L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Storia, storie e poesia

DOMENICA 08/01/2023

Italiani. Alda Merini

Nata a Milano il 21 marzo del 1931, e scomparsa a 78 anni il 1° novembre 2009, Alda Merini è stata tra le più grandi poetesse italiane. A lei è dedicato l’appuntamento con “Italiani”, in onda domenica 8 gennaio alle 16 su Rai Storia. Costretta a condizioni di quasi indigenza nella sua casa nell’adorato quartiere dei Navigli, da fine anni ’80 fino quasi alla sua morte la Merini è stata un vero e proprio personaggio televisivo, invitata in tanti talk show, all’inizio per raccontare la propria drammatica storia di vita, narrazione portata avanti sempre in punta di piedi, con grande intelligenza ed ironia, per poi invece per dire la sua su tanti argomenti della vita quotidiana. Alda Merini, pur se palesemente così diversa, riusciva a comunicare col pubblico televisivo: era divenuta la poetessa degli esclusi perché aveva vissuto sulla sua pelle la peggiore forma di esclusione sociale, la malattia mentale, e l’aveva vissuta in un periodo in cui certi temi erano considerati troppo scabrosi.

Un calvario durato circa 14 anni, durante i quali nascono due delle sue figlie, date in affido e cresciute da altre famiglie: Alda Merini uscirà dai suoi internamenti in manicomio nel 1978, grazie alla legge Basaglia. La sua scrittura poetica rifiorisce e il suo primo libro di poesie dopo l’inferno dei manicomi viene pubblicato nel 1980. Tra l’83 e l’87 va a Taranto col suo secondo marito Michele Pierri, alla sua morte torna a Milano nei suoi Navigli. Riceve sempre tanti amici, suona il pianoforte, fuma in continuazione, scrive su qualsiasi foglio disponibile, colleziona animaletti in peluche e gadget vari che poi regala a chi va a trovarla nel suo loft di Ripa di Porta Ticinese 47. Il successo editoriale arriva nel 1991 con “Vuoto d’amore” finalmente per un grande editore, cui seguono tanti libri di poesie (spesso scritte di getto) ed altri di carattere più comunicativo e di ricordi del manicomio. Nel 1995 le vengono assegnati i benefici della legge Bacchelli. Nel 1996 vince il Premio Viareggio; nel 1999 vince il Premio della Presidenza del Consiglio per la Poesia, nel 2001 è candidata al Nobel.

Passato e presente. Don Giovanni Bosco

San Giovanni Bosco è stato un sacerdote che ha dedicato la vita all’assistenza e all’educazione dei ragazzi, soprattutto i più poveri, che inizialmente aveva accolto nel suo primo oratorio, a Valdocco, nella periferia di Torino. A “Passato e Presente”, in onda domenica 8 gennaio alle 20.30 su Rai Storia, la professoressa Mariachiara Giorda e Paolo Mieli approfondiscono la sua figura e il contesto storico in cui ha operato.

Don Bosco ha vissuto negli anni centrali del 1800, un periodo di profonde trasformazioni politiche e sociali che hanno portato all'unità d'Italia e alla fine del potere temporale della Chiesa. Il sacerdote ha offerto la sua diplomazia a Pio IX per ricucire i rapporti tra Stato e Chiesa e per ottenere il riconoscimento del suo ordine religioso: la società dei Salesiani che si è espansa in Italia per poi esportare il modello pedagogico nel mondo, in primo luogo in sud America.

Binario cinema. In guerra per amore

New York 1943. Mentre il mondo è nel pieno della Seconda guerra mondiale, Arturo vive la sua travagliata storia d'amore con Flora. I due si amano, ma lei è promessa sposa al figlio di un importante boss. Per convolare a nozze il ragazzo deve ottenere il sì del padre della sua amata che vive in un paesino siciliano. E’ il film di Pif “In guerra per amore”, in onda domenica 8 gennaio alle 21.10 su Rai Storia per “Binario cinema”. Nel cast, Pif, Andrea Di Stefano, Sergio Vespertino, Maurizio Bologna, Miriam Leone.

LUNEDI’ 09/01/2023

Passato e Presente. I Vichinghi

Nel giugno 793, un gruppo di vichinghi provenienti dalla Norvegia saccheggia il monastero di Lindisfarne, sulla costa orientale dell’Inghilterra. È con questa data che si fa convenzionalmente iniziare l’Era Vichinga: a “Passato e Presente”, in onda lunedì 9 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia Paolo Mieli ne parla con il professor Tommaso Di Carpegna. L’assalto al cenobio inglese è preceduto da almeno 200 anni di rotte commerciali e di razzie, ma è tra l’VIII e il IX secolo che si assiste a una straordinaria espansione. I vichinghi, detti anche Normanni - “uomini del nord”, assediano Parigi, giungono fino in Groenlandia e poi ancora oltreoceano fino al Labrador canadese. Ad Est invece, attraverso i grandi fiumi russi, giungono fino a Bisanzio e a Bagdad, commerciando in pelli, pesce essiccato ed ambra. Le loro razzie finiscono quando, a mano a mano, diventano stanziali. La progressiva cristianizzazione eroderà l’identità di questo popolo, ma non cancellerà l’eredità lasciata dal loro passaggio in tutta Europa.

Italia. Viaggio nella bellezza. Storie prima della storia

Il 26 ottobre 2022, è stato inaugurato il nuovo allestimento della sezione preistoria all’interno del Museo delle Civiltà con titolo “Preistoria? Storie dall’antropocene”. Il carattere provocatorio della nuova denominazione della sezione è da ricercare nell’ adozione di un nuovo punto di vista: se il limite tra storia e preistoria è l’uso della scrittura, si può affermare che le società vissute prima di essa non abbiano storie da raccontare? Ne parla “Italia. Viaggio nella bellezza” nel nuovo appuntamento in onda in prima visione lunedì 9 gennaio alle 21.10 su Rai Storia. Oggi, i reperti della sezione preistoria del Museo delle Civiltà, grazie ai risultati delle nuove ricerche, alcune delle quali effettuate proprio nei laboratori del museo, possono finalmente raccontare ai visitatori le loro storie. Storie prima della storia. In fondo alla prima sala del museo, in una teca ben visibile agli occhi dei visitatori, è conservato uno dei reperti più preziosi: il cranio originale di un Neanderthal scoperto nel 1939 in una grotta del monte Circeo. Da quella cavità aperta al mare, ha inizio una storia avvincente, che ancora è ben lontana dall’essere conclusa. Vivi sono gli studi sui reperti provenienti dal villaggio della Marmotta: nei laboratori del museo, infatti, sono in corso ricerche che ampia luce stanno facendo sui manufatti di una società, quella neolitica, che si sta rivelando assolutamente moderna, ricca e complessa. Nella sala dedicata al villaggio della Marmotta sono esposte le piroghe monossili, ricavate da tronchi d’albero, che ritrovate pressochè integre, sono un esempio unico di imbarcazioni di epoca neolitica nell’area del mediterraneo. Le sale del museo dedicato alla preistoria sono organizzate in modo da seguire cronologicamente i periodi di sviluppo delle società umane. E’ così che dai legni del villaggio della Marmotta si passa a ornamenti di prestigio forgiati con un metallo dai colori ambrati: il rame. Appartenente alla cultura del Rinaldone, la tomba della Vedova, ritrovata nei pressi di Ischia di Castro, racconta come le società dell’età del rame avessero sviluppato un concetto di sepoltura che separava il mondo dei vivi da quello dei morti con la costruzione delle prime necropoli al di fuori dai confini della città.

I siti italiani del Patrimonio Mondiale Unesco. Il patrimonio immateriale

Cos’hanno in comune la dieta mediterranea, una pratica agricola come quella della vite ad alberello di Pantelleria e la Macchina di Santa Rosa, la spettacolare torre di 30 metri illuminata da luci e fiaccole che ogni 3 settembre fa il giro di Viterbo sulle spalle di centinaia di facchini? Cosa lega l’arte di un falconiere, quella di un pizzaiolo napoletano e la sapienza artigiana di un liutaio di Cremona? Sono tutti esempi di quello che – nella Convenzione del 2003 - l’Unesco ha definito il “patrimonio culturale immateriale” e che Rai Cultura racconta nel documentario della serie "I siti italiani del Patrimonio Mondiale Unesco" in onda lunedì 9 gennaio alle 22.10 su Rai Storia. Si tratta di un insieme di pratiche culturali immateriali che definiscono un patrimonio “vivente” cultura di comunità locali e globali allo stesso tempo. Il documentario va alla scoperta degli 8 patrimoni culturali immateriali riconosciuti in Italia (alcuni in condivisione con altri Paesi), che aiutano a comprendere in profondità cosa si nasconde dietro il concetto di patrimonio culturale immateriale. Esperienze come quelle della liuteria cremonese: un sapere e un saper fare tutto immateriale, basato su alte competenze che non si apprendono sui libri, sulla maestria nella lavorazione del legno, sulla capacità di assemblare più di 70 pezzi in modo assolutamente artigianale, senza utilizzare semilavorati, vernici a spruzzo e simili.

MARTEDI’ 10/01/2023

Passato e Presente. Crocerossine

La storia dell’umanitarismo internazionale è strettamente legata alla nascita della Croce Rossa e all’opera prestata dalle donne nei campi di battaglia, a partire dalla seconda metà dell’800. A “Passato e Presente”, in onda martedì 10 gennaio alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con la professoressa Silvia Salvatici. Le donne e gli uomini che hanno prima ispirato e poi realizzato la nascita del Comitato internazionale della Croce Rossa hanno contribuito a salvare le vite di milioni di persone, non solo in tempo di guerra ma anche nei tempi di pace funestati da carestie, epidemie, migrazioni forzate. Le Convenzioni stipulate a Ginevra tra Ottocento e Novecento hanno progressivamente esteso le tutele ei diritti inizialmente riservati ai feriti degli eserciti in guerra, ai prigionieri e poi alle popolazioni civili, anche in tempo di pace. In Italia, dove il Comitato della Croce Rossa nasce nel 1864, l’opera del corpo delle infermiere volontarie, note come “crocerossine,” inizia nel 1908 e, a partire dalla Prima Guerra Mondiale, segna una presenza importante delle donne nella sfera pubblica.

1942: Italia in guerra. Nord Africa: la resa dei conti

A un anno e mezzo dall’inizio della guerra per il Regio Esercito viene a galla lo scarto tra la propaganda e i responsi dai teatri di battaglia: alle soglie del 1942 continuano le estenuanti offensive e controffensive dell’esercito impegnato in Nordafrica assieme all’alleato tedesco senza risultati soddisfacenti. Il fronte nordafricano è al centro del primo appuntamento con “1942: Italia in guerra”, in onda in prima visione martedì 10 gennaio alle ore 21.10 su Rai Storia.

Diventa fondamentale la questione del controllo del Mediterraneo per l’andamento a singhiozzo degli scontri nei territori tra Libia e Egitto. Il Generale tedesco Rommel si mostra spavaldo e punta a strappare l’Egitto alle forze britanniche dopo la riconquista di Bengasi e della Cirenaica tra gennaio e febbraio.

Le rapide avanzate delle truppe dell’asse ottengono alcune vittorie schiaccianti, e tra il 12 e il 13 giugno infliggono alle forze corazzate britanniche la più pesante sconfitta della loro storia e riconquistano Tobruck.

I paracadutisti italiani, destinati all’operazione C3 per la presa di Malta, vengono dirottati a El Alamein, dove Rommel sta progettando una grande offensiva, quella che passa agli annali come prima battaglia di El-Alamein.

Dopo la fallimentare battaglia di Halam Alfa, o seconda battaglia di El Alamein, combattuta all’inizio di settembre, l’Asse tenta di riorganizzarsi; ma nella notte del 23 ottobre l’Ottava armata britannica inizia la massiccia offensiva a El Alamein.

La battaglia che si combatte a El Alamein assume il carattere dello scontro decisivo per il possesso del Nordafrica, una sconfitta che tuttavia mette in luce il grande eroismo dei soldati italiani: il Regio Esercito si distingue per il suo valore ma la superiorità britannica questa volta è davvero schiacciante.

Intanto in Italia si stanno iniziando a sentire sul serio le ripercussioni economiche della guerra, il consenso al Duce sul fronte interno mostra evidenti cedimenti.

All’alba dell’8 novembre 1942 gli anglo-americani sbarcano sulle coste del Marocco e dell’Algeria e le truppe dell’Asse, dopo una lunga ritirata e un susseguirsi di altri scontri con l’esercito alleato, si fermano in Tunisia, occupata in gennaio. La questione nordafricana è destinata a vivere una lenta agonia ancora per qualche mese. La resa definitiva sarà nel maggio del 1943 a seguito della campagna di Tunisia.

I professori Umberto Gentiloni e Andrea Santangelo, il Generale di Brigata Fulvio Poli e il Capitano di Fregata Marco Sciarretta ripercorrono le fasi dell’impegno nordafricano nel 1942, mentre Nicola Maranesi legge pagine del diario di un artigliere impegnato nelle battaglie di El Alamein. Infine, Federica Onelli, dall’Archivio del Ministero degli Esteri, ci mostra alcuni documenti originali delle diplomazie dell’Asse.

La guerra segreta. I leoni di Giuda

Dal maggio 1940 fino al giugno 1944 L’Europa fu invasa dai nazisti. Mentre l’Armata Rossa affrontava il Terzo Reich ad Est, l’Inghilterra e i suoi alleati bloccavano l’apertura di un fronte occidentale. Churchill, intanto, tentava di placare la rabbia di Stalin iniziando un bombardamento a tappeto sulla Germania. E gli alleati intrapresero una guerra altrettanto mortale sul campo. Pagine di guerra raccontate da “La guerra segreta” in onda da martedì 10 gennaio alle 22.10 su Rai Storia. Si comincia dal 1942. L’esercito britannico è bloccato nel deserto nordafricano con l'Afrika Korps di Erwin Rommel. A supportare gli inglesi c’è lo Special Interrogation Group, costituito da circa 40 ebrei palestinesi di lingua tedesca che avevano il difficilissimo e delicato compito di infiltrarsi nelle linee nemiche per estorcere informazioni e compiere atti di sabotaggio. Per portare a termine il loro obiettivo, catturarono due soldati dell'Afrika Corps, tra i quali un certo Herbert Bruekner, allora ventenne. I palestinesi ebrei non si fidarono mai di lui. Il tempo avrebbe dato loro ragione.

MERCOLEDI’ 11/01/2023

Passato e Presente. Guglielmo Marconi. L’invenzione del futuro

Alla fine del XIX secolo, un giovane bolognese di madre irlandese, con la passione per il mare e per l’elettrotecnica, ha una straordinaria intuizione: sfruttando le onde elettromagnetiche da poco studiate da Hertz, si può arrivare a trasmettere un segnale a distanza, senza bisogno di cavi. Questo geniale autodidatta è Guglielmo Marconi. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dal professor Lucio Villari a “Passato e Presente”, in onda mercoledì 11 gennaio alle 13:15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Trovato sostegno nel Regno Unito, Marconi investe tutti i suoi risparmi nel progetto e, nel 1901, dimostra al mondo di avere ragione, inviando il primo segnale radio transatlantico, dalla Cornovaglia al Canada. In pochi anni, grazie alle sue apparecchiature, chi s’imbarca per traversare l’Oceano avrà finalmente una possibilità di salvezza, in caso di naufragio. Celebrato in tutto il mondo, Marconi non smette di sperimentare, aprendo la strada alla radiofonia e alla telefonia. Mette a punto anche un sistema di trasmissione a onde corte, fino a immaginare l’uso del radar e la radio-navigazione cieca. Con il suo intuito e il suo coraggio traghetta il mondo dall’epoca delle macchine a quella delle comunicazioni, disegnando il nostro presente e il nostro futuro.

Omaggio alla Melato. Mariangela!

Il racconto della straordinaria vita artistica di Mariangela Melato, la poliedrica attrice milanese scomparsa nel gennaio del 2013. La grande artista rivive attraverso un'emozionante rievocazione di Lella Costa, che coinvolge quanti le furono vicini nel lavoro e nella vita, primo tra tutti Renzo Arbore, ricordando aneddoti divertenti e commossi, come quelli della sorella Anna Melato e proponendo interviste inedite agli artisti e compagni di lavoro come Giancarlo Giannini, Lina Wertmuller, Gigi Proietti, Toni Servillo, Pippo Baudo, Gabriele Lavia, Massimo Ranieri, Isabella Rossellini e Lina Sastri.

Lo speciale firmato da Fabrizio Corallo, in onda mercoledì 11 gennaio alle 21:10 su Rai Storia, si snoda tra brani di film, spettacoli teatrali e televisivi: dagli esordi teatrali nei primi anni '60 fino ai lavori più impegnativi con registi come Visconti, Ronconi e Strehler, proseguendo con i film dei grandi autori Petri, Monicelli, Comencini, Brusati e Giuseppe Bertolucci, la notorietà internazionale che le arriva con la celebre trilogia di commedie interpretate con Giancarlo Giannini per Lina Wertmuller, per culminare nel vulcanico one-woman show teatrale “Sola me ne vo” al Piccolo Teatro di Milano e al Teatro Stabile di Genova.

Famiglia famiglie. Divisioni e ricostruzioni

Separarsi, sciogliere un contratto matrimoniale, disgregare una famiglia, dividere il patrimonio tra gli eredi, costruire nuovi nuclei: in ognuno di questi eventi, nella struttura familiare si ridiscutono le posizioni e il benessere degli individui che lo compongono. Sono questi i temi della quarta puntata della serie “Famiglia famiglie”, in onda mercoledì 11 gennaio alle 23.10 su Rai Storia

Un percorso per indagare la lontananza, quella cercata e quella subita all'interno delle famiglie e per chiedersi cosa nasca da nuove unioni. Interesse generale della società è sempre stato la stabilità delle famiglie, luogo degli affetti, ma anche luogo di creazione e trasmissione delle ricchezze. A lungo le famiglie sono state una forma di impresa, produttrici di beni materiali, ma anche di condivisione, solidarietà e gestione delle risorse. Ma negli ultimi due secoli la società italiana ha vissuto grandi stravolgimenti: le guerre, le migrazioni, le lotte per i diritti civili, la ridefinizione dei ruoli di uomini e donne dentro e fuori le mura domestiche. Come ha reagito a tutto questo la famiglia? Come ci si riorganizza dopo la disgregazione? Quali nuove possibilità nascono dai nuclei divisi?

GIOVEDI’ 12/01/2023

Passato e presente. Roma e il faraone

Dopo la dominazione persiana, e quella greca di Alessandro il Grande, la terra del Nilo diventa una provincia dell’Impero Romano e le sue ricchezze contribuiscono alla grandezza di Roma, mentre, dopo la sconfitta di Azio, il popolo delle piramidi perderà del tutto la sua autonomia. Ma questa storia di conquista, culminata con l’annessione dell’Egitto a provincia romana, non è a senso unico. A “Passato e Presente”, in onda giovedì 12 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con la professoressa Patrizia Piacentini. Roma resta colpita dal fascino della terra dei faraoni e importa, oltre a notevoli quantità di grano e beni di lusso, anche l’eleganza dell’arte egizia. Ancora oggi ci sono tracce d’Egitto a Roma e in molte altre città, dove fiorivano tempi di Iside o di Serapide, culti sincretici di ispirazione egizia ed ellenistica. Roma conquista l’Egitto con l’esercito, con le strategie di Giulio Cesare e con l’abilità di Ottaviano. Ma l’Egitto, a sua volta, conquista Roma con Cleopatra, pericolosa e fatale, e il fascino misterioso della sua cultura millenaria.

a.C.d.C. Il grande viaggio dei Vichinghi

Tra il VI e il VII secolo, una serie di eventi climatici colpisce la Scandinavia, provocando carestie e riducendo la produzione agricola e la popolazione. Inizia così la saga dei vichinghi che, nel periodo immediatamente successivo, si costruiscono in Europa l’immagine di barbari massacratori di monaci inermi. Lo racconta la serie “Il grande viaggio dei vichinghi”, in onda giovedì 12 gennaio dalle 21.10 con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. Dalla Scandinavia sono in molti ad avventurarsi sul mare alla ricerca di una vita migliore, sviluppando un nuovo, caratteristico tipo di nave a vela. Le prime incursioni vichinghe di cui si hanno notizie sono gli assalti e le razzie ai monasteri e alle zone costiere delle isole Britanniche. Nel secondo episodio, alle 22.10, si vedrà come le difese del regno dei Franchi, organizzate da Carlo Magno, si rivelano molto efficaci per impedire ai Vichinghi di risalire i grandi fiumi e di avanzare nell’entroterra. La situazione di stallo che si viene a creare, però, è anche di grande stimolo per lo sviluppo di relazioni commerciali tra i Vichinghi e le popolazioni della costa inglese e continentale. Le divisioni interne al regno dei Franchi dopo la morte di Carlo Magno lasciano spazio all’avanzata dei Vichinghi. Nell’845 una grande flotta assedia Parigi e si ritira solo dopo il pagamento di un riscatto.

Giovanni Minoli torna con “Mixer – Vent’anni di televisione”. La storia del rotocalco d’attualità che ha segnato un’epoca

Lunedì 21 aprile 1980: su Rai2 debutta MixerIl piacere di saperne di più, programma ideato e condotto da Giovanni Minoli – 100 minuti di televisione che per due decenni segneranno un’epoca e rivoluzioneranno il linguaggio, la conduzione, la grafica della tv e dell’informazione televisiva.

Un rotocalco d’attualità senza precedenti che con i serrati “Faccia a faccia” di Giovanni Minoli, le inchieste, i reportage, i sondaggi, le pagine sul costume, gli esteri, l’economia, lo spettacolo e lo sport, ha raccontato fino alla fine degli anni Novanta i 20 anni che hanno cambiato la storia del nostro Paese.

Con “Mixer – Vent’anni di televisione”, a partire da giovedì 12 gennaio 2023 su Rai3 in seconda serata - e dal 18 gennaio anche il mercoledì alle 21.15 su Rai Storia - Giovanni Minoli torna a ripercorrere quell’avventura televisiva, puntata dopo puntata, anno dopo anno, rilegando frammenti di memoria collettiva in un album del nostro tempo.

Dalla sala A di Radio Rai, con la regia di Luca Mancini, Minoli racconta così i grandi temi e gli snodi della storia italiana di fine Novecento, con un nuovo montaggio, un differente intreccio narrativo e a un taglio editoriale critico che a distanza di oltre 40 anni rivisita la forza narrativa e il valore documentario dello storico rotocalco e dei suoi protagonisti, delle sue inchieste, dei suoi faccia a faccia e delle sue storie, facendo emergere una continuità tra quegli anni Ottanta e Novanta e la fotografia del nostro Paese oggi – giacché, come riflette lo stesso Minoli, “Ieri è cominciato il mondo di oggi”.

Ideato e presentato da Giovanni Minoli e prodotto da Rai Cultura in collaborazione con Radio Rai, “Mixer – Vent’anni di televisione”, in questa prima stagione dedicata agli anni ’80, offre l’occasione di rivedere i protagonisti del XX secolo confessarsi nel “Faccia a faccia”, come Enrico Berlinguer, il Dalai Lama, Henry Kissinger, Bettino Craxi, Arafat, Paolo Rossi, Marco Pannella, Giorgio Armani, Marguerite Yourcenar, Camilla Cederna, Valentino, Benjamin Netanyahu, Brigitte Bardot, Giorgio Almirante, Hans Küng, Indro Montanelli, Cesare Romiti, Marisa Bellisario, Gianni Agnelli, Raffaella Carrà e tanti altri. Ma anche incontri ravvicinati confidenziali con i grandi personaggi dello spettacolo, della cultura, della musica e dello sport firmati, tra gli altri, da Gianni Minà, Isabella Rossellini, Leo Benvenuti, Vittorio Nevano, Paolo Guzzanti e Cinzia TH Torrini: per citarne alcuni, Monica Vitti, Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Lucio Dalla, Pino Daniele, Luciano Pavarotti, Massimo Troisi, Adriano Celentano, Gianni Morandi, Francesco De Gregori, Franca Valeri, Carlo Verdone, Marcello Mastroianni, Diego Abatantuono, Fabrizio De André, Vittorio Gassman, Milva, Claudio Baglioni, Francesco Guccini, Vasco Rossi, Eros Ramazzotti… E poi presenze fisse come Paolo Villaggio nei panni della sindacalista e moglie frustrata Gemma Pontini e Sandra Milo con le interviste nella vasca da bagno.

Scandito come sempre dalla celebre sigla Jazz Carnival degli Azymuth, “Mixer – Vent’anni di televisione” esalta l’attualità di un format innovativo e dirompente, che era e resta un unicum televisivo per la sua freschezza e modernità, grazie all’opera degli autori e dello stesso Minoli, distinguendosi soprattutto per l’introduzione dei sondaggi, che per la prima volta misuravano la distanza che c’era fra l’opinione del Palazzo e quella della gente, e per la modalità inedita del “faccia a faccia”, con la tecnologia del chroma key al servizio del racconto-verità, a opera dello storico regista Sergio Spina.

MIXER – Vent’anni di televisione, 20 puntate da 45’ ciascuna, è un programma ideato e condotto da Giovanni Minoli, prodotto da Rai Cultura in collaborazione con Radio Rai, scritto con Giovanna Corsetti, Giulia Foschini, Sara Tardelli e Ludovica Siani, regia di Luca Mancini. Riprese studio Sala A di Radio Rai di Leonardo Lo Frano, a cura di Serena Valeri, produttore esecutivo Roberta Sangermano. Delegato Rai Piero A. Corsini.

VENERDÌ 13/01/2023

Passato e presente. Giuseppe Mazzini, l’apostolo del Risorgimento

Giuseppe Mazzini fonda la Giovine Italia nel 1831, affermando che l’Italia deve essere “una, indipendente e repubblicana”. Insieme alla prospettiva politica, Mazzini propone una dimensione spirituale del suo impegno che conquista molti giovani patrioti, in Italia e in Europa. Per tutta la prima fase del Risorgimento è il leader indiscusso del movimento indipendentista, ma il fallimento continuo dei moti insurrezionali da lui ispirati lo costringe a una vita da esule. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Luigi Mascilli Migliorini a “Passato e Presente”, in onda venerdì 13 gennaio alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Mazzini trascorre molti anni a Londra dove riflette sulla “questione sociale” e matura un pensiero molto avanzato, anche se sarà sempre distante dalle idee materialiste del nascente socialismo e sarà spesso in polemica con Karl Marx. Le continue sconfitte dei moti mazziniani lo isolano progressivamente dal contesto politico italiano, dove intanto sta prevalendo la linea moderata, con l’alleanza tra i liberali e la monarchia sabauda, sotto la cui bandiera si compie l’unità nazionale.
Mazzini muore in Italia, ma da esule in patria. Per molti anni sarà un corpo estraneo alla retorica risorgimentale e al sistema di valori del nuovo Stato, anche se nel Novecento saranno in molti a contendersene l’eredità politica e culturale.

La bussola e la clessidra: La via del guerriero. Fraser “Clansman”, l’Highlander scozzese

Le imprese del clansman Fraser, un guerriero delle highland scozzesi, che seguirà il suo capo, Robert Bruce, in ogni battaglia contro gli odiati inglesi, saranno al centro del nuovo episodio con “La bussola e la clessidra – La via del guerriero”, in onda venerdì 13 gennaio alle ore 21.10 su Rai Storia.

Italiani. Carlo Fruttero, lo scrittore artigiano

Traduttore, giornalista e scrittore, la carriera di Carlo Fruttero è legata indissolubilmente al sodalizio artistico, ma ancor prima umano, con Franco Lucentini, amico, collega, alter ego letterario ed emotivo di tutta una vita. Torinese di nascita, a ventun anni, nel 1947, si trasferisce a Parigi dove frequenta l’università. Pochi anni dopo, tornato a Torino, inizia la sua carriera nell’editoria come traduttore per Einaudi, dove lo raggiungerà anche Franco Lucentini. Lo racconta “Italiani” dedicato a Carlo Fruttero, in onda venerdì 13 gennaio alle 22.10 su Rai Storia.

Appassionati lettori e traduttori curiosi nel 1961 curano per Einaudi Il secondo libro della fantascienza. Le meraviglie del possibile, un’antologia di racconti di diversi autori. Sono anni in cui la fantascienza viene considerata letteratura di serie B, ma Fruttero e Lucentini ci credono fortemente. E, nello stesso anno, Carlo Fruttero riceve la proposta da un editore “commerciale” come Mondadori di dirigere la collana di fantascienza “Urania”, nata nel 1952. Accetta e nel 1964 lo raggiungerà anche Lucentini, con il quale cureranno Urania fino al 1986, trasformando la fantascienza in un genere di intrattenimento “alto”. Nel 1972, intanto, la “ditta F&L” pubblica con Mondadori il primo romanzo inedito: La donna della domenica. Ambientato nella Torino di Fruttero, il romanzo rimane il capostipite del giallo italiano e nel 1975 Luigi Comencini lo trasforma in un film con Marcello Mastroianni, Jacqueline Bisset, Jean-Loius Tritignant. Seguono altri successi: Il significato dell’esistenza del 1975, A che punto è la notte del 1979, La prevalenza del cretino del 1985, Enigma in luogo di mare del 1991. Nel 1994 la “ditta F&L” approda alla Rai con L’arte di non leggere, in cui i due trasferiscono nel mezzo televisivo la leggerezza e l’ironia che hanno caratterizzato la loro opera. Il 5 agosto del 2002, dopo anni passati a combattere contro una gravissima malattia, Franco Lucentini si toglie la vita. Orfano della sua metà creativa e di un amico insostituibile, Carlo Fruttero per anni smette di scrivere. Grazie alla spinta di sua figlia Carlotta nel 2006 esce con Donne informate sui fatti, edito da Mondadori. Provato dalla vita, dai problemi cardiaci e dalla stanchezza di vivere Carlo Fruttero muore nella sua casa di Castiglion della Pescaia il 15 Gennaio 2012 dopo aver scritto La linea di minor resistenza, una riflessione sull’esistenza, una sorta di testamento letterario.

SABATO 14/01/22

Passato e presente. Matteo Ricci, un missionario in Cina

Padre Matteo Ricci, missionario gesuita, è il primo europeo a stabilire un solido ponte culturale tra oriente e occidente. Sbarcato a Macao nel 1583, si stabilisce nel sud della misteriosa Cina dei Ming, dove, insieme al confratello Michele Ruggeri perfeziona lo studio del cinese e redige il primo dizionario cinese-portoghese. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e dalla professoressa Michela Catto a “Passato e Presente” in onda sabato 14 gennaio alle 20.30 su Rai Storia. Mettendo in pratica gli insegnamenti di Alessandro Valignano, visitatore delle missioni gesuitiche d’Oriente, Ricci si fa “cinese in Cina”: studia e assorbe la cultura e i costumi locali - laddove ciò non sia incompatibile con i dogmi e la morale evangelica, per entrare in contatto con quel popolo. Riesce persino a completare lo studio dei classici confuciani e, a 20 anni dal suo arrivo in Cina, viene finalmente ammesso nella capitale Pechino, città che non lascerà mai più. L’imperatore Wanli gli accorda protezione e il titolo di mandarino, in cambio della traduzione in cinese dei testi fondamentali del sapere occidentale. Ricci conduce una vasta opera di apostolato, con un approccio che, aspramente criticato in passato, in tempi recenti è stato definito “del dialogo religioso”.

Cinema Italia. Il bandito

Dopo la prigionia in Germania, Ernesto rientra a Torino, trovando una città devastata. Quando scopre che sua sorella per sopravvivere fa la prostituta, uccide il suo protettore dandosi alla fuga. Trova rifugio a casa di una donna cinica, capo di una banda criminale. Di Alberto Lattuada, con Anna Magnani, Amedeo Nazzari, Carlo Campanini, Folco Lulli, “Il bandito” andrà in onda sabato 14 gennaio alle 21.10 su Rai Storia.

Documentari d’autore. In viaggio con Cecilia

Nel 2013, Cecilia Mangini era tornata dietro e davanti alla macchina da presa a distanza di quasi 40 anni dalla sua ultima regia. Lo racconta il doc “In viaggio con Cecilia”, in onda sabato 14 gennaio alle 22.40 su Rai Storia per “Documentari d’autore”. Ad accompagnare Cecilia è Mariangela Barbanente, in un film on the road alla scoperta di come fosse cambiata la Puglia, terra che le accomunava e tema centrale dei documentari realizzati da Cecilia Mangini negli anni ’60.
Il film intreccia epoche e luoghi, gli archivi visivi dialogano col presente indagando un luogo nella sua continuità. In quella stessa estate un giudice ammette che Taranto è una città in ostaggio dell’inquinamento che prodotto dall’acciaieria Ilva, oggi Arcelor Mittal, e ordina l’arresto del proprietario, Emilio Riva. Il viaggio diventa così l’occasione per confrontarsi con domande che Cecilia Mangini aveva posto al centro della sua ricerca: come guardare all’industria che riscatta una terra, che la traina fuori dalla sua dimensione arcaica, ma ponendola in un presente crudele e contraddittorio? Le riposte non possono che essere cercate nelle persone incontrate: prospettive personali ed uniche su un tema collettivo che sembra destinato a mettere tutto in discussione, ieri come oggi.


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