L’Ape musicale

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La musica di Brahms, quindi, è al centro della Stagione Sinfonica 2015 come episodio culminante del percorso musicale che porta dalla grande tradizione verso la modernità. La Stagione Sinfonica 2015 del Teatro Comunale di Bologna cerca per la prima volta di sviluppare il concetto di musica “progressiva” all'interno di un percorso che dai suoni di Mozart arriva alla contemporaneità, mettendo al centro della programmazione il passaggio cruciale del XIX secolo dal romanticismo alle aperture verso i codici di una società in trasformazione. Nuove problematiche sociali, nuovi continenti culturali, linguaggi che si liberano da vincoli e codici del passato irrompono nell'eurocentrismo mitteleuropeo trasformandone atteggiamenti, consuetudini e modi espressivi. Il nodo cruciale di questa trasformazione è nel passaggio Beethoven/Schumann/Brahms, laddove il grande amburghese rappresenta quel diaframma “progressivo” già ben individuato da Arnold Schoenberg, quando scriveva nel suo saggio del 1933 “Brahms il progressivo” che Brahms fu un  “grande innovatore nella sfera del linguaggio musicale [… ] un grande progressivo”. Ma la vera natura “progressiva” del lascito brahmsiano la cogliamo pienamente solo se mettiamo in relazione la sua opera musicale con ciò che sarebbe venuto dopo di lui, il tardo romanticismo e il suo perdersi negli spazi aperti del Novecento, fino alle creazioni del nostro tempo. Comprese le generazioni del rock progressivo, a cui il titolo della Stagione 2015 è esplicitamente legato, citando un celebre brano per tastiere elettroniche degli Yes, basato sul terzo movimento della quarta sinfonia di Brahms.

All'interno di questa linea, sottolineando l'idea di un simile percorso progressivo, appunto, troviamo nella programmazione della Stagione Sinfonica 2015 alcuni tra i compositori più amati dal grande pubblico: Mozart, Haydn, Schubert, Beethoven, Mendelssohn-Bartholdy, Schumann, Brahms, Wagner, Strauss, Rachmaninov, Szymanowski, rappresentati da alcune tra le loro pagine più celebri, tra cui la Sinfonia in fa minore op. 49 La Passione di Haydn, l'Ouverture K527 del Don Giovanni e il Concerto n.20 per pianoforte e orchestra n. 20 in re minore di Mozart, la Sinfonia n.3 in re maggiore di Schubert, le Sinfonie n.3 in mi bemolle maggiore e n. 6 in fa maggiore, l'Ouverture del Fidelio e l'Oratorio Cristo sul Monte degli Ulivi di Beethoven, il Concerto per pianoforte e orchestra n.1 in sol minore di Mendelssohn-Bartholdy, le Sinfonie n.2 in do maggiore e n.4 in re minore di Schumann, le Sinfonie n.2 in re maggiore e n.4 in mi minore, i Concerti per pianoforte e orchestra n.1 e n. 2 e il Concerto per violino e orchestra in re maggiore di Brahms, l'Incantesimo del Venerdì Santo dal Parsifal di Wagner, i Vier letzte Lieder di Richard Strauss, la Sinfonia n. 2 in mi minore di Rachmaninov, lo Stabat Mater per soli, coro e orchestra  di Karol Szymanowski.

Questo percorso si incontra con un progetto di grande importanza e significato che va al di là della nostra Stagione Sinfonica, ma che riguarda uno degli eventi centrali del prossimo anno per la storia e la cultura del nostro Paese: l'iniziativa che il Teatro Comunale di Bologna e un ampio numero di Istituzioni musicali e culturali della città e della Regione dedicano il prossimo anno al 70° anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione (1945-2015). Questo progetto, che verrà presentato nella sua ampia estensione nelle prossime settimane, ha come titolo “Resistenza Illuminata” ed è incentrato emblematicamente attorno alla figura di Luigi Nono. Il contributo della nostra Stagione Sinfonica 2015 a questa straordinaria iniziativa è molto significativo e culmina nell'esecuzione, giovedì 7 maggio, del capolavoro di Luigi Nono Il Canto Sospeso, per soprano, contralto, tenore, coro misto e orchestra, autentico monumento della nostra coscienza storica e civile, il cui testo è basato sulle lettere dei condannati a morte della Resistenza europea.

Attorno al capolavoro corale di Luigi Nono, si sviluppa un percorso dedicato al rapporto tra musica e impegno sociale e civile che congiunge compositori come Ludwig van Beethoven (Ouverture del Fidelio), Dmitrij Šostakovič (Sinfonia n.8 in do minore, scritta nel 1943), Stefan Wolpe (uno dei più importanti compositori “impegnati” del XX secolo, del quale verrà eseguita Passacaglia per orchestra, op. 23), ancora Luigi Nono (A Carlo Scarpa, architetto, ai suoi infiniti possibili, per orchestra a microintervalli), i contemporanei Ivan Fedele (la già citata Syntax per orchestra, in prima assoluta) e il russo Vladimir Tarnopolskij (Feux Follets), nonché il progetto in collaborazione con AngelicA in occasione del Venticinquesimo anniversario del Festival Internazionale di Musica Contemporanea, che comprende alcuni tra i compositori/interpreti protagonisti del rinnovamento musicale e sonoro del nostro tempo.

Sempre nel quadro di una lettura trasversale del rapporto tra la grande tradizione romantica ottocentesca e le asimmetrie del Ventesimo secolo, non mancano due straordinarie partiture di altrettanti grandi protagonisti della musica d'oltreoceano quali il Concerto in fa maggiore per pianoforte e orchestra di George Gershwin e il Concerto per clarinetto di Aaron Copland.

Infine, un simile percorso non poteva non incontrare l'esperienza cinematografica, con l'esecuzione di una composizione che racchiude in sé la grande esperienza del secondo Novecento italiano nel cinema, nella letteratura e nella musica: la Suite Sinfonica di Nino Rota con le musiche per il film di Luchino Visconti Il Gattopardo, basato sul celebre romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa.


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