L’Ape musicale

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Five versions of darkness

Cinque musicisti e cinque modi diversi di sentire ed esprimere l'oscurità, reale o metafisica.

È il programma proposto da Emanuele Arciuli, una delle personalità più forti e interessanti tra i pianisti italiani

"Five versions of darkness" è il titolo del concerto del pianista Emanuele Arciuli alla IUC, sabato 23 gennaio alle 17.30 nell'Aula Magna della Sapienza. Questo programma, ideato specialmente per la IUC, è un viaggio nella notte, come la hanno sentita ed espressa cinque diversi musicisti, a partire dai romantici Schumann e Liszt, perché sono stati i romantici a scoprire il fascino misterioso e inquietante della notte, per arrivare al Novecento di Bartok e ai contemporanei Crumb (che a sua volta coinvolge nel suo pezzo anche Thelonius Monk) e Sciarrino.

Emanuele Arciuli si è imposto come una delle voci più originali e interessanti della nuova scena concertistica. Il suo repertorio spazia da Bach alla musica d’oggi, di cui è considerato uno dei più convinti interpreti. Ha stabilito con molti compositori, soprattutto americani, un proficuo rapporto di stima e collaborazione. È spesso professore ospite al College Conservatory of Music di Cincinnati, alla UCLA di Los Angeles e in altre università americane. È regolarmente ospite di prestigiose istituzioni musicali internazionali, fra cui Teatro alla Scala, Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, Berliner Festwochen e suona con numerose importanti orchestre, come quelle di Rotterdam, Bruxelles, Indianapolis, Vienna, San Pietroburgo e Rio de Janeiro. Ha inciso numerosi cd, tra cui quello dedicato a musiche di Adams e Rzewski è stato votato dalla critica come miglior disco italiano del 2006. Nel 2011 gli è stato conferito dalla critica musicale italiana il Premio Abbiati come miglior solista dell'anno.

Arciuli apre il suo recital con iGesänge der Frühe op. 133. Scritti nel1853, sono una delle ultime composizioni di Robert Schumann, ormai affetto da gravi disturbi emotivi e mentali, che di lì a poco lo avrebbero condotto a un tentativo di suicidio e alla follia. Questi Canti dell’aurora non emergono dalla notte alla luce, nonostante il titolo, ma sono anzi irresistibilmente attratti dalle tenebre, in questo caso le tenebre della follia, che cominciavano ad avvolgere il compositore. Con questi cinque brevi pezzi dal tono intimo e semplice, ma anche sfuggenti e inafferrabili, Schumann dà dunque il suo addio alla luce e alla vita.

Seguono i Notturni nn. 1 e 3del 1998 di Salvatore Sciarrino, il compositore italiano contemporaneo più eseguito nel mondo. Nella musica di Sciarrino, che si vanta di essere nato libero e di non appartenere a nessuna scuola, si avverte qualcosa di veramente particolare, che induce ad un diverso modo di ascoltare e ad un’emozionante presa di coscienza di sé e del mondo sonoro circostante. La sua musica, impalpabile come un sottile pulviscolo di suoni iridescenti, si spinge talvolta fino al confine tra suono e silenzio e i suoi titoli evocano spesso l'ombra e la notte.

Si torna all'Ottocento con Franz Liszt che in Après une lecture de Dante del 1856 interpreta la "Divina Commedia" con un approccio iperromantico. L'Inferno è qui rappresentato da un tema in cui appare ripetutamente la quinta diminuita, definita "diabolus in musica", mentre il Paradiso è rappresentato da un mistico corale. E alla fine appaiono tre temi distinti ma uniti, che simboleggiano le tre teste del Satana dantesco.

Segue Eine kleine Mitternacht Musik dell’ottantesettenne Georg Crumb, uno dei padri fondatori della musica contemporanea americana, di cui Arciuli è considerato uno dei maggiori interpreti, non solo in Europa ma negli Usa stessi, come dimostra la nomination ai Grammy Awards del suo cd dedicato a Crumb. Il titolo di questo lavoro del 2001 allude chiaramente a una famosissima composizione di Mozart, ma in realtà non ha nulla a che vedere col compositore salisburghese: si tratta invece, secondo la definizione dell'autore stesso, di "ruminations around Round Midnight", il famoso brano di Thelonius Monk.

Il concerto si conclude con Im Freien.Sz 81 ("All'aperto") del 1926 di Bela Bartók. Il più noto e ampio di questi cinque brevi pezzi è il quarto - dedicato alla moglie del compositore e intitolato "Musica della notte" - dove sonorità pianistiche inedite ricreano in un'atmosfera sospesa e misteriosa i suoni notturni della natura.

 

 

BIGLIETTI: Interi: da 15 euro a 25 euro (ridotti da 12 euro a 20 euro)

Giovani: under 30: 8 euro; under 18: 5 euro

INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO: Istituzione Universitaria dei Concerti

tel. 06 3610051-2 – fax: 06 36001511

www.concertiiuc.it

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