L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Il segno delle donne

DOMENICA 05/03/2023

Tutti insieme. Ricordando Lucio Battisti

Per ricordare Lucio Battisti a 80 anni dalla nascita, Rai Cultura ripropone “Tutti insieme” - lo spettacolo ideato da Mogol e trasmesso sulla seconda rete Rai il 23 settembre 1971 - in onda domenica 5 marzo alle 19.00 su Rai Storia. Nel concerto, Lucio Battisti canta, tra l’altro “Pensieri e Parole”, “…e penso a te”. Protagonisti, oltre a lui, i Dik Dik, il gruppo Flora Fauna Cemento, John Kongos, la Premiata Forneria Marconi, Lally Stott, la Formula 3, Mia Martini, Adriano Pappalardo, Bruno Lauzi.

Passato e Presente. Stalin. L'età del terrore

Passato alla storia come uno dei dittatori più sanguinari del Novecento, Stalin è stato senza dubbio uno dei personaggi più controversi e discussi del secolo scorso. Nel giorno del settantesimo anniversario dell’annuncio ufficiale della sua morte, ne parlano Paolo Mieli e il professor Silvio Pons a “Passato e Presente”, in onda domenica 5 marzo alle 20.30 su Rai Storia. In primo piano, alcuni momenti fondamentali della sua vita politica, tra i discorsi ufficiali, gli scritti, gli obiettivi e la visione. Obiettivo, in particolare, sull’ascesa al potere negli anni successivi alla morte di Lenin, la trasformazione Russia in una potenza militare e industriale, il patto di non aggressione con Hitler, gli anni del terrore, i gulag.

Binario cinema. Colette

Nata e cresciuta in un piccolo centro della campagna francese, Colette arriva nella Parigi di fine Ottocento dopo aver sposato l’aristocratico Willy, un ambizioso impresario letterario. Una storia raccontata dal film “Colette”, diretto da Wash Westmoreland, in onda domenica 5 marzo alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”. Nel cast, Keira Knightley, Eleanor Tomlinson, Dominic West, Fiona Shaw. Affascinata dalla vivacità intellettuale dei salotti della capitale e spinta a scrivere dal marito, Colette riprende i suoi scritti di scuola e dà alla luce una serie di libri pubblicati con lo pseudonimo di Waffly. I romanzi diventano ben presto un fenomeno letterario e la loro protagonista - Claudine - un’icona della cultura pop parigina, oltre che un simbolo di libertà femminile. Mentre cresce insieme alla sua Claudine, diventando sempre più consapevole di sé stessa, Colette decide di porre fine al suo matrimonio e inizia una battaglia per rivendicare la proprietà delle sue opere.

LUNEDI’ 06/03/2023

Omaggio a Carlo Mazzarella. La sua America

Nel 30° anniversario della sua scomparsa, Rai Cultura ricorda il giornalista Carlo Mazzarella con un doppio appuntamento, in onda lunedì 6 e martedì 7 marzo alle 16.00 su Rai Storia. Si comincia con “Carlo Mazzarella e l’America degli anni ‘60” che ripercorre il primo periodo americano di Mazzarella che, insieme a Ruggero Orlando, è stato uno dei grandi narratori degli Stati Uniti per la Rai. Nel 1962 realizza una serie di servizi da New York: esplora la “Grande Mela” in lungo e in largo facendosi accompagnare da Ruggero Orlando, dall’amico giornalista Antonio Barolini e dallo scrittore-muratore Pietro Di Donato. Nello stesso anno, segue Alberto Sordi durante le riprese di “Mafioso” film di Alberto Lattuada realizzato sempre a New York: insieme all’attore romano scruta gli aspetti più insoliti della metropoli, e insieme improvvisano, in occasione della prima mondovisione (23 luglio 1962). un inedito sketch sul futuro della “televisione mondiale”.

Martedì 7 marzo, invece, viene proposta la riedizione del suo Tg2 Dossier “America in autobus”. Carlo Mazzarella realizza, tra il 1978 e il 1982, due lunghi reportage sui mitici “Greyhound”, gli enormi pullman, dotati di tutti i confort, che percorrono il continente nordamericano da costa a costa. E’ l’occasione per raccontare gli Stati Uniti del dopo Vietnam, stretti tra crisi energetica e ripresa economica, nel delicato passaggio tra le presidenze del democratico Jimmy Carter e del repubblicano Ronald Reagan.

Pietre d’inciampo. Andrea Schivo

Andrea Schivo non era ebreo ma ha perso la vita per aver aiutato gli ebrei detenuti nel carcere di San Vittore, dove lavorava come guardia carceraria. A lui è dedicato l’appuntamento con “Pietre d’inciampo” in onda lunedì 6 marzo alle 19.30 su Rai Storia. Nato nel 1895 a Villanova d’Albenga, in Liguria, Andrea partecipa alla Prima Guerra Mondiale, durante la quale viene colpito da un proiettile. Come risarcimento per quel colpo di pistola, ottiene dallo Stato italiano un lavoro come guardia carceraria. Si trasferisce quindi a Milano, dove presta servizio nel carcere di San Vittore, carcere che nel 1943, in seguito all’occupazione nazista, si riempie di uomini, donne e bambini ebrei. Andrea Schivo cerca di alleviare le condizioni di questi prigionieri, portando da casa uova, marmellata, frutta, pollo cucinato dalla moglie. Tutto quanto poteva essere utile. Un giorno del ’44, però, i tedeschi trovano un ossicino di pollo in una cella del quinto raggio occupata da una famiglia di ebrei che, sottoposti a tortura, confessano il nome dell'agente che ha introdotto per loro in carcere del cibo di nascosto: si tratta di Andrea Schivo. Subito arrestato e rinchiuso nello stesso carcere in cui lavorava, Andrea viene trasferito dopo pochi giorni nel lager di Bolzano e poi nel campo di concentramento di Flossenbürg, in Germania, dove muore il 29 gennaio 1945, due giorni dopo la liberazione di Auschwitz.

L'episodio riemerge nel 1998, con la pubblicazione di un documento d'archivio del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano: si tratta della testimonianza di diciannove agenti di custodia contenente i particolari sull'arresto di Schivo.

Passato e Presente. I Giusti fra le nazioni: storie di soccorritori

Come si salvarono gli ebrei in Italia dopo il 1943 e l’occupazione tedesca? Nel Paese diviso in due lungo la linea del fronte, nascono spontaneamente azioni in soccorso degli ebrei destinati alla deportazione. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Bruno Maida Ai loro a “Passato e Presente”, in onda lunedì 6 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. I “soccorritori” appartengono a ogni grado sociale, sono uomini e donne, ecclesiastici e civili, poliziotti e contadini. Come Giuseppina Gusmano, che nasconde in casa propria 16 bambini ebrei e la loro insegnante, e il dottor Carlo Angela, che stila false diagnosi per ricoverare nella sua clinica ebrei ed antifascisti in fuga. Yad Vashem, l’Istituto per la Memoria della Shoah di Gerusalemme, conferisce il titolo di Giusto fra le Nazioni ai “gentili” che rischiarono le loro vite per salvare gli ebrei e, al 1° gennaio 2022, sono 714 gli italiani che hanno ottenuto questo riconoscimento.

Storia delle nostre città. Oristano

Oristano è un’antica città di origine medievale, capoluogo della provincia omonima della Sardegna. Un luogo e una storia protagoniste dell’ultimo appuntamento con la nuova serie de “Storia delle nostre città”, in onda in prima visione lunedì 6 marzo alle 21.10 su Rai Storia.

Le origini medievali si riflettono nei monumenti dell’architettura civile e religiosa. A poche miglia di navigazione si trovano i resti archeologici della città fenicio-punica di Tharros. A sud-est si stende invece la lunga spiaggia di Torregrande, che ha di recente ottenuto la Bandiera Blu, importante riconoscimento del FEE che premia le migliori località turistiche balneari. Sempre nella provincia di Oristano, il comune di Cabras ospita nel suo museo le sculture nuragiche dei Giganti di Mont'e Prama che, spezzate in numerosi frammenti, sono state trovate casualmente in un campo nel marzo del 1974 proprio in località Mont'e Prama nel Sinis, una penisola della Sardegna centro-occidentale.

Italia. Viaggio nella bellezza. Volterra, la città che si rigenera

Nel 2022 Volterra è diventata la prima città Capitale della Cultura della Toscana: è il riconoscimento di un percorso culturale straordinario che unisce la fondazione etrusca, lo sviluppo dell'epoca romana, le innovazioni rinascimentali e le sperimentazioni in campo culturale e sociale che ancora oggi la vedono protagonista. “Italia. Viaggio nella bellezza”, in onda lunedì 6 marzo alle 22.10 su Rai Storia, racconta questa città attraverso alcune storie esemplari di eccezionale bellezza: lo scavo in corso dell'anfiteatro romano, la storia della riscoperta del teatro romano, la Compagnia della Fortezza nata all'interno del carcere, il graffito dell’artista Nof 4 (Fernando Nannetti) realizzato nell'ex manicomio, la Deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino che ammaliò anche Pier Paolo Pasolini.

MARTEDI’ 07/03/2023

Passato e Presente. Marc Bloch, il mestiere dello storico

In una delle sue tante frasi rimaste famose, Marc Bloch paragonò lo storico “all’orco della fiaba” che sa che “là dove fiuta carne umana”, troverà “la sua preda”. Era un modo suggestivo di dire che l’oggetto di studio della storia sono gli uomini e il trasformarsi della loro vita nel tempo. Ogni traccia di questa vita, “tutto ciò che l'uomo dice o scrive, tutto ciò che costruisce, tutto ciò che sfiora, può e deve fornire informazioni su di lui”. Si tratta di un’idea che tanti decenni dopo possiamo, forse, dare per scontata ma che nella prima metà del 900 rappresentò una vera e propria rivoluzione negli studi storici. Una rivoluzione raccontata da Paolo Mieli e dal professor Alessandro Barbero a Passato e presente nell’appuntamento di martedì 7 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Bloch fu uno dei grandi innovatori che si posero il problema di trasformare la storia in una disciplina scientifica, allargandone i confini e sottraendola alle infinite manipolazioni cui era stata sottoposta, nel corso dei secoli, per fini politici, estetici o letterari. Alessandro Barbero ripercorrerà la vita del grande storico francese fino al tragico epilogo della fucilazione per mano dei nazisti nel 1944.

La Gran Bretagna della Belle Époque a colori. Il regno di Edoardo VII a colori

La Gran Bretagna edoardiana era il paese più ricco e potente del mondo. Ma cosa significava questo per gli uomini, le donne e i bambini che lavoravano duramente nei mulini e nelle miniere? Domande su cui si interroga il doc in due puntate “La Gran Bretagna della Belle Epoque a colori”, in onda martedì 7 marzo alle 21.10 su Rai Storia. Sequenze di film rari, restaurati e colorati per la prima volta, offrono una finestra intima su come vivevano, lavoravano e socializzavano i britannici di tutti i giorni in quegli anni. L'era edoardiana vide nascere, tra l’altro, la creazione del tempo libero di massa, il movimento per il suffragio e la Prima guerra mondiale. La Gran Bretagna di Edoardo VII era il paese più ricco e potente al mondo. Eppure, uomini, donne e bambini lavoravano duramente in miniera. Furono anni di profondi conflitti sociali, ma anche di progressi e grandi speranze per il futuro. Immagini filmate mai viste ridanno vita ad un'epoca, introdotte e spiegate dallo storico Fulvio Cammarano.

La guerra segreta. I re del doppiogioco

“Polo Nord” fu un’elaborata operazione orchestrata dai tedeschi: il 17 giugno 1942 riuscirono a catturare un agente britannico Soe, scoprendo la fitta ed elaborata rete di spie inglesi trapiantate in Olanda all’inizio della guerra, che avevano il compito di sostenere la resistenza inviando informazioni alla propria intelligence. Una storia riletta da “La guerra segreta”, in onda martedì 7 marzo alle 22.10 su Rai Storia. La maggior parte di questi agenti venne intercettata, catturata e inviata nei campi di concentramento. Molte sono le teorie su quella che rappresentò uno dei più grandi disastri dell’intelligence britannica di tutta la Seconda Guerra Mondiale. Tra le varie ipotesi, si pensa che la responsabilità sia stata di due agenti tedeschi che riuscirono a portare avanti, egregiamente, il loro doppiogioco.

MERCOLEDI’ 08/03/2023

Passato e Presente. Le donne e lo sport

La puntata, in onda mercoledì 8 marzo alle ore 13.15 su Rai3 e alle ore 20.30 su Rai Storia, vuole ricordare che oltre che dalle conquiste politiche, sociali ed economiche, l’emancipazione femminile è passata anche attraverso la scoperta e la pratica dello sport facendo sì che nel corso del tempo questo diventasse per molte donne un vero e proprio spazio di libertà.

Nel periodo che va dalla seconda metà dell’Ottocento al fascismo lo sport diventa un mezzo diretto e indiretto d’emancipazione.

Durante il ventennio poi, i vari circoli come L’Opera nazionale balilla, il Dopolavoro, i gruppi universitari fascisti agevolano la donna sportiva, ma prevale un approccio propagandistico mentre sul piano culturale il regime che continua ad ammonire le donne ad essere innanzitutto buone mogli e buone madri. L’Italia del dopoguerra cerca di cambiare passo e di riconoscere allo sport femminile un pieno e libero sviluppo anche se le conquiste rimangono parziali e discontinue.

Fino agli anni ‘60 e soprattutto ’70 del Novecento. Sono questi gli anni di grandi, duraturi e definitivi cambiamenti nello sport femminile, che vedono l’affermazione di donne capaci di vincere anche in ambito internazionale e di strappare ai campioni maschi un crescente spazio di visibilità in televisione e sui giornali.

Mixer. Vent’anni di televisione. Ritorno al 1984

Renato Guttuso, Luciano Lama, Ottaviano Del Turco, Rita Pavone e Teddy Reno: sono loro i protagonisti di “Mixer. Vent’anni di televisione” – in onda mercoledì 8 marzo in prima serata su Rai Storia – dove il viaggio retrospettivo di Giovanni Minoli nella storia del suo rotocalco d’attualità che ha segnato un’epoca arriva nel 1984.

Il potere, l’arte erotica, l’amicizia con Pablo Picasso e il ruolo del pittore nella nascente società dei computer sono fra i temi del faccia a faccia con Renato Guttuso; a seguire, una riflessione sul nuovo rapporto tra imprenditori e sindacati nell’Italia della ripresa economica con le interviste al leader della Cgil Luciano Lama, che approfondisce il suo rapporto con l’avvocato Gianni Agnelli e il possibile accordo con Craxi, e al futuro segretario del Psi Ottaviano Del Turco,segretario aggiunto della Cgil del tempo, in una disamina del punti di forza e di debolezza del sindacato.

Per Mixer Psico, Sandra Milo invita nella sua piscina Rita Pavone e Teddy Reno per parlare d’amore: la celebre coppia racconta i segreti del loro rapporto sia in ambito lavorativo che nel privato. Chiude la puntata il film in due minuti, con un cortometraggio d’animazione realizzato ad hoc, “Gli Ammutinati del Bounty”, in cui Stefano Disegni e Massimo Caviglia raffigurano Gianni Agnelli come capitano di galeone e Luciano Lama come leader della ciurma di ammutinati.

Il segno delle donne. Piera degli Esposti

Nata a Bologna il 12 marzo del 1938, dopo essere stata respinta dall'Accademia d'Arte Drammatica 'Silvio D'Amico' di Roma, Piera si dedica, in maniera ostinata, alla sua vocazione: la recitazione. È lei la protagonista de “Il segno delle donne” – una coproduzione Anele e Rai Cultura, realizzata da Anele e prodotta da Gloria Giorgianni - in onda mercoledì 8 marzo alle 22 su Rai Storia. A darle voce nel faccia a faccia con Angela Rafanelli è Michela Cescon. Coraggiosa, colta e anticonformista, con il suo stile e il suo 'metodo' interpretativo, Piera degli Espostiporta in scena dei personaggi memorabili come 'Molly cara' e 'La pazza di Chaillot', che la trasformeranno in un'icona nel mondo della cultura.

Future. Omaggio alle donne

Cosa sognano di diventare le giovani donne? Cosa mettono in cima alle loro priorità? Cosa le fa arrabbiare? Le voci delle protagoniste nello speciale “Future” - in onda mercoledì 8 marzo alle 23.10 su Rai Storia - si incrociano raccontando i sogni, le paure, gli ostacoli e i progetti con cui ognuna di loro si appresta ad andare incontro al futuro. Recenti studi internazionali dimostrano che dalla fine del ‘900 questo è il momento più bello per essere giovani donne. Sono brave negli studi e hanno accesso a tutte le carriere, sono nate avendo a disposizione tutta la tecnologia contemporanea, nelle loro famiglie hanno trovato dei forti alleati. Eppure, si scontrano con delle rappresentazioni stereotipate che i media fanno di loro o con dei datori di lavoro che le considerano più inaffidabili degli uomini perché sanno che su di loro graverà la gestione delle famiglie. Di nuovo c’è che fanno affidamento principalmente e su loro stesse, non hanno paura di dire cosa vogliono e cosa vorrebbero cambiare.

Italiani. Gae Aulenti

Una grande firma dell’architettura, in grado di farsi prepotentemente strada in un mondo quasi esclusivamente maschile: Gae Aulenti. È lei la protagonista di “Italiani”, in onda mercoledì 8 marzo alle 23.15 su Rai Storia. Nata a Palazzolo dello Stella in provincia di Udine nel 1927, è milanese di adozione. È a Milano che si laurea in Architettura al Politecnico nel 1953 ed è a Milano che si stabilisce aprendo uno studio da architetto, ancora giovanissima e incurante del fatto che la professione di architetto sembra preclusa al sesso femminile. E’ assistente del professor Giuseppe Samonà all’Università di Venezia e poi, al Politecnico di Milano, del suo mentore Ernesto Nathan Rogers col quale partecipa all’esperienza di “Casabella”, rivista di architettura della quale Rogers è direttore. Acquisisce una cultura a 360 gradi che la porterà a spaziare tra architettura e design, arredamento, paesaggio, illuminazione, scenografia, progettazione di spazi pubblici, ristrutturazione ed allestimento di musei. Olivetti la chiama per allestire gli Show room di Parigi e Buenos Aires tra il 1966 e il 1968 e gli Agnelli la designano architetto di famiglia.

Progetterà oggetti di design ancora in produzione e venduti in tutto il mondo, tra i più celebri la lampada Pipistrello, il tavolo con le ruote, la poltrona Sgarzul.
Negli anni Settanta intraprende l’esperienza a teatro con Luca Ronconi al Fabbricone di Prato, realizzando imponenti scenografie, tra tutte, il “Calderon” di Pier Paolo Pasolini, “La torre” di Hugo Hofmannstahl, ma lavora anche per la Scala di Milano, l’Opera di Parigi e teatri di tutto il mondo.
Nel 1980 le viene affidata la ristrutturazione del Museo d’Orsay di Parigi, opera che le permetterà di consolidare la sua fama internazionale anche nell’ambito museale, mentre tra le opere architettoniche più importanti ci sono l’Istituto italiano di Cultura a Tokyo, il Palavela di Torino, l’aeroporto San Francesco d’Assisi in Umbria.

E’ stata insignita di premi che ne hanno sigillato la fama in tutto il mondo: la Legione d’Onore della Repubblica francese, il titolo di Commandeurs dans l’ordre des artes et des lettres, il Premio speciale della Cultura della Repubblica Italiana, il Premio alla carriera della Triennale di Milano, il Praemium imperiale del Giappone. Muore a 85 anni, il 31 ottobre, 2012 a Milano, città che le ha dedicato una piazza.

GIOVEDI’ 09/03/2023

Storia in breve. Prigionieri di guerra

Nel corso della II Guerra Mondiale, gli italiani sono stati fatti prigionieri dalle forze Alleate e, dopo l’8 settembre del 1943, dai tedeschi. I soldati italiani fatti prigionieri dai nazisti vengono portati in Germania dove, per sottrarli alle garanzie della Convenzione di Ginevra, vengono inquadrati non come prigionieri di guerra, ma come Internati Militari Italiani, gli Imi. Vicende rilette dalla storica Isabella Insolvibile in “Storia in breve”, in onda in prima visione giovedì 9 marzo alle 15.45 su Rai Storia.

Al quasi milione di prigionieri in terra tedesca sarà offerta la possibilità di tornare in patria, entrando a far parte dell’esercito della Repubblica Sociale di Salò. L’85 per cento rifiuterà di combattere a fianco dei nazisti, e preferirà rimanere fedele al re.

Italiani. Benito Jacovitti

I salamini e l'immancabile lisca di pesce che a lungo fu anche la sua firma, insieme ai personaggi colorati, pesanti e un po' volgari. Un tratto inconfondibile per raccontare l'Italia popolare con disincanto ironico. E’ quello del disegnatore Jacovitti, protagonista dello speciale di Simona Fasulo, con la regia di Nicoletta Nesler, in onda giovedì 9 marzo alle 17 su Rai Storia per “Italiani”, a cento anni dalla nascita.

Jacovitti, il cui nome di battesimo - essendo nato l'anno dopo la marcia su Roma - è Benito, ai suoi tempi era considerato di destra dalla sinistra e di sinistra dalla destra, ma l'essenziale per lui era sentirsi libero di esprimere quel che sentiva. Nel documentario è lui stesso a raccontare il suo percorso di vita e d'arte, attraverso le sue apparizioni in TV dal 1962 al 1997 e le interviste radiofoniche. La narrazione di episodi realmente vissuti dal disegnatore molisano è affidata all’attore Giovanni Sorenti. Per la figlia Silvia, che sorridendo lo definisce "un fratello minore dispettoso", Jac aveva un lato molto oscuro, ma la sua depressione e le sue manie le esorcizzava lavorando ore e ore alle tavole che hanno segnato il tempo del nostro paese. Una lettura critica dei suoi fumetti la dà, invece, lo scrittore e giornalista Goffredo Fofi, accanito lettore fin da bambino del Vittorioso, la rivista dove Jacovitti era la penna più illustre. Gianni Brunoro, critico letterario - in un excursus sui suoi fumetti più noti - rileva quanto sia stato importante per Jac il rapporto con il cinema. Il colorista di Jacovitti, l'illustratore Luca Salvagno, lo descrive come una persona affettuosa e dolce, nonostante il suo aspetto burbero, e con un enorme rispetto per i suoi lettori. Edgardo Colabelli, che per amore dei fumetti di Jac ha aperto il Museo Jacovitti a Roma, ricorda il suo incontro col disegnatore ed è convinto che, con il suo celeberrimo Diario Vitt, "l'umorismo di Jacovitti ha fatto crescere diverse generazioni".

Passato e Presente. Gioacchino Murat e la presa di Capri

La sera del 3 ottobre 1808, i lampionai napoletani, dopo aver compiuto il consueto giro per illuminare la città, vengono radunati sulla darsena del porto di Napoli. La polizia, senza alcuna spiegazione, sequestra loro le scale che utilizzano per accendere i lampioni. Una pagina di storia ripercorsa dalla professoressa Vittoria Fiorelli e da Paolo Mieli a “Passato e Presente”, in onda giovedì 9 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.

La misteriosa iniziativa è parte del piano che Gioacchino Murat, nuovo sovrano di Napoli, ha messo a punto per riconquistare Capri. L’isola, occupata poco più di due anni prima dagli inglesi, gode di una posizione strategica per il controllo del traffico marittimo e la presenza britannica costituisce una seria minaccia per la tranquillità del Regno. Le scale dei lampionai permetteranno alle truppe franco-napoletane di sorprendere gli inglesi superando l’inaccessibile costone roccioso di Anacapri. Nella notte tra il 3 e il 4 ottobre, la spedizione parte alla volta di Capri.

a.C.d.C. I figli del sole: gli Inca

L’ascesa e la caduta di un grande impero andino; gli Inca. Le racconta l’ultimo dei tre episodi della serie “I figli del Sole”, in onda giovedì 9 marzo alle 21.10 Rai Storia per “a.C.d.C.”, con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. A partire dal quindicesimo secolo, Pachacutec, il fondatore dell’Impero Inca, a capo di un esercito di proporzioni impressionanti, inizia la conquista dei territori e si autoproclama figlio di Inti, il dio sole, dando origine ad una stirpe di natura divina. La religione è il fondamento della vita degli Inca ed è la chiave del potere sui popoli a loro sottomessi. L’arrivo degli spagnoli, però, segna la fine di un grande impero.

a.C.d.C. La via del ferro

Prima della Via della Seta, un’altra strada attraverso l’Eurasia collegava civiltà lontane: la Via del Ferro. La ripercorre la puntata di “a.C.d.C” in onda giovedì 9 marzo alle 22.10 su Rai Storia con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. In primo piano, la storia dei segreti della metallurgia, dei materiali della guerra e insieme della pace e del commercio attraverso questa strada. Recenti scoperte archeologiche, insediamenti urbani, antiche fornaci e straordinari manufatti di arte orafa hanno permesso di ricostruire, dall’Ucraina alla Cina e al Giappone, il percorso attraverso il quale i segreti della metallurgia sono stati trasmessi. Il ferro è l’elemento che più di ogni altro ha segnato l’arte della guerra, ma ha anche incoraggiato la pace ed il commercio, rivoluzionando il modo di viaggiare e di coltivare.

VENERDÌ 10/03/2023

Passato e Presente Giuseppe Mazzini, l’apostolo del Risorgimento

Giuseppe Mazzini fonda la Giovine Italia nel 1831, affermando che l’Italia deve essere “una, indipendente e repubblicana”. Insieme alla prospettiva politica, Mazzini propone una dimensione spirituale del suo impegno che conquista molti giovani patrioti, in Italia e in Europa. Per tutta la prima fase del Risorgimento è il leader indiscusso del movimento indipendentista, ma il fallimento continuo dei moti insurrezionali da lui ispirati lo costringe a una vita da esule. Ne parlano Paolo Mieli e il professor Luigi Mascilli Migliorini a “Passato e Presente”, in onda venerdì 10 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia. Mazzini trascorre molti anni a Londra dove riflette sulla “questione sociale” e matura un pensiero molto avanzato, anche se sarà sempre distante dalle idee materialiste del nascente socialismo e sarà spesso in polemica con Karl Marx. Le continue sconfitte dei moti mazziniani lo isolano progressivamente dal contesto politico italiano, dove intanto sta prevalendo la linea moderata, con l’alleanza tra i liberali e la monarchia sabauda, sotto la cui bandiera si compie l’unità nazionale.
Mazzini muore in Italia, ma da esule in patria. Per molti anni sarà un corpo estraneo alla retorica risorgimentale e al sistema di valori del nuovo Stato, anche se nel Novecento saranno in molti a contendersene l’eredità politica e culturale.

Reali in guerra. Monarchie e totalitarismi

Le strategie utilizzate dalle famiglie reali d'Europa dal 1918 fino alla Seconda guerra mondiale di fronte a partiti nazionalisti sempre più potenti. Unite da legami familiari, sono state testimoni dell'ascesa al potere del fascismo e del nazismo e si sono trovati, volontariamente e involontariamente, al centro delle trame politiche di Hitler. “Reali in guerra”, in onda da venerdì 10 marzo alle 21.10 su Rai Storia, racconta in due episodi i rapporti ambigui e difficili delle varie famiglie con questi regimi. Dopo un lungo tergiversare, quando scoppiò la guerra, ogni famiglia reale dovette prendere una decisione decisiva per il proprio paese: resistere o collaborare.

SeDici Storie. Angela Casella e Jole Veneziani

Da Angela Casella, “Mamma Coraggio”, alla stilista Jole Veneziani. Sono loro le protagoniste dell’appuntamento con “SeDici Storie” in onda venerdì 10 marzo alle 22.10 su Rai Storia.

Angela Casella, madre di Cesare, un ragazzo di Pavia rapito negli anni ‘80 dalla ‘ndrangheta, fu soprannominata “Mamma Coraggio”. Era il periodo dei sequestri di persona, che foraggiavano le organizzazioni criminali, in particolare la ‘ndrangheta. Si arrivarono ad avere decine di sequestri contemporaneamente e non tutti videro i rapiti tornare a casa. “Mamma Coraggio” andò nella Locride a parlare con le donne, si incatenò a San Luca in piazza, divenne un simbolo di resistenza, amore per i figli, legalità e impegno civile. Una sfida che commosse l’Italia e diede un colpo importante alla patina di omertà che avvolgeva la Locride. Le donne di quella zona furono solidali con lei, e la sua battaglia contribuì alla liberazione del figlio Cesare, dopo quasi due anni di prigionia. Angela Casella è scomparsa nel 2011. La ricorda Enzo Ciconte, scrittore, docente e già deputato della Repubblica Italiana.

Jolanda Anna Maria Veneziani, (1901 – 1989) è stata una stilista italiana. È tra le fondatrici dell'Alta moda italiana, avendo partecipato, tra i pochi prescelti da Giovanni Battista Giorgini, alla prima sfilata presso Villa Torrigiani a Firenze, nel 1951. È uno dei personaggi più rappresentativi della moda italiana degli anni Cinquanta e Sessanta. La sua vicenda umana e professionale incarna il contributo dato dall'imprenditorialità femminile alla nascita, ai successi e al consolidamento della moda italiana in quel periodo. Jole comprende che anche negli anni più bui della guerra cresce fra la gente un desiderio di rinascita, un ritorno a celebrare le gioie della vita. Lavora intensamente e finita la guerra la sua fama travalica i confini nazionali: le vengono dedicate le copertine di Life, Harper's Bazaar e Vogue. La Veneziani non si limita alla sola vendita, ma come una vera e propria stilista, dà consigli alle clienti-amiche su come indossare le pellicce, gli abiti, gli accessori. Tra le sue clienti più note: Lucia Bosè, Maria Callas, Wally Toscanini, Marlene Dietrich, Elsa Martinelli, Anna Proclemer, Ljuba Rizzoli, Emanuela Castelbarco, Sandra Milo, Franca Rame, Ornella Vanoni. Ottiene premi e riconoscimenti, tra cui nel 1970 quello di Cavaliere al merito della Repubblica.

SABATO 11/03/23

Passato e Presente. Il Cile di Pinochet

L’11 settembre del 1973, con l’occupazione del porto di Valparaíso e l’attacco dal palazzo presidenziale de La Moneda, a Santiago del Cile ha inizio il colpo di Stato che destituisce il presidente Salvador Allende, spingendolo al suicidio. A capo della congiura è il generale Augusto Pinochet. A “Passato e Presente”, in onda sabato 11 marzo alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli e la professoressa Benedetta Calandra ripercorrono la pagina più nera della storia contemporanea del Cile, e ricostruiscono gli anni della sanguinosa dittatura del generale cileno fino alla sconfitta nel referendum del 1988 per il rinnovo del mandato presidenziale, e oltre. Una vicenda politica seguita con acceso interesse in tutto il mondo e particolare attenzione in Italia, sia per le analogie tra il sistema partitico italiano e quello cileno nel periodo precedente al golpe, sia per le ripetute violazioni dei diritti umani compiute dal regime militare.

Cinema Italia. Buongiorno, notte

Marco Bellocchio rilegge il dramma di Aldo Moro attraverso gli occhi di Chiara, terrorista appartenente alla lotta armata, chiamata a prendere parte al sequestro dello statista che, nel contempo, cerca di vivere un'esistenza "normale" fatta di lavoro, amici e quotidianità. E’ il film con Maya Sansa, Luigi Lo Cascio, Pier Giorgio Bellocchio, Giovanni Calcagno, Paolo Briguglia, Roberto Herlitzka, “Buongiorno, notte”, in onda sabato 11 marzo alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”.

Documentari d’autore. Il Condannato. Cronaca di un sequestro

I 55 giorni che cambiarono la storia d'Italia: quelli del sequestro e dell'uccisione, per mano delle Brigate Rosse, di Aldo Moro. Li racconta Ezio Mauro in “Il Condannato. Cronaca di un sequestro” prodotto da Stand By Me e Rai Cinema Simona con la regia di Ercolani e Cristian Di Mattia in onda sabato 11 marzo alle 22.50 su Rai Storia per il ciclo “Documentari d’autore”.

Ezio Mauro, che comincia dal giorno precedente a quel fatidico 16 marzo 1978. Le Brigate Rosse, l’organizzazione terroristica di estrema sinistra costituitasi nel 1970, sono ormai agli ultimi preparativi del rapimento, mentre Aldo Moro si prepara alla cruciale giornata politica che lo aspetta l’indomani in Parlamento. Il suo progetto politico sta per compiersi con la fiducia al governo di solidarietà nazionale presieduto da Giulio Andreotti. Sono gli ultimi frammenti di vita da uomo libero del più importante uomo politico italiano. Dopo ci sarà solo il buio della “prigione del popolo”. 55 giorni attraversati dalla schizofrenia di un paese posto di fronte alla decisione più difficile di sempre: trattare o non trattare con i terroristi.

Ezio Mauro racconta gli eventi di quei mesi attraversando Roma e i luoghi simbolo di questa tragedia italiana: da via Mario Fani al covo delle Brigate Rosse di via Camillo Montalcini, sede della “prigione del popolo”, fino a Michelangelo Caetani, dove il 9 maggio 1978 viene rinvenuto il corpo senza vita del Presidente della Democrazia Cristiana nella Renault 4 rossa.

Il racconto è impreziosito da materiali di repertorio unici: le lettere autentiche scritte dal Presidente, i comunicati originali delle Br, le armi usate dai brigatisti per eseguire la sentenza e le automobili diventate simbolo della vicenda. Non mancano foto d’epoca selezionate da vari archivi fotografici e il repertorio video dell’Archivio del Movimento Operaio fino ai servizi originali dei telegiornali Rai scelti grazie ad un attento lavoro di ricerca e documentazione.

Si alternano, inoltre, tre tipologie di interviste: quelle ai testimoni diretti sui luoghi degli eventi più significativi, quelle con quattro dei protagonisti più importanti del caso Moro come il figlio Giovanni, Nicola Rana segretario particolare di Moro per quasi 25 anni, il Sostituto Procuratore Luciano Infelisi che ha guidato le indagini, oltre alla ex-brigatista Adriana Faranda, e quelle con personaggi che attraverso i loro ricordi forniranno dettagli storici e umani di quei 55 giorni. Tra loro, l’ex Presidente Giorgio Napolitano ai tempi Senatore del Pci e primo comunista italiano ad essere invitato e accolto negli Usa; Claudio Signorile che prese parte alle trattative del Psi con le Brigate Rosse; Giovanni Ricci, figlio di Domenico, autista di Aldo Moro, morto nell’agguato del 16 marzo 1978; Luigi Zanda nel ’78 Segretario-portavoce di Francesco Cossiga, l’uomo più vicino al Ministro dell’Interno; Giuseppe Pisanu nel ’78 Deputato DC e Capo della Segreteria politica nazionale della DC, guidata da Benigno Zaccagnini e molti altri.


 

 

 
 
 

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