L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Nel segno di Mozart

 di Federica Fanizza

 

Successo per il concerto celebrativo in occasione del decimo anniversario del Palau de les Arts di Valencia sotto il segno di Wolfang Amadeus Mozart

Valencia, 8 ottobre 2015 - A dieci anni dalla sua inaugurazione, per il concerto celebrativo, Davide Livermore, da aprile 2015 direttore artistico del Palau de les Arts di Valencia, si affida al genio di Mozart. E così l’8 ottobre 2015 alla vigilia della giornata dell’orgoglio della Comunità Valenciana e con l’edificio in profonda manutenzione, parte l’esperienza tutta italiana della gestione dell’istituzione musicale spagnola con il tandem costituito da Fabio Biondi e Roberto Abbado alla direzione musicale Oltre ai due nuovi direttori principali e al principale direttore ospite, il valenziano Ramón Tebar, è da segnalare la presenza di Plácido Domingo, peraltro una figura chiave del teatro sin dalla fondazione, impegnato come protagonista nel Macbeth, e quella di Gregory Kunde (protagonista in Samson et Dalila) come direttore di un gala belcantistico con i giovani del centro di perfezionamento intitolato allo stesso Domingo. Tra opera, zarzuela, balletto e concerti semiscenici o tradizionali, i titoli in cartellone sono quindici di cui quattro sono le nuove produzioni proprie: a dicembre Silla di Handel (direttore Fabio Biondi e regista Alessandra Premoli), nell'aprile 2016 Idomeneo di Mozart (direttore Biondi, regista Livermore),

Nel discorso di apertura Davide Livermore ha reso omaggio ai suoi predecessori: Lorin Maazel, Zubin Mehta e Plácido Domingo, ringraziandoli per il lavoro svolto che ha permesso che il complesso architettonico diventasse uno dei centri teatrali musicali emergenti nell’area mediterranea.

Festa di pubblico, quindi, che ha riempito la sala dell’auditorium e che ha acclamato l’orchestra ed il coro stabile della comunità, e festa per gli artisti che sono stati protagonisti di questo evento.

Fra tutti Fabio Biondi, direttore palermitano, tra i più famosi specialisti di musica antica e barocca. E questa sua formazione barocca risultava evidente nella gestione della parte sinfonica dove la tenuta ritmica, imposta con pochi e chiari segni di bacchetta, lascia anche spazio alle sonorità dei fiati e alle novità timbriche di una composizione che segna il passaggio tra le sinfonie giovanili e quelle della maturità del compositore. Infatti la Sinfonia n. 31, K 297 Paris, scritta nel 1778, rappresenta il biglietto da visita di Mozart nel mondo musicale parigino dove aveva a disposizione orchestre piuttosto grandi: infatti questa è anche la prima in cui Mozart prevede i clarinetti.

Ma certamente il titolo portante della serata era costituito dalla cantata Davidde penitente K. 469, opera tra l’altro di rara esecuzione (a Valencia venne rappresentata nel 2013 a cura dei complessi delle istituzioni musicali cittadine). Fu commissionata a Mozart agli inizi del marzo del 1785 dalla Tonkünstler Sozietät che nei periodi di Quaresima promuoveva concerti di beneficienza per le vedove e orfani dei membri deceduti. Per scarsità di tempo a disposizione, Mozart, (la cantata andò in scena il 13 dello stesso mese) rielaborò parte della Grande messa in do min K 427, prendendo le parti d’assieme e inserendo le arie per soprano I e soprano II (poi mezzosoprano) e tenore. Il testo rielabora la vicenda dei salmi davidici penitenziali riscritti in italiano dal poeta di corte Saverio Mattei, già collaboratore di Lorenzo Da Ponte. Complessa risulta la parte musicale dove si alternano arie di coloritura e pagine corali di grande difficoltà tecnica. Per la rappresentazione viennese le parti vocali soliste furono affidate ai più famosi interpreti che poteva annoverare il teatro viennese a quei tempi, fra cui il soprano Franziska Kavalier (Caterina Cavalieri) e il tenore Valentin Adamberg, sui quali Mozart faceva affidamento come rinnovatori della tradizione del teatro musicale tedesco.

Qui a Valencia la parte vocale è stata affidata a valentissime voci soliste: Jessica Pratt, soprano, Manuela Custer, mezzosoprano, Antonino Siragusa, tenore, tra esperienza soprattutto belcantista e rossiniana (Pratt e Siragusa) e, nel caso della Custer, consolidata esperienza barocca.

Se il mezzosoprano novarese ha fatto valere e confermato questa sua forte personalità nel repertorio vocale sacro non temendo il confronto con la linea belcantista tenuta dalla Pratt, il soprano australiano ha già dato prova di essere una raffinata interprete di musica sacra (in questo 2015 ha interpretato a Pesaro, tra l'altro, la Messa in Gloria di Rossini) e del Mozart anche non operistico, proponendo ora una lettura attenta e misurata delle parti di agilità, anche là dove la scrittura richieda un registro grave estraneo alle sue corde.

A fianco alle due artiste, Antonino Siragusa, con la sua linea di canto chiara e corretta, ha fatto valere la sua qualità di tenore belcantista e di interprete lirico accentuando, d’accordo con la direzione musicale, la cantabilità dell’aria “A te fra tanti affanni”.

Il tutto sotto il controllo di Fabio Biondi che dominava coro, orchestra e solisti senza perdere la tenuta ritmica dell’assieme, facendo risaltare, anche per la qualità dei solisti, gli elementi più lirici e cantabili, ma conservando la visione di austerità che la composizione sottende nelle parti corali.


 

 

 
 
 

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