L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Pianoforte russo

di Giuseppe Guggino

L’Orchestra Sinfonica Siciliana inaugura la sua stagione di concerti al Politeama Garibaldi con Lilya Zilberstein impegnata nel secondo concerto per pianoforte di Rachmaninov e Petruška sotto la valida direzione di Marcus Bosch.

Palermo, 28 ottobre 2022 - Un po’ per scelta pianificata, un po’ per fortuita casualità è il pianoforte russo del ‘900 ad essere protagonista del concerto di apertura della sessantatreesima stagione dell’Orchestra Sinfonica Siciliana al Politeama Garibaldi. Oltre al Secondo Concerto per pianoforte e orchestra di Rachmaninov anche Petruška di Stravinskij è, infatti, pagina che risente sensibilmente nella scrittura di essere concepita inizialmente per strumento a tastiera e orchestra.

Il caso ci mette del suo a suggellare un programma sì coerente, con l’indisposizione dell’annunciata Khatia Buniatishvili, sostituita all’ultimo momento dalla grande pianista moscovita Lilya Zilberstein. Sebbene essa abbia rallentato i ritmi dell’attività concertistica negli ultimi anni dopo oltre trent’anni di carriera, la sostituzione last minut si rivela esaltante per la profonda conoscenza del Concerto di Rachmaninov. La Zilbertstein punta già nel primo tempo ad una lettura più meditativa che strepitosa, erigendo il secondo movimento a baricentro attrattivo della sua prova. Poco importa poi se all’inizio del terzo tempo si verifichi qualche piccolo pasticcio, se i passi di ottava che lo concludono suonano tanto precisi quanto epici, a suggello di una lettura di grande personalità.

La segue con grande cura dal podio Marcus Bosch, presenza assidua delle ultime stagioni della Sinfonica Siciliana, che lo scorso anno siglò un’Elektra straussiana assai valida. Con gesto chiaro, ancorché non particolarmente magnetico consegue un buon suono dalla compagine orchestrale che appare in buona forma nelle sue mani, anche quando la tagliente scrittura straviskiana prosciuga ogni turgore tardoromantico rintracciabile in quella di Rachmaninov, lasciandone uno scheletro talvolta quasi cameristico.

Molto buono, a tratti anche entusiasmante, l’esito complessivo della serata, sporcata appena dalla protesta degli orchestrali non in abito scuro, contro il blocco del turn-over e il susseguirsi ormai cronico di gestioni commissariali, a cui ha fatto seguito una presa di posizione di Gianna Fratta, da un anno è responsabile artistica della Fondazione.


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