Dieci anni per Benedetti Michelangeli
di Daniele Valersi
Il festival pianistico dedicato ad Arturo Benedetti Michelangeli celebra il suo decennale
Rabbi (TN) - Il festival “Omaggio all’arte pianistica di Arturo Benedetti Michelangeli” quest’anno celebra il suo decennale e ospita delle vere e proprie leggende del pianismo internazionale. Nata in Trentino, in quella Val di Rabbi dove ABM amava ritirarsi, organizzata da Stefano Biosa e Marco Bizzarini del Centro Documentazione Arturo Benedetti Michelangeli di Brescia, ora la rassegna si svolge in numerose località della provincia di Trento, anche distanti dai luoghi amati dal maestro. Alla fine degli anni Sessanta, a seguito di pesanti disavventure personali e professionali, Michelangeli prese la decisione di svolgere solo all’estero la sua attività concertistica; si trasferì in Svizzera ma mantenne la residenza a Bolzano e frequentò la Val di Rabbi con regolarità, trovandovi un eccezionale luogo di conforto, un rifugio appartato dall’invadente “rumore del mondo”. Un amore ricambiato con il conferimento della cittadinanza onoraria di Rabbi nel marzo 1972.
Oggi 28 luglio, a Lavarone, l’apertura è affidata a Sofya Gulyák, pluripremiata pianista russa, di ritorno al festival dopo il successo dell’anno scorso con un corposo programma comprendente musiche di Thalberg, Weber, Chopin, Wagner, Liszt, C. Wieck Schumann, Mendelssohn, Debussy e Ravel. Artista di grande spessore e sensibilità, Gulyák si è affermata in concorsi internazionali tra i più ambiti ed è da considerare degna continuatrice della grande tradizione pianistica russa. Seguirà la strabiliante quattordicenne Alexandra Dovgan (a Peio sabato 31 luglio), assurta a notorietà internazionale a soli undici anni, interprete evoluta e di grande maturità nonostante i suoi pochissimi anni. Da non considerare nel novero dei bambini prodigio, Dovgan si impone tra gli interpreti della massima grandezza con presenza carismatica sul palcoscenico e personalità distinta. In questa occasione ricorda Arturo Benedetti Michelangeli eseguendo alcuni brani tra i suoi prediletti; il suo programma comprende pagine di J. S. Bach (Partita n. 2 BWV 826), Schumann (Waldszenen op. 82) e Chopin (Ballate n. 1, 2 e 4, Andante spianato in Sol mag., Grande Polacca brillante op. 22). Grigory Sokolov è presenza fissa al festival ormai da sette anni; artista noto per le scelte radicali, la sconfinata cultura musicale e l’alta concentrazione nell’interpretazione, è già entrato nella storia come uno dei massimi pianisti del tempo presente. Il 1° agosto lo si sentirà a Cles in brani di Chopin e Rachmaninov.
La programmazione, che non è esclusivamente riservata ai pianisti e che prevede qualche evento collaterale, prosegue con la proiezione del film “Coco Chanel & Igor Stravinsky” di Jan Kounen (a Peio il 2 agosto), quindi con il recital di Gala Chistiakova il 3 agosto a Malé (Bach, Liszt, Schubert, Mozart) e con il film “The great Caruso” di Richard Thorpe (a Pellizzano il 5/08). Una serata dedicata ai giovani allievi del conservatorio “Bonporti” di Trento si avrà l’8 agosto a Dimaro Folgarida, successivamente sarà di scena Irina Lankova con brani di Rachmaninov, Bach, A. Marcello, Schubert (a Storo il 9 agosto), il 10 a Rabbi l’atteso recital di Sasha Grynyuk (Beethoven, Stravinskij, Ravel, Schumann, Messiaen), l’11 agosto il mitico Joaquín Achúcarro sarà a Cles con pagine di Brahms, Debussy, Granados e Ravel; il concerto serale sarà preceduto, nella mattinata, da un incontro pubblico con il grande solista. Un tributo ad Astor Piazzolla, nel centesimo anniversario della sua nascita, lo dedica il gruppo “Ginastera Tango 5” il 12 agosto a Dimaro Folgarida; la celebre arpista Anna Loro sarà a Pellizzano il 16 con pagine di Naderman, Debussy, Fauré, Dizi, Spohr, Bonamici; poi ancora repertorio pianistico con Lilit Grigoryan (a Rabbi il 17 agosto) impegnata in brani di Schubert e Liszt, con il giovane Vadim Chaimovich (Haydn, Pachelbel, Grieg, Bruckner, Chopin, Rachmaninov) a Peio il 18/08; la conclusione, il 20 agosto, avrà il sigillo di François-Joël Thiollier che interpreterà musiche di Bach, Beethoven, J. Strauss jr., Debussy, Gershwin.
Per ricordare degnamente la figura unica di ABM è necessaria la grandezza di solisti ai massimi livelli e da questo punto di vista il festival non ha mai deluso le aspettative, anche le più esigenti. In Val di Rabbi Arturo Benedetti Michelangeli teneva anche i suoi corsi privati, a casa sua, per quegli allievi che la sua puntigliosa selettività riteneva degni di condividere la sua arte; nella programmazione della rassegna anche questo aspetto viene richiamato con la presenza di giovani promesse del pianismo a condividere le stesse sale degli interpreti ormai consacrati. Uno dei luoghi più significativi è la chiesa di San Bernardo di Rabbi, dove talvolta ABM si prestava anche a suonare l’organo, un ambiente che, strano a dirsi per una chiesa, possiede caratteristiche acustiche particolarmente felici, un luogo che Grigory Sokolov ha indicato come la chiesa con l’acustica migliore che lui conosca. È pertanto di buon auspicio per la ripresa dell’attività concertistica dal vivo il ritorno del festival proprio nella chiesa di San Bernardo, l’anno scorso preclusa a causa delle severe restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.
Il rapporto del Maestro con la Val di Rabbi fu il coronamento di un innato amore per i paesaggi alpini e di un profondo interesse per le tradizioni musicali del Trentino-Alto Adige. Fin da giovanissimo Michelangeli era entrato in contatto con il Coro della SAT di Trento e si era appassionato ai canti popolari, in seguito da lui stesso armonizzati con impareggiabile finezza e originalità. Le armonizzazioni realizzate per il Coro della SAT sono le uniche prove di ABM in veste di compositore. Nel 1950, quando era già un concertista di fama mondiale, ottenne il trasferimento dal Conservatorio di Venezia a quello di Bolzano, dove l’anno precedente aveva dato vita con Cesare Nordio e altri celebri musicisti al Concorso pianistico intitolato a Ferruccio Busoni, ancora oggi una delle competizioni più prestigiose nel panorama internazionale. Michelangeli insegnò a Bolzano fino al 1959, in quello stesso periodo istituì corsi di perfezionamento ad Appiano, Arezzo e Moncalieri. Il Maestro considerava l’insegnamento una vera e propria missione, un preciso dovere morale; vi si dedicava con passione e con esemplare generosità, dando sempre lezioni a titolo gratuito e talora occupandosi personalmente anche dell’ospitalità degli allievi. Uomo profondamente religioso e sensibile a istanze umanitarie, Michelangeli per tutta la vita diede innumerevoli concerti con finalità benefiche, alcuni dei quali in Vaticano alla presenza di Giovanni XXIII e Paolo VI. A San Bernardo, nel 1966, il musicista acquisì due baite, una destinata ad abitazione personale, l’altra a pochi, selezionati allievi. Qui il Maestro conobbe un periodo di quiete e serenità a diretto contatto con la natura, confortato da amici veri e appagato dalla tranquillità del paesaggio che forniva un magnifico sfondo alle interminabili ore di studio dedicate al pianoforte.