Il tempo che non che non si ferma: Mahler e Puccini
di Sergio Mora
Filippo Del Corno
Puccini '900: la seduzione della modernità
128 pagine
ISBN 978886395472
Ed.Curci 2024
Piero De Martini
Le estati (quasi) felici di Gustav Mahler
240 pagine
ISBN 9788842833482
Il Saggiatore 2024
Puccini e Mahler hanno abitato la stessa epoca e affrontato i preliminari di una modernità incombente di cui la loro arte è stata un modello di simbiosi fra realismo e critica sociale, ma anche di superamento di vecchie acquisizioni espressive e lessicali.
Il saggio di Filippo Del Corno analizza il teatro di Puccini da punti di vista non scontati come il rapporto fra immagine e unità di tempo. La collocazione dello spazio temporale è un elemento non trascurabile, direi addirittura fondamentale, nell’opera di Puccini, anticipando i ritmi tachicardici del Novecento. Il mito futurista della velocità è pronosticato spesso dalla concezione sintetica della visione compositiva del musicista lucchese: la sintesi degli eventi corrisponde ad una ben ponderata economia tematica, capace di aderire alla necessità di ritrarre le psicologie dei personaggi senza alienarsi l’attenzione dello spettatore. Anche l’immagine scenografica è concepita in modo calcolato, senza soggiacere all’iconografia ottocentesca dell’ambiente come fondale stereotipato. Il collegamento fra il tempo degli eventi, la dinamica realistica degli spazi esterni e la natura interiore dei personaggi contribuisce a creare un coinvolgimento quasi cinematografico dove la vicenda viene calata direttamente nella realtà dei fatti. L’alba e il tramonto, elementi visivi già esaltati dalla pittura coeva, assumono connotati di rivelazione interiore dei protagonisti delle vicende narrate. Il saggio è anche un omaggio a Luciano Berio che, oltre essere stato l’ultimo revisore della Turandot, condivide con Puccini molti più aspetti di quanto possiamo pensare. L’introduzione di Riccardo Chailly è di notevole rilievo sotto l’aspetto interpretativo, mostrando la maturazione pucciniana nel percorso professionale sino ad oggi affrontato dal direttore milanese.
Il tempo che non si ferma è anche una costante dell’opera e della vita di Mahler. Come è noto, il compositore boemo amava scrivere le proprie sinfonie durante i periodi estivi di vacanza. Dietro ogni sua musica si nasconde un rapporto intenso con la natura che può essere vissuto solo nella più completa lontananza dalle incombenze cittadine. La villeggiatura spensierata e creativa a Steinbach e a Maiernigg ha permesso la nascita di alcune fra le sue sinfonie più emblematiche: la Seconda, la Terza e la Quarta. La conciliazione con il creato animale, vegetale e umano deriva dal contatto diretto con un mondo all’aria aperta, lontano dal peso della “civilizzazione”. Questo inno alla Natura è predominante nelle sue prime opere e trae spunto da un “modus vivendi” rappresentato dallo stile di vita vacanziero, diretta continuazione della sua ispirazione, in sintonia fra mente, corpo e ambiente. Le ultime fasi di un romanticismo ormai declinante alimentano questo periodo di fervida creatività. Il libro mostra un modo nuovo di guardare Mahler: attraverso i luoghi della sua vita e il rapporto con l’ozio creativo. La cronologia delle sue giornate di lavoro è narrata attraverso stralci dai diari di Natalie Lechner, all’epoca sua compagna di vita. L’iter di analisi compiuto da Piero De Martini si avvale di fonti critiche e memorialistiche spesso ignorate dalla storiografia corrente. Questo saggio arricchisce la conoscenza del compositore e presenta interessanti sorprese.
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