L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Visto da vicino

di Sergio Mara

Guido Marotti e Ferruccio Pagni
Puccini intimo
pp.191
ISBN 8882522199
 
Vallecchi editore, Firenze 2024

Una premessa: questo libro è una ristampa di un testo commemorativo pubblicato nel 1926, due anni dopo la scomparsa del grande musicista. Si tratta di un ritratto “a freddo” scritto da due testimoni e amici del compositore stesso.

Ferruccio Pagni era un pittore locale d’impronta realista, autore di quadri d’ambiente in stile macchiaiolo e liberty. Guido Marotti era un giornalista dotato di una vasta cultura letteraria e musicale. Entrambi hanno frequentato Puccini durante i soggiorni viareggini e a Torre del Lago: sono stati suoi confidenti e compagni di ore di svago e divertimento. È quindi una testimonianza d’epoca “in presa diretta”, carica di sintomi affettivi e di memorie ancora vicine e presenti.

Il ritratto umano, biografico e sentimentale del musicista lucchese è stato tratteggiato e approfondito da molteplici studi, alcuni anche volti ad un maggiore senso critico: pensiamo al libro di ricordi di Arnaldo Fraccaroli o alla più meditata analisi di Virgilio Bernardoni. Quello che possiamo trovare in questa interessante riedizione è un modello opposto di narrativa, influenzata da una visione letteraria tipica degli anni in cui il libro è stato scritto.

Ferruccio Pagni racconta soprattutto il Puccini amante della caccia, delle scorribande lacustri e delle serate scanzonate nel “club della bohème”, fra canti improvvisati e mangiate favolose. Il Puccini cultore delle novità tecnologiche, del lusso e del gioco delle carte. Una visione ingenua e adolescenziale del Puccini privato, stile “amici miei”, venato da una sottile malinconia e da un profondo bisogno di “comunità”. La scrittura di Pagni rammenta l’aderenza umana degli scrittori veristi e al tratto ironico-sarcastico di Olindo Guerrini.

Guido Morotti descrive il Puccini artista, il compositore, le sue preferenze nell’ambito culturale europeo e la sua conoscenza dell’estetica musicale. Vengono anche elencate le sue preferenze in ambito interpretativo, per quanto concerne la scelta dei cantanti ed il lavoro svolto accanto ai direttori d’orchestra. Un Puccini pacatamente attento ad ogni fenomeno di natura artistica che avveniva attorno a lui, conscio del veloce mutare dei tempi e dei gusti. La scrittura di Morotti è sulla linea letteraria del decadentismo: D’Annunzio, Proust e Pascoli.

Le pagine finali, dove vengono evocati gli ultimi giorni di Puccini fra gli amici di Viareggio, hanno una carica emotiva del tutto particolare che nasce all’interno di un sentimento privato autentico e non replicabile.

Si tratta di un libro degno di essere riproposto per conoscere anche il “piccolo mondo antico” che Puccini ha attraversato nel suo viaggio verso il Novecento.


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