L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

fedra di paisiello

Elogio dell'occasione perduta

 di Roberta Pedrotti

G. Paisiello

Fedra

Milanesi, Sargsyan, Dell'Oste, Poggini, Andaloro

Jérôme Correas direttore

Orchestra e Coro del Teatro Massimo Bellini di Catania

Catania, gennaio 2016

2 CD Dynamic, CDS 7750/1-2, 2016

Leggi la recensione delle recite dal vivo

Che un teatro dalla storia prestigiosa ma dal presente indubbiamente alquanto accidentato come il Massimo Bellini di Catania s'impegni nel recupero della Fedra di Paisiello per onorare il bicentenario dalla morte del compositore tarantino con una proposta culturale non scontata è certo cosa più che meritevole, degna d'ogni lode e d'ogni attenuante di giudizio. Allo stesso modo, l'incisione live proposta dalla Dynamic ha il pregio indiscusso di mettere a disposizione, dopo quell'unica pionieristica edizione diretta da Angelo Questa, un'esecuzione basata su una revisione delle fonti realizzata con criteri moderni. Qui, però, sorgono i primi problemi, ché i manoscritti antichi non si trascrivono ed editano motu proprio, ma hanno bisogno di un qualche volonteroso musicologo che li scovi, li studi, li confronti. Peccato che scorrendo in lungo e in largo il cofanetto non si trovi traccia del nome del povero studioso: gli erigiamo qui un simbolico monumento al Musicologo Ignoto.

Invero, per un'opera il cui libretto è assai difficile, se non al momento impossibile, reperire on line, non disporre nemmeno di un testo virtuale da consultare sul sito della casa discografica è un grosso limite [gentilmente la Dynamic ci informa che il libretto è disponibile a questo link, purtroppo non segnalato nel booklet del CD né reperito, al momento della stesura della recensione, attraverso i principali motori di ricerca], così come la scelta incomprensibile di riportare come argomento dell'opera il mito originario in cui Ippolito è un misogino dall'inattaccabile castità, mentre l'opera (esattamente come i precedenti di Rameau e Traetta) si ispira a una versione più tarda in cui il figlio di Teseo ama riamato la giovane Aricia, del tutto ignorata dall'estensore delle note di copertina. Queste contengono anche un saggio di Mariateresa Dellaborra, al solito assai informata ma in questo caso inspiegabilmente trasandata nella forma (enumerazioni aperte da un “sia” isolato e proseguite come semplice elenco, o espressioni come “il ruolo dei nove personaggi” fanno pensare a un testo scritto di getto e non revisionato). Anche la lista delle tracce in cui il primo atto inizierebbe non dopo l'ouverture, ma fra il recitativo e l'aria di Ippolito, per non parlare dell'imprecisione della definizione di interlocutori e numeri (il finale primo, in realtà una straordinaria e complessa scena di Teseo, sembra composto solo da cori e recitativi, il grande duetto dei due amanti è definito aria di Ippolito e Aricia!) fanno pensare a un'incisione editata un po' troppo di fretta. Considerato che si tratta di una partitura d'esecuzione più unica che rara, l'ascolto procede pressoché alla cieca nel ricordo di Euripide e Racine (ineffabile, in tal proposito, l'argomento che dopo aver riassunto grossomodo la tragedia greca conclude ”nell'opera il finale è cambiato” senza dir come).

Peccato, perché questa Fedra è interessantissima e fa davvero desiderare ulteriori riprese per apprezzare la cura drammaturgica e strumentale, l'articolazione dei numeri chiusi, il linguaggio tragico che guarda sia alla coeva opera francese sia alla traduzione seria partenopea, in quella fecondissima sintesi in cui, di lì a poco, alligneranno Manfroce, Mayr, Rossini.

La produzione registrata a Catania si fa ascoltare con simpatia per il coraggio dell'impresa e la passione della realizzazione, benché nel complessonon si possa dire molto più che volonterosa. La più esperta di questo repertorio è senz'altro Raffaella Milanesi, cui manca lo spessore di tragédienne in cui riposerebbe la ragion d'essere di un ruolo non troppo appariscente in termini di pura vocalità. Da questo punto di vista l'attenzione maggiore si concentra su Ippolito (creato da Girolamo Crescentini), Aricia (Brigida Giorgi Banti) e Teseo (Giacomo David): oggi Anna Maria Dell'Oste eredita l'onerosissima parte della primadonna de facto, lo fa con dedizione scrupolosa, ma senza quello scintillìo e quella personalità che si sarebbero auspicare. Le voci più fresche di Caterina Poggini e Artavasd Sargsyan, parimenti, si prodigano anche con buoni risultati, benché nel rievocare l'allure del sommo castrato nel canto patetico e di bravura, l'incisività del primo baritenore del suo tempo talora paghino lo scotto di una maturità artistica ancora in fieri e rischino di perdere mordente nei passaggi più arditi o drammaticamente esposti. Le premesse fanno comunque intravedere interessanti sviluppi futuri.

Jérôme Correas, concertatore, vanta un curriculum ragguardevolissimo come cantante (basso-baritono) e strumentista (cembalista) spesso in collaborazione con William Christie. Possiede esperienza, competenza e sensibilità musicale a tutto tondo, che si riflettono in un adeguato rapporto con il canto, in una resa orchestrale anche sorprendente per un complesso stabile non specialistico (un po' meno a fuoco il coro). Quel che non convince è la presenza spesso invadente del cembalo di Leonardo Catalanotto in tutti i numeri musicali, riconducendo gli equilibri orchestrali agli albori più che al declinare del XVIII secolo; se, poi, si fossero realizzati i recitativi secchi affiancando alla tastiera anche un paio di archi la filologia e la coesione drammatica ne avrebbero giovato non poco.

Un'occasione ricca di buone intenzioni, non priva di esiti felici, zavorrata da qualche limite oggettivo e da alcune leggerezze formali: il collezionista e il devoto dell'opera rara e pre ottocentesca troveranno, pur con qualche rammarico, un pezzo in più per le loro discoteche, tutti auspicheremo una prossima ripresa della Fedra e di altre opere serie napoletane fra Sette e Ottocento con tutte le cure che meritano.


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.