L’Ape musicale

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Note di regia

Appunti per Adriana Lecouvreur

Ivan Stefanutti

Adriana Lecouvreur è un’attrice di teatro all’apice della sua carriera, famosa e venerata dai suoi ammiratori. La sua vicenda privata si svolge tra teatro e palazzi nobiliari, tra recite e declamazioni. Tutto mi fa pensare che, nella definizione del personaggio di Adriana si deve tenere conto di quelle che erano le dive operanti al momento della composizione dell’opera.

La loro magia nasceva in teatro ma per alcune raggiungerà l’apice con l’apparizione della nuova arte, il cinematografo.

Nella decima musa, che dovrà fare i conti con le nove che l’hanno preceduta, confluiranno tutte le esperienze teatrali, letterarie e musicali e, naturalmente, le relative attrici.

Adriana è un’attrice che discende dalla stirpe di Sarah Bernhardt.

Nel teatro leggero parigino spumeggiavano le stelle della belle époque, come “La Belle Otero”, Cleo de Merode e Lina Cavalieri.

Nel teatro classico stavano per affacciarsi nuovi nomi come Eleonora Duse, Gys Leda, Francesca Bertini e Lyda Borelli.

Trovo che Adriana assomigli molto più a queste “umili ancelle” che a quelle effettivamente vissute nel ’700.

Una definizione della Borelli mi ha fatto pensare che una strada interessante era quella di ambientare l’opera nell’epoca in cui il teatro e il neonato cinema respiravano la stessa aria e le stesse emozioni. Un mondo ancora in bianco e nero fatto di forti contrasti.

Anche il libretto mi suggeriva l’atmosfera di quegli anni venata di decadentismo che consentiva di vivere con estrema emotività tutte le vicende di amore e gelosia.

“…Lyda Borelli fu la prima grande sacerdotessa del nascente divismo. La sua morbida bellezza preraffaellita, le sue pose da femme fatale dannunziana, la sua recitazione fatta di gesti eccessivi, di subitanei languori e di sguardi torbidi, divennero il modello di una intera generazione di attrici, ed influenzarono la moda fino a diventare un vero e proprio fatto di costume…”

Lyda Borelli debutta in teatro nel 1902 come “Adriana Lecouvreur” e legherà il suo nome alla musica interpretando il film di Oxilia Rapsodia satanica per il quale Pietro Mascagni scriverà la partitura.


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