L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

L'ora di alzar la risata sonora

di Roberta Pedrotti

Il Falstaff con organico ridotto - arrangiamento del concertatore Alessandro Palumbo - del Festival Verdi convince e diverte nel teatrino di Busseto.

BUSSETO, 22 settembre 2023 - Rilassati e sorridenti, sorge spontaneo il pensiero “mi sto proprio divertendo”: basta questo per dire che il miniFalstaff (sottotitolo, Tutto nel mondo è burla) del Festival Verdi a Busseto è un'operazione riuscita. Mini, poi, si fa per dire: l'opera è data in forma integrale, senza sconti se non per l'assenza del coro e l'organico ridotto a quintetto di fiati (i Kyiv Virtuosi), settimino di fiati (l'ensemble della Toscanini) e pianoforte (Gianluca Ascheri). Perlatro, il riarrangiamento di un capolavoro tanto perfetto può essere un rischio non da poco, ma Alessandro Palumbo se lo assume con piena consapevolezza: il suo lavoro è ben commisurato per peso sonoro allo spazio raccolto del Verdi, talvolta ci dimentichiamo che manca qualcosa, talaltra troviamo perfino stuzzicante quell'eco da organetto popolare o da accompagnamento di cinema muto, insomma, riminiscenze di una diffusione antica e capillare della cultura musicale, quella stessa che, nella tradizione di musicisti e venditori di strada, accompagna la prima formazione di Verdi e fa capolino in alcune sue opere (dai demonietti di Giovanna d'Arco ai sacerdoti di Aida). La concertazione dello stesso Palumbo, poi, è sempre attenta e puntuale anche nella coesione fra buca e palco, in sintonia con il ritmo scenico suggerito dal regista Manuel Renga. Questo fa, a sua volta, un ottimo lavoro sfruttando appieno l'impianto essenziale e i costumi ben caratterizzati di Aurelio Colombo, le luci di Giorgio Morelli e i movimenti scenici di Giorgio Azzone. L'azione è chiara, fluida, vivace, mai scontata e mai cervellotica, si avverte la buona tecnica del regista che imprime allo spettacolo una naturale freschezza. Il cast stesso dà per primo la sensazione di divertirsi in un bell'affiatamento fra artisti più esperti, giovani in carriera o alle prime esperienze.

Franche Vassallo è un Falstaff che sa usare colori accesi, ma senza perdere di vista il buon gusto, è comico ma pur sempre un Sir. Andrea Borghini esprime l'orgoglio di Ford con vigore, carattere e voce assai interessante, anche se permane l'impressione che qualche vocale un po' artificiosa non ne metta in luce tutto il potenziale, e ne varrebbe davvero la pena. Vasyl Solodkyy è chiaramente destinato a parti meno leggere di Fenton, ma è un piacere ascoltare una voce piena e brunita impegnarsi nelle delicatezze amorose invece di gettarsi subito a capofitto in ardori eroici e drammatici. La sua Nannetta è Veronica Marini, che non patisce lo spessore dell'innamorato e gli risponde con canto morbido e raffinato. Ilaria Alida Quilico, Alice, conferma lo smalto lucente e la chiarezza d'emissione che l'avevano imposta all'attenzione anche in parti minori. Adriana Di Paola è una Quickly personale e spassosissima, con il suo timbro fumé; Shaked Bar una Meg di gran fascino; la coppia Bardolfo (Roberto Covatta) e Pistola (Andrea Pellegrini) a tratti irrestistibile e Gregory Bonfatti completa il cast con un impeccabile Cajus.

Il pubblico applaude divertito e soddisfatto, confermando il successo di una serata tutta da godere in leggerezza.


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