L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Dalla Grande Guerra al pacifismo

Rai3 e Rai Storia, #maestri dal 17 al 21 maggio

"Viaggio in Italia".

Alle 12:00 su Rai Storia: Marche da scoprire. Il santuario di Loreto

"Passato e Presente" Il fascismo, la cultura italiana e l'America

Negli anni ’30 del ‘900, malgrado il fascismo faccia di tutto per ostacolare la circolazione di opere letterarie che non corrispondono ai modelli indicati dal regime, in Italia si diffondono i libri di molti autori statunitensi. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Lucio Villari a “Passato e Presente”, in onda venerdì 21 maggio alle 14:20 su Rai Storia. La febbrile opera di traduzione di letterati come Elio Vittorini e Cesare Pavese trova terreno fertile tra i lettori italiani, che rimangono affascinati dal desiderio di libertà e dall’ anticonformismo che promana da queste pagine. Nasce in questi anni il “mito americano”, che si consoliderà nel dopoguerra, quando saranno gli autori della beat generation, portati in Italia da Fernanda Pivano, a influenzare i lettori e gli scrittori italiani.

"Passato e Presente" e la storia dei movimenti pacifisti

Il tema della pace ha attraversato l’intera storia dell’umanità, ma soltanto negli ultimi secoli la sospensione definitiva dei conflitti è stata percepita come un obiettivo politico da raggiungere e non più soltanto come un’aspirazione irrealizzabile. L’ideale della pace raggiunge il suo sviluppo nel Novecento, quando, dopo gli orrori delle guerre mondiali, l’idea dell’abolizione della guerra si trasforma in un progetto concreto, promosso dalle associazioni pacifiste e condotto dalle nuove organizzazioni internazionali. La storia dei movimenti pacifisti viene ripercorsa dal professor Renato Moro e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda venerdì 21 maggio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Nell’opinione pubblica la cultura della pace si diffonde con la paura dell’atomica e della guerra definitiva. È del 1958 la prima marcia contro il nucleare, da Londra ad Aldermaston. Scienziati intellettuali, religiosi, pacifisti chiedono il disarmo. Manifestazioni si susseguono in tutto l’Occidente e il movimento pacifista cresce negli anni della corsa agli armamenti, fondendosi con i nuovi movimenti giovanili e non si ferma alla fine della guerra fredda, perchè tanti sono ancora i conflitti che continuano a insanguinare il globo. Il 15 febbraio 2003, per protestare contro l’imminente attacco americano all’Iraq, a Roma sfilano in tre milioni. Nello stesso giorno, attraverso le nuove reti di coordinamento, centodieci milioni di persone manifestano in ottocento città del mondo.

I pazzi siete voi

Le storie più significative del rapporto tra follia e criminalità, rilette attraverso il teatro e la letteratura, grazie agli interventi dell’attore Giovanni Scifoni, e alle testimonianze di Giancarlo De Cataldo, Gilberto Corbellini, Corrado De Rosa, Enrico Bellavia, Cristian Raimo e Maurizio De Lucia, che analizzano le storie criminali da sei punti di vista diversi, e provano a ragionare sulla cattiveria, sulla malvagità, sulla follia, sulla finzione. E’ “I pazzi siete voi”, di Alessandro Chiappetta, con la regia di Graziano Conversano, in onda venerdì 21 maggio alle 15 su Rai Storia. Il documentario raccoglie storie di mafiosi e camorristi, criminali e banditi, come Agostino Badalamenti o Balduccio di Maggio, Raffaele Cutolo e Marcello Colafigli, che hanno pagato per ottenere certificati medici in cui si attestasse la loro pazzia e per questo hanno scelto di umiliarsi fingendo malattie, e dichiarando di essere Napoleone e di sentire voci, o invocando la mamma come bambini. Finzioni che però li hanno resi forti e potenti nel loro clan mafioso, perché sono riusciti a ingannare i giudici, a “fregare” lo Stato. La storia di Cosa Nostra e della camorra è piena di storie di questo tipo (“il maxiprocesso sembrava un ambulatorio di un medico della mutua”, sottolinea lo psichiatra Corrado De Rosa), che attraversano più di quaranta anni di vicende criminali, e affondano le loro radici nel sistema corruttivo che le organizzazioni criminali hanno messo in piedi, servendosi anche di personaggi inquietanti come Aldo Semerari, psichiatra forense, ucciso proprio perché prestava i suoi servizi da perito corrotto a due clan camorristici contrapposti.

SeDici Storie. Cesare Terranova e Libero Grassi

Due uomini che hanno lasciato un segno nella storia della lotta alla criminalità organizzata mafiosa: Cesare Terranova e Libero Grassi. Due personaggi protagonisti di “SeDici storie”, il programma di Rai Cultura che racconta personaggi di valore e vicende virtuose della storia italiana, in onda in prima visione venerdì 21 maggio alle 21.10 su Rai Storia. Magistrato antimafia di lungo corso, Cesare Terranova, ha legato il suo nome ai primi processi contro Cosa Nostra, nei quali non fu possibile condannare gli imputati perché non esisteva ancora il reato di associazione mafiosa. Memore di queste esperienze si batté per modificare la legislazione contro la criminalità organizzata, facendo anche parte della Commissione Parlamentare antimafia nel 1976, in seguito a una esperienza da parlamentare (eletto sia nel 1972 che nel 1976). Qui, in una relazione di minoranza, Terranova metteva in guardia dai rapporti delle cosche siciliane con alcuni esponenti politici e sottolineò il grumo di malaffare che stava avvolgendo la Sicilia. Negli anni precedenti, era stato Procuratore di Marsala (come sarebbe toccato anni dopo a Paolo Borsellino) occupandosi del caso del “mostro di Marsala” di cui tanto furono piene le cronache nel 1971. Tornato a Palermo nel 1979, in qualità di Consigliere di Cassazione, fu ucciso in un agguato il 25 settembre 1979, con il suo autista, il Maresciallo Lenin Mancuso, suo fidato collaboratore proprio dai tempi di Marsala. Intervengono nella puntata il professor Salvatore Lupo, il dottor Carmine Mancuso (figlio dell’agente di scorta deceduto), Geraldina Piazza (nipote di Terranova), Salvatore Cusimano. L’imprenditore palermitano Libero Grassi, invece, fu ucciso il 29 agosto 1991, dopo aver “sfidato” i suoi estorsori con una lettera pubblica e alcune apparizioni televisive, in cui si mostrava non allineato ai commercianti e imprenditori che pagavano il pizzo a Cosa Nostra. Era una rivoluzione per la coscienza antimafia di quel tempo, un pericoloso esempio di legalità e impegno civile a cui la mafia rispose nell’unico modo che ha sempre conosciuto: l’omicidio. Il ricordo del figlio, Davide Grassi, la testimonianza di impegno della moglie, Pina Maisano, scomparsa nel 2016, ed anche le tante associazioni antiracket sorte negli ultimi anni in Sicilia hanno portato Libero Grassi ad essere un punto di riferimento ancora oggi. Intervengono in puntata Davide Grassi e il professor Enzo Ciconte, scrittore, docente e già deputato della Repubblica Italiana.

'14-'18: la grande guerra cento anni dopo. La Belle Époque finisce a Sarajevo

Il secolo che si era aperto con l'esibizione di ottimismo del grande Expò di Parigi, con lo sfarzo spensierato della Belle Époque, vede crescere i semi del nazionalismo e diventare più profonde le ingiustizie sociali che porteranno l'Europa al più grande conflitto di sempre. Comincia da qui il viaggio nella storia di “’14 – ‘18: Grande Guerra 100 anni dopo”, la serie presentata da Paolo Mieli con la conduzione di Carlo Lucarelli e la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi, in onda da venerdì 21 maggio alle 22.10 su Rai Storia. Venti episodi per raccontare la Prima Guerra Mondiale, alla luce delle nuove interpretazioni storiografiche in un percorso biografico e tematico: la politica e la diplomazia, le alleanze e il contesto internazionale, le nuove armi e le strategie militari, il fronte interno e l’economia di guerra, le battaglie e i grandi rivolgimenti come la Rivoluzione russa.


 

 

 
 
 

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