L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Lucia più non è!

di Antonino Trotta

L’Opera di Genova prosegue la stagione 24/25 all’insegna dell’horror: lo è, nell’accezione più qualificativa del termine, la Lucia di Lammermoor firmata da Lorenzo Mariani, incautamente riesumata per riaccogliere il pubblico, dopo l’inaugurazione in trasferta, tra le mura del Carlo Felice. Brillano, nonostante tutto, Iván Ayón-Rivas e Luca Tittoto.

Genova, 17 novembre 2024 – Stupri, incesti, botte e cadaveri penzolanti. A un mese dall’interessante inaugurazione con The turn of the screw, l’Opera di Genova riporta la stagione tra le mura del Carlo Felice proseguendo sul filone dell’horror all’opera, con l’unica differenza che questa Lucia di Lammermoor horror lo è suo malgrado.

Lo spettacolo in questione è quello di Lorenzo Mariani, con scene di Maurizio Balò e costumi di Silvia Aymonino, già visto a Genova e pure altrove, un’accozzaglia di cattive idee maldestramente realizzate capace sol di suscitare, nonostante l’evidente desiderio di sconvolgere, seccata ilarità. Nel tentativo di descrivere un ambiente violento e greve, quello in cui Lucia è costretta a contrarre per interesse le indesiderate nozze, Mariani forza la mano su trovate decisamente pretestuose – la tentata violenza di Enrico alla sorella, il cervo nella prima scena decapitato con uno spilucchino da Enrico mentre canta «Cruda, funesta smania» – che non trovano alcun riscontro nella drammaturgia del testo, anzi, la mortificano e, basti pensare al fantoccio penzolante nell’ultima scena, didascalica illustrazione delle parole di Raimondo «è in ciel!», persino irridono.

Tal disordine non giova alla costruzione dello spettacolo che trova in Francesco Ivan Ciampa, alla guida dei complessi dell’Opera Carlo Felice, sì bacchetta solida e affidabile ma, in quest’occasione, un po’ asciutta e non particolarmente ispirata. Morbida e fortemente evocativa nei momenti di grande cantabilità, la concertazione di Ciampa è purtroppo qui chiamata a pagare i debiti di una messinscena fallimentare e, non riuscendo sempre a distrarre l’attenzione dal palcoscenico e a tappare le voragini di una narrazione scriteriata, finisce con l’apparire alterna e convincente a tratti.

Disorientato c’è parso, per non farsi mancar nulla, anche il cast. Nina Minasyan, nel ruolo del titolo, ha gradevolissima voce di soprano leggero ma le difettano carisma e impeccabilità tecnica: la vocalista non supera mai indenne l’involo al sopracuto né l’affondo al grave, l’interprete affronta senza mordente la parte. Ne emerge così una Lucia diafana, sostanzialmente corretta ma nel complesso poco interessante, incapace anch’ella di farsi autentica padrona della scena, se non in quella della pazzia, dove però sostanzialmente è sola. Franco Vassallo, con apprezzabile professionalità, asseconda appieno le indicazioni della regia, creando un Enrico rude e veemente: acuti tonitruanti e agilità digrignate tra i denti giovano all’improbabile personaggio ma pongono altresì ingombranti dubbi sulla pertinenza dello stile con cui questo Enrico è disegnato. Al contrario Luca Tittoto, Raimondo, eccelle per la nobiltà dell’emissione e per l’eleganza della linea di canto serigrafata nel sontuoso timbro di basso: «Ah! Cedi, cedi o più sciagure» rimane, di fatto, tra i momenti di maggior valore dell’intera serata. Trionfatore della serata è Iván Ayón-Rivas, che affronta con grande abilità la splendida parte di Edgardo: il suo fraseggio sensibile e partecipe, l’emissione squillante e sicura, il canto vibrante e mai dimentico di colori e sfumature gli valgono meritate ovazioni. Completano correttamente il cast Paolo Antognetti (Arturo), Alena Sautier (Alisa) e l’ottimo Normanno di Manuel Pierattelli. Buona anche la prova del Coro dell’Opera Carlo Felice di Genova, istruito dal maestro Claudio Marino Moretti.

Buona risposta di pubblico che, pur poco convinto dalla messinscena – a giudicare dai commenti origliati qui e là –, tributa generosi applausi a tutte le parti coinvolte.

Leggi anche:

Bologna, Lucia di Lammermoor, 16/06/2017 [debutto della medesima produzione di Lorenzo Mariani]

Catania, Lucia di Lammermoor, 21/04/2024

Milano, Lucia di Lammermoor, 23/04/2023

Genova, Il giro di vite/The turn of the screw, 13/10/2024


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