L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Don Giovanni e le donne

 di  Andrea R. G. Pedrotti

Se lo spettacolo firmato da Jean Louis Martinoty continua a destare perplessità, la ripresa di Don Giovanni alla Wiener Staatsoper conta validissime frecce al suo arco, specie nel protagonista Ludovic Tézier e nelle interpreti femminili, con la bacchetta di qualità di Adam Fischer.

VIENNA, 25 novembre 2019 - In una Vienna scintillante di addobbi festivi, capita ancora l'occasione per rivedere Don Giovanni nell'ormai nota produzione firmata dallo scomparso Jean-Louis Martinoty.

Ogni volta che si assiste alla messa in scena attualmente nel repertorio della Wiener Staatsoper, non mancano le perplessità, a causa di un impianto drammaturgico invero inconcludente, privo di fantasia, spiacevole, quando non dozzinale, alla vista. Le sparute intuizioni del regista francese non presentano alcuna nota di originalità e la recitazione è limitata al minimo indispensabile o affidata alla personalità del singolo artista. Discorso simile per le scene di Hans Schavernoch, per lo più destrutturate o sbilenche, con un eccesso nell'utilizzo delle ormai inflazionate proiezioni. Senza gran costrutto o senso logico anche i costumi di Yan Tax. Insomma, un allestimento rinunciabile, al quale, fortunatamente, la Wiener Staatsoper, rinuncerà ben presto, almeno secondo le indiscrezioni a proposito delle Premieren previste per i prossimi anni.

Se la parte visiva non ha soddisfatto, lo stesso non si può certo dire per l'aspetto musicale, che si faceva forte di un'ottima compagnia di canto, specialmente fra le interpreti femminili e gli artisti ospiti.

Nel ruolo del titolo, ritroviamo il sempre eccellente Ludovic Tézier, attore di primo livello, capace anche nella mimica di trasmettere le caratteristiche della personalità di Don Giovanni. Parimenti il baritono francese convince grazie alla raffinatezza di un fraseggio che manifesta nel cesello della parola e del pentagramma l'essenza del grande di Spagna.

Al debutto nel massimo teatro viennese, piace anche Federica Lombardi (Donna Elvira), attrice partecipe e raffinata interprete di un ruolo che l'ha portata al meritato successo in più teatri. Accanto a lei condivideva il destino del debutto Hanna-Elisabeth Müller (Donna Anna), confermando le felici impressioni che personalmente avevo avuto modo di riscontrare in numerosi ascolti dell'artista al tempo in cui era elemento dell'ensemble della Bayerische Staatsoper. La cantante tedesca, forte di una dizione italiana perfetta, interpreta con gusto e bel fraseggio la parte, riscuotendo in successo convinto da parte del pubblico, con un unico inciampo nelle agilità di “Crudele!.. Ah no, mio bene!”, ma che comunque non inficia il parere positivo a proposito della sua prestazione complessiva.

Convince pienamente il Don Ottavio di Jinxu Xiahou, che come capitato nell'interpretazione di MacDuff in Macbeth, in questo ruolo può palesare le belle doti di tenore lirico e la notevole bellezza del timbro.

Inappuntabile, come sempre, Andrea Carroll (Zerlina), la quale conferma la costanza e solidità di un livello artistico eccellente, grazie a una notevole personalità scenica, a una resa musicale ottimale e a una recitazione frizzante e raffinata al tempo stesso.

Peter Kellner (Leporello) è dotato di un buon mezzo naturale. Per la parte probabilmente il timbro è fin troppo chiaro, ma non sarebbe ostacolo particolare, se non fosse per alcune imprecisioni musicali piuttosto vistose nel catalogo e nella conclusione dell'opera, che andrebbero risolte celermente, considerando le qualità promettenti e la giovane età del cantante.

Non convince, invece, il Masetto di Clemens Unterreiner, fin caricaturale nella recitazione e sovente inefficace in un'emissione che scade troppo spesso nel parlato.

Sul podio troviamo un ottimo Adam Fischer, direttore capace di ottenere dall'orchestra dell'Opera di Vienna belle sfumature sia nella dinamica, sia nell'agogica, oltre a garantire un equilibrio assoluto fra buca e palcoscenico. I cantanti sono messi a loro agio per esprimersi al meglio e riscuotere il tributo del pubblico.

Buona la prova del coro diretto per l'occasione da Martin Schebesta.


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