L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

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La causa di una situazione patrimoniale a livelli di criticità come quelli descritti, tali da non risultare sanabili neanche con l’intero stanziamento della legge Bray (che per Firenze è di 27 mln di euro), è però da ricercare - al di là di anche qualche operazione patrimoniale probabilmente poco prudenziale - nel cronico e mai rettificato squilibrio tra entrate e uscite di ogni esercizio. È vero che c’è stata nell’ultimo decennio una certa riduzione dei contributi (in realtà a vedere i numeri, per quel che riguarda Firenze, più contenuta che altrove) come mostra il grafico.

06 Contributi conto esercizio


Tuttavia in questi anni il Maggio è stato caratterizzato anche da una continua riduzione degli incassi al botteghino; a ben vedere gli esiti della programmazione artistica, dopo gli ultimi premi Abbiati che risalgono ormai al dittico Il prigioniero / Volo di notte di Dallapiccola (che nel bilancio del 2004 solevano scrivere pervicacemente come “Dalla Piccola”) e al Boris Godunov dell’anno seguente, escludendo il Ring della Fura, tra Maggio On, Maggio Off, Maggio Switch, Recondita armonia, trito repertorio beceramente realizzato e continue minacce di sciopero negli spettacoli di un qualche blando motivo di richiamo, francamente l’interesse per le trasferte da melomane in quel di Firenze è comprensibilmente scemato in questo decennio. Ecco le entrate da vendite e prestazioni, suddivise per tipologiaa.

07 Vendite e prestazioni

Il picco più alto è quello del 2011, legato alla tournée di quell’anno in Giappone, Cina, Taiwan, India, Ungheria e Russia; tuttavia mentre altre Fondazioni riescono a conseguire in genere un saldo molto vantaggioso tra incassi di tournée estere e costi sostenuti per farle, a Firenze, ben che vada, i conti tournée chiudono con sostanziale equilibrio, come mostra il grafico seguente (importi in migliaia di euro).

08 Incassi vs costi tournée estero

 
Complessivamente lo squilibrio tra valore della produzione (contributi pubblici, privati e incassi) e i costi totali è patologico, indipendentemente dall’entità della quota FUS attribuita; il grafico seguente ne fornisce immediata traduzione.


A meno del 2006 dove ai costi si sommano i proventi straordinari della dismissione Longinotti, i costi complessivi di imposte, oneri finanziari sono sempre maggiori del valore della produzione, anche per quegli anni (2007 e 2008) dove il contributo tocca il suo massimo storico, contraddicendo la perenne giaculatoria contro i tagli dell’ultimo decennio (talvolta più lamentati che non realmente subiti). E dei tagli non può certo lamentarsi il Maggio che, nonostante livelli quantitativi scesi sotto il livello di guardia, continua comunque ad essere la quarta fondazione in ordine decrescente di importo di contribuzione statale.a quarta fondazione in ordine decrescente di importo di contribuzione statale.

10 Classifica FUS 2014


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