L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Cento anni di Radio italiana

DOMENICA 06/10/2024 (Centenario Radio italiana)

Passato e presente
La Stasi, l'occhio segreto della Ddr

La Stasi è stata la polizia segreta della Germania orientale che mise in essere un sistema di controllo senza precedenti della vita pubblica e privata del Paese. Dalla sua nascita, nel 1950, fino alla sua dissoluzione nel 1990, La Stasi è stata l'occhio segreto con cui il regime comunista della Ddr spiava i suoi cittadini. A 75 anni dalla nascita della Stasi, il professor Ernesto Galli Della Loggia rilegge questa pagina di storia con Paolo Mieli a “Passato e Presente”, il programma di Rai Cultura in onda domenica 6 ottobre alle 20.30 su Rai Storia. Anche a livello internazionale, la Stasi era all'avanguardia sia nello spionaggio che nel controspionaggio ed Erik Mielke e Markus Wolf sono stati gli uomini che hanno reso il ministero tedesco una macchina perfetta, un "Grande Fratello" paranoico capace di controllare la vita dei propri cittadini e condizionare la politica internazionale fino al crollo del muro di Berlino, che segna anche la fine della Stasi.

Binario cinema
Il dottor Stranamore

Nel pieno della Guerra fredda, il generale Ripper impazzisce, si chiude in una base aerea e ordina l’attacco atomico all’Unione sovietica. Il presidente degli Stati Uniti convoca un gruppo di esperti e cerca di affrontare l’emergenza: tra i suoi consiglieri c’è il dottor Stranamore, fanatico e cialtronesco scienziato ex nazista. E’ la storia che Stanley Kubrick porta sul grande schermo in “Il dottor Stranamore”, in onda domenica 6 ottobre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Binario cinema”.

ubrick firma uno dei suoi film più celebri, affidando generosamente il telaio del film a Peter Sellers, che dà vita a tre ruoli memorabili, rimasti scolpiti nella storia del grande cinema.

LUNEDI’ 07/10/2024

Omaggio ad Augusto Daolio e a Pierangelo Bertoli
Italiani” e “Pierangelo Bertoli: spunta la luna dal monte”

Nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Augusto Daolio e di Pierangelo Bertoli, due grandi voci e firme della canzone italiana, Rai Cultura dedica loro una puntata di “Italiani”, in onda lunedì 7 ottobre alle 12 su Rai Storia e lo Speciale “Pierangelo Bertoli: spunta la luna dal monte”, in onda alle 19.30 sempre su Rai Storia.

La puntata di “Italiani” propone un ritratto di Daolio e dei Nomadi, il complesso più longevo della musica italiana, nati a Novellara (Reggio Emilia) nel 1963. Oggi, a più di mezzo secolo di distanza e ancora guidati dallo storico tastierista Beppe Carletti, portano in giro per l'Italia i loro successi, da "Noi non ci saremo" a "Come potete giudicar", da "Dio è morto" a "Io vagabondo". Una lunga lista di canzoni senza tempo portate alla ribalta dall'inconfondibile voce del cantante Augusto Daolio. I Nomadi attraversano i decenni con alterne fortune, ma sempre coerenti con una visione del mondo osservato dalla parte degli ultimi e seguiti da un pubblico eterogeneo e fedelissimo. La storia di Augusto Daolio e dei Nomadi è narrata dalle voci di Beppe Carletti, di Rosanna Fantuzzi, compagna di Augusto e "anima" dell'associazione "Augusto per la vita", di Alberto Melloni, tra i massimi esperti italiani di storia del cristianesimo che rivela a sorpresa la sua passione per la musica dei Nomadi, del conduttore radiofonico Felice Liperi, e di Franco Midili, primo chitarrista del gruppo negli anni d'oro del beat.

Nello Speciale “Pierangelo Bertoli: spunta la luna dal monte”, invece, Pierluigi Castellano fa rivivere la sincerità costante, la grande immediatezza nei testi, spesso densi di riferimenti sociali e politici, e la voce indimenticabile di Bertoli, nato a Sassuolo il 5 novembre 1942. Dagli anni ’70, fino alla sua morte, è tra i grandi cantautori italiani: una grande sensibilità mediata anche dal suo handicap, conseguenza della poliomielite che lo aveva colpito da bambino, costringendolo a spostarsi perennemente su una sedia a rotelle. Eppure, la sua è stata una vita assolutamente completa. Lo testimoniano – insieme a interviste di repertorio e immagini delle Teche Rai – le parole della vedova, Bruna Pattacini Bertoli; dei figli Alberto, Emiliano e Petra; dell’ex dirigente Rai Giancarlo Governi; e degli amici musicisti Marco Dieci, Luca Bonaffini e Moreno Bartolacelli.

Passato e presente
Marguerite Yourcenar. Memorie di Adriano

Nel 1924, all’età di 21 anni, Marguerite Yourcenar visita Villa Adriana, a Tivoli. Affascinata dalla figura di Adriano, inizia a stendere le prime pagine di quello che nelle sue intenzioni dovrà essere un romanzo sull’imperatore. Passeranno quasi trent’anni prima di porre la parola fine al romanzo, che verrà pubblicato nel 1951 con il titolo “Memorie di Adriano”. Ne rileggono le pagine e la storia Paolo Mieli e lo storico Franco Cardini a Passato e presente in onda lunedì 7 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia.

Cronache dal mito
Afrodite: le leggi dell'amore

Afrodite, Venere per i romani, è la dea dell'amore e della sessualità, nata dalla spuma del mare. Capricciosa e frivola da una parte, profonda e universale dall'altra, Afrodite incarna le energie della vita: per questo è adorata con nomi diversi in tutto il Mediterraneo e in Oriente. Dalla Domus Aurea e dal tempio di Venere Genitrice a Roma, costruiti dalla dinastia Giulio-Claudia che da Venere discendeva, Cristoforo Gorno passerà in rassegna gli amori e le imprese della dea in questo appuntamento con “Cronache dal Mito”, in onda lunedì 7 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.

La bussola e la clessidra
La Battaglia di Lepanto

Le cause politiche che portarono alla battaglia di Lepanto e le dinamiche di combattimento che consentirono alle forze della Lega Santa - Spagna, Venezia, Roma e altri Stati italiani - di prevalere sulla potentissima flotta ottomana nella decisiva battaglia di Lepanto, il 7 ottobre 1571. Le analizza il professor Alessandro Barbero, nel giorno dell’anniversario della battaglia, nello Speciale “Lepanto”, in onda martedì 7 ottobre alle 21.40 su Rai Storia per “La bussola e la clessidra”. Una ricostruzione che parte dalla spedizione archeologica sottomarina alla ricerca dei relitti delle galee impegnate nel grande scontro navale combattuto all'imboccatura del Golfo di Corinto, 450 anni fa.

Cronache dal mito
Atena: la vergine sapiente

Atena, la vergine sapiente, la dea protettrice della saggezza e dell'ingegno, nata direttamente dalla mente di suo padre Zeus, è al centro dell’appuntamento con Cristoforo Gorno e con “Cronache dal mito”, in onda lunedì 7 ottobre alle 22.45 su Rai Storia. Un percorso che si snoda dal Partenone e tocca altri luoghi simbolo della capitale greca per capire il legame che univa gli ateniesi alla loro divinità e come questo rapporto ha influenzato l'arte e la storia. Il programma è di Cristoforo Gorno e Fabio Bottiglione con la collaborazione di Lucia Ciancaglini, a cura di Annalisa Vasselli, diretto da Stefano Stefanelli, produttore esecutivo Alessandra Giorgi.

MARTEDI’ 08/10/2024

Italiani
Giovanni Giovannini

Figura di spicco nel mondo del giornalismo e dell’editoria, Giovanni Giovannini nasce a Bibbiena, in provincia di Arezzo, cento anni fa, il 30 maggio 1920. È stato lo storico presidente della Federazione degli editori e dell’Ansa - la più importante agenzia di stampa in Italia e quarta nel mondo - che così sintetizza il suo profilo professionale: “Giornalista, editore, innovatore, cultore dell’informazione intesa come passione civile”. È lui il protagonista dell’appuntamento con “Italiani”, introdotto da Paolo Mieli e riproposto in occasione dell’anniversario della scomparsa, avvenuta l’8 ottobre 2008, martedì 8 ottobre alle 12.15 su Rai Storia. Dopo essersi laureato in Diritto internazionale all’Università di Torino, Giovannini inizia a collaborare con il quotidiano “La Stampa” - dove si svilupperà la sua intera carriera giornalistica - come redattore, inviato speciale, e poi vicedirettore, amministratore delegato e presidente. Non solo giornalista, ma anche scrittore, spesso trasferisce le sue cronache sui libri.

Ma la vita di Giovanni Giovannini non è solo costellata di successi professionali. Nel 1977 perde il giovane figlio Franco. E ancor prima, durante la Seconda guerra mondiale, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, insieme a circa seicentomila soldati italiani, viene internato nei campi di sterminio tedeschi di Limburg e Offenburg, per non aver aderito alla Repubblica di Salò e per aver rifiutato ogni forma di collaborazionismo. Un resistente, dunque, con un alto senso dell’onore e della Patria. Per questo, oltre alla croce di guerra, per i meriti acquisiti durante il conflitto riceverà dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi la Medaglia d'argento al merito civile il 21 aprile del 2005. Giovannini muore in seguito a una caduta l’8 ottobre 2008, all’età di 88 anni. Di questo grande giornalista ed editore, di questo super Presidente, restano i suoi volumi, i suoi articoli e le sue iniziative, molte a carattere internazionale, portate avanti da chi lo ha seguito e stimato.

Passato e Presente
Rodolfo Valentino. L’uomo che sedusse l’America.

Era partito per l’America mosso dall’ambizione e da sogni di grandezza, il giovane Rodolfo Valentino. Da Castellaneta, in provincia di Taranto, sbarca a Hollywood, dove diventa uno dei più popolari divi del cinema muto, il simbolo stesso dell’eleganza e della passionalità. Un personaggio raccontato da Paolo Mieli e lo storico Ernesto Galli Della Loggia a “Passato e presente” in onda martedì 8 ottobre alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia. Nel firmamento del grande schermo il suo è uno dei primi sguardi magnetici capaci di incantare il pubblico, e la sua stella una delle prime dello star system americano.

Giuseppe Verdi
La musica, i luoghi e la storia

Giuseppe Verdi è certamente uno dei compositori italiani di musica operistica e classica più noti e apprezzati al mondo. La sua opera e la sua vita hanno scandito costantemente il XIX secolo, punteggiando in campo artistico e creativo l’opera filosofica, politica e militare di Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi, nel corso del Risorgimento e verso e oltre l’unità d’Italia. Lo racconta lo speciale Rai Cultura di Pierluigi Castellano, con la regia Leonardo Sicurello “Giuseppe Verdi - La musica, i luoghi e la storia” in onda, in occasione dell’anniversario della nascita il 10 ottobre 1813, martedì 8 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia.

I capolavori di Verdi continuano costantemente ad essere messi in scena nei più grandi teatri d’opera internazionali coinvolgendo i più grandi artisti (direttori, orchestre, cantanti e registi) di ogni epoca. In questo speciale la musica di Verdi, la vita e gli accadimenti storici vengono analizzati e ricostruiti da alcuni tra gli studiosi ed artisti più competenti, come tra gli altri il musicologo Paolo Gallarati e il direttore d’orchestra Daniele Gatti, in un racconto che non rinuncia mai ad essere emozionante ed appassionante come le opere di Giuseppe Verdi.

Cassino, ieri e oggi”
Sei storie dal fronte

Dove prima c'erano le trincee ora c'è una distesa di croci bianche. Sono quelle dei cimiteri militari dove sono sepolti i soldati morti combattendo nella battaglia di Cassino. Li sovrasta l’abbazia di Montecassino, ricostruita dopo la devastazione della guerra. Rai Cultura ricorda una delle battaglie più feroci della Seconda guerra mondiale con lo Speciale “Cassino ieri e oggi” di Paolo Ameli, in onda martedì 8 ottobre alle 22.10 su Rai Storia. Rivivono così le voci di sei persone morte in quella serie di assalti militari sferrati dagli Alleati tra il 18 gennaio e il 18 maggio 1944 per sfondare la linea Gustav e proseguire verso Roma. Un capitano statunitense, una rifugiata italiana, un tenente tedesco, un tenente neozelandese, un cappellano militare francese e un sergente polacco. Racconti corredati dalle immagini e dai video dal fronte del 1944 e da immagini di quegli stessi luoghi oggi. Il fiume Rapido, l’abbazia di Montecassino, la città di Cassino, l’Albaneta, la strada per Roma, Esperia e Quota 593 – il Monte Calvario, su cui poggia l’abbazia e punto chiave della battaglia.

Questi i luoghi che cadenzano la “strage inutile” della Campagna d’Italia, dove muoiono 135 mila persone. Nella piccola città del centro Italia, la resistenza tedesca, la morfologia italiana e il maltempo rendono difficile agli Alleati proseguire verso Roma. I margini del fiume sono alti, le sue acque gelate e la corrente violenta. Nella storia militare, il tentativo di attraversare un fiume nella linea difensiva nemica non è mai andato a buon fine. Qui, il 22 gennaio, muore il capitano John L. Chapin insieme a 184 dei suoi uomini. Ne rimangono 16. A febbraio viene bombardata l’abbazia. In una giornata gli Alleati lanciano 576 tonnellate di esplosivo, una quantità inedita nella storia. Dentro, non ci sono tedeschi, ma rifugiati e pochi monaci rimasti. Un tragico errore. Rimane in piedi solo il muro occidentale del monastero e muoiono 300 rifugiati di Cassino. A marzo, la città è irriconoscibile. Per ogni soldato tedesco, vengono lanciate 5 tonnellate di bombe. Ma, sempre a marzo, nell’attacco dell’Albaneta gli alleati vengono fermati dall’artiglieria e dei “diavoli verdi”, i paracadutisti tedeschi. Non basterà. A maggio, a Esperia c’è un ammasso di rottami, simbolo disfatta tedesca. Migliaia di soldati ci passano. Li vede anche il cappellano Emilien Baudoin, poco prima di essere ucciso. E poi, l’ultimo assalto a Quota 593, sulle macerie dell’abbazia. Quando tutto finisce, il 18 maggio, c’è un silenzio irreale. Sotto alle macerie, solo le spoglie di San Benedetto sono rimaste intatte.

MERCOLEDI’ 09/10/2024

Attacco alla Sinagoga”

Alle 11.55 del 9 ottobre 1982 la sinagoga di Roma viene attaccata da un commando di cinque terroristi di origine palestinese. I fedeli che stanno uscendo dal tempio vengono investiti dallo scoppio di bombe a mano e raffiche di mitra. Stefano Gaj Taché, di soli due anni, rimane ucciso e altre 37 persone sono ferite. A quarantadue anni da quel giorno, attraverso materiali di repertorio, testimonianze dell’epoca e con l’approfondimento storico del professor Alberto Melloni, “Attacco alla Sinagoga” di Giorgio Taschini e Davide Savelli – in onda mercoledì 9 ottobre alle 17.15 su Rai Storia - rievoca il clima di tensione e la reazione della comunità attraverso la memoria di chi ha vissuto quei momenti, come Gadiel Gaj Taché, gravemente ferito e fratello di Stefano, deceduto poco dopo l’attentato. Ne parlano, inoltre, Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma e il r Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni.

Dopo l’attentato, la comunità ebraica di Roma è sconvolta e arrabbiata e da tempo temeva di essere un possibile bersaglio. Dagli inizi degli anni ’80, una serie di attacchi terroristici aveva infatti insanguinato mezza Europa, con autobombe piazzate nei quartieri popolati da comunità ebraiche. L’intervento militare israeliano in Libano, nel giugno del 1982, aveva segnato un punto di svolta. Nei mezzi di comunicazione alcune analisi e alcuni commenti avevano asserito un parallelo tra l’uso israeliano della forza e la violenza nazista. Israele veniva presentata come un’entità aggressiva ed espansionistica. Anche in Italia il clima era pesante e velenoso. La comunità ebraica di Roma non si sentiva più sicura. Il 25 giugno 1982, durante una manifestazione dei sindacati, davanti alla sinagoga era stata portata una bara vuota. In settembre, il leader dell’Olp Yasser Arafat era arrivato in visita a Roma ricevendo accoglienza da gran parte della classe politica, dalle alte cariche dello Stato e da Papa Giovanni Paolo II. La comunità ebraica di Roma si sentiva tradita. In quegli stessi giorni, in Libano, nei campi profughi di Sabra e Chatila venne compiuta da milizie falangiste cristiano maronite, senza opposizione delle forze israeliane, una carneficina di donne, vecchi e bambini palestinesi. Il clima era sempre più rovente.

Il 9 ottobre 1982, giorno di Shabbat e festa in cui si benedicono i bambini, si consuma l’ultimo tragico atto che molti nella comunità avevano presagito. L’attentato alla Sinagoga viene attribuito al Consiglio rivoluzionario di al-Fatah guidato da Abu Nidal, responsabile di numerosi attacchi contro obiettivi ebraici in Italia e in Europa. Ma i mandanti e gli esecutori dell’agguato antisemita non sono stati mai individuati e non hanno pagato con il carcere.

Voci dal Vajont. 9 ottobre 1963”

Nel giorno dell’anniversario del disastro del Vajont, Rai Cultura ripropone lo Speciale “Voci dal Vajont. 9 ottobre 1963”, in onda mercoledì 9 ottobre alle 19 su Rai Storia. Quel giorno, il 9 ottobre, è il centro di una storia. C’è un prima – come si è arrivati a quell’evento, i segnali, chi ha saputo “prevedere” – e un dopo, ossia cosa ha comportato per la popolazione di quel territorio devastato: un’indelebile ferita nell’anima e nella vita di piccole comunità e un futuro difficilissimo da affrontare. Nello speciale vengono utilizzati molti filmati d’epoca, che mostrano e raccontano in presa diretta quello che era successo e stava succedendo – con servizi, come ad esempio Tv7, e riprese inedite –, le testimonianze di allora dei sopravvissuti e dei superstiti. La chiave principale del racconto è entrare il più possibile “dentro” quel disastro facendo emergere le voci di chi in vario modo lo ha vissuto “sulla pelle viva”, la “gente del Vajont”: i sopravvissuti-testimoni, alcuni all’epoca bambini o adolescenti, chi li ha soccorsi, chi ha visto e ha voluto filmare con la sua piccola cinepresa l’immane devastazione. Sono quindi loro – con interviste fatte oggi sui luoghi del disastro – i protagonisti del racconto e coloro che tengono viva la memoria. Lo Speciale è anche un contributo per far conoscere a chi meno sa del disastro - i più giovani -cosa ha rappresentato concretamente per gli abitanti di Erto, Casso, Longarone e dei paesi vicini: un dramma non solo “materiale”, ma anche psicologico.

Passato e Presente
L’assassinio di Alessandro I

In occasione del novantesimo anniversario, "Passato e Presente", in onda mercoledì 9 ottobre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, ripercorre un episodio tanto importante quanto oggi poco ricordato: l’attentato al Re di Jugoslavia Alessandro I. Si tratta di un evento che va ben oltre la storia dei soli Balcani. Anzitutto perché avviene a Marsiglia, il 9 ottobre 1934, e vi perde la vita anche il ministro degli Esteri francese. Poi, perché segna un punto di svolta per tutta l’Europa degli anni Trenta, contribuendo a spingerla verso la rovinosa Seconda guerra mondiale. In terzo luogo, perché fa enorme scalpore, essendo stato filmato da una cinepresa. Un po' come capiterà, quasi 30 anni dopo, per l'omicidio Kennedy. Infine, perché, come vedremo, in quest'evento l’Italia giocò un ruolo di primo piano. Con Paolo Mieli è in studio lo storico Alberto Basciani.

Cari amici vicini e lontani
Le “radio di guerra”

Proseguono i festeggiamenti per i 100 anni della radio italiana con Renzo Arbore e con il secondo appuntamento di “Cari amici vicini e lontani”, in onda mercoledì 9 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Nella seconda puntata di “Cari Amici vicini e lontani” si parla di “radio di guerra”, con lo storico Franco Monteleone e due testimoni d’eccezione, come l’annunciatore Titta Arista e il giornalista e inviato Ruggero Orlando, che rievocano il 1943, tra l’annuncio delle dimissioni di Benito Mussolini del 25 luglio e l’esperienza di “Radio Londra”.

Si parla poi di “comicità in radio” con i fautori di “Black out” (1978-94), Guido Sacerdote, Sergio Corbucci e Luciano Salce e con le menti e la voce di “Batto quattro” (1967-76) Enrico Vaime, Italo Terzoli e Gino Bramieri.

Due voci degli anni 40 e 50 ripercorrono, con il complesso “I Senza vergogna”, i loro successi: Nella Colombo e Flo Sanson’s. Gianni Mazza, con l’orchestra Rai, omaggia Cinico Angelini, il più popolare direttore d’orchestra della radio degli anni 40 e 50, protagonista dei primi Festival di Sanremo.

Un programma di Renzo Arbore, Ugo Porcelli ed Enrico Salvatori, con la collaborazione di Lucia Ciancaglini. Produttore esecutivo Alessandra Giorgi. Regia di Luca Nannini e Agostino Pozzi.

La buona crescita”
Duecento anni di Cariplo

Era chiamata Mamma Cariplo, segno di come la Cassa di Risparmio, fondata nel 1823, sia sempre stata vista dalla gente lombarda come un soccorso nei momenti difficili, promotrice del bene comune e del progresso della regione. Una storia ripercorsa da “La buona crescita, 200 anni di Cariplo” scritto da Matteo Moneta, con la regia di Gabriele Raimondi, con la partecipazione di Neri Marcorè, in onda mercoledì 9 ottobre alle 23 su Rai Storia.

GIOVEDI’ 10/10/2024

Italiani
Lelio Basso

In occasione della Giornata mondiale ed europea contro la pena di morte, Rai Cultura ripropone, giovedì 10 ottobre alle ore 12 su Rai Storia, un ritratto dell'uomo e del politico Lelio Basso nello speciale firmato da Bruno Testori e in onda per “Italiani. La sua biografia racconta l'attività politica sul fronte interno ed internazionale, volta alla costruzione di una società socialista e alla battaglia per i diritti umani. Classe 1903, Lelio Basso si spegne improvvisamente il 16 dicembre del 1978, in coincidenza con la presentazione prevista a Roma, di un volume con gli scritti a lui dedicati. Solo pochi giorni prima, nell'aula del Senato, in occasione del dibattito parlamentare sulla revisione del Concordato, Basso ha affidato alla storia il suo coerente testamento politico: "Non ho il timore di confessare l'utopia del socialismo, come non ho timore di confessare l'altra utopia (…) che tutti gli uomini, come è scritto nella nostra Costituzione, avranno un giorno su questa terra pari e piena dignità sociale (…)".

Passato e Presente
Villarbasse, l'ultima sentenza di morte

L’Italia del secondo dopoguerra è un Paese segnato dalla miseria e dai rancori, in cui la popolazione è assuefatta alla violenza e agli spettacoli di morte. Mentre viene avviato il processo di costruzione della democrazia, le nuove forze politiche si adoperano per raggiungere una pacificazione sociale: un tentativo che culmina con l’amnistia Togliatti del giugno 1946. Proprio in quei mesi un caso di cronaca nera diventa l’emblema dei molti problemi irrisolti della penisola. A Villarbasse, in provincia di Torino, quattro criminali comuni, emigrati dalla Sicilia, uccidono 10 persone a bastonate in una cascina di campagna per un misero bottino e ne occultano i cadaveri. Una storia ricostruita da Paolo Mieli e dal professor David Bidussa a “Passato e Presente”, in onda giovedì 10 ottobre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia, in occasione della giornata mondiale contro la pena di morte. Per mesi gli ex partigiani di zona vengono additati come colpevoli, finché i veri criminali non vengono arrestati. La strage provoca un’ondata di indignazione che la stampa cavalca: a gran voce è richiesta la pena di morte, sebbene la Costituente, che nel frattempo lavora alla stesura della Carta fondamentale, ne abbia già stabilito la soppressione. Un processo lampo, ai limiti della regolarità, consentirà di mandare a morte gli assassini prima del 15 aprile 1947, data prevista per la cessazione delle esecuzioni capitali. Il 4 marzo 1947 a Torino viene eseguita l’ultima sentenza di morte della storia processuale italiana.

5000 anni e +. La lunga storia dell'umanità
Anna Bolena, la caduta di una regina

Ascesa e caduta di una regina d’Inghilterra: Anna Bolena. È lei la protagonista del nuovo appuntamento con Giorgio Zanchini e con “5000 anni e +. La lunga storia dell’umanità” in onda giovedì 10 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. La vita e la drammatica fine di una donna, tra le più discusse della storia, che ha affascinato e diviso storici, scrittori e appassionati per secoli, grazie ai suoi inebrianti elementi di romanticismo, potere, sesso, religione ed intrighi politici, alla corte di Enrico VIII. Un racconto che si svolge nella primavera del 1536, concentrato nelle ultime tre settimane della sua vita, dall'arresto di Anna Bolena alla sua morte sul patibolo. Ad introdurre la puntata con Giorgio Zanchini in studio, Vittoria Fiorelli professoressa di Storia Moderna alla Suor Orsola Benincasa di Napoli.

a.C.d.C.
Apocalissi del passato. La fine dell'Impero Accadico

Le ragioni per cui alcune grandi civiltà del mondo si sono estinte, dalla caduta dell’impero Accadico, alla distruzione della leggendaria Sodoma, dall’enigma dei popoli del mare alla città perduta di Heliki, dalla scomparsa dei Maya al cataclisma di Doggerland. Le approfondisce la serie in sei episodi “Apocalissi del passato”, in onda da giovedì 10 ottobre alle 22.10 su Rai Storia per il ciclo “a.C.d.C.” con l’introduzione del professor Alessandro Barbero. In ogni puntata archeologi, antropologi, geologi e climatologi ricostruiscono, con l’aiuto delle tecnologie moderne, le ragioni scientifiche che hanno provocato l’estinzione di alcune delle civiltà più avanzate del mondo antico. Si comincia tornando a più di quattromila anni, quando nasce il primo impero della storia. A partire dal 2234 a.C. gli Accadi conquistano e unificano le città-stato sumere della Mesopotamia creando una struttura politica senza precedenti, capace di sfruttare al meglio le risorse dell’agricoltura, e dotata di un esercito permanente. Un secolo e mezzo più tardi la civiltà accadica scompare.

VENERDÌ 11/10/2024

Passato e Presente
Bob Kennedy, il sogno infranto

I primi 17 anni della sua vita adulta Robert Kennedy li aveva vissuti in funzione delle ambizioni politiche della sua famiglia. Fin dalla campagna elettorale del 1960, era stato il braccio destro e il più fidato consigliere di suo fratello John, nel cui gabinetto aveva poi occupato il ruolo cruciale di ministro della Giustizia.

A “Passato e Presente – in onda venerdì 11 ottobre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia - Paolo Mieli e la storica americanista Raffaella Baritono ne ricostruiscono la figura di Robert Kennedy.

L’assassinio del presidente, a Dallas, il 22 novembre del 1963, lascia Robert in uno stato di prostrazione che durerà per molti mesi. È solo nell’estate dell’anno successivo, mentre una nuova campagna presidenziale sta entrando nel vivo, che Bob si convince di poter raccogliere l’eredità politica di JFK, aggiornandola a quelle che sono le nuove priorità dettate dall’affermarsi del movimento per i diritti civili e dall’emergere di profonde lacerazioni nel tessuto sociale del paese. E’ così che, a partire dalla conquista di un seggio in senato per lo stato di New York, nel 1964, Bob Kennedy diventa il nuovo campione della lotta contro il razzismo, contro la povertà e contro l’escalation militare in Vietnam.

Donne di Campania
Tina Pica

E’ Tina Pica la protagonista di “Donne di Campania”, la docu-serie Anele in onda venerdì 11 ottobre alle 21.10 in prima visione su Rai Storia. Attrice e commediografa italiana, nasce in una famiglia di artisti: ancora bambina, la piccola Tina comincia a lavorare come attrice con i suoi genitori in una compagnia teatrale ambulante, distinguendosi già per il notevole talento.

Dopo aver lavorato a lungo in gioventù al Teatro San Ferdinando di Napoli, negli anni ‘20 fonda una sua compagnia, il Teatro Italia, e comincia a scrivere commedie. Negli anni ‘30 comincia una collaborazione con la compagnia di Eduardo De Filippo (Napoli milionaria, Filumena Marturano, e Questi fantasmi).

Tina fa il suo esordio nel cinema con Il cappello a tre punte (1934), di Mario Camerini, seguito da Fermo con le mani di Gero Zambuto con Totò. Il ruolo che la consacra come una delle caratteriste comiche più amate del dopoguerra è Caramella nella serie di Pane, amore e fantasia, per cui vince il Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista.

Tra le sue interpretazioni più popolari: “Buonanotte... avvocato!”, “Destinazione Piovarolo”, “Era di venerdì 17”, “Ci sposeremo a Capri”, “La nonna Sabella”, “Il conte Max”, “La Pica sul Pacifico”, “Non perdiamo la testa” e “Ieri, oggi, domani”, il suo ultimo film, a 79 anni.

Dopo essere rimasta vedova a soli sei mesi dal matrimonio – nel 1912 aveva sposato l’orefice Michele Ferrari, perdendo anche la figlia qualche anno dopo – Tina sposa nel 1935 un appuntato della polizia municipale, Vincenzo Scarano, con il quale rimane fino alla morte di lui nel 1967 (lei morirà l’anno dopo). Insieme scrivono anche alcuni testi teatrali.

14-’18. Grande Guerra cento anni dopo
Vittorio Veneto, bollettino di una vittoria

Il 24 ottobre 1918 gli italiani attaccano sul Grappa e sul Piave. L’impero austroungarico è al collasso. Sconfitti a Vittorio Veneto, gli austriaci non riescono a organizzare una linea difensiva e il 3 novembre firmano a Villa Giusti, nei pressi di Padova, l’armistizio con l’Italia. A raccontarlo è “’14-’18 Grande guerra cento anni dopo”, la serie prodotta da Rai Storia e presentata da Paolo Mieli con la narrazione di Carlo Lucarelli e la consulenza storica di Antonio Gibelli e Mario Isnenghi, in onda venerdì 11 ottobre alle 22.10 su Rai Storia.

SABATO 12/10/23

Italiani
Guglielmo Marconi: il mago del wireless

il 12 ottobre del 1931, in un lussuoso appartamento in via Condotti, a Roma, un uomo spinge il pulsante di un trasmettitore: un flusso di invisibili onde attraversa l’oceano Atlantico e raggiunge la capitale del Brasile, Rio de Janeiro, a più di 9 mila chilometri di distanza, dove accende dei fari che illuminano la statua del Cristo Redentore, appena terminata. E’ l’ennesima prova della potenza e dell’efficacia della telegrafia senza fili, la nuova tecnologia wireless che, grazie alle onde elettromagnetiche, unisce popoli e continenti. Ma chi è quell’uomo che, con la semplice pressione di un dito, ha acceso il Cristo Redentore a Rio, e l’anno prima il municipio di Sidney, ancora più lontano, e sempre nel ‘31 ha portato la voce del Papa nel mondo grazie alla “Stazione Radiofonica Vaticana” da lui progettata? È un inventore, uno scienziato, un imprenditore italiano, si chiama Guglielmo Marconi, e sta portando l’uomo nel futuro. È lui il protagonista di “Italiani”, in onda sabato 12 ottobre alle ore 12.00 su Rai Storia.

La sua avventura nasce nel 1895, quando, senza una laurea e nemmeno un diploma alle spalle, ma armato solo di ingegno, passione e ambizione, il giovane Marconi, con lo stesso gesto, la pressione di un dito sul tasto di un trasmettitore, emette un segnale che parte dal giardino della casa paterna, a Pontecchio, nei pressi di Bologna, percorre due chilometri, scavalca una collina, la collina dei Celestini, e raggiunge un ricevitore posto in mezzo alla campagna. E’ quella la prima trasmissione di telegrafia senza fili nella storia. Ma nel giro di soli 6 anni quei 2 chilometri diventano più di 3 mila e i segnali di Marconi scavalcano l’Atlantico e uniscono le sponde dell’Inghilterra con quelle del Canada. Un inventore, uno scienziato, un imprenditore? Gli americani lo definiranno un mago, the “wireless wizard”.

Passato e Presente
Cristoforo Colombo, la lettera che cambiò il mondo

Il 19 luglio 2023, con una cerimonia tenutasi presso il Ministero della Cultura, l’Italia è entrata nuovamente in possesso di un testo preziosissimo: un incunabolo del 1493 contenente la copia in latino d’una lettera con cui Cristoforo Colombo ha dato conto al tesoriere del re d’Aragona della scoperta di alcune isole situate sulla rotta per l'Asia. In occasione dell’anniversario della scoperta dell’America, a “Passato e Presente”, in onda sabato 12 ottobre alle 20.30 su Rai Storia, Paolo Mieli ne parla con il professor Franco Cardini.

L’epistola “de Insulis Indiae supera Gangem nuper inventis”, scritta probabilmente nel febbraio del 1493, fu stampata in una tipografia romana il 30 maggio successivo. A lungo custodita in una miscellanea della Biblioteca Marciana di Venezia, trafugata alla fine degli anni Ottanta, è stata oggetto di una lunga indagine che, grazie alla collaborazione tra i Carabinieri del Comando Tutela del Patrimonio Culturale, l’Homeland Security Investigation americana e il professor Needham dell’Università di Princeton, ha portato al suo ritrovamento. La lettera era nelle mani di un collezionista di Dallas che non si è opposto alla sua confisca malgrado l’avesse acquistata per ben quindici milioni dollari. Ma nessuna cifra avrebbe potuto eguagliare il valore dell’incunabolo. Perché in sole otto pagine, con una manciata di parole, quell’incunabolo ha contribuito a cambiare il mondo, per sempre.

Cinema Italia
Intervista

Un’intervista da parte di un gruppo di giornalisti giapponesi è il pretesto che permette a Fellini di far vedere il suo cinema da dietro la macchina da presa: questo è il fulcro centrale di quello che il regista appellò come “un filmetto”, ma che in realtà nasconde tutta la filosofia del grande maestro. E’ “Intervista”, con lo stesso Fellini, Marcello Mastroianni, Sergio Rubini, Anita Ekberg, in onda sabato 12 ottobre alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. 

Documentari d’autore
Verso l'alto. Pier Giorgio Frassati”

Il viaggio di Pier Giorgio e dei suoi amici e amiche della "compagnia dei tipi loschi" verso la montagna, per trascorrere una giornata in cammino per raggiungere la cima: Lo ripercorre il documentario di Daniela Gurrieri, con Francesco Buttironi, Daniele De Angelis, Andrea Di Luigi “Verso l'alto. Pier Giorgio Frassati” in onda sabato 12 ottobre alle 23.00 su Rai Storia per “Documentari d’autore”. Attraverso i dialoghi, i racconti, ma anche gli scherzi e le dinamiche tra loro, si scoprirà chi fosse Pier Giorgio, la sua vitalità, il suo carattere, la sua fede.


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