innegabilmente l’interprete che ha raggiunto i traguardi più prestigiosi, sui palcoscenici più importanti di tutto il mondo.

Giacinto Prandelli è, a tutti gli effetti, un grande esempio di “lumezzanesità”. Solo con la personalità e l’arditezza che hanno caratterizzato il cammino dei tanti lumezzanesi capaci di costruire qualcosa di importante, il giovane Prandelli poteva pensare di discostarsi da un percorso che sembrava tracciato e comodo per dedicarsi a una passione che evidentemente covava nel di lui animo con una tale potenza da divenire, a un certo punto, irresistibile. “Se non studia canto, lei è un assassino” gli disse un po’ brutalmente Edmondo Grandini, quello che poi sarebbe stato il suo primo maestro, quando sentì la sua voce per la prima volta. E fu forse proprio Arturo Toscanini a dare poi quella spinta finale che permise a Giacinto Prandelli di intraprendere incontrovertibilmente il suo memorabile cammino e scalare, passo dopo passo, le vette della lirica e dell’opera a livello internazionale. “Non ce n’è bisogno” gli rispose in occasione della sua audizione alla Scala, quando Prandelli chiese al grande direttore se dovesse cantare altro brano dopo la sua - evidentemente eccellente - interpretazione de Ah! Dispar, vision della Manon Lescaut. Caparbio e concentrato sui propri obiettivi dunque, e ciò a fronte di una consapevolezza dei propri mezzi che crebbe gradualmente dentro di lui, assecondata da illustrissimi addetti ai lavori che non tardarono a riconoscerne il talento luminosissimo.

Un talento straordinario che l’Amministrazione comunale di Lumezzane vuole celebrare, oggi più che mai, affiancando perpetuamente il suo nome a quello del luogo della cultura più importante della nostra Città.

L’Assessore alla Cultura del Comune di Lumezzane

Lucio Facchinetti

La targa dedicata a Giacinto Prandelli

Di seguito si riporta il testo della targa che lo ricorda sulla facciata del “Teatro Odeon - Giacinto Prandelli” a partire da domenica 7 aprile 2024:

Nacque a Lumezzane l’8 febbraio 1914 da nota famiglia di solida vocazione industriale ma decise di dedicare interamente la sua vita al canto, studiando con Grandini a Brescia e Fornarini a Roma e debuttando ufficialmente come tenore nel Mito di Caino di Franco Margola nel 1940 al Teatro Donizetti

di Bergamo. Tappe salienti del suo percorso artistico in Italia furono l’esordio al Teatro dell’Opera di Roma nella Traviata (1943), il debutto alla Scala nel 1946 con la Nona sinfonia di Beethoven diretta da Toscanini, che lo volle anche nel 1948 per il concerto commemorativo per Arrigo Boito, con una selezione di Mefistofele e di Nerone. Sempre alla Scala, nel 1950, ancora con Toscanini, apparve nella Messa da Requiem di Verdi e nel 1951 nella Traviata, con Renata Tebaldi e la direzione di De Sabata, titolo che poi lo vide protagonista anche al fianco di Maria Callas con Giulini sul podio e la regia di Visconti.

Dagli anni Cinquanta iniziò la carriera internazionale con esibizioni a Lisbona, Barcellona, Monte Carlo, Buenos Aires. Nel 1951 il debutto al Metropolitan di New York, seguito dalla San Francisco Opera nel 1954 e dalla Lyric Opera di Chicago nel 1956. Si distinse come tenore lirico nel repertorio italiano (Edgardo, Duca di Mantova, Alfredo, Rodolfo, Pinkerton) e francese (Werther, Des Grieux, Faust) con puntate nel campo del lirico spinto (Manon Lescaut, La Gioconda, Adriana Lecouvreur). Affrontò inoltre il repertorio moderno di autori come Wolf Ferrari, Alfano, Menotti, Respighi e Honegger, della cui Giovanna d'Arco al rogo ha lasciato anche una memorabile interpretazione in video al fianco di Ingrid Bergman con la regia di Roberto Rossellini. Dotato di tecnica vocale impeccabile, naturale eleganza, grandi capacità musicali e sceniche, emozionò il pubblico per l’ultima volta nel 1970 nella Francesca da Rimini di Zandonai al Teatro Grande di Brescia, nella parte di Paolo il Bello.

Morì il 14 giugno 2010 a Milano dove ebbe dall’amata moglie Annamaria tre figli. Riposa oggi, insieme a lei, nella sua Lumezzane a cui rimase sempre profondamente legato e dove non mancò di fare spesso ritorno.

A partire dal 2011 Lumezzane lo ricorda con un galà operistico, giunto quest’anno alla quindicesima edizione. Il Teatro Comunale Odeon gli viene intitolato il 7 aprile 2024.


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