L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Lo sguardo sulla Laguna

di Irina Sorokina

Successo per I due Foscari a Modena. Nel cast spiccano le prove di Luca Salsi e Marily Santoro.

Modena, 23 gennaio 2025 - I due Foscari, uno dei titoli più belli e profondi del Verdi degli “anni di galera”, ma non tra i più gettonati, arriva al Teatro Comunale Pavarotti Freni di da Piacenza. Ascoltandolo e forse facendo resuscitare nella memoria qualche brano, si pone una domanda: come mai un’opera tra le più profonde dal punto di vista drammatico e più belle da quello musicale appare così raramente nelle sale dei teatri? Meriterebbe molto di più, ha una drammaturgia sufficientemente efficace e tre ruoli che possono far gola a grandi interpreti: infatti, la recita domenicale al Teatro Comunale Pavarotti Freni di Modena vanta un buon cast con due nomi che non necessitano presentazioni come Luca Salsi e Luciano Ganci, Foscari padre e figlio, affiancati dal giovane soprano Marily Santoro quale Lucrezia Contarini.

Le recite modenesi sono dedicate alla memoria di Willam Orlandi, recentemente scomparso, che aveva creato scenografie veramente magnifiche. La Venezia storica e da tutti conosciuta, ricostruita e interpretata da Orlandi, attrae l’occhio fino quasi a distrarre dal canto, con l’immagine lontana della città vista dalla Laguna, le linee caratteristiche delle architetture, il colore del cielo. La regia di Joseph Franconi Lee si inserisce bene nel contesto scenografico, caratterizzata da mano prudente e rispettosa nei confronti del soggetto byroniano: potrebbe sembrare invisibile, ma è sempre presente nei rapporti dei personaggi e nelle energiche azioni del coro.

I due Foscari modenesi vantano due protagonisti maschili che hanno nel loro attivo una lunga militanza nel repertorio verdiano. Questa dovrebbe garantire la resa musicale perfetta, ma le cose non vanno esattamente così. Luca Salsi nella parte del Foscari padre offre una delle sue interpretazioni più significative, riuscendo superare, secondo il nostro parere, il difetto che a volte danneggia le sue brillanti esibizioni brillanti, una certa ruvidità. Nasconde a perfezione questa caratteristica e si rivela un Francesco Foscari molto umano e soffrente, diremmo, “privato”, senza perdere, però, la grandezza del doge veneziano. Il suo canto segue la stessa strada: la voce solida, splendida, dal timbro autentico di baritono, si affina, si ammorbidisce e il fraseggio punta a scavare pensieri e sofferenze più intime del governatore e il padre.

Note meno felici per Luciano Ganci, tenore verdiano per eccellenza, ascoltato e applaudito in molte occasioni. Già dalle prime battute si capisce che il suo strumento quella domenica non è al massimo della forma e denuncia, soprattutto all'inizio, segni di tensione e affaticamento, mentre migliora negli atti successivi.

Marily Santoro, Lucrezia, inizia bene e finisce meglio. La voce calda, dal bel timbro e dalla naturale sfumatura drammatica, l’interpretazione passionale dell’infelice sposa di Jacopo le valgono un gran successo pienamente meritato. La sicurezza scenica, un temperamento focoso e qualcosa di realmente nobile nell’atteggiamento rivelano al pubblico una fiera figlia e nuora di dogi.

Produce un grand’effetto l’interpretazione di Antonio Di Matteo nei panni del perfido Loredano, reso con convincenti doti attoriali e uso sapiente della voce di basso. Corretto il resto della compagnia di canto, Marcello Nardis (Barbarigo), Ilaria Alida Quilico (Pisana), Manuel Pierattelli (fante), Eugenio Maria Degliacomi (servo del Doge).

La bacchetta di Matteo Beltrami garantisce un’ottima resa musicale e non solo; il dramma “scolpito” attraverso tempi misurati, senso del ritmo perfetto e valorizzazione dei timbri risulta convincente e coinvolgente. Vediamo Beltrami immergersi con abbandono nella splendida e cupa musica dei Due Foscari: il risultato non può esserci che brillante.

Molto bravo il Coro del Teatro Municipale di Piacenza che merita di essere riconosciuto uno dei protagonisti della recita; del resto, il lavoro degli artisti e del maestro Corrado Casati è da sempre eccellente e merita grandi elogi. Gradevole il breve intervento dei danzatori nell’ultimo atto e graziose e semplici le coreografie firmate Raffaella Renzi.

Applausi a non finire trasformano una domenica qualsiasi in una vera festa musicale.

Leggi anche

Venezia, La traviata / I due Foscari, 22/09-14/10/2023

Firenze, I due Foscari, 28/05/2022

Parma, I due Foscari, 26/09/2019


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