L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Martini racconta Morricone, Poulenc e Dvořák

La conferenza martedì 6 febbraio alla Sala Prove del Paganini - inizio alle 18

Giuseppe Martini è uno dei volti e delle voci più apprezzate tra i relatori delle conferenze di Impariamo il concerto, il ciclo di appuntamenti del tardo pomeriggio che la Fondazione Toscanini ha organizzato per presentare al pubblico storie, aneddoti e caratteristiche dei brani che saranno poi eseguiti dalla Filarmonica Toscanini durante la stagione Nuove Atmosfere.

Martedì 6 febbraio alle ore 18, nella consueta sede della Sala Prove dell’Auditorium Paganini, Martini affronterà un programma tanto interessante quanto variegato, che spazia dal repertorio per due pianoforti e orchestra, con due brani di raro ascolto, al sinfonismo più noto e prorompente, quello celeberrimo della Nona Sinfonia di Antonin Dvořák, resa famosa dalla denominazione “Dal nuovo mondo” e sicuramente uno dei brani più celebri e amati dal pubblico di tutto il mondo. Varianti per Ballista Antonio e Canino Bruno è il brano che Ennio Morricone ha composto in onore dei 60 anni di partnership artistica dei due celebri pianisti italiani, che suonano insieme sin dal 1957, anno in cui si incontrarono nella stessa classe di pianoforte del Conservatorio di Milano. Non tutti sanno che in Morricone convivono l'autore di innumerevoli musiche da film, che gli hanno dato la fama a livello planetario, e il compositore di partiture destinate alle sale da concerto, scritte nel sofisticato stile contemporaneo appreso alla scuola di Petrassi e sviluppato in esperienze d'avanguardia come il Gruppo d'Improvvisazione Nuova Consonanza. Sono due Morricone diversi ma non inconciliabili, perché c'è un continuo scambio di esperienze tra l'uno e l'altro. Il Concerto FP61 di Francis Poulenc è invece uno dei capisaldi del repertorio per due pianoforti e orchestra: il grande compositore francese lo scrisse a Venezia nel 1932 su commissione della principessa di Polignac, celeberrima protettrice di artisti celebri e mecenate dei più grandi compositori della sua epoca, cui è dedicato. Il brano debuttò lo stesso anno al Teatro della Fenice e fu subito accolto con molto favore.

La Sinfonia n.9 in mi minore op.95 di Dvořák ha le sue radici più nel folklore boemo che in quello statunitense ma, essendo stata composta nel periodo americano del compositore (1893), essa accoglie tutte le suggestioni del “nuovo mondo”, dagli spirituals ai canti degli indiani d’America, dalla vastità delle Grandi Pianure alle tradizioni popolari, seppure filtrate dalla sua sensibilità europea.

Giuseppe Martini è critico musicale e d’arte, redattore dell’Istituto nazionale di studi verdiani e si occupa di ricerca storico-musicale. Collabora dal 1993 alla pagina culturale della Gazzetta di Parma e dal 2001 alla rubrica letteraria del mensile Monsieur. Profondo conoscitore dell’opera verdiana, ha scritto saggi critici e note musicologiche per i maggiori teatri italiani.

L’anteprima al concerto inizierà alle ore 15 presso l’Auditorium Paganini con accesso dall’ingresso principale e sarà tenuta come sempre dalla Filarmonica Arturo Toscanini, diretta questa volta da Andriy Yurkevych. Impariamo il concerto mantiene anche quest’anno il simbolico prezzo di 1 euro. I biglietti sono in vendita presso la biglietteria della Fondazione Toscanini, situata presso il Centro di Produzione Musicale (CPM) Arturo Toscanini, Viale Barilla 27/A. Essa è aperta dal martedì al venerdì dalle 10.30 alle 13.00; il giovedì e venerdì anche dalle 14.00 alle 17.00. Ulteriori informazioni possono essere richieste telefonando negli orari d’ufficio al numero 0521/391339 oppure scrivendo all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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