L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Indice articoli

I concerti della stagione 2018 – 2019 in Sala Verdi

I concerti si terranno di martedì nella Sala Verdi del Conservatorio, ore 20.30, via Conservatorio 12, Milano

1.

16 ottobre 2018

Ottetto dei Berliner Philharmoniker

Strauss - Capriccio op. 85

Brahms - Sestetto in si bemolle maggiore op. 18

Mendelssohn - Ottetto in mi bemolle maggiore op. 20

Gli archi sono il cuore di qualsiasi orchestra, soprattutto di quella più famosa, la Filarmonica di Berlino. E sono otto prime parti di quell’orchestra che aprono la nuova stagione della nostra Società. Sono grandi di per sé, ma presentano anche un grande programma. Che è cameristico, come nella nostra storica ragione sociale. Però è un cameristico esteso, con quartetto che diventa sestetto e che raddoppia a ottetto. Mentre il programma rovescia il tempo. Inizia con l’apertura di Capriccio, l’ultima opera teatrale di Richard Strauss, (nel 1942), continua con un lavoro del giovane (27 anni) Brahms, si chiude con l’ancora più giovane (16 anni) Mendelssohn. Musiche tutte che sublimano l’orchestra; dunque perfette per gli interpreti che le hanno scelte.

2.

30 ottobre

Daniil Trifonovpianoforte

Beethoven - Andante in fa maggiore (Andante favori) WoO 57

- Sonata n. 18 in mi bemolle maggiore op. 31 n. 3

Schumann - Selezione da Bunte Blätter op. 99

- Presto Passionato in sol minore op. 22 bis

Prokof’ev - Sonata n. 8 in si bemolle maggiore op. 84

Nella scorsa stagione Daniil Trifonov aveva esordito da noi con un originalissimo programma attorno a Chopin. Torna con una proposta a mosaico, con un Beethoven alternativo e uno Schumann poco frequentato. Chiude un Prokof’ev estremo, non provocatorio (come in gioventù), ma riflessivo (come nella maturità inventata dopo il ritorno in URSS), com’è poi la sua vera natura di melodista sottile sotto l’apparente scorza iconoclasta.

È un programma ideale per un artista come Trifonov che alla strabiliante tecnica esecutiva unisce la fantasia delle associazioni e la voglia comunque di fare grande musica. “Non ho mai ascoltato qualcosa di simile” ha detto Martha Argerich. E Anne-Sophie Mutter, con la quale Trifonov ha di recente condiviso i palcoscenici di mezzo mondo e registrato per Deutsche Grammophon, afferma: “Abbiamo tanti pianisti-tecnici, ma poche individualità assumono rischi come Daniil Trifonov, con freschezza e straordinario talento”.

3.

6 novembre / Astri nascenti

Dudok Kwartet

Annelien Van Wauweclarinetto

Ligeti - Quartetto n. 1

Mendelssohn - Quartetto n. 6 in fa minore op. 80

Mozart - Quintetto per clarinetto e archi in la maggiore K 581

Sono i freschi vincitori del Borletti Buitoni Trust Award 2018, l’olandese Dudok Kwartet e la clarinettista belga Annelien Van Wauwe e insieme affrontano un tour europeo che li porterà a debuttare anche al Quartetto. Il pezzo più pregiato della serata è ovviamente il Quintetto con clarinetto di Mozart. Scritto nel penultimo anno di vita, pensato per il clarinettista amico (e finanziatore) Anton Stadler è contemporaneo dell’estremo Requiem, del quale condivide la serena dolcezza melodica e la forte vitalità armonica. Lo interpreta la clarinettista belga Annelien Van Wauwe, già allieva di Sabine Meyer e ora docente ad Anversa, ormai da un decennio solista assieme a grandi orchestre, a suo agio sia su strumenti antichi che moderni, su musiche del passato e del contemporaneo.

Ma ci sono cose preziose nella prima parte, affidata al solo Dudok Qwartet: il primo Quartetto del giovane Ligeti è di riconosciuta ispirazione bartókiana. Legato all’estremo Beethoven è il sesto e ultimo quartetto di Mendelssohn, dedicato alla memoria della sorella.

4.

13 novembre

The King’s Singers

Gold. Great music must shine

Un ricco itinerario musicale per celebrare i 50 anni dei King’s Singers

Henry Ley - The Prayer of King Henry VI

Bob Chilcott - Oculi omnium

Juan Vasquez - Lagrimas de mi Consuelo

Orlando di Lasso - Dessus le marché d’Arras

Richard Rodney Bennet - The seasons of his mercies

Georges Auric - Quand tu dors près de moi (arr. Gordon Langford)

Gabriel Fauré - Le papillon et la fleur (arr. Goff Richards)

Peter Louis Van Dijk - Horizons

Canto tradizionale - Shenandoah (arr. Bob Chilcott)

Canto tradizionale - Lamorna (arr. Goff Richards)

Paul Patterson - Timepiece

Steve Martland - Poor Roger

Nico Muhly - To stand in this house

Songs in close harmony: proposte estemporanee degli esecutori

Gli appuntamenti con i King’s Singers sono sempre una sorpresa, anche per noi del Quartetto che li ascoltiamo regolarmente, fin dal 1976. Fondati nel 1968 da sei studenti del King’s College di Cambridge, in breve sono diventati uno dei più popolari gruppi “a cappella” prima in Gran Bretagna e poi nel mondo. Con un repertorio sterminato che copre sei secoli di musica dal medioevo a quella di oggigiorno, si sono esibiti nelle maggiori sale da concerto e in cattedrali di tutto il mondo.

Ne conosciamo bene il format di programma: autori antichi (meglio se italo-inglesi) mescolati a moderni (qui soprattutto inglesi), riferiti a stagioni (Natale e Pasqua, autunno e inverno) e contaminati alla fine in chiave divertita e improvvisatoria con intrusioni pop-rock. È e rimane una formula vincente, che ha consentito al complesso inglese un’unità di stile e d’intenti rimasta inalterata pur negli inevitabili avvicendamenti generazionali.

5.

20 novembre/ Astri nascenti

Alessandro Tavernapianoforte

Chopin - Barcarola op. 60

-Grande Valse Brillante in la bemolle maggiore op. 34 n. 1

- Valzer in do diesis minore op. 64 n. 2

- Grande Valse Brillante in la bemolle maggiore op. 42

- Valzer in re bemolle maggiore op. 64 n. 1

- Ballata n. 4 in fa minore op. 52

-Scherzo n. 3 in do diesis minore op. 39

Brahms - dalle 21 Danze ungheresi n. 1, 7, 4, 6, 8 e 5

  • Variazioni su un tema di Paganini op. 35

Ascoltato nel marzo scorso nella prima edizione della nostra serie Musica nel tennis in un impegnativo programma “tutto Chopin”, il veneziano Alessandro Taverna è stato subito invitato a presentarsi nella stagione principale. Forte della sua formazione alle accademie di Imola e Santa Cecilia, con Franco Scala e Piero Rattalino, consacrato al concorso internazionale di Leeds del 2009, è ora concertista con esperienza internazionale. Ha ricevuto al Quirinale da Giorgio Napolitano il “Premio Presidente della Repubblica 2012”, attribuitogli per meriti artistici e per la sua carriera internazionale.

Taverna ci propone un programma vario e monumentale al tempo stesso. Una sfida per dita e braccia dell’interprete.

6.

27 novembre/ Astri nascenti

Edgar Moreauvioloncello

David Kadouchpianoforte

Franck - Sonata in la maggiore op. 42

Poulenc - Sonata per violoncello e pianoforte FP 143

Mendelssohn - Sonata n. 2 in re maggiore op. 58

Il violoncellista francese Edgar Moreau non ha ancora 25 anni ma una storia da gran veterano. Formato nella nativa Parigi e perfezionato con i maggiori violoncellisti del nostro tempo, ha partecipato con successo ai concorsi internazionali intestati a Čajkovskij e a Rostropovich. Ora è in piena carriera, chiamato come solista da direttori del calibro di Gerg’ev e Dudamel, da cameristi come Kremer e il Quartetto Talich, da pianisti come Schiff e Angelich.

Da sempre entusiasma il pubblico con un magnifico campionario di virtuosismo applicato a brani brevi e funzionali. Nella nostra stagione si presenta con tre pezzi, tutti forti.

7.

11 dicembre

Emanuel Axpianoforte

Brahms - Due rapsodie op. 79

Benjamin - Piano Figures

Schumann - Fantasiestücke op. 12

Ravel - Valses nobles et sentimentales

Chopin - Tre mazurche op. 50

- Andante spianato e grande polacca brillante op. 22

Americano di origine ucraina, Emanuel Ax è un artista davvero multiforme. Il suo nome è legato indissolubilmente alla collaborazione con musicisti del calibro di Isaac Stern, Yo-Yo Ma, James Laredo, Richard Stoltzman. La forte presenza nella musica da camera è solo uno degli aspetti della sua eccezionale carriera di pianista. Insegna alla Juilliard School di New York, anima festival e iniziative. Continua a contribuire molto anche allo sviluppo del repertorio contemporaneo.

Il programma del recital con cui torna alla nostra Società testimonia la vastità e varietà del suo repertorio. Tutto all’insegna della miniatura.

8.

18 dicembre

Cappella neapolitana

Antonio Florio direttore

Leslie Viscosoprano

Marta Fumagallimezzosoprano

Per la nascita del Verbo

Caresana - Sinfonia da Le Avventure di Una Fede

- Pastorale a 2 voci “al Cantar” da Demonio vestito da Bifolco…

- Tarantella a 2 voci “Una dama più fortunata” da La Veglia

- Ballo detto “Barrera” a 2 voci da La Veglia

- Ninna Nanna a voce sola da La Veglia

Netti - Sinfonia a 4 da La Filli

Caresana - “Con un vel d’humanità” a 2 voci da La Caccia del Toro

Anonimo napoletano (sec.XVII) - Tarantella

Caresana - Choro di doi Angioli “Olà, che si fa?” da La Tarantella per la Nascita del Verbo

- “Hor che lucide e serene” a 2 voci da La Pastorale

A. Scarlatti - Cantata “O di Betlemme altera” per soprano e archi

Anonimo (sec. XVIII) - Pastorale per archi

Fago - Mottetto “Quid hic statis pastores” per soprano, alto e archi

Il nostro concerto di Natale assume, quest’anno, caratteri napoletani. Apre un’antologia di Cristofaro Caresana (1640-1709), che dalla nativa Venezia era calato adolescente a Napoli per affermarsi al punto da diventare direttore di conservatorio e maestro del tesoro di San Gennaro. Suo successore fu il tarantino Nicola Fago (1677-1745) arrivato quindicenne e presto salito in cattedra. Dal sud era salito il palermitano Alessandro Scarlatti, il più famoso della terna, vero fondatore della scuola vocale e teatrale di una città da sempre ricca di musica per tutte le stagioni e per il Natale in particolare.

Un così bel programma non poteva che essere proposto dal barese Antonio Florio, che al recupero della civiltà barocca della sua città d’elezione ha dedicato una vita intera, come musicologo e concertista attivo.

9.

15 gennaio 2019

Quartetto Jerusalem

Ciclo Beethoven / Bartók - I

Beethoven - Quartetto in la maggioree op. 18 n. 5

Bartók - Quartetto n. 2 op. 17 SZ 67

Beethoven - Quartetto op.127

Le storie della musica sono concordi nell’affermare che i sei quartetti per archi di Bartók sono la naturale continuazione degli ultimi sei di Beethoven. E che l’intera generazione ottocentesca (Schubert, Schumann, Mendelssohn, Brahms) si limitò a riprendere, di Beethoven, i quartetti centrali e talvolta iniziali. In questa e nella prossima stagione, in sei serate, proporremo accostamenti giudiziosi fra lavori lontani nel tempo eppure vicini nello spirito. Avremo occasione di osservare le variazioni stilistiche dei due autori, fra loro molto vicine nel tempo quelle di Beethoven, assai più lontane quelle Bartók. L’ambiziosa operazione, già collaudata nella nostra stagione 1981-82, è affidata a complessi internazionali che da tempo conosciamo e apprezziamo.

Il Quartetto Jerusalem, ospite della nostra Società dal 2003, è la prima formazione professionistica stabile formata da musicisti provenienti da istituzioni di Israele. E’ stato fondato nel 1993 in seno al Jerusalem Music Centre, la struttura promossa nei primi anni Settanta da Isaac Stern e dal filosofo Isaiah Berlin allo scopo di aiutare i giovani musicisti del paese a sviluppare il proprio talento.

10.

22 gennaio/ Astri nascenti

Simone Rubinopercussioni

Alexey Gerassimez - Asventuras

Roberto Bocca - Esegesi  

John Psathas - One Study on Summary 

Iannis Xenakis - Rebonds B

Piazzolla - Verano Porteno - Oblivion - Libertango

Wolfgang Reifeneder - Cross Over 

Maki Ishii - Thirden drums

Un concerto di grande attrattiva è quello affidato al 25nne percussionista torinese Simone Rubino fresco vincitore dell’Abbiati: la critica musicale italiana lo ha premiato per l’energia esecutiva trascinante. E’ infatti artista tra i più vivaci e originali del nostro tempo, prodigioso per capacità tecnica e spettacolare per versatilità musicale. Nel 2014 vince il Concorso ARD di Monaco di Baviera e inizia subito una brillante carriera anche solistica, la collaborazione con importanti compagini e direttori, la partecipazione a festival e progetti. Tra gli impegni più recenti i concerti per percussioni soliste e orchestra con i Wiener Philharmoniker durante il Festival di Lucerna, alla Carnegie Hall con i Muenchner Philharmoniker, con l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Manfred Honeck , con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e Zubin Mehta, con la Deutsches Symphonie Orchester alla Philarmonie di Berlino. Per il debutto al Quartetto propone un programma che esprime tutte le possibilità espressive e virtuosistiche dei suoi strumenti.

11.

1 febbraio (venerdì)

Cappella Andrea Barca

András Schiffdirettore epianoforte

Mozart - Concerto n. 15 per pianoforte e orchestra in si bemolle maggiore K 450

- Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore K 543

- Concerto n. 17 per pianoforte e orchestra in sol maggiore K 453

András Schiff è da tempo uno dei migliori amici della nostra Società. Si è presentato da solista assoluto e da componente di formazioni da camera. Questa volta viene con una nuova, doppia, veste, quella di solista e direttore d’orchestra. Dirige infatti – per la prima volta a Milano - la Cappella Andrea Barca, un complesso da lui fondato nel 1999 e specializzato in un selezionato repertorio che va Johann Sebastian Bach ai classici viennesi Haydn e Mozart, con estensione al moderno connazionale Bartók. Dalla fondazione, la Cappella Andrea Barca (traduzione di András Schiff) si esibisce in esclusiva nel Teatro Olimpico di Vicenza nel Festival Omaggio al Palladio realizzato dalla nostra omologa Società del Quartetto di Vivcenza, Ci piacerà sentire Schiff nei due concerti mozartiani maggiori (nel senso che non sono minori ma che precedono i concerti massimi, il K 466 e seguenti). Ma, forse, ancor più c’intriga quando sale sul palco da solo, per dirigere la prima sinfonia della terna ultima e più bella, la K 543, detta anche “Canto del cigno”.

12.

12 febbraio

Leonidas Kavakosviolino

Enrico Pacepianoforte

Programma da definire

“Ci siamo conosciuti in Norvegia una decina d’anni fa” racconta Kavakos. “Da otto suoniamo insieme e abbiamo consolidato un magnifico rapporto non solo sul piano artistico, ma anche su quello umano”. Ecco perché il violinista greco Leonidas Kavakos e il pianista italiano Enrico Pace hanno conquistato il pubblico del Quartetto prima con l’integrale delle Sonate per violino e pianoforte di Beethoven e poi con un recital che ha esaltato le doti di forza espressiva e di lucidità di lettura dei due interpreti.

Leonidas Kavakos, musicista di raro talento, apprezzato in tutto il mondo per il suo virtuosismo e la sua ineguagliabile musicalità, combina espressività, tecnica, genialità intellettuale. È esemplare il suo affiatamento con Enrico Pace, pianista sensibile e di grande qualità che il pubblico del Quartetto ha più volte ammirato anche come solista.

13.

19 febbraio

Benedetto Lupopianoforte

Schumann - Kinderszenenen op. 15

- Kreisleriana op. 16

Čajkovskij - Grande sonata in sol maggiore op. 37

Benedetto Lupo è uno dei talenti più interessanti e completi della sua generazione. Si è imposto all’attenzione del mondo musicale nel 1989 con l’affermazione, primo italiano, al prestigioso Concorso Internazionale Van Cliburn che gli ha spalancato le porte delle maggiori e più prestigiose istituzioni del mondo. Nato a Bari, si è perfezionato con Sergio Perticaroli, Aldo Ciccolini, Carlo Zecchi, Nikita Magaloff, Jorge Bolet e Murray Perahia.

Pianista dal vasto repertorio, ha al suo attivo anche un’importante attività cameristica e didattica; insegna al Conservatorio “Nino Rota” di Monopoli, tiene master class presso importanti istituzioni internazionali ed è spesso invitato nelle giurie di concorsi pianistici internazionali. Dall’anno accademico 2013/2014, è titolare della cattedra di pianoforte nell’ambito dei corsi di perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, istituzione della quale, dal dicembre 2015, è accademico effettivo.

14.

26 febbraio

Isabelle Faustviolino

Alexander Melnikovpianoforte

Beethoven - Sonata n. 4 in la minore op. 23

- Sonata n. 5 in fa maggiore op. 24 “La Primavera”

- Sonata n. 10 in sol maggiore op. 96

Isabelle Faust vinse il Concorso Mozart da adolescente e il Paganini a 21 anni. L’incontro con Claudio Abbado, col quale collaborò con assiduità, l’ha confermata musicista straordinaria. Oggi, che di anni ne ha 45 e un figlio poco più che ventenne, non smette di sorprendere. Gira il mondo e suona con orchestre e direttori stellari (dai Berliner Philharmoniker alla Boston Symphony, dalla Chamber Orchestra of Europe, alla NHK di Tokyo), spazia in un ampio repertorio che va da Bach ai contemporanei, alterna recital solistici a musica da camera.

Torna al Quartetto dopo averlo conquistato nel 2017 insieme con la storica “Orchestra of the Age of Enlightenment”. Non teme un programma “tutto Beethoven”, che punta su tre singolarità: l’ultima Sonata (op. 96), la ben nota Primavera (op. 24) e la pur bella op. 23 che non si ascolta (quasi) mai.

15.

5 marzo

Mitsuko Uchidapianoforte

Schubert - Sonata in la minore D 537

- Sonata in do maggiore D 840

- Sonata in si bemolle maggiore D 960

Il Quartetto accoglie con gioia Mitsuko Uchida ritrovando così una grande artista, a distanza di dodici anni dalla sua ultima apparizione nelle nostre stagioni. Nata a Tokyo e oggi residente a Londra, ha conquistato le platee di tutto il mondo per l’acutezza intellettuale e la profonda ispirazione con cui interpreta un vasto repertorio che spazia da Mozart, Beethoven e Schubert fino a Berg, Webern, Schönberg, Debussy e Messiaen.

Torna da noi con un magnifico programma monografico. Che Schubert conoscesse bene l’anima del pianoforte lo sapevano bene grandi compositori come Liszt, Schumann, Brahms. I pianisti di professione se ne accorsero tardi, bloccati all’inizio dall’apparente semplicità della scrittura, così lontana dalla platealità alla moda. Mitsuko Uchida inizia dalla gioventù di uno Schubert ventenne (D 537, 1817) e arriva al vertice estremo (D 960, 1828) transitando per la ben matura sonata detta “Reliquie” (D 840, 1825).

16.

19 marzo

Quartetto Emerson

Ciclo Beethoven / Bartók - II

Bartók - Quartetto n. 3 SZ 85

Beethoven - Quartetto n. 15 in la minore op. 132

Oltre trent’anni di carriera, innumerevoli riconoscimenti, una discografia sterminata, collaborazioni con i maggiori artisti della scena internazionale, da Isaac Stern a Paul McCartney, il Quartetto Emerson ha raggiunto in questi anni il culmine dell’attività. Le fondamenta del gruppo risiedono nel completo affiatamento tra i due violinisti, Eugene Drucker e Philip Setzer, che si avvicendano nel ruolo principale.

Il graditissimo ritorno dei musicisti newyorkesi, uno dei vertici della nostra stagione, contrassegnata dalla presenza di Quartetti di assoluto valore, è festeggiato dal programma che prevede il più famoso (forse) fra gli ultimi quartetti di Beethoven, quello con il celeberrimo “Canto di ringraziamento alla Divinità di un guarito”. Precede il Terzo di Bartók, quello che segna l’uscita dal periodo espressionista e l’acquisizione di un propria via nella gran corrente neoclassica del Novecento, con movimenti ben bilanciati, architettura ad arco, trasparenza di scrittura. Senza mai dimenticare le radici del canto popolare.

17.

26 marzo/ Astri nascenti

Quartetto Hermès

Gabriele Carcanopianoforte

Fauré - Quintetto n. 1 in re minore op. 89

Haydn - Quartetto in mi bemolle maggiore op. 33 n. 2 Hob.III.38 “Lo Scherzo”

Brahms - Quintetto in fa minore op. 34

Sono tre e ben distinte le scuole cameristiche proposte da questo programma. La scuola francese di fine Ottocento, con il pianismo brillante e perlato di Fauré che si libra sull’elegante melodizzare degli archi. La scuola viennese di Haydn nel momento il cui nasce il quartetto moderno. Infine la scuola tedesca, con l’unico ma centrale Quintetto con pianoforte di Brahms, che ha la forza di un concerto con grande orchestra.

Il Quartetto Hermès, per la prima volta nostro ospite, è considerato uno dei più notevoli complessi parigini. Si è fatto conoscere in Italia anche come ospite di Palazzo Bru Zane, l’iniziativa che si snoda tra Venezia e Parigi interessata al repertorio romantico francese. Gabriele Carcano è ormai una presenza amica nella nostra Società: lo abbiamo ospitato a Villa Panza nel 2010, ha esordito nella stagione in Conservatorio nel 2015, lo abbiamo richiamato nella stagione successiva e confermato in questa. E’ uno dei musicisti più interessanti della scena musicale non solo italiana: poco più che trentenne, possiede tecnica, eleganza, padronanza del repertorio, curiosità e intelligenza d’interprete.

18.

9 aprile

Les Vents français

Emmanuel Pahud flauto

Paul Meyer clarinetto

Gilbert Audin fagotto

Radovan Vlatkovic corno

Eric Le Sage pianoforte

Glinka - “Trio Pathétique” in re minore per clarinetto, fagotto e pianoforte

Spohr - Quintetto per fiati e pianoforte op. 52
Beethoven – Variazioni su “Là ci darem la mano” per flauto, clarinetto e fagotto WToO 28

Saint-Saëns – tarantella per flauto, clarinetto e pianoforte op. 6

Rimskij-Korsakov - Quintetto in si bemolle maggiore per fiati e pianoforte

Le combinazioni cameristiche di pianoforte e fiati si ascoltano ormai di rado in sala da concerto. Eppure la tradizione è lunga, nata quando ancora si faceva musica in casa, per divertimento degli esecutori stessi e degli amici raccolti in salotto. Questa sera si vuole ritrovare quel clima.

Les Vents Français, composto da soli fiati, è un ensemble che si è costituito per ricreare le magiche sonorità della musica francese del primo Novecento, stagione di novità straordinarie per strumenti chiamati a creare impasti sonori sempre nuovi.
È composto da cinque straordinari solisti di fama internazionale che fanno (o hanno fatto) parte di alcune delle orchestre più famose del mondo, come Emmanuel Pahud – da 35 anni primo flauto dei Berliner Philharmoniker! – e l’oboista Francois Leleux, e sono anche docenti presso i principali Conservatori Superiori d’Europa.

19.

16 aprile

Quartetto di Cremona

Ciclo Beethoven / Bartók - III

Beethoven – Quartetto n. 2 in sol maggiore op. 18 n. 2

Bartók - Quartetto n. 5 SZ 102

Beethoven - Quartetto n. 11 in fa minore op. 95

In un progetto importante come il ciclo Beethoven/Bartók non poteva mancare il quartetto per archi che è stato a noi più vicino nelle ultime stagioni. Al Quartetto di Cremona sono affidati due lavori rappresentativi di due momenti stilistici distinti di Beethoven. Ha il completo equilibrio classico dei modelli di Mozart e Haydn l’op. 18 n. 2. Mantiene le architetture e le dimensioni tradizionali l’op. 95, ma il linguaggio armonico secco e il taglio melodico essenziale mostrano una netta frattura con il passato e la necessità di un futuro non ancora definibile, e che maturerà ben dieci anni dopo. A sua volta, il Quinto quartetto è uno dei più equilibrati e studiati di Bartók, con globale simmetria centrale attorno a uno scherzo alla bulgarese contornato da musiche notturne. Primo e ultimo movimento sono pure a simmetria centrale, l’uno in forma sonata e l’altro in sequenziale rondò. Potrebbe essere un neoclassico omaggio al primo Beethoven, non ci fossero le dissonanze e i ritmi della musica popolare danubiana.

20.

7 maggio

Rafal Blechaczpianoforte

Mozart - Ronḍò in la minore K 511

- Sonata n. 8 in la minore K 310

Beethoven - Sonata n. 28 in la maggiore op. 101

Schumann - Sonata in sol minore op. 22 n. 2

Chopin - Quattro mazurche op. 24

- Polacca in la bemolle maggiore op. 53 n. 6

Quando nel 2005 Rafal Blechacz vinse il Concorso Chopin di Varsavia, la giuria decise di non assegnare il secondo premio, tanta era la distanza tra il pianista polacco e gli altri concorrenti. Non sempre la vittoria a un concorso importante corrisponde all’inizio di una vera carriera artistica, ma nel caso di Blechacz le speranze e le attese sono state completamente ripagate.

Il pubblico del Quartetto ricorderà con gioia il suo primo recital tenuto da noi nel 2010, l’anno chopiniano. E le conferme nel 2012 e 2015, sempre con tanto Chopin. Resta Chopin, nel nuovo programma, con la Polacca più eroica e spettacolare a chiudere dopo le delicate Mazurke op. 24. Ma ci sono anche le tempestose sonate K 310 di Mozart e op. 22 di Schumann, assieme all’intensissimo Rondò K 511 e alla complessa Sonata op. 101, la meno popolare fra le ultime cinque di Beethoven. Un vero banco di prova per un musicista ricco di poesia e di tecnica cristallina.

21.

14 maggio

Quartetto Casals

Ciclo Beethoven / Bartók - IV

Bartók - Quartetto n. 1 op. 7 SZ 40

Beethoven - Quartetto n. 14 in do diesis maggiore op. 131

La saldatura fra i quartetti di Beethoven e quelli di Bartok si vede bene accostando l’op. 131 dell’uno con il n. 1 dell’altro. Comune è la forma inconsueta, diversa all’apparenza, affine nella sostanza. Nell’op. 131 troviamo sette movimenti brevi e staccati, eppure conseguenti. Nel n. 1, tre tempi consecutivi distinti da differenti accelerazioni. Costante è la voglia di polifonie antiche e di squarci di futuro. Futuro che Beethoven intravede nei balli del contado viennese e Bartók nelle danze delle piane ungheresi. Sembrano lavori consecutivi e invece sono passati ottant’anni.

L’entusiasmante confronto è affidato allo spagnolo Quartetto Casals che torna alla nostra Società a una decina d’anni dal debutto. Fondato nel 1997 alla Scuola Reina Sofia di Madrid, si è ispirato al modello del Quartetto Alban Berg, esce dalla nidiata di Walter Levin (Quartetto LaSalle), ha vinto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, suona nelle sale che contano ed è ospite dei festival e delle rassegne più importanti.

22.

21 maggio/ Astri nascenti

Seong-jin Chopianoforte

Schubert - Wanderer Fantasie in do maggiore op. 15 D 760

Debussy - “Images”, Libro I

- “Le vent dans la plaine” da Preludi, Libro I n. 3

- “La fille aux cheveux de lin” da Preludi, Libro I n. 8

- “Des pas sur la neige” da Preludi, Libro I n. 6

- “Ce qu'a vu le vent d'Ouest” da Preludi, Libro I n. 7

Musorgskij - Quadri di un’esposizione

Nel 2015 il coreano Seong-Jin Cho – nato a Seoul nel 1994 – si aggiudica a Varsavia il Premio Fryderyk Chopin, il più ambito fra i pianisti, quello che nel passato aveva consacrato Martha Argerich (ora in giuria), Maurizio Pollini e Krystian Zimerman. La sensibilità di questo giovanissimo musicista ha sùbito catturato l’attenzione delle istituzioni e dei festival internazionali più prestigiosi. Lo attestano i recital solistici nelle più importanti sale, le collaborazioni con orchestre e direttori quali Leonard Slatkin, Simon Rattle, Lorin Maazel, Myung-Whun Chung, Valery Gergiev, Mikhail Pletnev, Antonio Pappano, Yannick Nézet-Seguin, Michael Tilson-Thomas. L’etichetta gialla della Deutsche Grammophon lo blinda: esce il primo CD che comprende il Primo Concerto e le Quattro Ballate di Chopin (London Symphony Orchestra e Gianandrea Noseda) e il più recente CD per pianoforte solo di Debussy. Ed è proprio Debussy col suo impressionismo fluido e sfuggente di Images e quattro Preludi, il cuore dell’impaginato del concerto che chiuderà la stagione del Quartetto. Il viaggio musicale della celeberrima fantasia Il viandante di Schubert aprirà la serata che nella seconda parte mostrerà il carattere virtuosistico del pianoforte, con la scrittura scabra e selvaggia della versione originale dei Quadri di un'esposizione di Musorgskij. Un programma di grande impegno che intende evidenziare le molteplici qualità di questo artista, la sua personalità d’interprete.


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