L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Viaggio nella storia

DOMENICA 01/01/2023

Italiani: Giorgio Gaber. Un omaggio a vent’anni dalla morte

Un canta autore o un canta-attore, un intellettuale “collettivo”, un anticonformista. Oppure, l’“Adorno del Giambellino” secondo il critico Enzo Golino, o il “Filosofo ignorante” secondo se stesso, con ironia. La realtà è che Giorgio Gaber sfugge a qualunque definizione. A 20 anni dalla morte, lo speciale Rai Cultura “Giorgio Gaber” in onda domenica 1° gennaio alle 16.00, per “Italiani”, racconta le storie del signor G. attraverso tre generazioni. Quella di Giorgio Casellato, suo arrangiatore e organizzatore e Ombretta Colli, l’amore di una vita; quella della figlia Dalia Gaberscik e quella del nipote Lorenzo Luporini, 22 anni. A questi si aggiungono i contributi di Paolo Dal Bon, presidente della Fondazione Gaber, di Paolo Rossi e di Walter Veltroni. Gaber si forma con il jazz, suona il rock’n’roll quando pochi in Italia lo fanno e, all’apice della popolarità e del successo televisivo, molla tutto e si dedica al teatro, anzi crea un genere nuovo: il Teatro-canzone, ispirato ai récital francesi, a quel Brel che tanto ammirava. L’anno di svolta è il 1970: in tournée con Mina, viene visto sul palco da Paolo Grassi e Giorgio Strehler che gli propongono di scrivere uno spettacolo tutto suo per il Piccolo di Milano. “Il Signor G” debutta al Teatro San Rocco di Seregno il 28 ottobre 1970 e dal gennaio del 1971 è al Piccolo Teatro di via Rovelli di Milano. C’è una presenza che lo accompagna senza mai mostrarsi, un pittore e poeta di Viareggio conosciuto in un bar milanese alla fine degli anni 50. E’ Sandro Luporini. Con lui nasce un’amicizia profonda e un sodalizio artistico totale. Sandro è l’altra metà di Gaber, da “Barbera e champagne” a “Io se fossi dio”. Gaber negli anni ‘70 conquista il pubblico, soprattutto giovane, teatro per teatro. I ragazzi - quelli del Movimento - vanno ai suoi spettacoli per vedere “che cosa ha da dirci oggi”. L’idillio finisce col decennio. Con “Polli d’allevamento” il pubblico fischia in sala, Gaber è contestato, troppo scomodo anche per i contestatori. Una pausa di riflessione e si ricomincia nel 1981 con “Anni affollati”. Gaber si dedica al teatro solo di prosa: per un’unica stagione (82/83) con Mariangela Melato ne “La storia di Alessandro e Maria”, con “Parlami d’amore Mariù” (87/88), dove la presenza delle canzoni si fa scarna, con “Il Grigio”, monologo in due atti del 1988-89. Infine, con un’intensa attività teatrale che va dalla scrittura di testi per Ombretta Colli alla messa in scena di “Aspettando Godot” insieme agli amici Enzo Jannacci e a Paolo Rossi, fino alla direzione artistica nel 1989 del Teatro Goldoni a Venezia. L’ultima sua apparizione è nel programma di Adriano Celentano del 2001: insieme a Dario Fo, Jannacci, Antonio Albanese e lo stesso Celentano, i 5 cantano “Ho visto un re”. E’ stanco, affaticato dalla malattia, canta da seduto. Ma vuole cantare.

Passato e presente. Paolo VI e Atenagora, inizio di un dialogo

Quando nel 1054 gli inviati di Papa Leone IX depositarono la bolla di scomunica sull’altare di Santa Sofia a Costantinopoli, probabilmente non immaginavano che sarebbero stati necessari quasi mille anni per revocarle. Nel 1964 Paolo VI e il patriarca ortodosso Atenagora si incontrano e si abbracciano a Gerusalemme. È l’inizio di un dialogo che culminerà l’anno dopo con la reciproca revoca delle scomuniche. Lo raccontano Paolo Mieli e il professor Alberto Melloni a “Passato e Presente”, in onda domenica primo gennaio alle 20.30 su Rai Storia.
Un dialogo che secondo i due protagonisti avrebbe dovuto portare alla pratica dell’inter-comunione, ovvero la comune celebrazione eucaristica. Un passo che non avverrà mai. Ma il dialogo iniziato nel 1964, tra avanzamenti e battute d’arresto, non si è mai interrotto fino a oggi.

Binario cinema. Il sogno di Francesco

Assisi, 1209. Francesco ha appena subito il rifiuto da parte di Innocenzo III di approvare la prima versione della Regola, che metterebbe i fratelli al riparo dalle minacce che gravano su di essi.

Intorno a lui, tra i compagni della prima ora, l'amico fraterno Elia da Cortona guida il difficile dialogo tra la confraternita e il Papato: per ottenere il riconoscimento dell'Ordine, Elia cerca di convincere Francesco della necessità di abbandonare l'intransigenza dimostrata finora, accettando di redigere una nuova Regola. Ma che cosa resterebbe del sogno di Francesco? La loro amicizia riuscirà a resistere al confronto tra gli ideali e i e i compromessi necessari?

E’ la storia che Renaud Fely e Arnaud Louvet raccontano nel film “Il sogno di Francesco”, in onda domenica 1° gennaio alle 21.10 su Rai Storia, per il ciclo “Binario Cinema”. Nel cast, Elio Germano, Jérémie Renier, Yannick Renier, Éric Caravaca, Marcello Mazzarella.

LUNEDI’ 02/01/2023

Passato e Presente. Cleopatra

Alla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C., l’Egitto, che aveva conquistato tra il 332 e il 331, venne spartito tra i suoi generali. Uno di loro, Tolomeo, nel 305 a.C. assunse il titolo di re, dando il suo nome a una dinastia di quindici sovrani che avrebbe regnato per tre secoli, fino al 30 a.C., con Cleopatra VII, l’ultima regina della monarchia egiziana. Una sovrana raccontata da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Barbero a “Passato e Presente”, in onda lunedì 2 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Cleopatra è una donna colta ed eloquente: formatasi nella biblioteca di Alessandria, conosce la filosofia, la retorica e parla numerose lingue. Venerata come una divinità dopo la sua morte, è l’artefice principale del suo mito autocelebrandosi come Venere, Terra, madre di Sole e Luna, ma anche come signora della flotta, guerriera impavida e padrona dell’Asia. La sovrana, sin dai suoi primi atti, mira a rafforzare il regno e ad accentrare il potere nelle sue mani. Il suo è un progetto ben preciso: fare dell’Egitto una monarchia ancor più vasta di quella di Alessandro, e per farlo sfiderà la potenza di Roma.

Italia Viaggio nella bellezza. Il patrimonio in gioco. L’eredità immateriale dei giochi tradizionali

Dal Lancio del Maiorchino a Novara di Sicilia, al gioco del Pallone del Bracciale di Treia, nelle Marche, fino ad arrivare al Zugo de l’Ovo di Sezano, in Veneto: giochi che affondano le loro radici in tempi antichi, e che grazie alla costanza e alla passione delle loro comunità vengono ancora praticati e insegnati alle nuove generazioni. Un’eredità immateriale raccontata da “Il patrimonio in gioco. L’eredità immateriale dei giochi tradizionali” di Brigida Gullo con la regia di Eva Frerè, in onda lunedì 2 gennaio alle ore 21.10 su Rai Storia per la serie “Italia. Viaggio nella bellezza”. Il racconto prende il via dalla cornice del centro storico di Verona dove, dal 18 al 20 settembre scorsi, si è svolta la XVIII edizione del Tocatì, il Festival Internazionale dei Giochi in Strada, un evento speciale, una festa, un’Olimpiade dei giochi tradizionali, spesso considerati appannaggio esclusivo dei più piccoli, ma diffusi e praticati nelle comunità di gioco presenti soprattutto nei piccoli borghi d’Italia che meglio di ogni altra realtà sanno conservare e preservare le antiche tradizioni. Dalla prima edizione, nel 2002, Tocatì, ha coinvolto molte realtà ludiche arrivando a ospitare, nelle giornate del festival, 50 giochi tradizionali italiani, europei ed extraeuropei per un totale di circa 300 giocatori. Un impegno che non si esaurisce nell’organizzazione e nello svolgimento dell’evento, ma che si traduce nell’opera minuziosa di ricerca e studio dei giochi tradizionali, portata avanti da AGA, l’Associazione Giochi Antichi nata contemporaneamente al Festival. Il 25 marzo scorso l’Italia, capofila di una iniziativa che vede la partecipazione di altri 5 paesi europei, ha inviato all’Unesco la candidatura per l’iscrizione del Tocatì al registro delle buone pratiche di salvaguardia del patrimonio immateriale. Il gioco tradizionale è memoria, tradizione, linguaggio, è una grammatica universale, uno spazio che consente l’incontro del passato con il presente e come tale va infatti considerato patrimonio universale da proteggere e preservare per le future generazioni. Tra coloro che intervengono nella puntata ci sono Valentina Lapiccirella Zingari, coordinamento patrimonio culturale immateriale AGA; Giorgio Paolo Avigo, Presidente AGA; Giuseppe Giacon, Vicepresidente AGA; Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale; Gherardo Ortalli, storico del Medioevo e direttore della collana di storia del gioco «Ludica».

Io sono Venezia

Da Cassiodoro a Domenico Morosini, da Fantina al Carpaccio, da Marcantonio Bragadin ad Alexandre Promio: cento minuti per raccontare Venezia e la sua terra, Venezia e il suo mare, ma anche i personaggi che hanno contribuito a renderla – dalle origini alle soglie del Novecento - una città unica. Storie, protagonisti e luoghi che prendono vita in “Io sono Venezia” - il doc firmato da Davide Savelli, Massimiliano Griner, Marta La Licata, Alessandro Chiappetta con la regia di Graziano Conversano, in onda con la seconda parte lunedì 2 gennaio alle 22.10 su Rai Storia. Realizzato da Rai Cultura in 4K, con mezzi interni, il documentario va alla scoperta di Venezia dando voce ad alcuni personaggi storici, interpretati da attori e attrici che testimoniano in prima persona le trasformazioni della città, in monologhi basati su memorie, diari e materiali di archivio. E accanto alle ricostruzioni – con gli interventi di storici ed esperti come Gherardo Ortalli, presidente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, e consulente del progetto – ci sono anche le immagini della città contemporanea, delle sue attività e delle sue opere d’arte.

MARTEDI’ 03/01/2023

Passato e Presente. I Protocolli dei savi di Sion

I Protocolli dei Savi Anziani di Sion sono forse il più grande falso della letteratura mondiale di tutti i tempi. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Ernesto Galli Della Loggia a “Passato e Presente”, in onda martedì 3 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Vennero pubblicati nel 1905 nella Russia zarista da un mistico di nome Sergej Nilus, che aveva dichiarato di esserne entrato in possesso dopo che erano stati trafugati dagli archivi della Grande Cancelleria di Sion. Nel testo vengono riportati i discorsi di un grande vecchio che illustra agli altri capi ebraici la strategia per conquistare il governo del mondo. Nonostante sin dal 1921 venne dimostrata la loro falsità, i Protocolli verranno ristampati in ogni parte del mondo raccogliendo interesse e consensi a tutti coloro che cercavano una giustificazione storica al loro odio razziale.

Il segno delle donne. Teresa Mattei

Partigiana, politica e pedagogista, Teresa Mattei si è spesa per dare un senso alla politica, lottando per i diritti della Costituzione e dell’infanzia, tutelando la soggettività di ogni persona. A darle voce e volto, Elena Lietti nell’ultimo appuntamento con Angela Rafanelli e con “Il segno delle donne”, in onda in prima visione martedì 3 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Nata a Genova il 1° febbraio 1921, si trasferisce a Bagno a Ripoli, vicino a Firenze, nel 1932, dove suo padre, fervente antifascista, diventa un importante dirigente del Partito d’Azione. Ha 17 anni, nel 1938, quando viene espulsa dal liceo classico che frequenta, e da tutte le Scuole del Regno, perché protesta pubblicamente contro le leggi razziali. Termina gli studi da privatista, frequenta la Facoltà di Lettere e Filosofia e, nel 1942, decide di iscriversi, insieme a suo fratello Gianfranco, al Partito Comunista clandestino, dove assume il nome di battaglia di “Chicchi”.

Durante gli anni della Resistenza conosce Bruno Sanguinetti e fonda i Gruppi di difesa della donna di Firenze. A Perugia, però, viene catturata dai tedeschi, seviziata e violentata. Nel 1944, dopo essere stato catturato e torturato dai nazisti a Roma, suo fratello Gianfranco decide di togliersi la vita in una cella di via Tasso.

Nel 1946, a venticinque anni, Teresa è la più giovane eletta all’Assemblea Costituente, e lavora sulla redazione dell’articolo 3 della Costituzione, incentrato sul tema dell’uguaglianza.

Nel 1948, si sposa con Bruno Sanguinetti e diventa madre: il loro primo figlio si chiama Gianfranco. Nel 1950, nasce anche Antonella ma muore improvvisamente Bruno. In quegli anni, Teresa vive a Milano e si occupa della Casa della Cultura con Rossana Rossanda ma, nel 1955, torna a Firenze con il suo secondo marito Iacopo Muzio, dirigente del PCI, da cui ha il suo terzo figlio Gabriele. Lo stesso anno rifiuta la candidatura alla Camera dei deputati e viene espulsa dal PCI per il dissenso manifestato verso la linea politica di Palmiro Togliatti. Nel 1958, a Milano, nasce il suo ultimo figlio, Rocco. Negli anni Sessanta fonda a Milano un centro di studi per la progettazione di servizi per l'infanzia e comincia ad occuparsi di ricerca cinematografica, insieme a Marcello Piccardo e Bruno Munari. Dall'unione della sua passione per il cinema e per i diritti dell'infanzia, nasce la Cooperativa di Monte Olimpino, che promuove il cinema fatto dai bambini come nuova forma di espressione della loro creatività. In seguito, la Mattei torna a vivere in Toscana, a Pisa, e partecipa alle lotte sociali al fianco dei suoi figli Gabriele e Rocco. Nel 1983 si suicida sua figlia Antonella e Teresa attraversa un momento di grande dolore. Nel 1987 comincia ad occuparsi della Lega per il diritto dei bambini alla comunicazione e, con la parola d'ordine “Chiedo ascolto”, promuove grandi campagne in favore dei bambini, contro l'eccessivo uso della televisione, portando avanti la cultura del rispetto e della pace.

Storie della TV. Un, due, tre … Tognazzi!

“Storie della TV”, in onda martedì 3 gennaio alle 22.10 su Rai Storia, ricorda uno dei più grandi attori italiani: Ugo Tognazzi. Da “Il Federale di Lizzani”, col quale esordì nel cinema “serio”, a “La Grande Abbuffata” di Ferreri, da “Amici miei” a “Il Vizietto”, è stato interprete di centocinquanta film, uno più bello dell'altro e regista di cinque pellicole di grande pregio, da “Il mantenuto” a “I viaggiatori della sera”.

Ma Ugo Tognazzi - come racconta il documentario di Simona Fasulo con consulenza dello storico della televisione Aldo Grasso - aveva esordito diciottenne nell'avanspettacolo e poi era stato uno dei primi – con Raimondo Vianello - a portare la comicità e la satira nel nuovo mezzo che era la televisione. Il programma, del 1954, s'intitolava “Un due tre”, dalle tre telecamere con cui veniva girato – rigorosamente in diretta – e dal numero delle attrazioni internazionali – musicisti, ballerini, artisti – che venivano ospitate nel corso della trasmissione.
Con gli autori Scarnicci e Tarabusi, i due comici avevano avuto un'idea geniale: fare la parodia del linguaggio televisivo appena varato. Un'idea vincente finché, nel 1959, il programma non incappa nella censura e “Un due tre” deve chiudere, dopo aver trasmesso dal piccolo schermo sketch indimenticabili che ancora oggi sono celebrati.

A raccontare quei momenti esaltanti c'è il regista di “Un due tre”, Vito Molinari, che ricorda come venivano ideati gli sketch, il clima goliardico da cui nascevano; c'è Donata Tarabusi che, ancora bambina, andava ad assistere negli studi della Rai di Milano al programma scritto da suo padre; e ci sono Nicola Fano, storico del teatro, che analizza il tipo di comicità di “Un due tre” e di Scarnicci e Tarabusi, confrontata con quella di Garinei e Giovannini, e c'è il critico cinematografico Mario Sesti che parla dell'uso del corpo fatto da Tognazzi in teatro, in televisione e poi nel cinema.

Ugo Tognazzi nell'immaginario degli italiani è soprattutto l'attore di cinema, il gourmet ante litteram, il tombeur de femmes, e per orientarsi tra il personaggio e l'uomo, il documentario ospita anche i racconti divertenti e a tratti commoventi di due dei suoi quattro figli - Gian Marco e Maria Sole – e di quelli del regista Pupi Avati, che fu sostenuto da Tognazzi quand'era un giovanotto senza arte né parte e ne divenne amico per sempre.

MERCOLEDI’ 04/01/2023

Passato e Presente. Ritratto del Magnifico

Il destino di Lorenzo de’ Medici, divenuto celebre come “il Magnifico”, è preannunciato dal ritratto giovanile che, tra il 1459 e il 1462, Benozzo Gozzoli esegue nell’affresco della cavalcata dei Magi all’interno della cappella del palazzo mediceo di Via Larga, a Firenze. Il giovane rampollo della famiglia più in vista della città è al centro del dipinto in abiti cavallereschi e in sella a un destriero. Un personaggio analizzato da Paolo Mieli e dal professor Franco Cardini a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 4 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Lorenzo, poi, compare una seconda volta, in una posizione più defilata, tra i personaggi del seguito: qui il pittore lo raffigura realisticamente, nei suoi dieci anni. Un’età precoce che non impedisce a suo nonno Cosimo e a suo padre Piero di fare grandi progetti per lui. Lorenzo sarà il futuro capo della famiglia, dei suoi affari, e di Firenze: banchiere, uomo politico, mecenate, poeta e scrittore, lascerà un segno indelebile nella storia come l’incarnazione più completa del principe umanista.

La laguna di Truk. Il “cimitero” delle navi

La più grande concentrazione di relitti della Seconda Guerra Mondiale del pianeta si trova in una laguna remota nel mezzo dell'Oceano Pacifico. Oggi l'isola di Chuuk è un'isola sperduta, ma nel 1944 era il centro delle operazioni navali giapponesi nel Pacifico, fino all'operazione Hailstone, un attacco aereo che fu la rivincita degli Stati Uniti per l'attacco a Pearl Harbour. Lo racconta il documentario “La laguna di Truk”, in onda in prima visione mercoledì 4 gennaio alle 21.10 su Rai Storia.

In due giorni, gli aerei americani affondarono circa 40 navi giapponesi nei loro ancoraggi. Per chi sopravvisse le conseguenze furono la fame e persino il cannibalismo che ne seguì, mentre le isole rimasero isolate dal mondo fino alla fine della guerra.

Famiglia, famiglie. Genitori e figli

L’evoluzione del rapporto tra genitori e figli nel corso delle varie epoche. “Famiglia Famiglie”, la serie di Rai Cultura in onda mercoledì 4 gennaio alle 22.10 su Rai Storia dedica la sua terza puntata ai cambiamenti dei rapporti familiari. Nell'antichità i figli erano infatti considerati proprietà privata dei genitori e i rapporti erano all'insegna della sottomissione assoluta, ogni ribellione dei figli al volere del padre era severamente punita. Una subordinazione che non cambia con il passare dei secoli e viene messa in discussione solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, quando si inserisce nella Costituzione della Repubblica un riferimento alla libertà degli individui all'interno della famiglia. Ma ci vorrà ancora molto tempo affinché prevalga una nuova generazione di genitori disponibili a riconoscere ai figli maggiore autonomia individuale mettendo così in discussione il modello tradizionale della famiglia gerarchica con a capo il pater familias. La puntata esamina anche il ruolo delle figure intermedie nell'allevamento e nell'educazione dei figli, come le balie, i precettori e i capimastri, e arriva sino ai nostri giorni, descrivendo le ragioni della permanenza sempre più lunga dei figli in famiglia e le trasformazioni nel ruolo dei genitori.

GIOVEDI’ 05/01/2023

Passato e Presente. Umberto Nobile, un italiano al Polo Nord

Con le sue imprese e i suoi fallimenti, Umberto Nobile ha scritto alcune delle pagine più avvincenti e controverse della storia dell’aeronautica e dell’esplorazione italiana. Pagine ripercorse dalla professoressa Isabella Insolvibile e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda giovedì 5 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Nel 1926 il primo volo sul Polo Nord col dirigibile Norge, da lui progettato, ne fa una celebrità che il regime fascista sfrutta a proprio vantaggio. La seconda impresa al Polo, invece, si conclude tragicamente. I forti venti spingono il dirigibile Italia a schiantarsi contro il pack e poi lo trascinano via, con a bordo ancora 6 membri dell’equipaggio, che non verranno mai più ritrovati. Anche molti dei tentativi di soccorso per salvare i superstiti rimasti sul ghiaccio, dentro la famosa “tenda rossa”, hanno esito mortale. Nobile si salva, ma, perso il favore di Mussolini, diventa oggetto delle indagini di una commissione d’inchiesta che, nel 1929, lo dichiara colpevole dell’accaduto. Nobile lascia l’Aeronautica e si trasferisce prima in Unione Sovietica e poi negli Stati Uniti, dove insegna ingegneria. Rientrato in Italia dopo la guerra, diventa deputato nelle file del Pci e continua a battersi per ottenere il ribaltamento delle accuse a suo carico, soprattutto la più odiosa: quella di aver abbandonato i suoi uomini sul ghiaccio, salvandosi per primo.

a.C.d.C. Lady Sapiens

Chi erano le donne della preistoria? Che ruolo hanno svolto nelle loro società e famiglie? Un viaggio nella preistoria sollevando alcune semplici e precise domande: torna Alessandro Barbero con un nuovo appuntamento con “a.C.d.C.”, in onda in prima visione giovedì 5 gennaio alle ore 21.10 su rai Storia. La puntata presenta gli interventi di numerose studiose e studiosi che da decenni seguono le tracce delle donne preistoriche ed esamina le ultime scoperte in questo ambito, che a volte sollevano discussioni e conflitti tra gli stessi ricercatori. Cosa più che normale poiché questo campo scientifico è in evoluzione, anche grazie ai progressi tecnologici, e quindi i fatti vengono continuamente messi in discussione. Che immagine abbiamo oggi quindi della donna preistorica? Curatrice, mietitrice, donna sottomessa? Studi recenti dimostrano che era molto di più. E proprio aiutati da tecnologie immersive, gli archeologi stanno scuotendo i vecchi cliché. Si torna indietro di 30.000 anni nel tentativo di scoprire il suo vero volto: artista, cacciatrice, guaritrice, capo clan... Originale oltre all’argomento del documentario proposto è il suo approccio visivo, perché nasce dalla collaborazione tra case di produzione televisive, e una società specializzata in videogiochi molto famosi, che ha messo a disposizione le sue capacità grafiche e, in collaborazione con gli scienziati, ha creato un'avventura virtuale, coinvolgente, che racconta una storia diversa dell'umanità, nel Paleolitico!

Gutenberg. La rivoluzione della stampa

Johannes Gutenberg e la nascita della stampa moderna: l'avventura tecnologica e imprenditoriale di un uomo che con la sua invenzione ha cambiato il mondo è al centro di “Gutenberg e la rivoluzione della stampa”, in onda giovedì 5 gennaio alle 22.10 su Rai Storia con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. L’orafo e imprenditore tedesco Johannes Gutenberg ha impegnato tutte le sue risorse e la sua rete di contatti per realizzare un’invenzione rivoluzionaria: la stampa con caratteri tipografici mobili, singole lettere componibili in parole, frasi, righe e pagine. Il contributo di storici del libro e dell’editoria, gli archivi giudiziari e notarili, l’analisi approfondita dei primissimi libri stampati con la nuova tecnica hanno permesso di ricostruire i momenti più significativi della vita di Gutenberg, un uomo tenace ed intraprendente, ricercatore dedicato e scaltro affarista, capace non solo di concepire un intero processo industriale, ma anche di trovare soci, finanziamenti e formule commerciali innovative per lo sviluppo della sua rivoluzionaria invenzione.

VENERDÌ 06/01/2023

Passato e presente. La contessa di Castiglione, seduzione e potere

Aristocratica, ambiziosa, seduttrice, Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione ha la fama di essere la donna più bella dell’Ottocento, ricordata soprattutto per aver contribuito, unendo il suo fascino al suo spirito patriottico, al processo unitario. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli con la professoressa Benedetta Craveri a “Passato e Presente”, in onda venerdì 6 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Nata nella Firenze dei Lorena, Virginia respira l’aria della grande società del tempo e trascorre un’infanzia serena in una in una famiglia della nobiltà ligure-piemontese, che stravede per lei. Nel 1854, intimamente decisa a mantenere la propria libertà, la sedicenne Oldoini va in sposa a Firenze a Francesco Verasis Asinari, Conte di Castiglione d’Asti, di undici anni più grande. Dopo le nozze la coppia si trasferisce a Torino, dove la giovane contessa compirà un grandioso ingresso alla corte di Vittorio Emanuele II. Ma sarà a Parigi che la stella di Virginia inizierà a brillare. Deciso a giocare tutte le sue carte, il cugino del marito, Camillo Benso conte di Cavour, che vuole stringere un’alleanza con la Francia per porre la questione italiana all’attenzione dell’Europa, pensa di utilizzare anche quella dell’avvenenza della cugina e, in accordo con Vittorio Emanuele II, la Castiglione è investita del compito di promuovere l’immagine dell’Italia a Parigi e se possibile conquistare l’Imperatore dei francesi. Virginia gioca benissimo la sua partita diplomatica riuscendo, in meno di un mese, a diventare l’amante ufficiale Napoleone III. Un’ascesa sia velocissima, ma altrettanto rapido il suo declino: allontanata da Parigi dopo un attentato al sovrano, sostituita alle Tuileries, la seduttrice che ha incantato la Francia del Secondo Impero, alla fine della sua vita si chiuderà in una casa tappezzata di nero, con i suoi ricordi, le sue foto, i suoi diari, nascondendo ai suoi occhi e a quelli del mondo intero l’onta della sua decadenza.

La bussola e la clessidra. La via del guerriero: Giulio Ubio, legionario romano

Al centro di questo episodio de “La bussola e la clessidra”, in onda in prima visione venerdì 6 gennaio alle 21.10 su Rai Storia, le vicissitudini di un legionario, Giulio Ubio, della tribù germanica degli Ubii che, ottenuta la cittadinanza, decide di entrare a far parte dell’esercito romano. Il professor Alessandro Barbero segue il suo periodo di addestramento e la pericolosa missione che gli verrà assegnata.

1972: Autunno

Il 7 ottobre 1972 va in onda la prima puntata di “Canzonissima” e la Rai inaugura così la stagione autunnale. A condurre il programma, abbinato alla lotteria di Capodanno, sono Pippo Baudo e Loretta Goggi. Si apre coì l’ultimo appuntamento con “1972”, in onda in prima visione venerdì 6 gennaio alle ore 22.10 su Rai Storia.

Ma l’inverno non si annuncia facile e le tensioni che attraversano il Paese si fanno sentire: lungo la linea ferroviaria che collega Reggio Calabria al Centro e al Nord Italia esplodono una serie di bombe in concomitanza con la grande manifestazione unitaria promossa dai sindacati confederali. Un anno dopo la grande rivolta, la città calabrese è nuovamente al centro di oscure trame.

Il 10 novembre, a 50 anni dalla Marcia su Roma, la RAI trasmette la prima puntata di Nascita di una dittatura. Il programma firmato da Sergio Zavoli raccoglie le testimonianze di tutti i principali testimoni ancora in vita del periodo che precede l’avvento del fascismo in Italia. In quegli stessi giorni prende il via un nuovo programma di divulgazione scientifica realizzato da Piero Angela: Da zero a tre anni.

In questi stessi mesi sono varati due importanti provvedimenti legislativi: entra in vigore la legge che consente l’obiezione di coscienza al servizio militare e viene approvata la cosiddetta “legge Valpreda” che rimuove il divieto a concedere la libertà provvisoria per i reati che prevedono il mandato di cattura obbligatorio.

L’anno si chiude il 31 dicembre con la trasmissione del discorso di fine anno del Presidente della Repubblica, Giovanni Leone.

SABATO 07/01/22

Così lontani, Così vicini. 150 anni di storia tra Italia e Giappone

La storia di un intenso rapporto di amicizia e solidarietà tra due Paesi “così lontani e così vicini”: la racconta - in occasione dell’anniversario dell’inizio ufficiale delle relazioni tra Italia e Giappone, il 25 agosto 1866 - il film-documentario, in onda sabato 7 gennaio alle 18.45 su Rai Storia. Attraverso testimonianze e materiale di repertorio televisivo appartenente a Nhk e Rai, la storia delle relazioni tra Italia e Giappone parte da una recente scoperta: il rinvenimento di un ritratto veneziano del primo giapponese venuto in Italia. Nel riordinare una collezione privata, è stato infatti ritrovato il quadro di un giovane dai tratti orientali, con l'iscrizione "Mansio" sul retro. Dopo alcune ricerche, si è potuto stabilire che si trattava di un ritratto attribuito a Domenico Tintoretto di Ito Mancio, un principe del Kyushu, che nel 1585 guidò una delegazione di quattro giovani nobili nipponici in Europa. Il ritratto di Ito Mancio precede di una trentina di anni il grande ritratto realizzato da Archita Ricci (conservato presso la Galleria Borghese) del primo ambasciatore ufficiale giapponese in Europa, Hasekura Tsunenaga, e rappresenta quindi “la prima icona” delle antiche relazioni con l'Italia. Il racconto del suo ritrovamento, delle verifiche scientifiche effettuate sulla tela per stabilirne la veridicità, il lavoro preparatorio per l’invio in Giappone e infine il viaggio e l’arrivo nell’isola, sono le tappe che scandiscono il racconto nel presente. Ma c'è anche la narrazione storica, a partire proprio dai primi contatti nel '500: le “trasformazioni” ottocentesche, l’ingresso convulso nel ‘900, con le due guerre mondiali, l’alleanza Roma-Berlino-Tokyo, la sconfitta nella Seconda guerra mondiale, la ricostruzione e la ripresa economica, i Giochi Olimpici del ’60 e ’64. E ancora, il boom economico, lo "stile" nazionale, il senso della bellezza, il primo collegamento televisivo intercontinentale tra i due Paesi, l’intreccio sempre più stretto dal cibo alle arti marziali, e gli scambi linguistici e culturali sempre più intensi. Fino al ritorno in Giappone di Ito Mancio, il primo visitatore nipponico dell’Italia, attraverso l’arrivo a Tokyo del suo ritratto.

Passato e presente. Eleonora di Toledo patrona e "fattoressa"

Un ritratto di Eleonora di Toledo, un personaggio poco indagato dalla storiografia moderna, ma che fu un esempio di emancipazione per tutte le donne del Rinascimento. Lo propongono Paolo Mieli e la professoressa Maria Giuseppina Muzzarelli a “Passato e Presente”, in onda sabato 7 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. Nel 1539, a soli 17 anni Eleonora di Toledo si unisce in matrimonio con Cosimo I De Medici. L’unione è proposta dall’imperatore Carlo V di Spagna: un legame che avrebbe sancito l’alleanza fra gli Asburgo e i Medici, e fra l’impero e Firenze. Grazie all’alleanza matrimoniale con la casata dei Toledo, Cosimo riesce a legittimare il proprio potere. Ma, al di là della politica matrimoniale, il ruolo che Eleonora ha nelle dinamiche decisionali e nella gestione della politica ducale è fondamentale per la costruzione dello stato mediceo. La giovane “spagnola” è emancipata, indipendente, colta, ma non solo, la sua straordinaria capacità imprenditoriale le consentirà di guidare le imprese del marito nella creazione del Ducato di Toscana, contribuendo alla sua gloria in completa autonomia nel panorama politico generale. Eleonora imprimerà un segno importante nella città fiorentina e diventerà un’icona della moda, inaugurando con il suo stile un nuovo canone internazionale per le donne del Cinquecento.

Cinema Italia. Divorzio all’italiana

Un barone siciliano, Ferdinando Cefalù, si innamora di Angela, una cugina sedicenne da cui è ricambiato. L'unico ostacolo al coronamento del sogno d'amore è rappresentato dalla petulante Rosalia, moglie di lui, ma l'arrivo in paese del pittore Carmelo Patanè, vecchio amante della signora, aiuterà a sistemare le cose. E’ il film di Pietro Germi, “Divorzio all’italiana” in onda sabato 7 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Nel cast, Marcello Mastroianni, Daniela Rocca, Stefania Sandrelli, Lando Buzzanca.

Documentari d’autore. Interno giorno

Un viaggio nel cinema, attraverso i provini di aspiranti attori e attrici, noti e sconosciuti, che dal secondo dopoguerra al 1968 hanno provato a entrare nella più antica scuola di cinema d’Europa: il Centro Sperimentale di Cinematografia. Lo propone “Interno giorno”, in onda sabato 7 gennaio alle 23 su Rai Storia per “Documentari d’autore”.

Dalla sicurezza di una giovanissima Sofia Loren alle esitazioni di una altrettanto giovane ma bellissima Claudia Cardinale, dalla disinvoltura di Raffaella Carrà quando ancora si chiamava Raffaella Pelloni, a Paola Pitagora, dalle barzellette raccontare da Domenico Modugno a un duetto tra Lucia Bosè e Marcello Mastroianni: storie del cinema italiano e dei suoi mutamenti attraverso straordinarie immagini d’archivio.


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