L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Archi fra i secoli

di Vincenza Caserta

Un programma che spazia da Vivaldi a Beethoven per il S. Eulalia e S. Severo Festival con l'Asolo Chamber Orchestra

SEMONZO (TV) 8 ottobre 2022 - A Semonzo gli alberi di ulivo circondano la Chiesa di S.Severo in un abbraccio silenzioso, in un luogo in cui la musica diventa ancora più eloquente l’Asolo Chamber Orchestra diretta da Valter Favero presenta un vario ed interessante programma con solisti d’eccellenza. Vivaldi del Concerto in sol minore per archi e basso continuo RV 156 si snoda fra contrasti da un incipit concertante su basso continuo con lo stesso Valter Favero al clavicembalo alla raffinatezza degli abbellimenti affidata ai violini, mentre, nell’Adagio successivo predomina ancora il canto del clavicembalo, accompagnato dalle voci più gravi d’orchestra di viola e violoncello, strumenti che introducono il fugato dell’Allegro finale in una linea melodica sempre cangiante per un Vivaldi di rinnovata energia.

Il Beethoven della celebre Romanza Op 50 per violino ed orchestra è un delizioso quadro in cui il tema principale si apre disteso e carezzevole nell’interpretazione della solista Myriam Dal Don. Le parti d’insieme risultano convincenti nell’identità corale che in Beethoven riesce a rendere pienamente l’idea di un “tutti”dal carattere universale.

Il Concerto in si minore per viola ed archi di Haendel con solista Silvestro Favero, che si alterna deciso a un'orchestra di fiera pienezza. Un virtuosismo leggero emerge attraverso gli ostinati dei bassi senza mai trascurare colori che fanno delle parti solistiche vere punte di diamante. L’Adagio è di una solenne compostezza che richiede un’intensità di stampo vocale del solista. Ancora una parentesi di virtuosismo giocoso nel Poco meno mosso dalla forma finale quasi di Rondeau.

Il Concerto in do minore di Platti per violoncello, archi e basso continuo è entusiasmante per lo spirito innovativo con cui il solista Giuseppe Barutti riesce a rendere viva e vitale quest’opera. Un attacco che pone immediatamente l’accento su un ricercato dinamismo coloristico apre la strada a un tema fugato che si articola con disinvoltura tra le diverse parti d’orchestra. Il violoncello di Barutti si anima e l’orchestra di Valter Favero risponde con decisione : non è mai banale il fraseggio e non ha cedevolezze nell’intensità neppure davanti a passaggi in cui la ripetizione di una stessa nota potrebbe far rischiare la monotonia. È una lettura sempre fresca fino a un Presto finale innovativo e già proiettato verso il futuro per fantasia e corpo sonoro.

Il primo bis è tratto dalla colonna sonora di Morricone per il film Marco Polo con solisti Silvestro Favero e Giuseppe Barutti; segue l’Autunno delle Quattro Stagioni di Vivaldi con solista Dal Don in un’interpretazione di sognante fantasia.


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