L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

In diretta l'inaugurazione del Festival Verdi 2018

Rai5, giovedì 27/09/2018 - 19:50

Rai5, sabato 29/09/2018 - 10:51

Rai5, domenica 30/09/2018 - 18:20

Inaugura la diciottesima edizione del Festival Verdi di Parma e Busseto il "Macbeth" che Rai Cultura propone, in diretta dal Teatro Regio di Parma, giovedì 27 settembre alle 19.50 su Rai5. L’opera, proposta nella prima versione scritta da Giuseppe Verdi per il Teatro della Pergola di Firenze nel 1847, andrà in scena nel nuovo allestimento firmato da Daniele Abbado, con i costumi di Carla Teti e le luci di Angelo Linzalata. Sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini, dell’Orchestra Giovanile della Via Emilia e del Coro del Teatro Regio di Parma istruito da Martino Faggiani, Philippe Auguin dirige la partitura nell’edizione critica a cura di David Lawton. Protagonisti sul palco specialisti del repertorio verdiano come il baritono Luca Salsi (Macbeth), il basso Michele Pertusi (Banco), il soprano Anna Pirozzi (Lady Macbeth) e il tenore Antonio Poli (Macduff). Completano il cast Matteo Mezzaro (Malcom), Gabriele Ribis (Il medico), Alexandra Zabala (La dama di Lady Macbeth) e Giovanni Bellavia (Sicario e Il domestico di Macbeth). Primo dei tre titoli shakespeariani di Verdi composto su libretto di Francesco Maria Piave con interventi di Andrea Maffei, il melodramma dà corpo e voce alle pulsioni distruttive che abitano nei recessi dell’animo umano. «È all’amore di Verdi per il teatro shakespeariano - racconta Daniele Abbado nelle sue note di regia - che si deve questa grande creazione. Nel Macbeth che andrà in scena al Festival Verdi sono partito proprio dalla ricerca delle risonanze tra le due opere e da quanto Verdi ha trasferito e a tratti rinnovato nella sua scrittura. È un progetto che vive di un doppio registro: da una parte un mondo di immagini generate da buchi neri, da una nebbia costante, immagini che questi buchi neri inevitabilmente riassorbono; dall’altra un mondo di apparizioni, allucinazioni, drammatiche e a volte quasi carnascialesche. Alla fine dell’opera, l’immagine di una natura ostile, pietrificata nell’assenza d’amore. Assenza di Dio». Regia televisiva a cura di Arnalda Canali. 


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