L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Radici

di Antonino Trotta

Alessia Tondo, Avi Avital, Giuseppe Copia e Giovanni Sollima si ritrovano all’Unione Musicale di Torino per dar vita a una serata di straordinaria bellezza, intrecciando ad arte repertorio barocco e letteratura popolare in un programma di rara suggestione.

Torino, 22 gennaio 2025 – Come si può raccontare una serata come questa? Come tradurre in parole un pensiero ancora inebriato dalle emozioni che quella musica, parlando alle nostre viscere, ha risvegliato? Certo, si potrebbero introdurre le sonate di Domenico Scarlatti o caratterizzare le danze popolari del Sud Italia, ma l’espediente sarebbe totalmente inutile per lo spirito, per l’energia, per la forza che intridono e innervano il concerto dal primo all’ultimo secondo.

Il programma che Alessia Tondo, Avi Avital, Giuseppe Copia e Giovanni Sollima hanno confezionato per noi, sotto la volta celeste dell’Unione Musicale di Torino, non è un’antologia stilistica, né un viaggio attraverso luoghi o epoche. È un bagaglio di vita generosamente condiviso con il pubblico, un sostrato ricco di humus in cui ogni artista affonda le proprie radici. E chi ha radici forti, si sa, può spingersi ovunque, anche metaforicamente.

Ecco perché non si avverte frattura alcuna quando si frappone la Quarta Sonata di Dario Castello (1602-1631) tra la canzone Sta notte di Alessia Tondo e la Pizzica di Galatone, o ancora si alternano brani tradizionali sefarditi, turchi e macedoni con pezzi di Sollima padre (Eliodoro, 1926-2000) e Sollima figlio, corredando spesso l’esecuzione con brevi frammenti introduttivi che hanno il calore di una tradizione orale trasmessa di generazione in generazione.

Trasfigurate dal filtro dell’arte espressasi nella sua migliore accezione, qui più che mai percepita come esigenza dell’anima, somma di esperienze plurali messe al servizio di un desiderio comune, queste meravigliose pagine, selezionate con cura e curiosità, prendono vita sul palcoscenico facendo sempre appello al meglio che ciascun dei quattro artisti ha da offrire. Ogni artista porta con sé un'impronta unica: l’irresistibile fascino della voce di Alessia Tondo, il virtuosismo del mandolino di Avi Avital, la classe alla tiorba e alla chitarra battente di Giuseppe Copia, il magnetismo dirompente di Giovanni Sollima, violoncellista eccelso e musicista d’altissimo rango, si intrecciano in una travolgente narrazione musicale, dove ogni strumento diventa parte di una tessitura che avvolge e incanta. Non è solo un’estasi sonora: nell'accendere il dialogo tra terre lontane, epoche diverse, tradizione e innovazione, il concerto diventa anche una riflessione sull’identità, un momento di comunione che ci fa scoprire come, sedotti dalle vibrazioni dell’aria, le nostre radici siano in realtà saldamente ancorate alla stessa terra.

E a proposito di comunione, due parole vanno spese per lo straordinario pubblico dell’Unione Musicale che, invitato a partecipare alla liturgia della serata col canto o con gli arti percussivi, s’è dimostrato parte integrante dello spettacolo stesso: il senso del ritmo e la precisione nell’intonazione della platea del Conservatorio di Torino sono tali da far impallidire le plaudenti mani del Musikverein di Capodanno o certi cori lirici che cantano a squarciagola nei nostri teatri d’opera.

Esito scontato: un paio di bis, poltrone in visibilio e standing ovation autentiche, non di quelle destate dallo spettro del parcometro. Serata indimenticabile.

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