L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Gibboni per Salvatore Cicero

di Giuseppe Guggino

Nel quarantennale della prematura scomparsa del violinista Salvatore Cicero gli Amici della Musica di Palermo gli dedicano un concerto dell’emergente Giuseppe Gibboni accompagnato dalla Nuova Orchestra da Camera Busoni di Trieste diretta da Massimo Belli.

Palermo, 24 ottobre 2022 - Dopo l’inaugurazione della rassegna serale, l’associazione Amici della musica di Palermo, nella cornice del Politeama Garibaldi, avvia anche il suo turno pomeridiano con un concerto dedicato a Salvatore Cicero – primo violino per quasi vent’anni dell’Orchestra Sinfonica Siciliana e maestro di un’intera generazione di strumentisti nella quale spicca anche il nome di Fabio Biondi – prematuramente scomparso quarant’anni fa. Per l’occasione si è scelto di puntare su Giuseppe Gibboni, giovanissimo talento emergente nel panorama violinistico, già vincitore dell’ultima edizione del Premio Paganini, che non delude le aspettative affrontando le appariscenti Variazioni op. 15 di Henryk Wieniawski con il sostegno della Nuova Orchestra da camera Busoni di Trieste, prima di cimentarsi con il terzo e ultimo tempo del secondo Concerto per violino e orchestra di Niccolò Paganini. E nel cosiddetto rondò della “Campanella” Gibboni sfodera un vertiginoso virtuosismo coniugato ad una sorprendente precisione di intonazione che lascia semplicemente interdetti nel realizzare che tanto smalto tecnico provenga da mani non ancora venticinquenni. I bis concessi sono una conferma e una scommessa. Il ventiquattresimo capriccio di Paganini conferma infatti che il bagaglio tecnico pare non suscettibile di possibili miglioramenti, tanto si presenta agguerrito ed efficiente; mentre la Sarabanda della seconda Partita di Bach mostra un giovane che vuole misurarsi anche sul piano dell’espressività e che non tarderà a impadronirsi tanto dell’espressività quanto del bagaglio stilistico che connota i vari repertori.

Il concerto, già aperto dalla formazione cameristica friulana diretta dal suo fondatore Massimo Belli in un pacatissimo brano interlocutorio di Kalinnikov, prosegue sulle medesime tinte pastello della scrittura per archi di Edvard Grieg, con le Due melodie op. 34 per archi di origine liederistica e la suite in stile antico dedicata al commediografo norvegese Holberg, prima di concludersi con la seconda Melodia op. 53, concessa come bis conclusivo. La dozzina di archi disposti ad emiciclo si segnala per l’algida asciuttezza con cui affronta pagine inclini ad una certa mielosità che ben contrastano con quelle altamente esornative affrontate con Gibboni.

Il pubblico non sarà numerosissimo – se non altro perché l’orario pomeridiano non è forse strategicamente funzionale a intercettare un nuovo pubblico – ma in compenso sa essere molto caloroso agli applausi finali.


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