L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

The essential Mendelssohn

di Alberto Ponti

In seguito alla defezione del pianista Melnikov, il maestro James Feddeck presenta un programma ridotto tutto dedicato a Mendelssohn, distinguendosi per originalità e personalità nella direzione

TORINO, 12 novembre 2021 - L'esibizione di Alexander Melnikov al terzo 'Concerto d'autunno' dell'Orchestra Sinfonica Nazionale rimane circoscritta a giovedì 11 novembre. Il pianista, in compagnia della prima tromba Roberto Rossi, avrebbe dovuto replicare l'op. 35 di Šostakovič la sera successiva ma un'improvvisa indisposizione (leggasi positività al covid) ha defalcato dal programma il pezzo centrale. E' così salito sul podio James Feddeck per i due capolavori di Felix Mendelssohn-Bartholdy previsti in apertura e chiusura, eseguiti senza intervallo in un impaginato più breve ma non per questo privo di spunti di riflessione.

Feddeck, direttore principale dell'orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, è un giovane dalla decisa personalità. Nell'ouverture Die Hebriden (nota anche col sottotitolo de La grotta di Fingal) op. 26 viene privilegiato l'aspetto drammatico, quasi wagneriano ante litteram. Il respiro arioso e regolare del 4/4, con cui il compositore evoca la suggestione del moto delle onde del mare del nord, ha qui qualcosa di grave, spalanca un abisso di mestizia contenuta ma implacabile. Anche il secondo tema, tra le più belle idee melodiche mai espresse in musica, non pare emergere dall'atmosfera brumosa su cui altre bacchette indugiano con sensibilità paesaggistica, ma si sviluppa con piglio deciso, vero e proprio contraltare dialettico alla pulsione fluttuante dell'esordio. Il brano, condotto con sapiente rispetto dell'indicazione di 'Allegro moderato' laddove parte della tradizione interpretativa prescrive invece scorrettamente tempi assai veloci, risplende di una maestosità luminosa e inedita nel sublime sviluppo, che coniuga la perfezione formale della scrittura con il dominio del tumulto delle emozioni alla radice dell'ispirazione artistica.

Simile concezione traspare nella Sinfonia n. 3 in la minore op. 56, la celebre Scozzese. Dieci anni passano tra la stesura definitiva dei due lavori ma la temperie spirituale che informa la sinfonia è la medesima dell'ouverture. Mendelssohn, al pari di altri pochi grandi (primo fra tutti Chopin) non ha quasi evoluzione stilistica all'interno della propria opera: i primi, precoci saggi dell'adolescente rivelano la statura assoluta dell'estrema stagione.

Un passo che ha già qualcosa di Bruckner pervade il vasto e ambizioso affresco nella lettura di Feddeck, mostrando affinità insospettate dell'autore romantico con i maestri della generazione seguente. Il tono di misteriosa leggenda del primo movimento mantiene una stupita sospensione metafisica, non trova risposta ai suoi interrogativi nemmeno nello scatenarsi degli elementi della natura alla fine dell'Allegro agitato, con un esempio tra i massimi di musica temporalesca e di inquietudine dell'animo. Nella filigrana dello Scherzo si intravede, più che l'oleografica passeggiata in carrozza che leggenda vuole abbia ispirato gli arabeschi del clarinetto puntellati dal leggero ritmo staccato degli archi, una volontà di potenza nietzschiana tosto non smorzata ma ingigantita dalle ampie volute dell'Adagio cantabile. L'apoteosi dell'Allegro guerriero è la cartina di tornasole di una superba prestazione di tutta l'orchestra, attenta e precisa ai dettagli di una direzione non scontata che, nonostante il poco tempo a disposizione per le prove imposto dalla serrata vita concertistica attuale, è riuscita a infondere una forte impronta personale a titoli del grande repertorio. Su tutti, esemplare ci è parsa la prova del quartetto dei corni, dal timbro caldo e penetrante insieme, in una serata dove hanno dato il meglio di sé.

Pubblico purtroppo non numeroso, ma entusiasta e motivato nell'attendere fuori dall'auditorium per oltre tre quarti d'ora in attesa dell'autorizzazione all'ingresso in sala dopo i controlli sanitari di rito a tutti gli interpreti imposti dalla situazione.


 

 

 
 
 

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