L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Sotto il segno di Mahler

 di Federica Fanizza

Inaugurata a Bolzano e a Trento la 56a stagione sinfonica dell'Orchestra Regionale Haydn di Bolzano e Trento. 

TRENTO, 21 ottobre 2015 - La fanfara della tromba in si bemolle è una delle ultime evocazioni, nell’opera mahleriana, del mondo caro alla sua infanzia: i richiami lontani della caserma e le sfilate della marcia militare davanti alla casa dei suoi genitori in un piccolo villaggio della Boemia.

E sono le note iniziali della Quinta Sinfonia di Gustav Mahler, insieme alle due arie Tannhäuser ("Dich, teure Halle") e Tristano e Isotta ( Preludio e morte di Isotta) di Wagner, per voce del soprano Annemarie Kremer, che hanno dato l'avvio, a Bolzano il 20 ottobre e il giorno successivo a Trento, alla duplice inaugurazione della 56a stagione sinfonica dell'Orchestra regionale Haydn di Bolzano e Trento diretta dal proprio responsabile musicale Arno Volmer.

Un incipit di stagione ambizioso che raccoglie i risultati di un costante lavoro sulla ricerca della qualità degli organici e del repertorio, per una istituzione periferica, da due anni sotto la direzione artistica di Daniele Spini e musicale del direttore principale, il baltico Arvo Volmer.

I responsabili del complesso musicale regionale si sono voluti confrontare con un programma complessivo dedicato alla nascita dello stile sinfonico moderno da Mahler a Sibelius, da Brahms a Glinka, non tralasciando Mozart e Schumann e con presenze direttoriali ospiti di prestigio internazionale, quali Jesus Lopez-Cobos, Yves Abel, Michele Mariotti, Jeffrey Tate, Lorenzo Viotti, Ottavo Dantone

È, quella dell'Orchestra regionale delle Province di Bolzano e Trento, una realtà che va oltre la sola proposta sinfonica, facendosi carico, da questa stagione, anche della organizzazione della Stagione Lirica sulle due città, promossa dal responsabile della programmazione lirica Matthias Lošek. Si tratta, comunque, di un'istituzione musicale che ,oltre a essere presente con le sue proposte nelle due sedi capoluogo, non tralascia nella propria organizzazione annuale i centri minori dei due ambiti provinciali offrendo, nelle sedi periferiche, con organici flessibili e adeguati agli spazi disponibili, proposte qualitativamente elevate anche per gli esecutori messi in calendario; non ultimo, le proposte didattiche della sezione educazione musicale, avvalendo anche della fittissima rete delle scuole musicali civiche delle due realtà territoriali.

E la presidente della Fondazione Orchestra Haydn ha indirizzato al pubblico che ha riempito lo spazio dell'Auditorium di Trento con tante presenze giovanili, grazie a una politica di prezzi che favorisce l'accesso agli under 26, un breve saluto ringraziando il pubblico e chi sostiene con risorse economiche pubbliche provinciali e statali (l'Orchestra Haydn rientra nel novero delle istituzioni musicali di tradizione) nonchè private bancarie la condivisione di questo patrimonio musicale e professionale.

E il pubblico, stimolato dalla messa a confronto dei due giganti della musica tedesca, ha decretato il successo della serata. Del resto l'orchestra, che conta un organico stabile di quarantasei elementi, si presentava rinforzata con aggiunte di qualità per questa sinfonia che supera la durata di un'ora e che richiede un complesso con una massa estesa di archi, nella formazione più numerosa possibile. Questa vastità di impianto e di costruzione, oltre che per la varietà e ricchezza di immaginazione e di idee musicali, fa della Quinta mahleriana un'opera poderosa e massiccia che si inserisce, pur potenziandone la struttura e il discorso orchestrale, nella grande tradizione sinfonica tedesca. Ma quello che emergeva nell'esecuzione a cui abbiamo assistito è stata l'assoluta qualità della sezione dei fiati e dell'inserto del corno obbligato affidato al giovanissimo Andrea Cesari. In tutta questa massa di note, la prima parte della serata affidata a Wagner è passata quasi in secondo piano, forse complice anche la protagonista vocale, il soprano olandese Annemarie Kremer, di grande esperienza internazionale nel ambito operistico, ma con difficoltà nel reggere il confronto con l'ispirazione lirica di Wagner.


 

 

 
 
 

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