L’Ape musicale

rivista di musica, arti, cultura

 

Mozart e Nyman fra cielo e terra

di Alberto Spano

In sostituzione di Michael Nyman, il pianista Sebastian Knauer subentra nel cartellone dell'Emilia Romagna Festival con un programma che alterna proprio Nyman a Mozart.

IMOLA (BO), 12 luglio 2021 – Conoscevamo discograficamente il pianista amburghese Sebastian Knauer per le sue antiche collaborazioni con il grande violinista Daniel Hope, di cui è fedele partner da almeno un ventennio. In particolare ci colpì il suo Mozart scabro e musicale in un inedito Concerto in re maggioreper violino, pianoforte e orchestra K.App.56/K315f, “compilato” da Philip Wilby, un groviglio di sigle per un gran bel pezzo mozartiano, inciso nel 2004 con la Camerata Salzburg diretta da Sir Roger Norrington. Lo ritroviamo cinquantenne in recital nell’imponente Rocca Sforzesca di Imola per l’Emilia Romagna Festival, in sostituzione di un concerto di Michael Nyman, trattenuto in patria causa restrizioni Covid variante Delta.

Molto difficile sostituire Nyman, l’istrionico compositore e pianista minimalista che da anni affascina il suo pubblico con serate monografiche in cui offre il suo repertorio con tocco quasi martellante e violento, ma sempre efficace e incantatorio. Nulla di più diverso si poteva immaginare con Sebastian Knauer in carne e ossa, che sostituisce Nyman proponendo per la prima volta in Italia il suo più recente progetto discografico “The Mozart/Nyman Concert”, reduce dai successi tedeschi delle sue rivisitazioni e riletture sui testi di Bach e Beethoven. Nessuna rivisitazione in questo caso: solo l’accostamento a celebri pagine tratte dalle Sonate di Mozart di brani originali di Michael Nyman, appositamente commissionati da Knauer: i 6 Piano Pieces for Sebastian Knauer. L’idea è semplicissima e in un certo senso banale: ascoltare il sacro Mozart incastonando sei nuovi pezzi a Mozart ispirati, con la massima libertà. A che scopo?

Non certo valorizzare Mozart che vive eternamente di luce propria e non ha bisogno dell’aiutino di Nyman –- però il nome in cartellone dell’inglese assicura pubblico non classico –- ma neanche valorizzare Nyman: i sei pezzi, tutti godibilissimi di primo acchito, potrebbero essere ascoltati uno dietro l’altro in forma di suite, come si può fare ascoltando il CD saltando le tracce mozartiane, apprezzandone la delicata potenza minimalista e il malinconico spirito melodico.

Ma è indubbio che ascoltandoli fra un vero Mozart e l’altro, il nostro orecchio (e la nostra mente) tendono a valutarli alternativamente col metro della severità o dell’indulgenza. L’ascoltatore scafato storce un po’ il naso, ma il “neofita” nymaniano, giunto ansioso pensando di ascoltare Lezioni di piano, si sollucchera 50 minuti di un sano Mozart e sei nuovi pezzi del suo idolo, accorgendosi però che non hanno la forza dirompente degli anni d’oro, ma contengono qua e là gemme di minimalismo puro, sempre molto apprezzabili. Come ad esempio il quarto brano, K4, decisamente molto alla Big my secret, incastonato fra il drammatico Allegro maestoso della Sonata in la minore KV 310 e l’altrettanto poderosa Fantasia in do minore KV 475, due colonne d’Ercole della musica mozartiana proiettate prepotentemente verso il futuro.

Il comprensibile soprassalto dell’ascoltatore è tuttavia attenuato dal tipo di esecuzione di Sebastian Knauer, che opta per un tono molto soffuso, con ampio uso del pedale (persino “una corda”), ottima articolazione e bel legato, ma con azzeramento quasi totale delle dinamiche, sia in Mozart che in Nyman. Il tutto alla ricerca di una specie di fascia sonora con sordina, una sorta di pantone cinematografico in cui predominano i colori pastello. L’amplificazione fa il resto, ma il risultato nell’insieme è piacevole e stimolante. Anche perché la maggior parte delle pagine mozartiane sono di raro ascolto in concerto, nonostante la loro grande popolarità: Allegro KV 545, Andante cantabile K 330, Allegro assai K 332, Allegro maestoso KV 310, Fantasia KV 475, Rondeau KV 332.

Dopo una tale scorpacciata mozartiana/nymaniana, sul finale ecco il colpaccio di genio del concertista Knauer: suonare con notevolissimo spolvero le Variazioni in do maggiore su “Ah, vous dirai-je maman” KV 265. Un tema di semplicità e bellezza quasi liliale che incanta l’universo, cui seguono dodici fantastiche variazioni sospese fra il cielo e la terra.


 

 

 
 
 

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