L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Invenzioni a quattro voci

di Roberta Pedrotti

Michele Spotti dirige la trascrizione per orchestra delle Soirées musicales realizzata da Fabio Maestri; sul palco le giovani voci di Maria Laura Iacobellis, Manuel Amati, Valeria Girardello e Carles Pachon.

PESARO 16 agosto 2019 - Otto arie e quattro duetti, testi classici del sommo Metastasio e contemporanei del romanticheggiante - e mediocre - Pepoli, vari affetti e registri, dal bozzetto all'elegia, dalla chanson à boire al notturno dai risvolti più cupi. Le Soirées musicales che Rossini compone dopo aver dato l'addio alle scene teatrali sono ben più di un divertissement salottiero, sono uno scrigno di gemme, un sunto dell'arte del comporre distillato in mezzi minimi. Non stupisce che alcuni di questi pezzi - su tutti, La danza - abbiano conquistato un'immensa popolarità, né che siano stati oggetto di trascrizioni, rielaborazioni, omaggi. 

Spesso, le ariette delle Soirées compaiono nei programmi dei recital di canto, anche se non sempre con il dovuto rilievo; più raro è ascoltare la raccolta completa, anche per via dei duetti destinati a diversi registri. Dove potremmo sperare di trovarle di casa, se non a Pesaro? In effetti, soprattutto nei Concerti di Belcanto, è difficile che un'edizione del Rof passi senza aver lambito un qualche album cameristico rossiniano, e in questo quarantesimo si consacra alle Soirées un intero appuntamento che riverdisce anche la pratica della trascrizione. Qualcuno si potrà chiedere se, data la qualità della scrittura pianistica originaria, ci fosse bisogno di una versione per ensemble strumentale, ma la necessità non è una categoria applicabile alla creazione e all'interpretazione artistica. Sì, non sono fondamentali per la nostra sopravvivenza, in effetti, ma ci rendono umani: la cultura e l'arte, dopotutto, sono proprio un superfluo indispensabile. E allora, lasciamo divertire Fabio Maestri con il suo omaggio a Rossini, rispettoso ma anche sperimentale nell'ampliare l'organico (la glassharmonica ha il suo bel daffare, ma non è l'unico intervento eccentrico rispetto agli standard rossiniani), nel mescolare suggestioni da altre opere, nell'ironizzare sul tono naïf della Pastorella delle Alpi. E poi, cosa non da poco, la versione di Meestri - che trasforma per orchestra anche l'ultima delle giovanili Sonate a quattro, La tempesta - è l'occasione per riavere a Pesaro almeno per un concerto (a quando un'opera?) il giovane e bravissimo Michele Spotti. Il programma non concede grandi margini per emergere alla bacchetta, ma basta davvero poco a Spotti, alla guida della Filarmonica G. Rossini, per ricordarci la sua maturità tecnica, la duttilità espressiva, la sensibilità, lo spirito, il senso del canto. 

L'altro punto di forza della locandina, che schiera tutti "ex" dell'Accademia Rossiniana, sarebbe stata la presenza di Xabier Anduaga, rivelatosi a Pesaro negli anni passati (Il viaggio a Reims nel 2017, Ricciardo e Zoraide nel 2018) e meritatissimo primo premio nell'ultimo concorso Operalia. Purtroppo, però, un'indisposizione non ha permesso al giovanissimo talento basco di esibirsi, prontamente sostituito dal collega Manuel Amati, cui i panni di factotum risolutore evidentemente calzano anche smessi i panni di Frontino nell'Equivoco stravagante. Fra una recita e l'altra studia e prova un programma che vede almeno per metà il tenore protagonista assoluto e, prima di correre alla Vitrifrigo Arena per la replica dell'opera, salva il concerto, con invidiabile prontezza di spirito e duttilità musicale. Chapeau. Maria Laura Iacobellis si spartisce con Amati gli oneri maggiori del programma e lo fa con voce morbida e ben timbrata. Meno in evidenza, ma solo per il numero di pezzi che li vedono coinvolti, sono il contralto Valeria Girardello, in perfetto equilibrio timbrico con il soprano nei due duetti, e il basso-baritono Carles Pachon con il suo efficace contributo al magnifico duetto dei Marinari.

Il teatro Rossini non sarà pieno, ma gli applausi non mancano, ripagati da una ripresa, questa volta a quattro voci, della Danza.


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