L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Questi fili maledetti

di Irina Sorokina

Due primedonne (Lavinia Bini e Daniela Cappiello) azzeccatissime per un dramma e una commedia del Novecento dedicati al telefono. Francesco Lanzillotta dirige alla perfezione Poulenc e Menotti. Solo il pubblico veronese latita, ma chi è presente applaude con giusto calore.

Verona, 30 novembre 2021 - La stagione lirica di Verona, che la sovrintendente Cecilia Gasdia a pieno diritto caratterizza come “anomala”, si conclude nel modo non convenzionale e stimolante: sul palcoscenico del Teatro Filarmonico approdano due importanti titoli operistici del Novecento, La voix humaine di Francis Poulenc e The Telephone di Giancarlo Menotti, diversissimi tra loro, ma legate dall’oggetto al centro delle azioni dei personaggi femminili: il telefono. Oggetto simbolo e tormento anche dei nostri giorni.

La team che mette in scena il dittico inedito, è quasi completamente al femminile: la regia è affidata a Federica Zagatti Wolf-Ferrari affiancata da Maria Spiazzi per le scene e da Lorena Marina per i costumi. Il light designer Paolo Mazzon è l’unico “intruso” in questa alleanza tra donne.

Per mettere in scena due titoli molto diversi tra loro, Zagatti Wolf-Ferrari si appella alla presenza ingombrante del telefono nelle nostre vite, che non è nata ieri, ma oggi è diventata una fonte di stress capace di degenerare in una nevrosi quasi impossibile da superare. Nel caso di Elle le conversazioni senza fine colorate da toni sull’orlo del crollo emotivo si materializzano attraverso i fili sparsi per sul pavimento della camera da letto e la cornetta, pure attaccata al filo, che alla fine lentamente “vola” e scompare, lasciando la protagonista nella solitudine. Nel caso di Lucy e Ben i fili si moltiplicano alludendo con chiarezza alla loro presenza in ogni ufficio e, perché no, in un salotto, mentre il telefono tradizionale lascia il posto al moderno cellulare da cui non riesce a separarsi Lucy, e ben ci sta. Lodevole la capacità della regista di creare delle atmosfere inquietanti ed esilaranti e piacevole il gioco di colori nelle scene e i costumi: bianco e nero nella Voix humaine, rosso e nero in The Telephone.

Due soprani, due giovani donne si cimentano sul palcoscenico veronese indue ruoli molto impegnativi, ognuno a modo suo: il soprano toscano Lavinia Bini è Elle, mentre la sua collega sorrentina Daniela Cappiello veste i panni di Lucy.

Lavinia Bini fornisce una prova in cui colpisce non soltanto dalla rara bellezza e una particolare luminosità del timbro (nel primo anno della pandemia fu premiata nel Gianni Schicchi arenianoda alcuni minuti di ovazioni per “O mio babbino caro”), ma per le qualità d’interprete. Il soprano toscano non conosce la parola “risparmio”, si spoglia con coraggio dalla sua personalità solare per disegnare il personaggio al limite del tormento, sull’orlo della caduta definitiva in un abisso. Gioca sul declamato elaborato nei minimi dettagli, arricchito da pause, sospiri, sospensioni e sussurri, colora il dramma di Elle di sfumature tali da arrivare quasi a sacrificare la bellezza naturale della voce. Ma risulta anche un’attrice consumata, dalle movenze ben studiate e dalla mimica ricca d’espressione.

Pochi minuti dopo la conclusione del dramma di Elle che non dimenticheremo grazie all’interpretazione intensa di Lavinia Bini, veniamo trasportati in una situazione esilarante guidata con saggezza da un altro soprano giovane di grandi qualità, Daniela Cappiello. Abbiamo un bellissimo ricordo della sua interpretazione del ruolo di Gilda nella stagione estiva del Teatro Comunale di Modena e ora l’ascoltiamo nell’operina di Menotti in una parte completamente diversa. La trasformazione in una ragazza americana perennemente attaccata al telefono è gestita con maturità e uno spiccato senso d’umorismo, senza parlare di un canto scintillante e stilisticamente corretto: nella persona di Daniela Cappiello abbiamo una vera donna di teatro ugualmente votata al dramma e alla commedia. Al giovane soprano fa una buona “concorrenza” il bravo Francesco Verna nel ruolo di Ben, che sfoggia una voce ben sonora e versatile e sa creare complicità con la partner.

Francesco Lanzillotta naviga nella musica del Novecento come i pesci che nuotano in acqua: coglie perfettamente la fluidità della scrittura di Poulenc e lo spirito frizzante della partitura di Menotti. La parte musicale del dittico, simile a Così fan tutte che lo hanno preceduto, risulta penalizzata dalla disposizione dei professori d’orchestra, “strappati” dal golfo mistico e posizionati con il distanziamento dovuto alle norme Covid.

Desta una sensazione di tristezza il Filarmonico quasi vuoto: poche settimane fa si è parlato con entusiasmo alla capienza del teatro al cento per cento, ma alle recite del dittico si sono presenziati veramente quattro gatti. Peccato davvero, non succederà a breve di riascoltare due titoli rari del Novecento e godersi due voci femminili importanti. L’unica consolazione, il poco pubblico presente premia con applausi generosi gli interpreti e il maestro Francesco Lanzillotta e apprezza lo spirito creativo dell’allestimento “al femminile” firmato da Federica Zagatti Wolf-Ferrari. La reazione vivace dei veronesi è ben diversa da quella di Ferrara, dove pochi giorni fa una rappresentazione di Werther con un bravo tenore Francesco Demuro nella parte del titolo si è svolta in un silenzio e nemmeno la celebre romanza “Pourquoi me reveiller” è stata premiata con gli applausi. Il fatto ha provocato l’intervento del cantante che si è rivolto al pubblico con le lacrime negli occhi e con le parole “Vogliamo rivedervi tutti e numerosi a teatro. Senza di voi siamo niente. Noi viviamo per cantare davanti a voi”,- riferisce La Repubblica. A Verona si è in attesa della presentazione della stagione lirica-2022 con la speranza del ritorno del pubblico al suo amato Teatro Filarmonico.


 

 

 
 
 

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.