L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Alla scoperta di paesi lontani

di Irina Sorokina

Il successo del concerto di Capodanno a Modena tiene a battesimo l'accordo fra il Teatro Comunale Pavarotti Freni e l'Orchestra Filarmonica diretta da Hirofumi Yoshida.

Modena, 1 gennaio 2024 - La piccola dolce Modena aderisce anch’essa a una tradizione solida ormai: offrire al pubblico il concerto di Capodanno. Ma se nella vicina Verona si tratta della sera San Silvestro, i modenesi vanno nel loro teatro nel pomeriggio del primo gennaio lasciando dietro le spalle le delizie del cenone che immaginiamo pantagruelico e dando giusto spazio alla raffinatezza promessa dalla scaletta del concerto.

A Modena non ci si limita ai brani della famiglia Strauss, ma si fa un gentile invito al pubblico a godersi pagine eseguite raramente che fanno gola ai melomani: in cima alla lista, sicuramente, i magnifici ballabili delle opere di Verdi.

Ma veniamo al protagonista di quel bel pomeriggio, o, meglio dire,ai due protagonisti. Il concerto di Capodanno è un’ottima occasione per ascoltare l'orchestra Filarmonica di Modena, costituita come organizzazione autonoma e indipendente e che celebra oggi un accordo con la Fondazione Teatro Comunale di Modena. L’accordo prevede che l’orchestra prenda il nome del Teatro che generosamente concede la propria sala per degli appuntamenti sinfonici che si aggiungono al cartellone concertistico. La giovanissima formazione che ha un anno e mezzo di vita vanta delle collaborazioni con direttori quali Henrik Nànasi, Joel Sandelson, Dmitry Masleev, Benedikt Kloekner, Nikita Boriso-Glebsky e ha nel suo attivo le tournée ad Abu Dabi e in Giappone. Il primo protagonista del concerto è proprio la nuova orchestra e il secondo il maestro Hirofumi Yoshida, il suo direttore artistico.

La sala è gremita; una bella cosa e una bella sorpresa visto che molte valide rappresentazioni liriche al Teatro Pavarotti Freni non fanno il pieno, cosa che da sempre addolora non poco. Ma, felicemente, nel pomeriggio del primo gennaio ci fa venire in mente la frase puškiniana da Evgenij Onegin: “il teatro è pieno, i palchi splendono”. E, di conseguenza, si crea fin dall’inizio un’atmosfera particolare, calda e gioiosa.

La saggia scelta, come pezzo d’apertura grazioso e delicato, della Annen-Polka di Johann Strauss jr., serve da presentazione del maestro, che conquista con il gesto garbato e il comportamento bonario con i suoi musicisti, ma aggiunge anche un pizzico d’ironia.

Il Valzer da La bella addormentata di Čajkovskij sembra svelare il perchè della scelta del brano d'apertura: da una sala da ballo ottocentesca viennese un salto all'indietro, nell'ambiente sontuoso dei palazzi dei re francesi e quindi, una certa accortezza del suono cede lo spazio a sonorità trionfanti. Čajkovskij affermava che „il balletto e la sinfonia sono la stessa cosa“, e nelle mani del proprio direttore artistico la formazione modenese esplode di gioia, offre agli ascoltatori un tripudio sonoro che, tuttavia, ma prestala dovuta attenzione alle dinamiche diverse di ogni tema. Un elogio sincero va al gruppo di violini dal suono pulito e gioioso, che rispecchia il temperamento del maestro Yoshida.

Ovviamente, nel concerto di Capodanno non può mancare Sul bel Danubio blu eseguito come si deve, con la partecipazione del coro. Il direttore appare chiaramente ispirato dal brano straussiano e da qusta ispirazione nascono colori sgargianti e ritmi incalzanti, corredati da un umorismo sottile.

Sull'onda del valzer, anche la Trisch-Trasch polka coinvolge con il suo tempo vertiginoso, accenti decisi e, se così si può dire, una quasi fisicità; alla fine fa letteralmente esplodere la sala che applaude con fragore assordante.

Ma non è Luigi Denza l'autore del celeberrrimo brano Funiculì-Funiculà nato per celebrare l'apertura della funivia del Vesuvio?? Non tutti sapevamo che lo è anche il russo Nikolaj Andreevic Rimskij-Korsakov, conosciuto come l'autore di Sadko e La sposa dello zar; eppure il programma di sala non nomina il vero autore. Si tratta del brano arrangiato dal compositore russo noto per una maestria superba dell'orchestrazione e, infatti, trasforma una canzoncina in un vero poema sinfonico con il dominio del ritmo incalzante e un buon senso dell'umorismo.

Il Banditen Galop conclude elegantemente la prima parte del programma, la seconda riserva al pubblico delle vere perle, di gran valore musicale.

Giuseppe Verdi ebbe rapporti conflittuali con l'Opèra di Parigi, costretto a seguire regole a lui non proprio care tra cui l'obbligo di comporre i ballabili, parte immancabile del genere del grand opéra francese; al giorno d'oggi ci si dimentica facilmente del malcontento di Verdi, perchè questi ballabili spesso sono delle autentiche perle e lo conferma il successo degli estratti da Les vêpres siciliennes, Otello e Le trouvère. E se, come brani indipendenti, le danze delle Vêpres riescono a godere di qualche notorietà, i brani da Otello e Trouvére sono ben più rari e hanno avuto ilgusto dell'autentica scoperta per gusto esotismo raffinato, ritmi ricchi e orhestrazione elaborata, tipici del tardo Verdi: una scoperta bellissima per quella parte del pubblico che forse non ha avuto occasione di conoscere questi brani.

Con la celebre polka Sotto tuono e fulmine (Unter Donnerund Blitz) op. 324 si fa un ritorno al mondo dorato di Johann Strauss junior, dove i violini brillano per lo spirito godereccio e scherzoso con la complicità del resto dell'orchestra.

Fanno parte del programma due marce celebri, quella Russa e quella Egiziana; entrambe hanno poco o nulla da fare con l'autentico spirito di due nazioni, il secondo addirittura nacque come Marcia Circassa ed ebbe la vera première in Russia, a Pavlovsk, una delle residenze imperiali nei pressi di San Pietroburgo. I professori dell'orchestra modenese, visibilmente divertiti, cogliono in pieno lo spirito ironico della musica straussiana e dimostrano un gran senso ritmico mentre il direttore giustamente valorizza gli archi e le percussioni.

Con Auf der jagd, un'altra celebre polka veloce di Johann Strauss jr ci si avvicina alla conclusione del programma del concerto; spruzzando energia da tutti i pori, il direttore Yoshida e i suoi musicisti appaiono decisamente sulla strada dell'ottimismo regnante nelle sale da ballo dell'epoca dell'imperatrice Sissi.

Da Vienna Yoshida e i suoi musicisti portano di nuovo gli ascoltatori nei paesi esotici eseguenedo il famoso Persischer Marsch (Marcia Persiana) con lo stesso gusto impeccabile dell'ironia; segue una scelta rara per un concerto di Capodanno, Nell'antro del re della montagna di Edvard Grieg, dalle tinte scure ma soprattutto dalle dinamiche incalzanti e addirittura leggermente esagerate: servono per preparare i modenesi a un salto nelle atmosfere esilaranti parigine con il Can can di Jacques Offenbach. E se in altri concerti di Capodanno manca il RadetzkyMarsch, fortunatamente non è il caso modenese: come si fa a privare il pubblico del piacere di battere le mani al ritmo della composizione di Johann Strauss padre? Tra tradizione e scoperta, sempre nel segno di una grande eleganza, si arriva agli applausi quasi deliranti del pubblico. Il concerto di Capodanno al Teatro Comunale Pavarotti Freni di Modena è decisamente riuscito e risulta anche istruttivo, un'occasione di scoprire qualche mondo musicale non conosciuto da tutti.


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